Esci

Marco G. Corsini

La culla dell’Europa

 

La mia decifrazione e interpretazione dell’Apoteosi di Radamanto e i miei  studi successivi di approfondimento  mi hanno permesso poco a poco di cominciare a farmi un’idea sia pure molto elementare della successione degli eventi della storia greca dal 1600 a. C. al 1200 a. C. e oltre, cioè della cosiddetta età micenea che corrisponde all’età dei secondi palazzi cretesi e che a Festo aggancia la parte finale del primo palazzo, l’età di Radamanto. Dunque la successione degli avvenimenti secondo quanto intravedo al momento è la seguente:

1° regno di Radamanto/Seqenenra Tao II in Alto Egitto che muore nel 1570 a. C. ca. combattendo contro gli Hyksos guidati da Tideo (che la tradizione greca dirà padre di Diomede), che sono gli Heqew-eshowe, Aquaivascia, i “signori dei paesi stranieri”, o più brevemente gli Ahhiyawa, gli Achei, i “ signori ”. Si tratta dunque della saga dei Sette contro Tebe… d’Egitto, e Tebe nell’Apoteosi è detta  Zeni-astu, che vuol dire Dios-polis, cha a sua volta vuol dire “città di Dio (Amon)”; Omero la conosce come /Thivai/ (al plurale), nome che deve risalire ad età micenea e alla lettura a rovescio, circostanza non insolita nello stesso egizio, del nome egizio di Tebe, Was-t .

Prima di tutto va ricordato che l’egizio si scrive normalmente da destra a sinistra come l’arabo ed è solo per comodità che i testi egizi in geroglifica vengono riportati da destra a sinistra per potervi sottoporre la trascrizione (cioè la pronuncia) in lettere latine che noi leggiamo da sinistra a destra. Dunque analizzando i geroglifici sopra abbiamo da destra a sinistra e dall’alto in basso lo “scettro-was” con la testa di Seth (il dio della tempesta degli Hyksos interpretato dai Greci col loro Zeus), emblema del nomo di Hermontis e della sua città; il determinativo –t a forma di pane e, sotto (il cerchio con la x), l’ideogramma determinativo per “città”, che non si legge e sta lì solo a dirci che quello che precede è il nome proprio di una città. I Greci, leggendo da sinistra a destra, possono aver letto “città T-was”, “città Thivas” cioè “città di Tebe”, perché la –s del genitivo sta per “di”, e anche “città  di Zeus (gen. Dios)/Zen (cretese)”.

Ci si domanda se gli Hyksos e dunque gli Achei, i “Signori dei paesi stranieri”, avessero occupato anche Creta e parte dell’Egeo e della Grecia in particolare l’Argolide e la Beozia. Probabilmente si, tranne la Beozia. E’ evidente che al tempo di Radamanto gli Egizi non riescono a liberare il delta dagli Hyksos, e dunque figuriamoci occupare l’ex impero Hyksos. Viceversa al tempo dell’Apoteosi di Radamanto e cioè intorno al 1550 a. C. gli Egizi hanno il pieno controllo di Creta attraverso la sua capitale Festo e i fedeli sudditi Pelasgi con le loro acconciature di piume (pittogramma n° 6 del sillabario di Festo, con valore sillabico SI, Syrios) di costumi siriani (Filistei) e lingua proto-ionica con qualche elemento hurrito o più esattamente mitannico della casa reale di provenienza alto-siriana. Poiché nel frattempo gli Hyksos hanno dominato a Creta e in Egitto, l’elemento mitannico è insito nel linguaggio di entrambi i paesi e nelle classi dominanti. In più da un certo momento i Mitanni entrano in contatto con gli Egizi ed addivengono a matrimoni delle loro figlie coi faraoni. Il caso del nome mitannico della regina Maniaportes che ritengo corrisponda ad Ahhotep fa propendere addirittura per la seconda ipotesi, mentre è certo che anche nel campo religioso si manifesta l’influenza mitannica attraverso il nome di Taragna o Tarania, dea dei morti. Secondo la tradizione Minosse e Radamanto erano figli di Europa che proveniva dalla Fenicia. Orbene Ahhotep essendo probabilmente di origini mitanniche e dunque provenendo dalla Fenicia come del resto la scrittura dell’Apoteosi, abbiamo nello stesso tempo due conferme della tradizione, ivi compresa l’introduzione della scrittura (alfabetica, si dice, ma non perché si conoscesse la distinzione fra scrittura alfabetica e sillabica o anche logografica; solo perché la scrittura nota ai Greci storici era alfabetica e viceversa) in Grecia (Tebe beota; ma piuttosto si tratterà dell’introduzione della scrittura a Creta) da parte di Cadmo fratello di Europa su argilla (Disco di Festo) e su rotolo di papiro (cf. il sillabogramma WI, byblos, da Byblos, del sillabario festio). Seqenenra Tao II e Ahhotep erano fratelli, figli di Seqenenra Tao I e Tetisheri la quale pure potrebbe aver avuto origini mitanniche e corrisponderebbe esattamente alla greca Europa sorella di Cadmo. In un certo numero di iscrizioni Ahhotep è chiamata principessa degli Haunebu, che potrebbero essere gli Hyksos/Achei dell’Egeo e non solo. Si potrebbe pensare ai Greci che si esprimono in geroglifica festia insediati a Creta e nell’Egeo. La mummia dell’hurrita o mitannico Yuya (il biblico Giuseppe) comandante dei carristi di Amenofi III e IV è nera di pelle e bionda di capelli. Le sue origini lontane sono quelle degli Etiopi (orientali, noti anche a Omero) della Valle dell’Indo e la sua lingua indeuropea è imparentata col sanscrito. Anche  i Pelasgi dovevano avere tratti negroidi come risulta dalla testina del sillabario festio, pur parlando una lingua indeuropea come il proto-ionico o pelagico. Peleset e Pelasgi hanno una radice Pel- come Pelops, Pelope, che significa “dal volto scuro”. Il primo uomo a calpestare la superficie terrestre fu camitico e all’interno della razza e cultura camitica si sviluppò prima la cultura e la lingua semitica e da ultimo quella indeuropea.

Vi sono degli ostacoli abbastanza insormontabili ad interpretare la guerra di Radamanto contro Tideo dell’Apoteosi come avvenuta a Tebe beota. E’ evidente che qui avrebbero dovuto difendere la città dall’attacco dei sette fra cui Tideo e poiché è inverosimile che gli Egizi controllassero già Tebe in Beozia mentre ancora non controllavano Creta e meno che meno il delta, appare corretta la mia interpretazione che solo dopo il pieno controllo del delta e di Creta, cioè solo dopo il 1550 d. C., con lo spostamento della capitale a Cnosso e con Minosse (il Medei-Min-os dell’Apoteosi) governatore, l’Egitto avrebbe potuto strappare agli Achei Tebe beota  ammesso e non concesso che vi fossero stabiliti. L’ipotesi più plausibile allo stato dei dati  è che Tebe beota sia stata una fondazione tarda sotto la XVIII dinastia  imparentata con i Seqenenra. Così Tebe avrebbe preso il nome dalla Tebe egizia. Stando ad Omero Micene non aiutò i sette a liberare Tebe e dunque i Micenei erano filoegizi ed alleati di Tebe ed è presumibile che abbiano aiutato gli Egizi a liberare Creta dagli Hyksos. Poiché erano i popoli del mare che sfondarono nel delta intorno all’anno 8 di Ramesses III (circa 1178 a. C.) e poi nel Levante, gli Epigoni che con Diomede (e la tradizione di Mosè-Giosuè è parallela, dal punto di vista dei proto-ebrei) distrussero Tebe d’Egitto o meglio prostrarono l’Egitto con capitale Tebe e poi conclusero la loro impresa furiosa con l’olocausto delle città della Palestina (“guerra di Troia”),  ritenevano di riallacciarsi  alla tradizione degli Hyksos che dal delta con la Sfinge di Edipo a Giza e il Labirinto del Minotauro (il faraone è connesso al Toro già nella paletta predinastica di Narmer) ad Hawara, avevano inutilmente tentato di conquistare  Tebe d’Egitto ed erano stati cacciati dal delta. In ogni caso ciò significa che gli Achei erano discendenti degli Hyksos e pertanto si identificavano coi proto-ebrei immigrati in Palestina. Tra parentesi ho motivo di credere che il Minotauro, connesso appunto con il Labirinto, il tempio funerario di Amenemhat III nel Fayum, ma soprattutto erede della saggezza dei centauri traci tipo Chirone, fosse una rappresentazione tardoelladica di Minosse  giudice dei morti e dunque una simbologia dell’al di là. Le sette coppie di giovanetti d’ambo i sessi venivano dati in pasto al Minotauro cioè alla morte e Teseo col suo filo d’Arianna e l’uccisione del Minotauro non rappresenta se non un rituale di risurrezione dalla tomba del Labirinto. Che quello rappresentato qui sotto sia un Minotauro con corpo di toro e volto umano non credo ci possano essere dubbi, ed è proprio questa l’iconografia originaria del Minotauro, poi interpretato come uomo dalla testa di toro. I prigionieri Hyksos cioè Achei (Ikewoi/Akhaiwoi) uccisi secondo l‘Apoteosi da Minosse (secondo la nota iconografia egizia del faraone che tiene il nemico dai lunghi capelli per la chioma e l’uccide con una mazza) presso il tempio funerario cioè il Labirinto di Seqenenra Tao II a Tebe Ovest sono gli antenati perfettamente analoghi dei quattordici giovinetti Ateniesi che sarebbero stati condannati a morte dal Minotauro se Teseo non li avesse liberati. La storia di Teseo e il Minotauro  è un ricordo sbiadito ed eccessivamente ottimistico delle vicende dello scontro fra Achei ed Egitto al tempo di Minosse utilizzate come favola per spiegare i riti delle Oscoforie e una credenza di un al di là dopo la morte in una Atene colonizzata come tutta la Grecia e il Levante dagli Egizi.   

Larnax del XIII sec. a. C. dal cimitero di Tanagra (Tebe)

Ritornando agli ultimi dinasti di Tebe beota che si ritenevano discendenti degli Hyksos si nota  a Micene l’esistenza di due dinastie antagoniste discendenti rispettivamente da Atreo e da Tieste estromesso o da Euristeo e Eracle estromesso (il ritorno degli Eraclidi, dei Dori, sarà probabilmente di coloro che vantano legami con gli Hyksos/Achei o ancor più precisamente con quelli di dialetto a base  “protodorica” come accenna ad essere il dialetto trascritto nella lineare A, a differenza del miceneo che pur appartenendo a dinasti che si contrappongono a quelli ionici filoegizi, ma che poi sono ugualmente sottomessi agi Egizi, ha tuttavia una base affine allo ionico che nella tradizione è detto “acheo”), mentre a Tebe beota si confrontano Eteocle e Polinice estromesso. Anche nell’Apoteosi abbiamo achei a favore del faraone (Creonte – noto indirettamente attraverso la figlia Creontide – verisimilmente governatore di Giza, che nella mitologia greca è re di Tebe beota) e contro (Tideo che nella tradizione greca è re di Calidone mentre suo figlio Diomede sarà re d’Argo). Una simile opposizione la ritroviamo fra le due dinastie  Hyksos  e anche Micene presenta due circoli funerari uno dei quali, quello A più recente, mostra stretti legami con l’Egitto. Dunque possiamo distinguere, trasversalmente nei principali siti greci, una cordata  “micenea” che sostiene ed è sostenuta dagli Egizi fin dal 1600 ca. contrapposta ad una dinastia principale “hyksos” sostanzialmente della stessa origine “achea”. La cordata micenea in tutta apparenza è composta dai rami secondari delle dinastie regali Hyksos che tentano il rovesciamento scommettendo sulla vittoria egli Egizi. Il centro beota più antico non è stato Tebe ma Orchomeno, fondato dai Minii provenienti dalla Colchide e dopo il ritrovamento del disco di Vladikavkaz ca. 1600 a. C. in scrittura festia comincia a prendere forma la leggenda di Cadmo ed Europa madre di Radamanto e Minosse e dunque il legame fra la Beozia e Creta sotto una medesima dinastia alto-siriana guidata da mitanni provenienti dal Mar Nero. Dunque la tradizione degli Epigoni e della “Guerra di Troia” sarebbero state dai Greci trasferite da Tebe d’Egitto a Tebe in Beozia probabilmente perché qui rimaneva una tradizione egizia forse legata all’ultimo caposaldo egizio in Beozia. E’ evidente che gli Hyksos cacciati dal delta andranno ad ingrossare le fila dei pirati nell’Egeo e dunque i popoli del mare cominciano da adesso con le loro azioni piratesche, ma per adesso – intorno al 1550-1540 a. C. – sono sotto il controllo di Minosse che li reprime o li ingaggia come  marinai con le loro navi. In questo periodo i Micenei hanno cominciato a dominare sull’Egeo in concorrenza con Creta. Queste considerazioni mi portano a credere che la scrittura sillabica festia fosse in realtà in uso anche nella Micene del Cerchio A, mentre possiamo immaginare che nella Micene del Cerchio B fosse in uso la Lineare A. Quale rapporto esistesse fra la geroglifica di Festo, sillabica, e la lineare B, pure sillabica, entrambe trascriventi il greco, non è facile dire, perché sono attestate ad oltre tre secoli di distanza l’una dall’altra, la prima nel 1550 a. C. l’altra al più presto intorno al 1200 a. C. Probabilmente la lineare B fu creata a Micene un certo tempo dopo l’eruzione del Thera e l’inizio della supremazia di Micene sia perché più celere da scrivere e adatta ad un popolo mercantile, ma probabilmente anche perché aveva un richiamo agli Hyksos e dunque bisogna pensare che dopo il declino dei successori di Minosse  di Cnosso a Micene, legata a Cnosso –  da cui appunto apprese la scrittura lineare –  prevalesse la casta dirigente legata ai precedenti dominatori Hyksos del Cerchio B. Per quel che posso giudicare la scrittura festia trascrive perfettamente un dialetto proto-ionico, a differenza della lineare B che trascrive abbastanza rozzamente, spesso lasciando adito a incertezza il miceneo. Cosa dedurre da ciò se non che nel XVI-XV secolo si sia sviluppata da Micene una koinè dal palazzo governato da capi scarsamente grecizzati quali potevano essere quelli che facevano riferimento agli Hyksos?

2° L’eruzione del Thera al tempo di Minosse (che viene nominato nell’Apoteosi di Radamanto come tebano d’Egitto e governatore di Creta) e del suo governatorato da Cnosso, cioè pochi anni dopo l’Apoteosi di Radamanto (Minosse regnò nove anni ed è possibile che l’eruzione del Thera abbia segnato la fine del suo governatorato per conto del faraone cui riferiva periodicamente, nell’antro di Zeus) può solo aver aggravato la vita delle popolazioni costiere da cui verranno fuori i popoli del mare veri e propri. Inizia anche il declino di Creta mentre i Micenei creano il loro impero marittimo; (Se l’eruzione del Thera fosse avvenuta intorno al 1628 a. C. come molti ritengono è logico pensare che avrebbe facilitato o comunque sarebbe contemporanea alla reazione della XVII dinastia tebana contro gli Hyksos, l’Apoteosi di Radamanto si collocherebbe dopo l’eruzione del Thera e dovremmo chiederci allora cosa fece terminare la civiltà pelasgica alleata e suddita dell’Egitto e l’avrebbe sostituita ovviamente coi Micenei. Un evento simile lo dovremmo trovare contro ogni logica intorno al 1450 quando dovremmo immaginare che i Micenei, solo ora risvegliatisi da un sonno lungo due secoli e mezzo avrebbero deciso di imporsi sugli altri centri dell’isola. E come spiegare l’esistenza di Minosse intorno al 1550 a. C. come attesta l’Apoteosi? Un Minosse che con ogni verosimiglianza era già proiettato verso la conquista del continente e l’asservimento dell’isola di Creta dalla sua capitale Cnosso? Dunque o l’eruzione del Thera avvenne dopo il 1550 a. C. oppure Radamanto Seqenenra Tao II non solo ma lo stesso Minosse e l’Apoteosi vanno  datati a prima del 1628 a. C. ma poiché questa datazione striderebbe troppo con la cronologia egizia quale la conosciamo io preferisco ritenere che l’eruzione del Thera sia avvenuta dopo il 1550 a. C.).

3° Con l’eruzione del Thera (circa 1540 a. C.) i principali centri dell’isola vengono distrutti e il solo palazzo di Cnosso viene ricostruito perché è Micene che ora domina su tutto l’impero miceneo e anche su Creta attraverso il palazzo di Cnosso. Questa è la mia ricostruzione, contraria a quella sostenuta comunemente che Cnosso avrebbe distrutto intorno al 1450 a. C. gli altri centri dell’isola per dominarli. La datazione delle distruzioni al 1450 a. C. va riveduta e sostituita con quella del 1540 a. C. Non c’è niente che dimostri un cambio di potere violento se non in conseguenza di un evento naturale che ha determinato l’indebolimento di Creta a favore di Micene e dunque la ricostruzione del solo palazzo di Cnosso perché è attraverso Cnosso che Micene governava l’isola. Inoltre tutti i centri abitati dell’isola, come  Phaistos e Cydonia citati nel tempio funerario di Amenofi III, continuarono a vivere fino alla fine. Nemmeno regge la tesi di Evans sulla datazione delle tavolette in lineare B di Cnosso al 1400 a. C., in quanto queste sono perfino posteriori a quelle di Pilo, databili intorno al 1200 a. C. Così Amenofi III può ragionevolmente vantarsi di dominare su ben determinate città di Creta e della Grecia, Micene inclusa, intorno al 1380 a. C. Dunque se i Micenei dominano l’Egeo lo fanno formalmente sotto il controllo egizio e pagando le tasse al faraone. Fintanto che questa situazione regge i Micenei prosperano, mentre col declino dell’Egitto anche l’impero miceneo crolla in preda alla pirateria dei popoli del mare.  Dal tempo dell’imbelle Amenophis IV in poi i popoli del mare approfittano della debolezza dell’Egitto e infestano i mari come pirati.

Base di una statua di Amenofi III (nel suo tempio funerario di Luxor di cui sono rimasti in piedi i cosiddetti Colossi di Memnone) in cui sono elencate a sinistra 12 città (fra cui  Cnossos, Phaistos e Cydonia a Creta, e Micene, Nauplio e Cithera in Grecia) di  Keftiu/Creta e Danai/Grecia sulla destra.

4° la restrizione dei mercati marittimi porta ad un’economia feudale, alla lotta fra vassalli e all’invasione degli imperi orientali da terra e da mare da parte dei popoli del mare le cui distruzioni finali da  a Troia a Cipro a Cnosso datano intorno al 1150 a. C., mentre Pilo viene distrutta un cinquantennio prima. Fra questi popoli del mare e di terra vi sono i Dori o comunque il dialetto dorico emergerà come risultato di queste invasioni.

 

Fine

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