IL REGNO NAPOLEONICO IN

VALCAMONICA (1796-1815)

 

BREVE DECRIZIONE DEL CONTENUTO

 

Dipartimento del Serio; Comuni; agricoltura in Valcamonica sotto il regno napoleonico; allevamento in Valcamonica sotto il regno napoleonico; ferrarezza in Valcamonica sotto il regno napoleonico.

 

Brescia fu conquistata dai Francesi il 25 maggio 1796.

La Valcamonica assunse il nome di <<Cantone della Montagna>> e fu suddivisa <<in sette municipalità, cioè Pisogne, Darfo, Bienno, Breno, Capo di Ponte, Edolo e Ponte di Legno>> [GREGORIO AMBROSI., Napoleone in Valcamonica (1796 – 1806), Editrice San Marco, Esine 1977, p. 29].

Il 9 luglio 1797 fu istituito il Dipartimento del Serio comprendente i Comuni collocati sulla riva destra del fiume Oglio, mentre i Comuni della riva sinistra dipendevano da Brescia. Ludovico Capoferri ha espresso, al riguardo, un severo giudizio: <<Per poco che questa disgraziata separazione fosse durata essa avrebbe rovinata la Valle interamente. Molti dei suoi comuni tagliati a metà dall’Oglio, molti altri hanno la maggior parte del loro territorio sulla sponda opposta a quella in cui sono situati. Le miniere e i forni, eccettuati quelli di Pisogne, sono tutti alla destra, mentre la legna da carbone e le fucine per lo più alla sinistra. La strada Valeriana col mezzo di una quantità di ponti passa alternativamente da una sponda all’altra, e già si erano delineati i Caselli per l’esazione dei dazi ai Confini!>> (L. CAPOFERRI., Memoria sulla Vallecamonica, Ed. San Marco, Esine, 1976,, p. 63).

Va però detto che nel 1801 si ebbe il distacco di tutta la Valcamonica dalla giurisdizione bresciana e la sua intera annessione al Dipartimento del Serio.

L’Ambrosi, sacerdote della Comunità di Ponte di Legno tra il 1796 ed il 1806, ha asserito che la Valle fu soggetta a continui pericoli in questo periodo storico contrassegnato dalla guerra tra i Francesi, da cui noi dipendevamo, e gli Austriaci. Fra i motivi di pericolo egli ha menzionato nel suo manoscritto i continui furti che richiedevano massima vigilanza; le provocazioni della Soldatesca; gli incendi; le accuse vere o false che si potevano ricevere e, per concludere, l’emanazione di leggi inique contrarie alla morale cristiana [Cfr. GREGORIO AMBROSI., Napoleone in Valcamonica (1796 – 1806), op. cit., pp. 72-73].

Durante la dominazione napoleonica vi fu un tracollo dell’agricoltura e dell’allevamento. La Valle fu interamente occupata, nell’anno 1800, da una moltitudine di soldati francesi che <<al di sopra di Edolo rubavano le vacche e le pecore, contandosi di queste N. 300 nel solo Comune di Ponte di Legno, non risparmiando nemmeno qui li orti e li campi, che venivano saccheggiati>>. Fatto ancor più grave, <<la scarsezza della raccolta, coll’aggiunta di tante truppe, che occupavano la Valle e le provincie limitrofe, fece che crescesse la carestia ad un grado estremo; cosicché nell’inverno 1801 le granaglie erano ascese a lire 200 la soma, e quasi altrettanto il vino. Il mantenimento pertanto di tanta truppa diveniva ogni giorno più funesto, e molti furono obbligati a consegnare il formento stesso, che eransi riservato per la semina. Le imposte, poi, che le municipalità emettevano erano, per così dire, cotidiane; ed oltre le imposte a carico dei Comuni, vi erano frequenti contribuzioni alle famiglie comode, ora sotto un titolo ora sotto un altro. Poiché non solo il mantenimento di tanta soldatesca portava una grossissima spesa, ma molti ancora, che erano impiegati nell’amministrazione, rubavano a man salva; e frattanto che tante famiglie, anche mezzanamente comode, languivano della fame, essi se la passavano in cene, feste, tripudj, e nell’insaccare dinaro>> (B. RIZZI., Illustrazione della Valle Camonica, Sardini Editore Treviglio 1870., pp 241-.242. Il Rizzi ha riportato parte del manoscritto del notaio Gio Antonio Guarneri di Vione).

Risulta che nel 1807 erano attivi 5 forni fusori. In <<Alta Valcamonica, da Ponte di Legno fino a Grevo compreso, lavorano 31 magli in 21 fucine. La maggior concentrazione la troviamo a Rino di Sonico (7 magli in mano a 5 produttori)>>. La <<Bassa Valle, da Capodiponte a Pisogne, possiede 49 magli capaci di lavorare annualmente 90.200 pesi di ghisa. La maggior concentrazione è a Bienno con 13 magli in 7 fucine. Pisogne ha solo 11 magli in 5 fucine, ma è in grado di lavorare 24000 pesi di ghisa (Bienno 16.300, Artogne 12.000, Angolo 10.000) >> [GIANCARLO MACULOTTI., I signori del ferro. Attività protoindustriali nella Valcamonica dell'Ottocento, La Cittadina, Boario Terme, 1988, p. 52].

Possiamo così dire che <<la produzione complessiva dei 5 forni è di 233.000 pesi>> (Ibid, p. 55).

Sempre nell'anno 1807, i fratelli Tommaso, Luigi, Girolamo, Giovanni e Domenico Simoncini di Cedegolo nonché Pietro Franzoni di Edolo costruirono all'Allione un forno fusorio a carbone di legna.

 

 

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