La mia decifrazione e interpretazione dell’Apoteosi di Radamanto e i
miei studi successivi di
approfondimento mi hanno permesso
poco a poco di cominciare a farmi un’idea sia pure molto elementare della
successione degli eventi della storia greca dal 1600 a. C. al 1200 a. C. e
oltre, cioè della cosiddetta età micenea che corrisponde all’età dei secondi
palazzi cretesi e che a Festo aggancia la parte finale del primo palazzo, l’età
di Radamanto. Dunque la successione degli avvenimenti secondo quanto intravedo
al momento è la seguente:
1° regno di Radamanto/Seqenenra Tao II in Alto Egitto che muore nel
1570 a. C. ca. combattendo contro gli Hyksos guidati da Tideo (che la
tradizione greca dirà padre di Diomede), che sono gli Heqew-eshowe,
Aquaivascia, i “signori dei paesi stranieri”, o più brevemente gli Ahhiyawa,
gli Achei, i “ signori ”. Si tratta dunque della saga dei Sette contro Tebe…
d’Egitto, e Tebe nell’Apoteosi è detta
Zeni-astu, che vuol dire Dios-polis, cha a sua volta vuol dire “città di
Dio (Amon)”; Omero la conosce come /Thivai/ (al plurale), nome che deve
risalire ad età micenea e alla lettura a rovescio, circostanza non insolita
nello stesso egizio, del nome egizio di Tebe, Was-t
Prima di tutto va ricordato che l’egizio si scrive normalmente da
destra a sinistra come l’arabo ed è solo per comodità che i testi egizi in
geroglifica vengono riportati da destra a sinistra per potervi sottoporre la
trascrizione (cioè la pronuncia) in lettere latine che noi leggiamo da sinistra
a destra. Dunque analizzando i geroglifici sopra abbiamo da destra a sinistra e
dall’alto in basso lo “scettro-was” con la testa di Seth (il dio della tempesta
degli Hyksos interpretato dai Greci col loro Zeus), emblema del nomo di
Hermontis e della sua città; il determinativo –t a forma di pane e, sotto (il cerchio
con la x), l’ideogramma determinativo per “città”, che non si legge e sta lì
solo a dirci che quello che precede è il nome proprio di una città. I Greci,
leggendo da sinistra a destra, possono aver letto “città T-was”, “città Thivas”
cioè “città di Tebe”, perché la –s del genitivo sta per “di”, e anche “città di Zeus (gen. Dios)/Zen (cretese)”.
Ci si domanda se gli Hyksos e dunque gli Achei, i “Signori dei paesi
stranieri”, avessero occupato anche Creta e parte dell’Egeo e della Grecia in
particolare l’Argolide e la Beozia. Probabilmente si, tranne la Beozia. E’
evidente che al tempo di Radamanto gli Egizi non riescono a liberare il delta
dagli Hyksos, e dunque figuriamoci occupare l’ex impero Hyksos. Viceversa al
tempo dell’Apoteosi di Radamanto e cioè intorno al 1550 a. C. gli Egizi hanno
il pieno controllo di Creta attraverso la sua capitale Festo e i fedeli sudditi
Pelasgi con le loro acconciature di piume (pittogramma n° 6 del sillabario di
Festo, con valore sillabico SI, Syrios) di costumi siriani (Filistei) e lingua
proto-ionica con qualche elemento hurrito o più esattamente mitannico della
casa reale di provenienza alto-siriana. Poiché nel frattempo gli Hyksos hanno
dominato a Creta e in Egitto, l’elemento mitannico è insito nel linguaggio di
entrambi i paesi e nelle classi dominanti. In più da un certo momento i Mitanni
entrano in contatto con gli Egizi ed addivengono a matrimoni delle loro figlie
coi faraoni. Il caso del nome mitannico della regina Maniaportes che ritengo
corrisponda ad Ahhotep fa propendere addirittura per la seconda ipotesi, mentre
è certo che anche nel campo religioso si manifesta l’influenza mitannica
attraverso il nome di Taragna o Tarania, dea dei morti. Secondo la tradizione
Minosse e Radamanto erano figli di Europa che proveniva dalla Fenicia. Orbene
Ahhotep essendo probabilmente di origini mitanniche e dunque provenendo dalla
Fenicia come del resto la scrittura dell’Apoteosi, abbiamo nello stesso tempo
due conferme della tradizione, ivi compresa l’introduzione della scrittura
(alfabetica, si dice, ma non perché si conoscesse la distinzione fra scrittura
alfabetica e sillabica o anche logografica; solo perché la scrittura nota ai
Greci storici era alfabetica e viceversa) in Grecia (Tebe beota; ma piuttosto si
tratterà dell’introduzione della scrittura a Creta) da parte di Cadmo fratello
di Europa su argilla (Disco di Festo) e su rotolo di papiro (cf. il
sillabogramma WI, byblos, da Byblos, del sillabario festio). Seqenenra Tao II e
Ahhotep erano fratelli, figli di Seqenenra Tao I e Tetisheri la quale pure
potrebbe aver avuto origini mitanniche e corrisponderebbe esattamente alla
greca Europa sorella di Cadmo. In un certo numero di iscrizioni Ahhotep è
chiamata principessa degli Haunebu, che potrebbero essere gli Hyksos/Achei
dell’Egeo e non solo. Si potrebbe pensare ai Greci che si esprimono in
geroglifica festia insediati a Creta e nell’Egeo. La mummia dell’hurrita o
mitannico Yuya (il biblico Giuseppe) comandante dei carristi di Amenofi III e
IV è nera di pelle e bionda di capelli. Le sue origini lontane sono quelle
degli Etiopi (orientali, noti anche a Omero) della Valle dell’Indo e la sua
lingua indeuropea è imparentata col sanscrito. Anche i Pelasgi dovevano avere tratti negroidi come risulta dalla
testina del sillabario festio, pur parlando una lingua indeuropea come il
proto-ionico o pelagico. Peleset e Pelasgi hanno una radice Pel- come Pelops,
Pelope, che significa “dal volto scuro”. Il primo uomo a calpestare la
superficie terrestre fu camitico e all’interno della razza e cultura camitica
si sviluppò prima la cultura e la lingua semitica e da ultimo quella indeuropea.
Vi sono degli ostacoli abbastanza insormontabili ad interpretare la
guerra di Radamanto contro Tideo dell’Apoteosi come avvenuta a Tebe beota. E’
evidente che qui avrebbero dovuto difendere la città dall’attacco dei sette fra
cui Tideo e poiché è inverosimile che gli Egizi controllassero già Tebe in
Beozia mentre ancora non controllavano Creta e meno che meno il delta, appare
corretta la mia interpretazione che solo dopo il pieno controllo del delta e di
Creta, cioè solo dopo il 1550 d. C., con lo spostamento della capitale a Cnosso
e con Minosse (il Medei-Min-os dell’Apoteosi) governatore, l’Egitto avrebbe
potuto strappare agli Achei Tebe beota
ammesso e non concesso che vi fossero stabiliti. L’ipotesi più
plausibile allo stato dei dati è
che Tebe beota sia stata una fondazione tarda sotto la XVIII dinastia imparentata con i Seqenenra. Così Tebe
avrebbe preso il nome dalla Tebe egizia. Stando ad Omero Micene non aiutò i
sette a liberare Tebe e dunque i Micenei erano filoegizi ed alleati di Tebe ed
è presumibile che abbiano aiutato gli Egizi a liberare Creta dagli Hyksos.
Poiché erano i popoli del mare che sfondarono nel delta intorno all’anno 8 di
Ramesses III (circa 1178 a. C.) e poi nel Levante, gli Epigoni che con Diomede
(e la tradizione di Mosè-Giosuè è parallela, dal punto di vista dei
proto-ebrei) distrussero Tebe d’Egitto o meglio prostrarono l’Egitto con
capitale Tebe e poi conclusero la loro impresa furiosa con l’olocausto delle
città della Palestina (“guerra di Troia”), ritenevano di riallacciarsi alla tradizione degli Hyksos che dal delta con la Sfinge di
Edipo a Giza e il Labirinto del Minotauro (il faraone è connesso al Toro già
nella paletta predinastica di Narmer) ad Hawara, avevano inutilmente tentato di
conquistare Tebe d’Egitto ed erano
stati cacciati dal delta. In ogni caso ciò significa che gli Achei erano
discendenti degli Hyksos e pertanto si identificavano coi proto-ebrei immigrati
in Palestina. Tra parentesi ho motivo di credere che il Minotauro, connesso
appunto con il Labirinto, il tempio funerario di Amenemhat III nel Fayum, ma
soprattutto erede della saggezza dei centauri traci tipo Chirone, fosse una
rappresentazione tardoelladica di Minosse
giudice dei morti e dunque una simbologia dell’al di là. Le sette coppie
di giovanetti d’ambo i sessi venivano dati in pasto al Minotauro cioè alla
morte e Teseo col suo filo d’Arianna e l’uccisione del Minotauro non
rappresenta se non un rituale di risurrezione dalla tomba del Labirinto. Che
quello rappresentato qui sotto sia un Minotauro con corpo di toro e volto umano
non credo ci possano essere dubbi, ed è proprio questa l’iconografia originaria
del Minotauro, poi interpretato come uomo dalla testa di toro. I prigionieri
Hyksos cioè Achei (Ikewoi/Akhaiwoi) uccisi secondo l‘Apoteosi da Minosse
(secondo la nota iconografia egizia del faraone che tiene il nemico dai lunghi
capelli per la chioma e l’uccide con una mazza) presso il tempio funerario cioè
il Labirinto di Seqenenra Tao II a Tebe Ovest sono gli antenati perfettamente
analoghi dei quattordici giovinetti Ateniesi che sarebbero stati condannati a
morte dal Minotauro se Teseo non li avesse liberati. La storia di Teseo e il
Minotauro è un ricordo sbiadito ed
eccessivamente ottimistico delle vicende dello scontro fra Achei ed Egitto al
tempo di Minosse utilizzate come favola per spiegare i riti delle Oscoforie e
una credenza di un al di là dopo la morte in una Atene colonizzata come tutta
la Grecia e il Levante dagli Egizi.
Larnax del XIII sec. a. C. dal cimitero di Tanagra (Tebe)
Ritornando agli ultimi dinasti di Tebe beota che si ritenevano
discendenti degli Hyksos si nota a
Micene l’esistenza di due dinastie antagoniste discendenti rispettivamente da
Atreo e da Tieste estromesso o da Euristeo e Eracle estromesso (il ritorno
degli Eraclidi, dei Dori, sarà probabilmente di coloro che vantano legami con
gli Hyksos/Achei o ancor più precisamente con quelli di dialetto a base “protodorica” come accenna ad essere il
dialetto trascritto nella lineare A, a differenza del miceneo che pur
appartenendo a dinasti che si contrappongono a quelli ionici filoegizi, ma che poi
sono ugualmente sottomessi agi Egizi, ha tuttavia una base affine allo ionico
che nella tradizione è detto “acheo”), mentre a Tebe beota si confrontano
Eteocle e Polinice estromesso. Anche nell’Apoteosi abbiamo achei a favore del
faraone (Creonte – noto indirettamente attraverso la figlia Creontide –
verisimilmente governatore di Giza, che nella mitologia greca è re di Tebe
beota) e contro (Tideo che nella tradizione greca è re di Calidone mentre suo
figlio Diomede sarà re d’Argo). Una simile opposizione la ritroviamo fra le due
dinastie Hyksos e anche Micene presenta due circoli
funerari uno dei quali, quello A più recente, mostra stretti legami con
l’Egitto. Dunque possiamo distinguere, trasversalmente nei principali siti
greci, una cordata “micenea” che
sostiene ed è sostenuta dagli Egizi fin dal 1600 ca. contrapposta ad una
dinastia principale “hyksos” sostanzialmente della stessa origine “achea”. La
cordata micenea in tutta apparenza è composta dai rami secondari delle dinastie
regali Hyksos che tentano il rovesciamento scommettendo sulla vittoria egli
Egizi. Il centro beota più antico non è stato Tebe ma Orchomeno, fondato dai
Minii provenienti dalla Colchide e dopo il ritrovamento del disco di
Vladikavkaz ca. 1600 a. C. in scrittura festia comincia a prendere forma la
leggenda di Cadmo ed Europa madre di Radamanto e Minosse e dunque il legame fra
la Beozia e Creta sotto una medesima dinastia alto-siriana guidata da mitanni
provenienti dal Mar Nero. Dunque la tradizione degli Epigoni e della “Guerra di
Troia” sarebbero state dai Greci trasferite da Tebe d’Egitto a Tebe in Beozia
probabilmente perché qui rimaneva una tradizione egizia forse legata all’ultimo
caposaldo egizio in Beozia. E’ evidente che gli Hyksos cacciati dal delta
andranno ad ingrossare le fila dei pirati nell’Egeo e dunque i popoli del mare
cominciano da adesso con le loro azioni piratesche, ma per adesso – intorno al
1550-1540 a. C. – sono sotto il controllo di Minosse che li reprime o li
ingaggia come marinai con le loro
navi. In questo periodo i Micenei hanno cominciato a dominare sull’Egeo in
concorrenza con Creta. Queste considerazioni mi portano a credere che la
scrittura sillabica festia fosse in realtà in uso anche nella Micene del
Cerchio A, mentre possiamo immaginare che nella Micene del Cerchio B fosse in
uso la Lineare A. Quale rapporto esistesse fra la geroglifica di Festo,
sillabica, e la lineare B, pure sillabica, entrambe trascriventi il greco, non
è facile dire, perché sono attestate ad oltre tre secoli di distanza l’una
dall’altra, la prima nel 1550 a. C. l’altra al più presto intorno al 1200 a. C.
Probabilmente la lineare B fu creata a Micene un certo tempo dopo l’eruzione
del Thera e l’inizio della supremazia di Micene sia perché più celere da
scrivere e adatta ad un popolo mercantile, ma probabilmente anche perché aveva
un richiamo agli Hyksos e dunque bisogna pensare che dopo il declino dei
successori di Minosse di Cnosso a
Micene, legata a Cnosso – da cui
appunto apprese la scrittura lineare –
prevalesse la casta dirigente legata ai precedenti dominatori Hyksos del
Cerchio B. Per quel che posso giudicare la scrittura festia trascrive
perfettamente un dialetto proto-ionico, a differenza della lineare B che
trascrive abbastanza rozzamente, spesso lasciando adito a incertezza il
miceneo. Cosa dedurre da ciò se non che nel XVI-XV secolo si sia sviluppata da
Micene una koinè dal palazzo governato da capi scarsamente grecizzati quali
potevano essere quelli che facevano riferimento agli Hyksos?
2° L’eruzione del Thera al tempo di Minosse (che viene nominato
nell’Apoteosi di Radamanto come tebano d’Egitto e governatore di Creta) e del
suo governatorato da Cnosso, cioè pochi anni dopo l’Apoteosi di Radamanto
(Minosse regnò nove anni ed è possibile che l’eruzione del Thera abbia segnato
la fine del suo governatorato per conto del faraone cui riferiva periodicamente,
nell’antro di Zeus) può solo aver aggravato la vita delle popolazioni costiere
da cui verranno fuori i popoli del mare veri e propri. Inizia anche il declino
di Creta mentre i Micenei creano il loro impero marittimo; (Se l’eruzione del
Thera fosse avvenuta intorno al 1628 a. C. come molti ritengono è logico
pensare che avrebbe facilitato o comunque sarebbe contemporanea alla reazione
della XVII dinastia tebana contro gli Hyksos, l’Apoteosi di Radamanto si
collocherebbe dopo l’eruzione del Thera e dovremmo chiederci allora cosa fece
terminare la civiltà pelasgica alleata e suddita dell’Egitto e l’avrebbe
sostituita ovviamente coi Micenei. Un evento simile lo dovremmo trovare contro
ogni logica intorno al 1450 quando dovremmo immaginare che i Micenei, solo ora
risvegliatisi da un sonno lungo due secoli e mezzo avrebbero deciso di imporsi
sugli altri centri dell’isola. E come spiegare l’esistenza di Minosse intorno
al 1550 a. C. come attesta l’Apoteosi? Un Minosse che con ogni verosimiglianza
era già proiettato verso la conquista del continente e l’asservimento
dell’isola di Creta dalla sua capitale Cnosso? Dunque o l’eruzione del Thera
avvenne dopo il 1550 a. C. oppure Radamanto Seqenenra Tao II non solo ma lo
stesso Minosse e l’Apoteosi vanno
datati a prima del 1628 a. C. ma poiché questa datazione striderebbe
troppo con la cronologia egizia quale la conosciamo io preferisco ritenere che
l’eruzione del Thera sia avvenuta dopo il 1550 a. C.).
3° Con l’eruzione del Thera (circa 1540 a. C.) i principali centri dell’isola
vengono distrutti e il solo palazzo di Cnosso viene ricostruito perché è Micene
che ora domina su tutto l’impero miceneo e anche su Creta attraverso il palazzo
di Cnosso. Questa è la mia ricostruzione, contraria a quella sostenuta
comunemente che Cnosso avrebbe distrutto intorno al 1450 a. C. gli altri centri
dell’isola per dominarli. La datazione delle distruzioni al 1450 a. C. va
riveduta e sostituita con quella del 1540 a. C. Non c’è niente che dimostri un
cambio di potere violento se non in conseguenza di un evento naturale che ha
determinato l’indebolimento di Creta a favore di Micene e dunque la
ricostruzione del solo palazzo di Cnosso perché è attraverso Cnosso che Micene
governava l’isola. Inoltre tutti i centri abitati dell’isola, come Phaistos e Cydonia citati nel tempio
funerario di Amenofi III, continuarono a vivere fino alla fine. Nemmeno regge
la tesi di Evans sulla datazione delle tavolette in lineare B di Cnosso al 1400
a. C., in quanto queste sono perfino posteriori a quelle di Pilo, databili
intorno al 1200 a. C. Così Amenofi III può ragionevolmente vantarsi di dominare
su ben determinate città di Creta e della Grecia, Micene inclusa, intorno al
1380 a. C. Dunque se i Micenei dominano l’Egeo lo fanno formalmente sotto il
controllo egizio e pagando le tasse al faraone. Fintanto che questa situazione
regge i Micenei prosperano, mentre col declino dell’Egitto anche l’impero
miceneo crolla in preda alla pirateria dei popoli del mare.
Base di una statua di Amenofi III
(nel suo tempio funerario di Luxor di cui sono rimasti in piedi i cosiddetti
Colossi di Memnone) in cui sono elencate a sinistra 12 città (fra cui Cnossos, Phaistos e Cydonia a Creta, e
Micene, Nauplio e Cithera in Grecia) di
Keftiu/Creta e Danai/Grecia sulla destra.
4° la restrizione dei mercati marittimi porta ad un’economia feudale,
alla lotta fra vassalli e all’invasione degli imperi orientali da terra e da mare
da parte dei popoli del mare le cui distruzioni finali da a Troia a Cipro a Cnosso datano intorno
al 1150 a. C., mentre Pilo viene distrutta un cinquantennio prima. Fra questi
popoli del mare e di terra vi sono i Dori o comunque il dialetto dorico emergerà
come risultato di queste invasioni.
Fine