Esci

Marco G. Corsini

Studi 3: L'Eden  giardino cretese della Dea dei Serpenti; il Diluvio universale provocato dall'eruzione del Thera;  Sodoma/Mohenjo-Daro; il Disco di Festo documento dei Pelasgi/Filistei di Creta.

L'Antico Testamento, falsa storia degli ebrei, è invece fonte indiziaria della storia  del Vicino e Medio Oriente antico. Gli Ebrei dicono di trarre  origine da popoli  diversi. A Labano fanno capo i popoli stanziati in Harran (provenienti anche da Creta) probabilmente già nel II se non nel III millennio a. C. e perciò considerato paese d'origine degli Ebrei, ma ciò va propriamente inteso solo come origine culturale, perché  costoro hanno una civiltà affine a quella cretese più antica. Si dice fare capo ad Abramo (ma è vero semmai che ciò avviene al tempo di Abramo) il nucleo  verisimilmente giunto a Gerar, in territorio filisteo, insieme e in mezzo ai Filistei al momento dell'eruzione del Thera, 1540 a. C. ma probabilmente anche prima, intorno al 1700 a. C., alla fine dei primi palazzi, confondendosi con i popoli pastori hyksos che prendevano la via inversa, verso Creta, alcuni residui dei quali rimasero perché allevatori di bestiame nel territorio di Gosen fino alla definitiva espulsione al tempo dell'Esodo. In realtà, a parte la fusione con la popolazione cananea a partire almeno dal 1540 a. C., gli immigrati a Gerar  non si possono distinguere dai parlanti un dialetto proto-ionico di (ultima) origine siriana, detti perciò Siri, poi ambientati a Creta come Siri (al tempo di Radamanto e Minosse) e  Pelasgi, e di nuovo ritornati in Siria come Filistei, e dunque ancora una volta si tratta di derivazione culturale e non etnica. A conti fatti gli Ebrei originano soprattutto da Abramo (che si fa provenire da Ur dei Caldei, ed è in parte vero, mentre è più vero che proviene dalla valle dell'Indo) e da Lot, che vive con Abramo e con lui emigra dalla valle dell'Indo a partire dal 1700 ca. insieme ai popoli di stirpe e cultura sumerica, proto-elamica e simili distrutti dall'arma atomica degli alieni di Jahvè. Sempre a oriente, sulla riva destra dell'Eufrate, era stanziato  nel II millennio il nucleo fondamentale degli Ebrei, i Beniaminiti.

Queste popolazioni, costeggiando il mare a occidente giunsero al Golfo persico e dunque a Sumer, dove era Ur dei Caldei, terra di origine di Abramo. Elemento che si sovrappone già a Creta del tempo di Radamanto e Minosse e forse anche prima, è quello hurrita che va da Harran al Caucaso e che costituisce l'elemento indeuropeo unificatore della civiltà cui gli Ebrei fanno riferimento da un capo all'altro del suo impero culturale, da Creta alla valle dell'Indo.  Dunque gli Ebrei sono originariamente come stirpe nemmeno dei semiti (perché i Sumeri e gli Elamiti o Proto-Elamiti, e a maggior ragione gli abitanti originari della valle dell'Indo, non erano semiti), mentre  la loro cultura è essenzialmente occidentale e indeuropea, il che spiega le tradizioni in comune con gli indeuropei.

Io credo che il primo avvenimento storico di cui tratta il Genesi sia il Diluvio.  Genesi ci parla dell’Eden e di Noè non per ricordo ed esperienza diretta (salvo gli elementi d'origine cretese, come Eva, il Serpente e il giardino) ma solo per l'origine degli Arii dal Caucaso, questa solo documentata dalla tradizione di Adamo (per la verità c'è una ambiguità nell'ubicazione di Eden che alla fine collima altrettanto bene con Aden, e quest'ultima sarà la tradizione più antica, prima dell'arrivo degli hurriti)  e Noè , tradizione che è stata fatta propria dagli Hurriti che, sovrapponendosi da un capo all'altro (Creta-valle dell'Indo) alle sorgenti della civiltà ebraica gli hanno dato unitarietà e coscienza di individualità unificandole nel Caucaso terra degli Hurriti.  Al centro del mio studio ci sono qui ancora una volta  gli Arii, gli Hurriti che provengono dal Caucaso. Qui i nomadi arii maschilisti portatori di Jahvè (il dio di Giuda connesso alle apparizioni aliene, e gli Hurriti invadendo la valle dell'Indo erano probabilmente al seguito, favoriti nella loro invasione  dagli alieni) ricollocarono  l’Eden nell'Armenia da cui sgorgano  il Tigri e l’Eufrate,  l’accesso al quale è vietato da oriente – segno che la stirpe proto-ebraica originava ad est del Caucaso, e cioè nella valle dell'Indo  –  dove a proteggerlo sono i cherubini, cioè dei velivoli UFO, e un’arma laser a forma di spada che manda una luce folgorante, affine a  quella di Guerre stellari per intenderci, Genesi 3, 24; e qui è l’Ararat su cui sempre i nostri arii collocarono  l’arca del progenitore Noè. 

Notte di luna piena a Thera

Io credo che il Diluvio (il Diluvio di Deucalione) sia quello causato dall’eruzione del Thera. Quanto alla datazione c’è tanta incertezza fra gli studiosi da dubitare che abbiano in mano seri dati scientifici. Comunque la mia datazione è confortata da quella del vasellame bicromo filisteo proveniente da Cipro (Artzy, 1973) che compare soprattutto nella Palestina meridionale (Kenyon, 1970, p. 200) specie nelle pianure costiere dove la sua apparizione può essere anteriore che al nord (Artzy, 1973, p. 446)  intorno al 1550 a. C. 

Comunque la testina piumata di Filisteo del Disco di Festo SI, Syrios  (ma non escluderei l'interpretazione come sìren, il nostro sire, inglese sir, pron. ser - non è possibile sèren, perché l'"ascia" è sicuramente SE - ebraico sèren, plur. seranìm, capo, principe, nelle cinque città dei Filistei) prova che i Filistei ormai assimilati ai Siriani erano attestati in Palestina meridionale prima dell'eruzione del Thera e del 1550 a. C. e infatti abbiamo la prova dell'arrivo di coloni ciprioti in Palestina meridionale già durante il bronzo medio IIC (ca.1650-1550 a. C.) quando tombe a camera bilobata e tombe a loculi sviluppate a Cipro orientale durante la media età del bronzo  appaiono a Tell el-Farah, Tell el-Ajjul, Lachish e Gerusalemme, probabilmente scavate da ciprioti residenti in Palestina. Strange identifica Caftor con Cipro sud e est. 

Manfred Bietak, lo scavatore di  Tell el-Daba/Avaris, ha proposto la fine della città intorno al 1530 a. C.: "An enormous increase in Cypriot pottery...can be observed in strata D/3-2 (ca. 1600-1530 BC)." (p.85, Manfred Bietak. Avaris, The Capital of the Hyksos, Recent Excavations at Tell el-Dab`a. London. British Museum Press. 1996. ISBN 0-7141-0968-1 pbk). Questa datazione è sostenuta da William G. Dever: "Tell el-Dab`a was, in fact the Hyksos capital of Avaris, destroyed ca. 1530 BCE with the expulsion of the Hyksos at the beginning of the 18th Dynasty." (p.71, William G. Dever, "Is There Any Archaeological Evidence For The Exodus ?" Ernest S. Frerichs & Leonard H. Lesko, editors. Exodus, The Egyptian Evidence. Winona Lake, Indiana. Eisenbrauns. 1997. ISBN 1-57506-025-6 hdbk).

Io preferisco al momento attenermi ai risultati della mia ricerca e cioè che l’eruzione del Thera sia posteriore al Disco di Festo  (1550 ca., che per Marinatos è la datazione più alta che si possa dare dell’eruzione del Thera) di una decina d’anni (1540 ca.; diversi studiosi giungono alla medesima datazione riesaminando criticamente i dati veterotestamentari e netestamentari sull'espulsione degli Hyksos erroneamente interpretata come espulsione degli Ebrei) nel tempo in cui il governatore d’oltremare Minosse (il Min [+ ity? = sovrano; o + iti? = prendere possesso, conquistare ecc.; o + altro?] > Minos dell’Apoteosi di Radamanto), resosi indipendente dal faraone oppure da identificare con uno dei successori di Ta'o II, da Kamose ad Amenofi I (tutto dipende dallo stabilire se Ahhotep sia o meno vissuta almeno fino al decimo anno di Amenofi I), era un re sommo,  eur(ù)àkros Fagòs  (vedi l'omerico eurù kreìon, strapotente, Il. I, 355, detto di Agamennone, capo della spedizione achea a Troia), da  nove anni su Cnosso (come ci informa Omero in Odissea XIX, 178-179), scelta come capitale di Creta perché più vicina ai possedimenti (Tebe in Beozia) del continente greco che dovevano essere difesi dalla crescente potenza micenea. A seconda delle cronologie egizie si potrà oscillare per l'eruzione del Thera fra il 1540 e il 1500 (la seconda datazione  collima con la fine del protopalaziale secondo Levi) e dunque il Disco sarà di qualche anno, certo inferiore a nove, più antico, dunque, stando alla datazione da me preferita al momento, si potrà datare mediamente al 1545 a. C.  Per la datazione eventualmente più bassa va detto che se la regina Ahhotep aveva più di  ottanta anni nel decimo anno di Amenofi I e non si tratta invece della moglie omonima di Amenofi I (Gardiner) è probabile che sia morta sotto questo faraone che  regnò dal più presto  del 1550  e morì al più tardi del 1497 a. C. Poiché nell'Apoteosi di Radamanto la regina viene celebrata come defunta dopo il marito sarebbe allora possibile datare il Disco e l'eruzione del Thera sotto Amenofi I ad una distanza di pochi anni l'uno dall'altro perché Minosse era già nel Disco celebrato come sommo re e l'eruzione del Thera avvenne nel nono anno di regno di Minosse come ci informa Omero.  (Qui possiamo ipotizzare che immediatamente dopo l'eruzione del Thera, 1540 a. C., i Micenei abbiano occupato Cnosso mantenendovi il loro governo centrale in stretta relazione con l'impero miceneo con capitale Micene - Cerchio A di Micene -;  che il potere miceneo su Creta sia rimasto intatto fino alla distruzione del palazzo di Cnosso intorno al 1375 a. C.,  forse dopo intorno al 1300 a. C.,  palazzo che intorno al 1450 a. C. aveva proceduto alla distruzione degli altri palazzi dell'isola per poter dominare incontrastato, domando probabilmente dei tentativi di sollevazione dei centri affezionati al vecchio governo minoico; che la Lineare B  sia stata derivata dalla Lineare A di Cnosso intorno al 1450 a. C. quando il palazzo di Cnosso domina solitario sull'isola.  Fra la lineare B derivata dalla lineare A protopalaziale, dunque antica, ma rozza e inadatta a trascrivere il greco su cinque vocali e la geroglifica di Festo, altrettanto antica della lineare A, con le sue quattro vocali,  bella a vedersi, elaborata lungo maggior tempo iniziando come marchio ideografico-logografico dei prodotti e dei proprietari delle giare,  dei pithi,  c'è una differenza strutturale e culturale e non semplicemente quella che potrebbe esserci fra scrittura d'archivio, corsiva, e scrittura monumentale, pubblica. E' abbastanza ovvio  che  Micene e Cnosso fossero capisaldi degli Hyksos nel XVII secolo con uso della lineare A, per cui dal 1450 a. C.   dovette avvenire un cambio di dinastia che portò  al potere su Micene e Cnosso una stirpe semitica di recente grecizzata - che identificheremo con gli Achei di Omero; questi Achei,  (A)khes <  (A)khaious, o Khes < da egizio Khaswt? (popoli) "  stranieri ", successivamente emigrati come  Achei circoncisi nella Troade, nel Disco di Festo   sono possibilmente nominati come vittime dei sacrifici umani celebrati da Minosse presso il sepolcro di Radamanto e della regina Maniaportes e dunque identificabili con prigionieri  (Hik)khase/(Ah)hijawa che avevano assalito e conquistato il delta e che poi erano stati ricacciati in mare  - assai marginale e rozza che si riteneva continuatrice delle dinastie XV e XVI  hyksos, che a loro volta erano state scalzate  dall'arrivo dei greci della costa siriana - che identificheremo soprattutto coi Syrioi di Erodoto inventori della geroglifica di Festo e parlanti  un dialetto proto-ionico, e cioè coi Filistei, coi Pelasgi, termine che non sarà più possibile d'ora in poi adottare per indicare le popolazioni preelleniche - sostenuti dagli egizi della XVII dinastia tebana. Il cambio di dinastia dall'hurrito-semitico (?), cioè dall'hyksos (?) della lineare A al miceneo con tracce di semitismo  degli Achei circoncisi omerici stanziati nella Troade e creduti dagli antichi, forse a ragione, qui immigrati  dalla Grecia   spiega meglio le distruzioni avvenute intorno al 1450 data che segnerebbe ovunque il passaggio dal minoico al miceneo)  Al tempo del Diluvio si parla di Giganti in Siria (Genesi 6, 4), paese in strettissimo contatto appunto con Creta dove l’Apoteosi di Radamanto è un documento attribuibile appunto ai Giganti, la casta dei re divinizzati  della Siria e poi anche di Creta, perché Minosse e Radamanto erano considerati figli della fenicia Europa. (Per inciso  i cosiddetti Oannes, gli uomini-pesce che gli ufologi ritengono aver civilizzato la terra dal mare non sono mai esistiti, essendo derivati dalle divinità della valle  dell’Eufrate e dell’alta Siria e poi della costa siriana Dagan e Atargatis, antenati di Poseidone e Derketo) Dopo l’eruzione che danneggia Creta e l’Egeo nonché il Mediterraneo orientale, i Giganti cominciano a declinare paurosamente come ci confermano l’Odissea e  Davide che ancora combatté contro il gigante Golia, filisteo, ma da Noè la discendenza di Sem Cam e Jafet non li prevede. Dunque si tratta di sopravvivenze del Diluvio oltre a Noè o in territori diversi da quello dove viveva Noè. L’eruzione del Thera determinò l'esodo dei Filistei e degli Ebrei dall'Egeo e la loro immigrazione in bassa Siria. Se non prima le tradizioni cretesi sono assimilate dagli Ebrei al loro ingresso in Palestina e col contatto coi Filistei, vicini storici degli Ebrei dal 1200 a. C. Ma anche prima  Sara fu la concubina di un re filisteo e di un faraone, perché con la  carestia generata dall'eruzione del Thera nell’area circostante della mezzaluna fertile  i proto-ebrei scampati alla distruzione atomica della valle dell’Indo nel 1700 a. C. e giunti dal Golfo Persico più che dal Mar Rosso in prossimità della o in Palestina (vedi Erodoto I, 1, a proposito dei Fenici provenienti dal mare Eritreo, cioè dall’Oceano Indiano o dal Golfo Persico, e Amos 9, 7: gli Aramei profughi da Qir) si riversano affamati entro i confini dell’Egitto (Genesi 12, 10) al tempo del cosiddetto Abramo il cui fratello era padre  di Lot. Al momento io ritengo che l’ingresso in Egitto che Genesi poi attribuirà anche agli ebrei del tempo di Giuseppe sia esclusivamente questo di Abramo, da ribassare cronologicamente a poco dopo la metà del XVI secolo. Sicuramente gli Hyksos, i re pastori, dell'errata ma sostanzialmente corrispondente al vero etimologia, sono già gli Ebrei di Avaris El-Daba, e verisimilmente proprio in quanto pastori, cioè innocui, alcuni di loro rimasero a lungo stanziati in Gosen, fin all'Esodo sotto Ramesses II, mentre i capi militari, i Marianni hurriti (i Giganti pelasgi/filistei), venivano cacciati definitivamente dal Delta grazie allo scrollone finale dell'eruzione del Thera. E proprio dopo il diluvio e la successiva carestia ancora altri allevatori cananei si riversarono nel Gosen  per foraggiare il bestiame.  Giuseppe fu un hurrita/carrista  visir di Amenofi III e IV. Poi l’Esodo avverrà fra Amenofi IV e Ramesse II.

A proposito dell'Eden e tenendo presenti i rapporti con l'eruzione del Thera nonché con Creta attraverso i Giganti, credo che il substrato culturale e cultuale dell'Antico Testamento sia Creta e la connessa alta Siria via Cipro. Non c'è dubbio che quella che confluì nella  cultura ebraica era in origine una cultura matriarcale, o meglio matrilineare, nel senso che il potere discende per linea femminile e che il marito va a vivere presso la famiglia di sua moglie. Basti ricordare che i patriarchi ebrei vanno a prender moglie in alta Siria, ad Harran/Hurru  (non Ur dei Caldei bensì Harran, di cui Abramo dice: «  mio paese... mia patria... casa di mio padre... mio paese natio » Genesi 24, 3-7; ma questo stadio rappresenta appunto la dominazione degli Hurriti sull'impero culturale proto-ebrico, e Abramo era hurrita), segno indiscutibile che erano le donne di Harran a trasmettere la regalità:  Sara, Rebecca, Rachele matriarca del Nord, Israele, e Lea matriarca del Sud, Giuda. Le matriarche erano portatrici di una cultura che aveva al suo centro l'adorazione della luna, la dea madre cretese di cui abbiamo già trattato. (Per la verità gli Hurriti maschilisti trasformano la dea luna in dio luno, Sin, appunto per dominare sulla donna e non esserne dominati.) Lo possiamo dedurre in particolare dall'importanza del ciclo mestruale che corrisponde a quello lunare (vedi anche Labano) e nel suo rinnovamento richiama il serpente, come si intuisce  dalla religione della dea dei serpenti cretese e dagli accenni alla luna e al ciclo mestruale connessi con  le matriarche di Harran. Una conferma l'abbiamo ancora dall'Apoteosi di Radamanto dove la regina Maniapòrtēs, " La luna è contenta ", in egizio Ahhotep, sicuramente  una hurrita, stando al nome indoario, è lei, in quanto regina di Creta matriarcale, l' " esperta delle leggi e delle consuetudini  nazionali dei popoli " e non Radamanto il marito che erediterà le capacità giuridiche della moglie nella tradizione della Grecia maschilista. Si tenga anche presente che Omero, le cui origini più lontane sono alto-siriane e dunque strettamente legate a Cipro e Creta, ha due modelli di sovrano perfetto, la regina di Scheria Arete e Penelope, che Odisseo celebra appunto come sovrano perfetto.

(Secondo Erodoto la dea serpente nutrice Wadjet   di Buto va assimilata  a Latona nutrice di Apollo per conto della madre di questo Iside, II, 59 e 156). Se fra gli oggetti rituali impiegati  al momento del crollo dei palazzi c'erano delle dee  dei serpenti queste dovevano logicamente servire per le semplici menti dei nostri progenitori ad   attenuare i dolori e facilitare il parto della Madre Terra in occasione dei terremoti che distrussero i primi palazzi prima del  1700 a. C. e i secondi al tempo  dell'eruzione del Thera verso il 1540 a. C.)   

 

Dea dei Serpenti cretese, Tempio ebraico di Hazor del X sec. e lastra con altare con le doppie corna e pilastri (Jachin il sole e Boaz la luna) sul modello cretese, Giordania 

Da Creta più che altrove viene  la dea dei serpenti, creatrice di tutto,  la dea madre col dio serpente che originariamente è a lei subordinato (anche in Canaan la Regina del Cielo Astarte prevale sul dio maschile Adone e il Cantico dei Cantici è la celebrazione dello hieros gamos nel giardino terrestre), emblema nemmeno tanto in ombra del fallo fecondatore maschile. Il Serpente nella tradizione antica era sia dotato di immortalità perché cambiava di continuo la pelle rinnovandosi (per cui era connesso all'albero della vita ovvero dell'immortalità) e di astuzia, di intelligenza, di sapienza, legata alla sua vita eterna (per cui era connesso all'albero della scienza del bene e del male), mentre dopo l'arrivo dei nomadi che portano con sé il dio della tempesta, l'alieno Jahvè,  si invertono i ruoli e la dea, divenuta Eva mortale, è subordinata al dio, divenuto  demone tentatore del giardino, fallo da penalizzare, recidere, perché tutti gli ebrei maschi sono circoncisi e femmine del loro dio.  Il giardino è esattamente quello noto a Creta, quello con gli alberi carichi di meli cidonii o meli cotogni. Tutti sanno che Eva tentò Adamo con la mela nel giardino del Paradiso terrestre, Creta, non a caso detta l'isola dei Beati. 

Moneta del IV secolo a. C. dai pressi di Gaza raffigurante Jahvè, una figura sul carro del sole con in mano l'aquila sacra   (da Graves 1946 33)  

Con l'arrivo del livido  e tempestoso  Jahvè (il Vitello d'Oro, Il Toro-El di origine israelita, diventa Elohim, gli dèi, e viene reinterpretato come  l'UFO che s'innalza in cielo  rappresentato come un turbine, una grande nube, un uragano, un carro di fuoco, un turbinio di fuco che splende tutt'intorno e in mezzo un balenare di elettro incandescente, da qui l'identificazione col dio toro della tempesta) il Paradiso terrestre si sposta a oriente, in quel luogo impossibile che si chiama Caucaso e vi predomina il principio maschile e maschilista di  Adamo su Eva e di Jahvè su tutti.  Dalla civiltà del libero amore sotto un caldo sole l'umanità è piombata nella civiltà dell'odio organizzato sotto un cielo livido e freddo.

Gradualmente, man mano che è crollato come un castello di carte il falso storico non solo della grande antichità della storia di Israele, ma addirittura di una vera storia di Israele, sono giunto alla conclusione che non solo il Nuovo  ma anche il Vecchio Testamento sono debitori della civiltà ellenofona, dal Disco di Festo a Platone, e non il contrario.  Tutti quegli elementi della letteratura di Omero ed Esiodo che credevo di origine ebraica vanno ora intesi esclusivamente come propri della civiltà cananea influenzata, per giunta, dalla civiltà pelasgo-filistea di lingua greca sorta (come ultima tappa dall'oriente all'occidente) in alta Siria. Mi chiedevo come mai Omero fosse a conoscenza di episodi storici che presupponevano la testimonianza diretta delle imprese dei Filistei e - poiché i Danai erano presentati come una delle tribù ebraiche emigrate dal sud - immaginavo che fosse attraverso i Danai che Omero avesse conosciuto le imprese dei loro nemici Filistei. Adesso ritengo che Omero può essere venuto a conoscenza delle imprese dei Filistei dai Filistei stessi immigrati in Palestina - perché Omero essendo un rasennio traeva la sua cultura dalla Palestina - o anche dai  Danai, che in origine vivevano presso i Filistei ed erano come questi ellenfoni prima di confondersi, e  al tempo di Omero si erano confusi da un bel pezzo, con  le popolazioni cananee.    Omero, proprio perché mezzo etrusco,   rappresenta un'eccezione rispetto al movimento ellenofono che influenza l'oriente, in quanto con Omero il movimento ellenofono che si è ambientato in oriente ritorna in occidente influenzandolo attraverso una tradizione espressa in lingua semitica.  Esiodo segue lo stesso percorso di Omero, da oriente a occidente, ma, almeno nella Teogonia, non esprime una civiltà occidentale levantina, bensì una civiltà semitica, anche anatolica, in lingua greca.  Ora, dimostrando che il nucleo principale e più antico della storia riconosciuta come propria dagli Ebrei risale alla civiltà cretese ed è stato portato in Siria dai profughi dell'eruzione del Thera (via Cipro - e da queste parti in Cilicia e non solo troviamo i Daniti/Danai di Omero - e  Siria e Mesopotamia settentrionale, manifestandosi come Aramei scesi poi in Palestina più tardi, al tempo dei Giudici, e del movimento dei popoli del mare, 1200 a. C. ca.

Sulla tesi delle origini aramee degli Ebrei  vedi in inglese:

Israel's  Iron IA  "Aramaean" Origins: The Archaeological Evidence For)

e cioè dai Filistei o Pelasgi di lingua indeuropea, dunque probabilmente  dagli ellenofoni che si esprimevano con la geroglifica di Festo,  attribuisco la civiltà e religione ebraica (e in nuce anche quella cristiana: la madre, il figlio divino, la grotta) in primo luogo all'elemento europeo di lingua indeuropea e particolarmente greca, nonché all'elemento hurrito della casta dominante al tempo di Radamanto e Minosse, elemento unificante delle tradizioni ebraiche da Creta alla valle dell'Indo. Questo elemento indeuropeo una volta ambientato in Siria affogò lentamente nell'elemento culturale e linguistico semitico di cui assunse particolarmente l'aspetto esteriore, mentre le radici culturali europee rimangono indelebili nel nucleo della sua letteratura più importante e antica. In realtà anche la letteratura indeuropea e greca che permea di sé l'Antico Testamento è solo apparenza esteriore della religione e cultura ebraica, l'ebraismo identificandosi come ho già scritto col suo dio alieno, geloso, pieno di fobie, razzista, maschilista. Questo e solo questo è il vero e unico apporto degli Ebrei alla loro e alla civiltà umana, il male assoluto.    Poiché abbiamo stabilito che la civiltà ebraica è innanzitutto europea potremo asserire che i figli di Noè corrispondono a  Giapeto (Iliade VIII, 478ss) padre di Prometeo > Giafet (per l'Europa),   Chemet, la " terra nera ", quella fecondata dal limo del Nilo, l'Egitto > Cam (per l'Africa) e Sem, il " Popolo ", per eccellenza, cui appartenevano   gli ebrei, il Popolo nel Popolo che ha scritto l'Antico Testamento, il popolo sorto dalla feccia dell'umanità e forse proprio perciò - come reazione al senso di inferiorità assoluta -  razzista,  con la puzza al naso.   

Gli Arii, gli Hurriti introducono il ferro e il carro da battaglia, l'arco composto e i terrapieni difensivi, e da una parte, a sinistra di chi guarda, vanno a invadere e influenzare il Medio Oriente e l’Egeo emergendo ad esempio come comandanti e istruttori  dei carristi (Giuseppe/Yuya; elemento UFO connesso all’emergere del culto di Aton promosso da Amenofi IV/Eracle) dei faraoni egizi della XVIII dinastia oppure come casta dominante sulla casta di lingua greca del palazzo del faraone Radamanto a Festo (Creta), ca. 1600, e a destra,  intorno al 1500 a. C., trovano la strada spianata dalla precedente distruzione atomica di Mohenjo-Daro e Harappa (le Sodoma e Gomorra della tradizione derivata ebraica) per invadere la Valle dell’Indo e imporre la loro cultura aria su quella indigena con caratteri affini (come è possibile giudicare dalle immagini seguenti; è possibile anche rendersi conto facilmente che la civiltà della Valle dell’Indo aveva in nuce già elementi della futura civiltà indiana) alla civiltà sumerica, proto-elamica, ecc. con cui era certamente in contatto anche via mare. (Abbiamo finora sentito parlare molto genericamente di Hyksos, “principi dei paesi stranieri”, nome che d’ora in poi sarà meglio sostituire caso per caso con quello più appropriato  di Hurriti,  Mitanni, Arii, ecc., che si tirano dietro popolazioni marginali cananee di lingua semitica)

Mohenjo-Daro, la città pianificata con alti standard urbanistici, abbandonata come la Sodoma di Lot prima che fosse oggetto di una esplosione nucleare di portata limitata.

Statuetta di steatite raffigurante un sacerdote e bagno pubblico

Sigilli con scrittura sillabica con complementi logografici e ideografici della Valle dell’Indo

Non c’è dubbio che alieni dotati di armi sofisticate come noi le abbiamo (e per questo motivo siamo capaci di comprendere come funzionavano) scesero sulla terra nella prima metà del II millennio a. C. distruggendo la civiltà della Valle dell’Indo e favorendo lo sviluppo della civiltà ebraica ad occidente, suscitando attraverso gli Arii più direttamente da loro civilizzati il monoteismo poi indirizzato attraverso l’Egitto,  Ekhnaton, la penisola arabica, verso Israele. Gli alieni scesero dunque con intenzioni del tutto negative per l’umanità e miranti a scopi egoistici tutti loro, non escluso esperimenti di carattere dirigistico della storia e dell’evoluzione geopolitica del globo che ricordano l'esperimento dei due fratelli miliardari quotati in Borsa di "Una poltrona per due". Volevano prendere il Nobel dimostrando che è l'ambiente in cui vive che crea l'uomo, facendo di un povero accattone nero per giunta un ottimo manager investitore in borsa e al contrario del loro quasi parente laureato a Yale e già ottimo agente di borsa un accattone. Scommessa? Un dollaro. Le cose gli andarono male perché furono loro a finire sul lastrico e tali li ritroviamo in "Il Principe cerca moglie". Ebbene, stando allo sviluppo attuale della mia ricerca non potrei definire meglio quello che appare l'esperimento alieno: distruggere quella che verisimilmente si presentava come la più evoluta civiltà terrestre e creare uno stato "vincente", quello ebreo, da individui isolati, delinquenti, feccia  marginale, spurgo di altre società. 

Ho  scritto in Antico Testamento che « Il  disastrato, peggio che  lunare paesaggio del Mar Morto, dove non si trova alcun essere vivente a pagarlo oro, va spiegato, ovviamente, con una punizione divina. Per la verità la storia della distruzione di Sodoma  e Gomorra da parte di Dio e dei suoi angeli potrebbe anche essere una rielaborazione di fatti reali non del Mar Morto meridionale, dato che la regione ben difficilmente può essere stata abitata e soprattutto intensamente abitata in passato, bensì delle esperienze dei popoli della Valle dell’Indo e comunque confluite nel Mahabharata e nel Ramayana. Tutto sarebbe avvenuto a causa del mancato rispetto dell’ospite e cioè gli angeli – evidentemente di sesso maschile – di cui i  Sodomiti volevano abusare sessualmente. La violazione del diritto d’ospitalità da parte di Paride che era fuggito con la moglie e la cassa di Menelao giustificò la favola omerica della guerra di Troia, « perché ciascuno tremi, anche degli uomini che saranno, di far del male a un’ospite ch’abbia mostrato amicizia » (Il. III, 353-354). Dio fece piovere  fuoco e zolfo  dal cielo  e la moglie di Lot fu trasformata in statua di sale per non aver tenuto conto dell’avvertimento di non voltarsi a guardare datole dai messaggeri di Dio. Questi angeli possiedono dei poteri che non so fino a che punto la fantasia ebraica avrebbe potuto inventare. Essi colpiscono i nemici con un abbaglio accecante (Gen 19,11) e possiedono armi di distruzione di massa. (Quelle stesse che gli Americani fanno finta di cercare in Iraq e che invece hanno usato due volte sul Giappone in ginocchio.) Il loro sarebbe stato il primo olocausto registrato dalle cronache ebraiche: « Abramo… contemplò dall’alto Sodoma e Gomorra e tutta la distesa della valle e vide che un fumo saliva dalla terra, come il fumo di una fornace. » (Gen 19,27-28).  Sodoma e Gomorra non sono mai esistite ma se qualcuno le vuol proprio cercare lo deve fare sotto le acque salate della parte meridionale del Mar Morto, la Valle di Siddim. A  Lot fu comandato di abbandonare al più presto la valle e salvarsi sui monti, ed egli si salvò a Zoar (tradotto Segor nelle vecchie edizioni  Paoline). Ovviamente  Moabiti ed Ammoniti, nemici degli Ebrei, derivano dal rapporto incestuoso fra Lot e le sue figlie, unici superstiti dell’olocausto perpetrato da angeli extraterrestri dotati di armi nucleari. »  

Conoscevo  dalla lettura di una edizione speciale del Giornale dei Misteri dedicata all’archeologia spaziale, ed esattamente da un articolo di Roberto Pinotti e Maurizio Blondet, della teoria di David W. Davenport e Ettore Vincenti esposta in 2000 a. C.: distruzione atomica, SugarCo, Milano  1979. Ora, dopo aver compreso che la storia degli Ebrei è  costruita sulla storia di altre civiltà come l’egizia, e dopo aver letto I Messaggeri del cielo di Roberto Pinotti, Nuovi Misteri, Oscar Mondadori  mi sento di proporre un’analisi del Genesi che parta dal presupposto  che la tradizione di Sodoma  e Gomorra è tratta dalla distruzione nucleare di Mohenjo-Daro e Harappa nella Valle dell’Indo. Visto che, contrariamente alle mie intenzioni, lo giuro, le mie ricerche hanno di continuo messo in evidenza presenze aliene nella storia antica ho ritenuto di fare con la lettura del libro di Pinotti un riesame e un aggiornamento delle mie conoscenze in materia; il mio sito non è però ufologico, nel senso che non mi occupo di tutti i casi di archeologia spaziale ma solo di quelli che hanno un più che evidente supporto testuale - mentre altri, che a prima vista potrebbero avere una tale interpretazione si spiegano con la pura e semplice civiltà cui appartengono, come il cosiddetto astronauta di Palenque -  per cui, a meno che non vi siano sviluppi al momento imprevedibili, con il caso Sodoma/Mohenjo-Daro si conclude il mio interesse per l'archeologia spaziale.

 

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