Esci

 

   Marco G. Corsini

 

     Alieni 

 

Comincio aprendo una parentesi che si riferisce all'ultimo lavoro immesso sul mio sito. In  Nuovo Testamento 4  affermavo che avrei indagato sulla serietà di una tesi: che Paolo fosse stato - al servizio segreto di Roma - fino all’ultimo persecutore del nascente cristianesimo. Ciò non  è sostenibile anche se a prima vista  apparirebbe verisimile, ed appare verisimile se si segue la cronologia tradizionale, di Gesù crocifisso nel 30 d. C., mentre non appena si adotta la cronologia vera, di Gesù crocifisso nel 60 d. C., non solo ci si rende conto che il trentennio che separa queste due date è stato riempito  dai cristiani  da un sacco di favole inventate di sana pianta e oltretutto puerili –  come ad esempio l’episodio di Simone Mago, ricalcato sopra un dio italico di nome Semo o Semone Sanco,  varie apparizioni ed interventi miracolistici di angeli, ecc.    ma che la persecuzione di Paolo contro i cristiani perdura appunto dopo il 58 d. C. quando l’egiziano sfugge alla cattura e almeno fino al 60 d. C. quando viene finalmente crocifisso.

Confronta analizzando il contenuto di questo sito – ANNI DAL 784 AL 1079 (a.u.c.) – e i suoi riferimenti

http://www.alateus.it/index.html

   

Non è la sede questa per interrogarsi sul processo mentale che portò  Paolo a considerare più opportuno allearsi coi cristiani invece di combatterli, ma è evidente che almeno dopo l’incendio di Roma del 64 d. C. sotto Nerone, egli comprese che i cristiani erano potenti, più pericolosi in prospettiva degli stessi Romani, e dunque se in un primo tempo egli (per motivi opportunistici analoghi a quelli di Giuseppe Flavio) aveva ritenuto di dover collaborare coi Romani, dopo l’incendio di Roma comprese che per gli ebrei c’era la possibilità  di ribellarsi e che l'Egiziano detto Gioshuah/Gesù ('Dio salva') era stato in grado di mettere in moto una bomba ad orologeria che avrebbe distrutto l’impero romano con la conseguenza di ridare l’indipendenza ad Israele.  Dunque  Paolo scelse fra rimanere un fedele adoratore del Tempio ma schiavo dei Romani o invece creare una nuova religione,  non più destinata ai soli ebrei,  ma che proprio per questo permettesse di dare la scalata all’impero romano, distruggerlo e ridare indipendenza alla terra dei suoi avi e ai suoi connazionali, e così rinunciò alla prima possibilità in favore dell’indipendenza israelita. Chiusa la parentesi.

 

Veniamo a questo  lavoro: Alieni. Dopo aver impostato seriamente lo studio dei poemi omerici, cioè come opera di fantasia che guarda ad una mitica guerra di Troia con gli occhi degli etrusco-romani del VII sec. a. C. sulla via dell'espansione nel Mediterraneo (purtroppo  interrotta dalla fine del regime monarchico e dall'instaurarsi della repubblica latifondista), mi accingevo  ad applicare lo stesso metodo di indagine all'Antico Testamento, l'opera di propaganda politica che celebrasse l'epopea del popolo ebraico, il popolo che il dio unico di Israele avrebbe prescelto fra tutti e attraverso  continue schiavitù avrebbe portato finalmente a vivere, seppure ancora non indipendente (la Giudea è una teocrazia indipendente solo nel 350 a. C.!  ed è solo nel 444 a. C. che lo scriba Ezra pubblica il deuteronomio, la - seconda - legge, cui logicamente succederà la redazione degli altri libri della Torah), nella terra  mitica dei padri, a Gerusalemme.  Sostengo perciò  con la massima serietà  che la casta sacerdotale ebrea deve aver letto e si è prefissa l'obiettivo della Repubblica di Platone, mentire spudoratamente alla classe dirigente ebrea formandola sul credo di una esagerata antichità e superiorità della stirpe, inoculando così quella coscienza di superiorità della razza che avrebbe reso,  nell'opinione di costoro, invincibile la nazione, mentre non hanno fatto che creare un obiettivo su cui accanirsi da parte delle altre nazioni.  In ogni caso nel suo complesso l'Antico Testamento è... più recente dell'Iliade e dell'Odissea e pur proponendosi fini politici analoghi e anzi di maggiore importanza vitale per il popolo ebreo,  non è meno... puerile. Mi accingevo a ricostruire più dettagliatamente il processo che ha portato alla formazione graduale della letteratura della Torah, i cinque libri basilari dell'A. T.,  creata praticamente dal nulla cucendo insieme le tradizioni delle popolazioni cananee  e quelle raccolte presso i popoli che schiavizzarono gli adoratori del dio unico   fra Egitto e Mesopotamia, 

(e avrei certo utilizzato il sito Yahweh and the Asherah, in inglese)

quando mi sono decisamente imbattuto nella pista extraterrestre che già era affiorata nei miei lavori Antico Testamento e Papiro Tulli (che adesso ho raggruppato col primo). Questa pista non è campata in aria se si riflette sul fatto che Israele si identifica col suo dio, per cui tutta la sua civiltà e prima di tutto l'A. T. ruota intorno a questo dio. Scoprire chi è e da dove viene questo dio è dunque scoprire l'origine reale della cultura ebrea, e se il dio (e il suo primo clero) fosse  extraterrestre poco servirebbe studiare la cultura ebrea come prodotto della civiltà del vicino oriente. Ma procediamo per gradi.

Preparando il materiale di ricerca di Nuovo Testamento 4 mi sono imbattuto nei sostenitori della Nuova Cronologia, fra cui degli ebrei e  comunque degli studiosi dell'Antico Testamento che,  constatando l'assoluta mancanza di dati archeologici palestinesi - ma anche di dati archeologici e storici dei paesi extraebraici - che confermino l'esistenza del regno unito di Israele sotto Saul, Davide e Salomone (mentre invece questi dati archeologici e storici confermano l'esistenza di re di Giuda e Israele più tardi:  Omri, Ahab, Jehu, Pekah, Hosea, Ahaz, Hezekiah, Mannasseh, Uzziah), li vanno a ricercare in Egitto.

E fanno bene perché è l'Egitto che ha fatto la storia del Vicino Oriente e dell'Egeo (insieme alla civiltà Sumera ed Assiro-Babilonese). Oltre a quanto dirò fra breve va registrata la scoperta di un… palazzo egizio a Gerusalemme. La spiegazione che cerca di dargli D. Rohl suona come la favola del Labirinto di Cnosso nata sull’affresco del Toro che compare a noi come già agli antichi che entravano a Cnosso dal mare. Dunque il palazzo egizio deve essere per Rohl quello fatto costruire da Salomone per la moglie egizia datagli dal faraone. Sappiamo che i faraoni egizi rifiutavano di dare le loro figlie a re assai più importanti che non Salomone. Tutt’al più Salomone avrà avuto la figlia o meglio una donna dell'harem di un faraone della dinastia  libica. Ma il bello è che di Salomone non abbiamo alcuna traccia. Il palazzo egizio di Gerusalemme è  più antico e databile alla tarda XVIII dinastia. Questa scoperta è di eccezionale importanza secondo me perché consente di tracciare anche per la Palestina la stessa politica di civilizzazione che gli Egizi impiegarono a Creta e in Grecia (vedi il mio Disco di Festo), tessendo una rete di centri di controllo nell'ex impero Hyksos ora entrato in loro possesso. William Gladstone, commentando i poemi omerici scrisse che le discendenze eolidi connesse col culto di Poseidone    « sembrano derivare da  famiglie uniche... Sono quel che sarebbero state se fossero sorte dai governatori delegati che, in queste regioni, distanti dal centro del potere, rappresentavano l'impero egiziano, impero che ben presto perse il potere che ivi aveva fissato », e ancora: « Sulla penisola e sulle isole greche, quando erano rette a comunità, ma ancora non formavano uno stato, l'astuto popolo egiziano gettò le sue reti e basò il suo dominio. Insegnò agli indigeni, per mezzo di agenti, quelle arti utili che l'Egitto e tutto il Levante conoscevano già. E siccome gli agenti erano mandati dalla Fenicia, quelle arti insegnate presero il nome di Fenicie. Quando l'Egitto decadde, il popolo ne approfittò per riconquistare l'indipendenza. Coloro ch'erano stati agenti del dominio straniero intrigarono e divennero principi di quella terra. » 


 Mappa a rilievo di Gerusalemme e dintorni con la localizzazione del palazzo egizio della tarda XVIII dinastia. 


 Selezione di reperti egizi dagli scavi di Gabriel Barkay nel palazzo egizio a Gerusalemme: capitello a forma di loto;  frammento di stele con geroglifici; statuina in  serpentino di faraone in trono.

Scrive Rohl nello stesso articolo che le più antiche iscrizioni scoperte  in Israele sono un sigillo che menziona Geroboamo (II?), e  il graffito di un operaio datato al 700 a. C. ma non è riferibile direttamente al re Ezechia bensì, ancora una volta, per deduzione da quanto… racconta la Bibbia (cita anche la stele di Moab che però non dimostra alcunché perché non riguarda gli ebrei ed è stata trovata al di fuori di uno scavo stratigrafico).

Non entrerò qui nel merito di questa Nuova Cronologia che pretende di far dipendere la cronologia egizia da quella veterotestamentaria e dunque ribassarla, perché non mi convince affatto. Ciò non toglie che alcuni spunti di ricerca di questi ricercatori meritino di essere valutati. Del resto le loro proposte possono essere accettate pur ancorandole saldamente alla cronologia egizia tradizionale dalla quale  io non sarei capace di prescindere. Fra i seguaci della New Cronology mi sono imbattuto in David Rohl che pare essere il caposcuola e in Ahmed Osman che sostiene una teoria ragionevole, finché non esagera quando passa ad interpretare Tutankhamon e altre cose. Mi occuperò in questo lavoro del solo Osman perché Rohl identifica  i personaggi biblici con faraoni e personaggi decisamente troppo antichi, ma probabilmente Rohl sarà da me considerato in un  mio futuro lavoro sulle civiltà egee. Anche di  Osman mi accontento qui di accettare  solo l'identificazione di Giuseppe con Yuya che insieme a Tuya generò Tiye la moglie di Amenofi III, definito dagli studiosi il Re Sole egiziano (voglio dire Luigi XIV di Francia). Accetterò altresì che le grandi opere che compaiono in Iraele, incluso il Millo, appartengono non al tempo di Davide o Salomone, bensì a quello di Amenofi III, non solo, ma che l'Aantico Testamento  attribuisce a Salomone le costruzioni e le opere di Amenofi III in Egitto e fuori, come le celebri stalle per i carri o le miniere. Infine accetterò l'identificazione (che risale a Sigmund Freud) di Amenofi IV con Mosè.   

Il Millo (dal sito di D. Rohl, come i disegni sul palazzo egizio:  A Test of Time: The New Chronology of Egypt and its Implications for Biblical Archaeology and History... ) - l'argine contro la collina rocciosa che sosteneva il tempio e il palazzo - non fu costruito da Davide e Salomone, perché secondo Kathleen Kenyon, che lo ha scavato, fu realizzato 350 anni prima dai Gebusiti, gli originari proprietari di Gerusalemme.  

 

Sono diversi i siti in inglese  di Osman  o a lui dedicati. In italiano vedi, di Osman in persona

  Staniero nella valle dei Re  

che cito per intero tranne un'introduzione iniziale:


Nella Bibbia e nel Corano si afferma che il Patriarca Giuseppe fu venduto come schiavo in Egitto. Furono i suoi stessi fratelli a cederlo ad una carovana di mercanti, perché erano gelosi del fatto che Giuseppe fosse il figlio prediletto del loro padre Giacobbe. Un ufficiale egizio comprò il giovane ragazzo ebreo e lo nominò sovrintendente della sua casa ma, qualche tempo dopo, la padrona lo accusò ingiustamente di aver tentato di sedurla e Giuseppe fu mandato in prigione. Due anni più tardi, Giuseppe fu rimesso in libertà grazie al faraone che, a sua volta, lo nominò proprio ministro quando Giuseppe riuscì ad interpretare correttamente un suo sogno premonitore.


Padre del Faraone
A causa di una carestia nella terra di Canaan, i fratelli di Giuseppe si recarono in Egitto per acquistare del grano. Giuseppe riconobbe i figli di Giacobbe, quando arrivarono, ma loro non lo riconobbero, poiché oltre a mantenere segreta la sua identità egli si presentò abbigliato come un egiziano. La carestia a Canaan si protrasse a lungo e spinse i fratellastri di Giuseppe a tornare una seconda volta in Egitto. In quell'occasione, Giuseppe li invitò per un pasto a casa sua e, in un momento di grande commozione, svelò ai propri fratelli la sua vera identità. Questi ultimi si vergognarono di quello che avevano fatto, di averlo venduto come schiavo, ma lui disse loro di non sentirsi in colpa: "Perché Dio mi ha mandato davanti a voi per preservare la vita ed Egli mi ha reso padre del Faraone".
"Padre del Faraone": fu quest'affermazione che mi turbò, quella notte. Ai funzionari egizi veniva solitamente dato il titolo di "Figlio del Faraone" ma "Padre del Faraone" era un titolo raro e solo poche persone potevano fregiarsene. Immediatamente mi venne in mente il nome di Yuya. Yuya fu ministro e comandante delle armate su cocchio del faraone Amenothep III (c.ca 1405 - 1367 a.C.) della XVIII dinastia. Fra i suoi vari titoli, Yuya ne aveva uno che apparteneva solo a lui "it ntr n nb tawi" ovvero "sacro padre del Signore delle Due Terre", il titolo formale del faraone. Il motivo per cui Yuya ricevette questo titolo eccezionale fu che il re Amenothep III sposò sua figlia Tiye, che ne divenne la consorte più illustre, la Regina d'Egitto. Per questa stessa ragione Yuya divenne il nonno, per parte materna, del re monoteista Akhenaton. Giuseppe il Patriarca e Yuya il Vizir sono gli unici cui sia stato applicato questo potente titolo: "Padre del Faraone". Potevano essere la stessa persona?


Un ebreo nella Valle dei Re
La tomba di Yuya e di sua moglie Tuya fu scoperta nel 1905, tre anni dopo che Theodore M. Davis aveva ottenuto la concessione per condurre degli scavi nella Valle dei Re. Il luogo in cui si trovava la tomba (l'unico sepolcro egiziano trovato pressocchè intatto, almeno fino alla scoperta della tomba di Tutankhamon, avvenuta diciassette anni più tardi) causò non poco stupore. Davis fornì il denaro, mentre l'effettivo lavoro di scavo fu compiuto da archeologi britannici. Nella Valle dei Re si trova una stretta vallata laterale, lunga circa 800 metri, che conduce sulla cima del monte. Nel 1904, otto giorni prima di Natale, James Quibell iniziò ad esaminare questa valle laterale. Un mese più tardi decise di far spostare nuovamente gli operai all'imboccatura della vallata: entro il 1° di febbraio avevano già riportato alla luce la sommità di una porta sigillata che chiudeva una scalinata e, nel giro di alcuni giorni, Davis ed il suo gruppo furono in grado di entrare nella tomba, nella quale trovarono i sarcofagi e le mummie di Yuya e di sua moglie Tuya. Sebbene sia Yuya che sua moglie fossero personaggi noti nella storia egiziana, non erano considerati particolarmente importanti dagli studiosi. E, per quanto se ne sapeva, nessuno di loro aveva sangue reale, come sarebbe stato logico aspettarsi, dato che godevano del privilegio di una sepoltura nella Valle dei Re. Per quale motivo dei nobili avevano potuto godere del privilegio riservato solo ai faraoni?
Le prove che, infine, riuscii a trovare mi convinsero che Giuseppe, il figlio di Giacobbe, e Yuya, il ministro egiziano, erano la stessa persona.
Oltre a condividere l'eccezionale titolo di "Padre del Faraone", sia Giuseppe che Yuya erano stranieri in Egitto. Molti studiosi hanno fatto commenti sull'aspetto straniero di Yuya. Ad esempio, Arthur Wigall, uno degli archeologi coinvolti nella scoperta della tomba di Yuya, scrisse: "Fu una persona di grande autorevolezza...ha il volto di un ecclesiastico e qualcosa nell'aspetto della sua bocca mi ricorda l'espressione di Papa Leone III". Henry Naville, l'egittologo svizzero, espresse l'opinione che: "il profilo molto aquilino di Yuya poteva essere semita". Anche le difficoltà incontrate dagli scribi per vergare il suo nome supportano l'origine straniera di Yuya. Sul suo sarcofago, sulle tre bare e sul resto del corredo funebre si trovarono 11 differenti modi di scrivere il suo nome. I nomi egiziani, solitamente, indicavano il nome della divinità sotto la cui protezione era stata posta la persona: Ra-mos, Ptah-hotep, Tutankh-amon e così via. Sembra, quindi, che gli Egizi gli abbiano dato un nome derivato da quello del suo Dio, Yhwh (Jehovah) ed è ciò che gli scribi tentarono di scrivere, in diverse versioni ortografiche che comprendevano: Ya-a, Yi-ja e Yu-i. Anche il modo in cui Yuya fu sepolto indica che non si trattava di un Egiziano. Le sue orecchie non erano forate - a differenza di quelle della maggior parte delle mummie della XVIII dinastia, l'epoca in cui Yuya rese servizio, prima sotto Tuthmosis IV e poi sotto suo figlio, Amenothep III - e la posizione delle sue mani, rivolte verso il collo, sotto il mento, è diversa dal tradizionale "atteggiamento di Osiride", nel quale le mani del morto sono incrociate sopra il petto.
Grafton Elliot Smith, l'anatomo-patologo britannico che esaminò la mummia di Yuya nel 1905, sollevò la questione del suo aspetto non egiziano. Nel suo rapporto Smith scrisse: "Il suo volto è relativamente corto ed ellittico…il naso è prominente, aquilino e sollevato…le labbra sembrano piuttosto piene. La mandibola è moderatamente squadrata…quando siamo giunti ad indagare sui caratteri razziali del corpo di Yuya, abbiamo trovato molto poco cui appigliarci quale chiara indicazione delle sue origini ed affinità…la forma del volto (e soprattutto del naso) sono del genere che si trova più comunemente in Europa, piuttosto che in Egitto".
Il re diede a Giuseppe anche una moglie egizia ed un nome egiziano, il primo elemento del quale è "sef". Manetho, uno storico egizio che durante il III secolo a.C. scrisse la storia del suo paese per Tolomeo I, menziona il fatto che uno dei ministri di Amenothep III si chiamava proprio "Sef". Sembra che il nome "Jo-Sef" o "Yo-Sef", in ebraico, e "Yu-Sef", in arabo, fosse composto da due elementi: l'ebraico "Yu", che è un'abbreviazione di Yahweh, e l'egiziano "Sef".


Oggetti nella tomba
Nel resoconto biblico su Giuseppe il Patriarca si narra che, quando fu nominato ministro, egli ricevette tre oggetti dal faraone, quali insegne del suo incarico: un anello, una catena d'oro ed un cocchio. Nella tomba di Yuya sono stati trovati anche questi tre oggetti. L'anello reale, in verità, era scomparso dalla tomba di Yuya, ma rimangono prove scritte che dimostrano che Yuya era il possessore dell'anello del re. Questo si evince chiaramente dai titoli di Yuya: "possessore del sigillo del re del Basso Egitto" e "possessore dell'anello del re del Basso Egitto". Un altro ritrovamento significativo avvenuto nella tomba è quello di una catena d'oro caduta all'interno del sarcofago di Yuya, sotto la testa della mummia, quando i ladri tagliarono il filo che la teneva ferma al suo posto. Nella tomba è stato scoperto anche un piccolo cocchio.
Riguardo la morte e la sepoltura di Giuseppe, il Libro della Genesi riferisce che morì all'età di 110 anni: "Lo imbalsamarono e lo posero in un sarcofago, in Egitto". A partire dal 1865, però, quando lo studioso britannico Charles W. Goodwin suggerì che l'età di Giuseppe indicata dal narratore biblico non era reale ma rispecchiava semplicemente una tradizione egiziana, questa idea si è consolidata sempre più fra gli egittologi. Sir Grafton Elliott Smith, l'anatomo-patologo che esaminò la mummia di Yuya dopo il suo ritrovamento, scrisse nel suo rapporto che Yuya non aveva meno di sessant'anni, al momento della sua morte. Smith non era in grado, basandosi solo sull'aspetto del volto, di giudicare l'età esatta ma Henry Naville, che tradusse la copia di Yuya del "Libro dei Morti", scrisse nel suo successivo commento che: "…l'artista intendeva indicare che, quando morì, Iouiya (Yuya) era un uomo molto anziano, quindi lo descrisse così". Tali apparenti discrepanze riguardo l'età si spiegano facilmente. Poiché all'epoca la durata media della vita era di soli 35 anni, gli antichi Egizi ritenevano che un'età avanzata fosse segno di saggezza e coloro che raggiungevano un'età avanzata erano considerati delle persone sacre. Sia Giuseppe che Yuya erano considerati saggi dal faraone. Di Giuseppe egli disse: "Nessuno è discreto e saggio quanto te". Yuya è descritto nel suo papiro funebre come "L'unico saggio che ami il suo Dio". Tradizionalmente, l'età che gli Egizi attribuivano agli uomini che vivevano abbastanza da divenire saggi era di 110 anni, indipendentemente dalla loro età effettiva (un'età legata al valore simbolico del numero 11, sinonimo di Forza e Saggezza N.d.R.). Anche di Amenhotep, figlio di Habu, un mago egizio del tempo di Yuya, si disse che era vissuto fino all'età di 110 anni, sebbene le più recenti informazioni in nostro possesso gli assegnino un'età di circa 80 anni.


La città dalle molte porte
Non è unicamente il confronto tra il racconto della vita di Giuseppe il Patriarca contenuto nell'Antico Testamento e gli annali storici egiziani ad indicare che Giuseppe e Yuya erano la stessa persona. Secondo il Corano, prima del loro secondo viaggio in Egitto i fratellastri di Giuseppe ricevettero un consiglio da loro padre Giacobbe: "Oh, figli miei! Non entrate tutti dalla medesima porta: entrate da porte differenti…"
Questo consiglio indica che la città che visitarono nelle loro missioni commerciali aveva molte porte e quindi poteva essere Menfi, la sede della residenza reale a sud delle piramidi di Giza, oppure Tebe, sulla sponda orientale del Nilo.
Nelle tradizioni ebraiche troviamo la stessa storia: "I suoi fratelli, temendo l'occhio malvagio, entrarono in città da dieci diverse porte" (Midrash Bereshith Rabbah 89). Poiché è scritto che Giacobbe espresse la sua preoccupazione prima che i suoi figli partissero per la loro seconda missione, è ragionevole supporre che egli sentì parlare delle caratteristiche di Tebe in occasione del ritorno dal loro primo viaggio. Tebe era nota in tutto il mondo antico come "la città dalle molte porte" ed il poeta greco Omero la menzionò, intorno all'VIII secolo a.C. chiamandola "la città dalle cento porte". Questi non erano riferimenti a porte che si aprivano su di una profusione di mura intorno alla città, bensì agli ingressi dei suoi molti templi e palazzi.


L'epoca di Yuya e Giuseppe
Poiché il nome del faraone che scelse Giuseppe come suo ministro non è riportato nei libri sacri, gli studiosi hanno cercato altri dettagli nella storia di Giuseppe, per tentare di stabilire l'epoca dei fatti. Essi notarono che i "cocchi" erano nominati tre volte nel Libro della Genesi: quando lo nominò suo ministro, il faraone regalò a Giuseppe un cocchio. Poi, Giuseppe usò un cocchio per uscire ad accogliere suo padre Giacobbe ed il resto della tribù d'Israele, quando arrivarono in Egitto. Infine, quando gli Ebrei andarono a seppellire il loro padre Giacobbe a Canaan, Giuseppe prese con sé "sia cocchi sia cavalieri". Il resoconto biblico della nomina di Giuseppe al suo alto incarico afferma che il faraone gli fornì un altro cocchio da corsa. Ciò suggerisce che egli fosse responsabile delle armate su cocchio, un'idea supportata anche dal ritrovamento del cocchio custodito nella tomba di Yuya. Nell'antico Egitto, come altrove, era usanza collocare nella tomba oggetti che avevano avuto un significato speciale nella vita della persona deceduta. I primi archeologi, tuttavia, furono tratti in inganno quando tentarono di stabilire l'epoca in cui visse Giuseppe, alla luce di questa nuova informazione. Fino a dieci o vent'anni or sono, infatti, si credeva che i primi ad introdurre l'uso del cocchio in Egitto fossero stati i sovrani Hyksos, i quali governarono l'Egitto per circa un secolo e mezzo, prima che i reggenti della XVIII dinastia li scacciassero. Poiché gli Hyksos stessi erano di origine canaanita, risultò ovvio collocare Giuseppe l'ebreo nel periodo del loro dominio in Egitto. Tuttavia, ormai sono stati condotti degli scavi in tutti gli insediamenti Hyksos presenti sul delta orientale del Nilo ed in nessuno di essi sono stati trovati resti di cocchi né, tantomeno, riferimenti scritti o disegnati ad essi. Pertanto, è oggi un fatto generalmente accreditato che furono proprio i re egiziani della XVIII dinastia i primi ad introdurre l'uso del cocchio. Si è anche stabilito che fu solo verso la fine della XVIII dinastia, l'epoca in cui visse Yuya, che le armate su cocchio furono considerate come una milizia separata e distinta dalla fanteria e Yuya, in qualità di primo ministro di Amenhotep III, è la prima persona a noi nota che ricevette i titoli di Deputato di sua Maestà per le Armate su Cocchio, oltre che Ufficiale della Cavalleria.


Una mummia incompresa
L'identificazione di Yuya con il Giuseppe biblico ci permette una serie di considerazioni. Nel Libro della Genesi, l'ultima parte della storia di Giuseppe afferma che quando Giuseppe morì: "lo imbalsamarono e fu collocato in un sarcofago in Egitto". Basta guardare la mummia di Yuya, ora conservata nel Museo del Cairo, per convincersi che si tratta proprio della mummia di Giuseppe. Stabilire che Yuya era effettivamente Giuseppe il Patriarca e sapere esattamente in che periodo visse ha portato all'identificazione di una schiera di altri personaggi biblici quali personaggi storici egizi, compreso David, dalla cui casata sarebbero nati il Messia promesso, Salomone, Mosè ed il vero fondatore delle dodici tribù d'Israele. L'Antico Testamento ci fornisce due versioni contrastanti sulla durata del soggiorno ebraico in Egitto: quattrocento anni o quattro generazioni. Quale di queste sia quella esatta è stato argomento di considerevole dibattito tra gli studiosi. Tuttavia, una volta chiarita l'identità di Yuya e di queste altre figure storiche, è divenuto evidente che la durata esatta del soggiorno in Egitto fu di quattro generazioni, cioè non più di cento anni. Se il Visir Yuya ed il biblico Giuseppe dalla veste multicolore, come credo e affermo nel mio libro "Stranger in the Valley of the Kings" (Freethought Press, 1987 - che verrà presto pubblicato in Italia dalla Newton & Compton), sono davvero la medesima persona, ciò getta nuova luce sull'improvvisa comparsa del monoteismo in Egitto durante il regno della regina Tiye e di suo figlio Akhenaton.
In quest'ultimo secolo, dal momento della scoperta della sua tomba, il personaggio di Yuya è stato, in gran parte, dimenticato. Oggi la sua mummia, la cui importanza storica e religiosa è assolutamente incompresa, giace nascosta in una solitaria cassa di legno fuori dalla vista dei visitatori, in un angolo del primo piano del Museo del Cairo, paradossalmente dominato dalla colossale statua di sua figlia Tiye che siede accanto al faraone Amenhotep III. Io gli ho fatto visita, in una sorta di simbolico pellegrinaggio, non appena mi sono convinto di averlo correttamente identificato come il biblico Giuseppe il Patriarca, che ebbe un ruolo essenziale nel condurre gli Ebrei da Canaan fino a stabilirsi in Egitto. 

Arrivato con Osman  ad occuparmi di Amenofi III ma anche di Amenofi IV suo figlio e successore, il faraone eretico adoratore del dio unico Aton,  mi si è accesa una lampadina in testa, nel senso della possibilità che proprio sotto questo faraone, al cui servizio  anche operò il visir Giuseppe/Yuya, abbia effimeramente trionfato in Egitto quel dio extraterrestre  poi espulso dall'Egitto insieme al suo sacerdote regale e ai suoi seguaci  che poi troveremo generazioni dopo tutelati da una formazione di UFO - testimone il faraone   Ramesses II e il suo esercito in Siria - al momento dell'Esodo (documentato dal Papiro Tulli e da Esodo) o meglio dello stadio finale del medesimo, quello dell'ingresso in Israele. 

 

 

La ricerca si precisa dunque analizzando Amenofi IV, che non ha i tratti del volto che si possano definire esattamente egiziani, o anche semplicemente umani, se è per questo. Se fosse un alieno,  o meglio figlio di un alieno e di una egiziana, la cosa non mi sorprenderebbe affatto. 

Mi sono anche posto il problema se possa essere stato Yuya/Giuseppe, l'onnipotente visir 'ebreo' a imporre il monoteismo agli Egizi

(e lo storico del I sec. d C. Giuseppe Flavio in Contro Apione 1, 26ss riporta dalla storia del sacerdote egizio del III sec. a. C. Manetone che al tempo di Amenofi III Osarsef - letteralmente Visir Sef; tuttora in arabo abbiamo, tenendo conto delle sole consonanti come in egizio, usir = ministro - proibì l'adorazione degli dèi egizi)

ma  trovo la cosa inverosimile proprio perché gli ebrei ancora non esistevano e non esisteva nemmeno il monoteismo ebraico, che troveremo solo al ritorno dall'esilio grazie ai re persiani, monoteisti anche loro e forse per questo inclini a favorire il monoteismo in Palestina. E' più logico ritenere che proprio Ekhnaton abbia imposto il monoteismo - che i suoi seguaci importeranno in Israele - al suo popolo.

E' evidente che se il monoteismo egizio-ebraico di Aton/Adon/Adonai/Adone/ Signore è una importazione aliena non ha più molto senso fare una ricerca storica sull'Antico Testamento come l'ho fatta per i poemi omerici, alla ricerca delle fonti letterarie, archeologiche e storiche confluite in un'opera letteraria. Tutto sarebbe falsato dalla lente - per ipotesi aliena - con cui i sacerdoti postesilici avrebbero guardato alla civiltà del vicino oriente.  

Se l'Antico Testamento è incentrato sul dio degli ebrei e questo dio è alieno o portato da alieni lo studio, per essere serio, deve essere ufologico. Per questo motivo questo lavoro   non porterà il titolo di Antico Testamento 2, le prove archeolgiche e storiche extraebraiche, come avevo programmato, ma si chiamerà semplicemente  Alieni, e sarà il perfezionamento della ricerca che ho iniziato in Antico Testamento e Papiro Tulli e con essi farà gruppo. Ci chiederemo anche perché. Perché un gruppo ristretto di extraterrestri abbia potuto scendere sulla terra e creare una religione e una nazione che poi sarebbe stata una spina nel fianco dell'umanità. Escludiamo che gli extraterrestri possano essere dèi, dunque agirono per propri fini e fallibili, quelli - una volta precipitati sulla terra o venuti per colonizzarla senza riuscirvi - di ricercare e ricreare sulla terra le condizioni ambientali e culturali della loro terra di origine. E in questo riuscirono, andando a vivere in quell'infernale regno di Satana (o se preferiamo di Asino/Tifone/il Caos nichilista) che è il deserto,  dove i loro cervelli sballati dalle forti escursioni termiche si sentivano a casa loro e dove i giudeo-cristiani sempre torneranno a ricercarvi le proprie origini, a ritemprarsi,  prima di dare vita a qualche nuova iniziativa pazzoide, come Gesù all'inizio della sua vita pubblica conclusa dalla   missione suicida, quella di prendere Gerusalemme. Al seguito degli adoratori di Aton  un gruppo di senzapatria eterogeneo per razza, cultura, lingua, come i moderni immigrati clandestini (gli habiru, 'migranti' - da cui gli Ebrei trassero il nome -  come lo erano i Pelasgi nella letteratura greca), la feccia dell'Egitto e del vicino oriente. Ecco dov'è l'origine prima dell'odio antisemitico. 

(Sugli habiru  si può leggere in inglese la replica di Martin Heide  alla tesi di D. Rohl in 

 A Test of Time and Comparative Semitism...A debate between Martin Heide and Peter van der Veen)

Le immagini di Ekhnaton ('Spirito  di Aton', il nome che assunse dopo la rivoluzione religiosa) - che lui volle fossero riprodotte con  assoluta fedeltà a differenza dei canoni artistici egizi anteriori e posteriori al periodo amarniano - ce lo raffigurano come un androgino con grandi fianchi, ventre prominente da donna incinta e volto da vespa, con gli occhi a mandorla e profilo - vedi foto successive - che attribuirei volentieri ad un habiru, un cananeo, sbarbato. Questo  - si badi bene - non vuol dire che sostengo che Amenofi IV fosse un ebreo bensì che  da lui e dai suoi gli ebrei assunsero la loro fisionomia deforme caratteristica. Tra l'altro gli ebrei odierni sono pieni di malattie - oltre cento - loro tipiche che non hanno in comune con alcun popolo della terra; diverse sono mentali e, se le hanno in comune con altri popoli, da loro colpiscono in percentuale un maggior numero di individui; altro che popolo più intelligente degli altri! Dunque è perfettamente possibile  che gli ebrei abbiano ereditato le loro tante malattie insolite  da extraterrestri già di per sé diversi e oltretutto costretti a interagire con un ambiente - quello terrestre - diverso da quello di origine. Sulle malattie genetiche degli ebrei vedi Maurizio Blondet, Complotti vecchi e nuovi, Il Minotauro, 315-317, che cita il libro del genetista Richard Goodman, che insegna all'università di Tel Aviv: Malattie genetiche del popolo ebraico, pubblicato dalla John Hopkins University di Baltimore: Genetic Disorders Among The Jewish People, 494 pagine.  

La  femminilità di Amenofi IV, che si manifesta anche nelle scene di intimità familiare  (qui sopra ad esempio, a destra, tiene in braccio una figlia)  può far pensare ad una razza umanoide androgina, ma poiché ebbe almeno sei figlie, dobbiamo concludere che il fatto di essere figlio di una terrestre lo rese comunque  sessualmente in regola, almeno sotto l'aspetto funzionale. L'aspetto, e solo l'aspetto e certi tratti caratteriali androgini potrà averli assunti dal padre che io sospetto extrterrestre. Non si può certo trarne delle conclusioni azzardate (nel senso di incestuosità oltre che omosessualità androgina/femminile insita nella futura religione ebraica, perché il tutto potrebbe essere stato dettato dalla ricerca disperata di  un erede maschio secondo la linea femminile portatrice del diritto alla successione) ma è un dato di atto che Ekhnaton dopo Nefertiti si unì sessualmente ad alcune delle sue figlie procreando altre figlie e nessun erede maschio. 

Se Yuya è Giuseppe,  Amenofi IV (figlio di Amenofi III e della nubiana Tiye, figlia di Yuya/Giuseppe) è Mosè, cacciato dalla sua città di Amarna e costretto a prendere la via verso la Palestina. In realtà Ekhnaton/Mosè non sarà stato che il primo dei tanti patriarchi protoebraici ad aver  guidato il gruppo di adoratori di Aton che visse lungo tempo nelle zone desertiche, allo stato  nomade,  ai margini delle civiltà sedentarie che lo guardavano come la peste, avvicinandosi gradualmente, di attendamento in attendamento, alla Palestina. Questo avvicinamento alla sede definitiva non va neanche visto come perseguito dagli ebrei (che piuttosto avranno in origine cercato il deserto e basta, non Gerusalemme), bensì come esito della  minore resistenza opposta agli immigrati, che erano più in fuga dai persecutori che in cerca di una sede precisa dove stanziarsi.  Dobbiamo pensare ad assai più dei quaranta anni fra l'uscita dall'Egitto e l'arrivo in vista della Palestina, e cioè a  400 anni fra quando perdiamo le tracce di Ekhnaton, diciamo nel 1330 ca., e la scissione del regno pseudo unitario di Israele nel 930 ca. in regno di Giuda e regno di Israele che sono gli unici finora documentati. Giosuè, dopo Mosè, fu il secondo dei cosiddetti giudici, cioè capi, religiosi e  militari insieme, di Israele, e a lui ne seguirono molti altri, di cui si parla nel libro dei Giudici, fra cui ultimo e più celebre è nominato Sansone, e nel novero stesso dei giudici dobbiamo contare Eli, il sacerdote empio, Samuele, colui che unse re Saul, nonché il tempo che l'A. T. attribuisce al regno unito di Israele sotto i presunti e mai documentati archeologicamente Saul, Davide e Salomone. Calcolando un giudice ogni generazione di 20/25 anni in 400 anni i giudici devono essere stati 16/20, il che corrisponde.  Che non vi sia alcuna testimonianza storico-archeologica del regno unito di Israele al di fuori del solo A. T. prova che questo è un falso storico,  vista la strombazzata grandezza attribuita a questi re dall'A. T. Ma a ridimensionare Salomone, il più grande dei tre, che avrebbe regnato su tutta la Siria e trattava Hiram di Tiro come suo dipendente pagandolo con gli scarti, basta dire che ad omaggiare la sua presunta saggezza si presentò una sola beduina, la regina di Saba, una donna, cioè secondo la cultura ebraica e  quella cristiana che ne deriva, un essere inferiore!   E' curioso che i giudeo-cristiani disprezzano le donne ma poi ricorrono alla loro testimonianza (che secondo le loro leggi non vale nulla) per provare fatti e circostanze vitali per la loro storia e religione (come la testimonianza delle donne circa la 'resurrezione' di Gesù).  

La rivoluzione religiosa di Ekhnaton è vista da ciascuno come vorrebbe che fosse e non in modo obiettivo. Certo non ci è dato entrare nella testa di Ekhnaton ma possiamo prima di tutto valutare oggettivamente l'esito della sua rivoluzione, che fu un fiasco totale. Dunque, per quale motivo Ekhnaton avrebbe imposto, con durezza assoluta - facendo scalpellare via i nomi degli dèi e la parola dèi al plurale -  il monoteismo di Aton agli Egiziani? Per una specie di sincretismo religioso ante litteram di cui sentiamo parlare sotto l'impero romano o ai nostri tempi, quelli della globalizzazione?  Per poter governare tutti i popoli del vasto impero della XVIII dinastia facendoli sentire tutti sullo stesso livello? Io non lo credo affatto, perché risulta che se gli Egizi rifiutarono questa rivoluzione religiosa e colui che l'aveva promossa, i vari principati cananei (e qui si suppone erroneamente l'esistenza degli Ebrei monoteisti, mentre non vi erano ancora né Ebrei, né monoteisti) invece di vivere pacificamente si ribellano e fanno ciò che vogliono (Suppiluliuma di Hatti saccheggia la capitale di Mitanni e conquista la Siria del nord, Aziru, il re di Amurru sequestra i porti fenici. Babilonia entra nella sfera di controllo dell'Assiria). La verità è invece che Ekhnaton, che significa 'Spirito  di Aton' si disinteressa di tutto ciò che non riguardi il culto di suo padre, il dio Aton appunto. Ekhnaton, che a chi non azzardi l'ipotesi extraterrestre deve quanto meno apparire un faraone folle, violenta il suo stesso popolo    abolendo la sua religione millenaria  e  finisce prima a vivere isolato e circondato dall'esercito ad Amarna, nel deserto dell'Egitto mediano,  e poi dopo essere stato abbandonato dall'esercito ne perdiamo le tracce dovendosi comunque presumere che abbia attraversato il Mar Rosso coi suoi seguaci. Tornando all'ipotesi che Ekhnaton fosse figlio di un extraterrestre comprendiamo perché al limite abbia potuto perseguire cinicamente la sua rivoluzione. Perché egli disprezzava gli Egizi allo stesso modo dei Cananei e dei terrestri in genere. La religione ebraica è profondamente razzista e il suo dio pare un dottore di quelli delle cliniche svizzere in cui riesce a capitare solo  Fantozzi, rigido e pieno di precauzioni igieniche contro le malattie infettive. La sua vita sulla terra deve essere stato un inferno come un inferno a noi terrestri capaci di ragionare appare il mondo da cui proviene.   Altrimenti dovremo concludere che Ekhnaton era solamente un pazzo visionario esaltato. Ma qui dimostrerò per quanto mi sarà dato di fare che bisogna indagare a fondo sulle possibili origini extraterrestri di Ekhnaton. So che qui metto in gioco la mia reputazione, però troverei sciocco che  uno studioso evitasse di indagare una certa ipotesi solo perché difficilmente dimostrabile o in linea di principio improbabile e ripiegasse in ritirata  adagiandosi nello  studio dello stesso  argomento sulla scia di altri che l'hanno preceduto per così evitare di rischiare di perdere la poltrona. Io la poltrona non ce l'ho e quindi sono un ricercatore libero, anche di sbagliare. 

Cominciamo col dire che la deformità fisica di Ekhnaton è unica nel suo genere. Si ritiene di attribuirla alla sindrome di   Marfan e un sito  francese mostra le foto di Ekhnaton e altri illustri colpiti da tale malattia,  il celebre violinista Paganini, il presidente degli USA Lincoln, il pianista Rachmaninov.  Questa malattia è stata anche diagnosticata e Maria Stuarda regina di  Scozia, la cattolica, e a Bin Laden, il mostro di Frankenstein/CIA che si sarebbe  (ma io non ci credo)  ribellato agli USA e ai suoi  amici di vecchia data  Bush padre e figlio, i petrolieri. Fra tutti questi individui colpiti dalla sindrome di Marfan - ma sottolineo che sono  un assoluto profano in medicina  - non c'è nessun rapporto apparente. Nel sito viene data anche la foto di una bambina colpita dalla malattia che, da ignorante, definirei né più né meno che una rachitica. Nessuno di questi individui ha il cranio palesemente deforme di Amenofi IV. Caso mai questo cranio può ricordare le caricature del viso 'cavallino' dell'erede al trono d'Inghilterra Carlo, o magari i ritratti di Carlo V.

Amenophi IV Ekhnaton, il figlio extraterrestre o geneticamente mutato di Teye,  sacerdote unico del Sole

E' con Carlo V che semmai va confrontato Amenofi IV. Entrambi attaccati da gravi malattie (Carlo V era colpito da mascella prominente, dunque cattiva digestione, insufficienza renale, sifilide, gotta, epilessia, prostata... e tutte queste malattie le ho raccolte  in una rapidissima ricerca su internet), per la conservazione di un impero che il destino sembrava volere universale, lottarono ferocemente per il prevalere di una religione che fosse sincretista, andasse bene per tutti (e qui Carlo avrebbe dovuto avere più successo in quanto sempre di cristianesimo si trattava, eppure i protestanti vedevano Roma cattolica e il Papa peggio che l'Inferno e Satana) scongiurando un pericolo esterno che non furono in grado di fermare (i Turchi islamici per Carlo - e attenti attenti veramente, perché secondo me Bush conosce molto bene Carlo V e lo sta imitando tanto bene che  farà la stessa fine con grande sciagura per l'Europa -  le mire espansionistiche ittite e le turbolenze cananee per Amenofi) il loro scopo fallì e allora si isolarono e abdicarono come Carlo o eventualmente furono  costretti a lasciare l'Egitto come Amenofi IV. Le tare di Carlo erano ereditarie, essendo figlio di Giovanna la Pazza, figlia a sua volta  di Ferdinando d’Aragona e di Isabella di Castiglia, quelli di Colombo - per cui sul regno di Carlo non tramontava mai il sole - che iniziarono il brutale sterminio degli indios in nome della croce, abbrutendo per sempre l'America latina e depredandone le ricchezze, quelli che a casa loro liberarono è vero la Spagna dall'occupazione islamica, ma repressero ferocemente islamici, ebrei e cristiani bruciandoli sul rogo... quelli che  inventarono l'inquisizione. Per una storia tradizionale di Amenofi IV bisogna caso mai  occuparsi anche di Carlo V. Ma non si può scrivere una storia secondo i canoni tradizionali a proposito di Amenofi IV. 

Per quanto riguarda la definizione della sindrome di Marfan traggo questa definizione  da un sito internet dell'Associazione Vittorio che se ne prefigge  la cura:

La "Sindrome di Marfan" è una malattia  ereditaria  del tessuto connettivo che coinvolge principalmente il cuore ed i vasi sanguigni (sistema cardiovascolare), le ossa ed i legamenti (sistema scheletrico), gli occhi (sistema oculare)  ed i polmoni. In Italia ne sono affette circa 12.000 - 20.000 persone. Il 25% dei pazienti sono casi sporadici, cioè non hanno storia familiare e quindi sono portatori di una mutazione "fresca". Nel 1992 è stato identificato uno dei geni principali che causano la sindrome di Marfan : la fibrillina 1 (FBN1), localizzato sul cromosoma 15q21.1, che codifica per un microfilamento importante costituente  del tessuto elastico.
Questo gene, e la proteina che viene da lui codificata, è mutato nel 60% dei casi Marfan. Le conseguenze di questa mutazione sono spesso devastanti ed attualmente ancora  incorregibili. Una mancata diagnosi e prevenzione cardiovascolare portano a morte improvvisa tra i 25 ed i 60 anni di età: esempio eclatante sono alcune morti improvvise di giocatori di calcio o pallacanestro, riportate dai giornali.

Un gene cromosomico che di punto in bianco oppure per ereditarietà diventa dominante e sovrascrive altri fattori genetici determinando una profonda mutazione genetica. Dunque Ekhnaton fu colpito da questa malattia ereditandola  da uno dei genitori(?) -  sicuramente trasmettendola alle sue sei figlie alcune delle quali morirono precocemente - oppure generandola da se stesso(?) oppure proprio in quanto extraterrestre o figlio di extraterrestre aveva determinate caratteristiche fisiche (riscontrabili sulle sue raffigurazioni e purtroppo non sulla  mummia che non abbiamo, e comunque le mummie è meglio lasciarle riposare in pace perché a parte la difficoltà e incertezza delle analisi non v'è mai la certezza riguardo  a chi appartengano veramente) da far parlare di mutazione genetica in mancanza di altra più plausibile ipotesi? La prima ipotesi sembra doversi escludere perché i ritratti  attribuiti alla madre Tiye e al padre (putativo) Amenofi III non presentano affatto la deformità facciale di Amenofi IV.  

 

 Amenofi III, il padre (putativo?) negroide di Amenofi IV

Tiye (la greca Tia madre del Sole e Latona, la nera madre di Apollo?), la madre di Amenofi IV, non aveva sangue reale ma era necessariamente di pelle nera se figlia di Yuya/Giuseppe,  che era di pelle nera e indistinguibile dagli altri egiziani, tanto che i suoi fratelli venuti in Egitto non lo riconobbero, mentre se fossero stati di pelle chiara avrebbero riconosciuto immediatamente un bianco coi loro stessi tratti somatici - per ipotesi differenti - fra tanti negri. Ugualmente nero era Mosè perché non avrebbe potuto essere allevato come egiziano in casa del faraone che aveva dato ordine di uccidere gli ebrei maschi appena nati se per avventura la sua pelle fosse stata bianca con tratti somatici diversi da quelli egizi. 

Nefertiti, la moglie di Amenofi IV, le cui origini sono ignote

Tutankhamon, il successore negroide di Amenofi IV

Foto del volto di Tutankhamon - da  Discovery.com - realizzata dal cranio della mummia (l'unica mummia di faraone sulla cui identità sono disposto a giurare) grazie ad un sofisticato software e all'applicazione dei dettami  della medicina legale. Si tratta di un negro, come Amenofi III e sua moglie Tiye. Dunque - senza bisogno di farne il DNA da comparare con quello di mummie di  sempre incerta attribuzione -  è probabile  che sia stato innalzato al trono dopo l'eresia di Ekhnaton proprio per la sua ascendenza regale per via di Amenofi III.

Dunque allo stato dei fatti Amenofi IV era un deforme pazzoide colpito dalla sindrome di Marfan lasciata in eredità alle sue sei figlie, oppure non resta che l'ultima ipotesi, che Amenofi IV fosse un alieno oppure figlio di un alieno. Se fosse stato un alieno avrebbe dovuto sostituirsi al figlio carnale di Amenofi III (ed è certo che un primo figlio di questo, di nome Thutmosi V, fu tolto di mezzo a Memfi  da qualcuno che ne aveva interesse) e convincere tutta la corte di essere al 100% un egizio e un faraone egizio! L'ipotesi pare fantascientifica  e dunque al momento preferisco  ripiegare sulla  possibilità  che la nubiana Tiye sia stata inseminata (chi non ha  mai sentito parlare nella letteratura ufologica di umanoidi extraterrestri scesi a ingravidare donne terrestri e viceversa di donne extraterrestri scese per farsi ingravidare da uomini terrestri?) da un poco avvenente extraterrestre, il dio Aton in persona (o meglio un pazzo fuggito  da un manicomio extragalattico e che si credeva Aton in persona), sceso dal suo disco volante o carro di fuoco a impalmare la non eccelsa  terrestre come Zeus,  che ha riempito delle sue gesta amorose e di figli l'intera mitologia greca. E sicuramente Zeus vanta  la paternità di Eracle, pei latini Ercole, avuto dalla tebana (d'Egitto, come ci avverte Erodoto) Alcmena moglie del cornuto Anfitrione di cui Zeus ha preso le sembianze per ingannare Alcmena. Amenofi IV è l'antitesi dell'atletico  Eracle, ma  gli dèi non possono che essere perfetti e generare figli perfetti, e anche le Furie  erano dette Eumenidi, le Benevole. Eracle come Amenofi IV  viene presentato come perdente nella successione dinastica dove si impongono Ificle figlio di Anfitrione ed Euristeo  al cui servizio Eracle dovrà compiere le dodici fatiche, che ricordano le dieci piaghe d'Egitto. Se  Eracle è Amenofi IV,  ovvero il nostro extraterrestre dall'aspetto di vespone o  coccodrillo androgino,  figlio di Zeus/Aton/Iperione e di Alcmena/Tiye/Theia o Tia/Latona, la Notte madre del Sole Apollo,  moglie ufficiale di Anfitrione/Amenofi III, e figlia di Elettrione/Giuseppe, allora Alceo/Tuthmosi IV marito di Lisidice è suo nonno e Perseo/Amenofi II marito di Andromeda è suo bisnonno. Megara figlia di Creonte sarà ovviamente Nefertiti. I greci dunque, sia pure in forma assai nebulosa, da cui non sarebbe lecito trarre molti più elementi storici di quanto abbiamo fatto, ricordavano un dio venuto dallo spazio unitosi ad una tebana egizia da cui aveva avuto un figlio destinato a compiere tante angherie per nulla, fra queste occorre ricordarne una significativa, e cioè che Eracle sterminò la famiglia reale egizia di Tebe perché sacrificava tutti gli stranieri. Si potrebbe pensare ad una giusta punizione dei barbari sovrani se non fosse che questi stranieri non erano stranieri di passaggio angariati ingiustamente, bensì gli Ebrei adoratori di Aton in nome dei quali Amenofi IV/Eracle tartassò gli Egizi e la loro classe dominante.  Eracle   morì esule. Alcmena/Tiye dopo la morte di Anfitrione secondo una tradizione divenne sposa di  Radamanto nell'oltretomba.

Le conclusioni cui sono giunto in questo lavoro basandomi sulle tradizioni ebraiche e greche (correttamente inserite nel loro vero quadro storico grazie ad Osman) mi conforta nella tesi sostenuta a proposito del Disco di Festo, che i fatti più antichi della storia greca (allo stesso modo dei regni favolosi di Davide, di Salomone e della regina di Saba) cioè la guerra dei Sette contro Tebe o l'impresa di Teseo contro il Minotauro vanno riferiti all'Egitto e ai popoli del mare,  non alla Grecia, nonostante il greco esista già almeno dal 1600 a. C.

Ma a parte le resistenze della popolazione e del clero egizi alla riforma religiosa di Ekhnaton il colpo di grazia gli venne dalla pestilenza che colpì l'Egitto e si diffuse rapidamente fra la popolazione. Il clero ora disoccupato di Amon ebbe gioco facile ad incolpare del disastro Ekhnaton e l'abbandono del culto tradizionale. Gli dèi dell'Egitto s'erano vendicati e avevano punito il popolo che finora avevano amato e protetto. Ekhnaton fu cacciato insieme ai suoi sacerdoti leviti e ai seguaci di Aton. Passato il Mar Rosso approdò ad Aden e da qui giunse a Marib, dove Tiye/regina di Saba si fermò designandola capitale del suo regno in esilio. Ekhnaton proseguì la sua marcia nel deserto lungo la via dell'incenso fino dalle parti di Petra, dopodiché conquistò la Transgiordania. La Cisgiordania, la Terra Promessa, fu assoggettata da Giosuè.

E' evidente che la fobia per le impurità che mi a fatto parlare di extraterrestri - fra l'altro razzisti, perché si sposano fra loro per mantenere la purezza del sangue - potrebbe essere stata causata da una pestilenza qualunque e dunque cadrebbe o sarebbe gravemente inficiata la teoria aliena. Chiunque dopo essersi scottato teme di esserlo ancora e prende misure preventive anche esagerate per evitare in tutti i modi di rifare un'esperienza allucinante. Misure allucinanti di prevenzione per impedire di ripetere un'esperienza allucinante. Ma se invece l'epidemia fu causata dai seguaci extraterrestri di Aton e dai loro figli, che poi effettivamente furono incolpati di averla diffusa (e la vox populi ha sempre ragione perché anche i cristiani furono accusati di avere incendiato Roma, e l'accusa corrispondeva al vero; nell'un caso e nell'altro Egizi e Romani non furono xenofobi, anche se le circostanze rendevano facile ai soliti malevoli insinuarlo)?

Abbiamo visto che gli ebrei odierni si potrebbero definire il popolo più peculiarmente malaticcio (anche di mente) della terra. Altro che prediletti da dio. Prediletti da Satana, semmai,  perché l'Asino/Caos/Tifone/Seth/Satana sono una cosa sola.   Già il fatto di possedere (al contrario di tutti gli altri popoli della terra) oltre cento malattie loro esclusivamente peculiari deve farci riflettere e deve incoraggiarci in direzione dell'indagine extraterrestre. Disagi a causa dell'alimentazione, del clima (prediligono il deserto e cioè i forti sbalzi di temperatura o quanto meno le temperature elevate), di certi  microorganismi che per loro possono essere letali, ma che magari proprio nel deserto, alle troppo basse o troppo alte temperature, o grazie allo sbalzo di temperatura vengono eliminati. L'Egitto del tempo era al massimo livello di civiltà possibile in quanto Amenofi III, il faraone precedente a  Ekhnaton viene definito il Re Sole d'Egitto per la raffinatezza e lo sfarzo della sua corte. Certo gli Egizi di quel tempo non erano degli sporchi emigranti che vivevano in condizioni igieniche precarie - promiscuamente col loro bestiame - come gli habiru  > Ebrei! Al contrario erano attentissimi alla loro igiene personale.

Dunque l'epidemia ebbe il suo focolaio fra i seguaci di Aton (eventualmente anche per le loro pratiche sessuali disinvolte,  omosessuali e incestuose) e fra i nascenti ebrei che perciò furono cacciati dall'Egitto. Scoprire la natura di questa piaga non è certo facile, né sarà facile identificarla come extraterrestre, ma potremo almeno tentare di identificarla con una degli ebrei di oggi, e ciò sarà già tanto. 

Mi colpisce il fatto che la moria che colpì l'Egitto con l'ultima piaga potrebbe corrispondere alla « abetalipoproteinemia o ABL,  che colpisce i bambini ebrei nel primo anno di vita   arresto dello sviluppo ponderale, vomito, diarrea, cecità  e che porta alla morte per infarto congestivo prima dei trent'anni... [o] la terribile  degenerazione spongiforme del sistema nervoso centrale, che colpisce l'80% degli ebrei askenazi (che sono l'82% della popolazione ebraica), e porta alla morte entro i primi 4 anni d'età.  » (Maurizio Blondet, op. cit. pp. 315-316) La degenerazione ecc. si chiama anche  malattia di Creutzfeldt-Jakob. Una variante della malattia di Creutzfeldt-Jakob (vMCJ) è quella che colpisce l'uomo attraverso i bovini, come  leggo su un sito internet:  « l’Encefalopatia Spongiforme Bovina (BSE), nota comunemente come “malattia della mucca pazza” è una malattia neurologica di tipo degenerativo ad esito fatale che colpisce i bovini. Si tratta di un tipo di patologia che appartiene a un gruppo di malattie provocate dai “prioni”, conosciute con il nome di Encefalopatie Spongiformi Trasmissibili (TSE). Le TSE sono malattie mortali che provocano una degenerazione del cervello, trasformandolo in una massa spugnosa, e gravi problemi neurologici. »

Su un'altro sito 

http://www.grandinotizie.it/dossier/003/index.htm

si legge che  « Oltre ad essere molto convincenti i prioni sono anche molto resistenti; infatti sono in grado di resistere al calore - diversamente dalle proteine comuni - ai disinfettanti e anche ad un enzima, detto proteasi, il cui compito è proprio quello di distruggere quelle proteine anomale che possono comparire per un errore di "costruzione". Così la cellula colma di prioni cattivi riduce le sue capacità annullando le sue funzioni e provocando dei danni irreversibili al cervello, che assume un aspetto spugnoso, da qui il termine "encefalopatia spongiforme bovina", ossia Bse. » Dunque la peste non abbandonò gli ebrei nemmeno nel deserto, dove le temperature sono veramente alte.

Dallo stesso sito si apprende che 

« La Bse si trasmette all'uomo nella nuova variante Creutzfeldt-Jakob (nvCJ), da non confondersi con la malattia tradizionale Creutzfeldt Jakob, identificata negli anni Venti dagli scienziati Creutzfeldt e Jakob, una malattia neurodegenerativa che non ha nulla a che fare con i bovini. Mentre la forma tradizionale colpisce persone di età avanzata, tra i 60 e i 70 anni, la nuova variante in genere colpisce persone sotto i 50 anni. In un solo caso la soglia di età è stata superata: si tratta di una donna inglese di 74 anni. La vittima più giovane è una ragazza, sempre in Gran Bretagna, di quattordici anni. Il tempo di incubazione può variare dai cinque ai trenta anni. Il legame tra Bse e nvCJD sembra certo, almeno secondo la scienza ufficiale: il ceppo del prione della Bse è identico a quello umano; inoltre le lesioni provocate al cervello dalla proteina sono identiche. Tuttavia le nuove ricerche del lo scienziato scozzese George Venters sembrano confutare questa ipotesi. »

Su 

www.benessere.com

leggo che la malattia di Creutzfeldt-Jakob è ereditaria nel 15/20% dei casi. E inoltre:

« Fino al 1996 era stata esclusa la possibilità di connessione fra una malattia bovina chiamata encefalopatia spongiforme bovina e la malattia di Creutzfield Jakob. Tutte queste malattie hanno però delle caratteristiche in comune: l’interessamento del sistema nervoso con simile degenerazione neuronale e la stessa eziologia, cioè sono entrambe provocate dall’accumulo di proteine prioniche patologiche. »

Su un'altro sito:

http://www.ica-net.it/pascal/Default.htm

(Relazione sulla conferenza sulla BSE, nell’ambito dello scambio Giaveno (ITCS B. Pascal) – Berlino (Liceo Francese), club INSERM) si può leggere:

La BSE è sempre esistita in Europa, però l’epidemia è scoppiata solo a partire dal 1984. Nella metà degli anni ’80 l’Europa e l’intero mondo occidentale sono stati colpiti da una crisi energetica, che ha costretto tutti i governi a prendere provvedimenti per ridurre i consumi di carburante.

Il governo inglese, in particolare, ha obbligato i produttori di farine animali, che elaborano i resti delle carcasse degli animali dopo la macellazione, a ridurre le temperatura di cottura delle farine da 130° fino a 85° - 87°, un limite non sufficiente per l’eliminazione completa di agenti patogeni, e nel caso particolare per la denaturazione dei prioni.

Siccome le farine animali venivano preparate anche con carcasse di bovini che avevano contratto la BSE (la malattia ha un periodo di incubazione piuttosto lungo ed al momento della morte poteva e può anche non essere manifesta), nelle farine animali prodotte nel Regno Unito hanno iniziato ad essere presenti i prioni della BSE.

Così, verso la fine degli anno ’80 l’incidenza della BSE in Inghilterra è aumentata molto, ma il problema è rimasto puramente economico fino al ’93 – ’94, in cui si sono osservate le prime conseguenze sull’uomo, con la vCJD.

Ora, come tutti sanno, la 'mucca pazza', soprattutto in Italia, è sotto controllo, ma abbiamo rischiato grosso per colpa degli Inglesi.  Blair     col suo compagno di merende Bush – deve rapinare il petrolio all'Iraq e al Medio Oriente in genere se non vuole morire di freddo o di epidemie o altre sciagure causate dalla mancanza di energia, che è soprattutto quella petrolifera!

Da un altro sito:

notare le percentuali per milione di abitanti...

Ora sono tutti pronti a sostenere che bisogna attivarsi, che si devono trovare soluzioni... Ma fino a poco tempo fa guardate cosa succedeva (e sono quasi sempre gli stessi... attori)

Bruxelles, 29 ottobre 1999 - Dopo aver esaminato le nuove prove presentate dalla Francia, il Comitato Scientifico della Ue ha stabilito oggi all'unanimita' che "non c'e' alcun motivo per rivedere la decisione di togliere l'embargo sulla carne bovina britannica".
Lo ha annunciato il Commisario Ue David Byrne, aggiungendo che Francia e Germania dovranno a questo punto togliere l'embargo che ancora esiste verso la Gran Bretagna. Il parere del Comitato, composto da esperti indipendenti, era stato richiesto dalla Commissione che decidera' in via definitiva mercoledi' prossimo.

Gli habiru vivevano promiscuamente con le loro mucche e dunque le loro malattie le passavano alle mucche che a loro volta passavano le loro malattie agli habiru. Inevitabilmente mucche e habiru avevano le stesse malattie. Nell'Esodo la vera piaga che colpì  gli habiru (Deuteronomio 7, 15; 28, 60), tant'è vero che proprio per questo furono cacciati dall'Egitto, fu la quinta piaga, la  BSE (o la sua antenata biblica, ovviamente). Se vogliamo conoscere le malattie ereditarie degli  Ebrei dall'Egitto in poi dobbiamo leggere la minaccia di Deuteronomio 28, 27ss: « Il Signore ti colpirà con le ulcere d'Egitto, con bubboni, scabbia e prurigine, da cui non potrai guarire. Il Signore ti colpirà di delirio, di cecità e di pazzia, così che andrai brancolando in pieno giorno come il cieco brancola nel buio. »

Da questa peste bovina, o comunque peste degli armenti, furono direttamente colpiti i primogeniti degli ebrei prima e degli egizi dopo (decima piaga). Nei millenni la 'mucca pazza' dell'Esodo è diventata la malattia ereditaria degli ebrei che ne colpisce i primogeniti entro il quarto anno di età. Credo che il ragionamento non faccia una grinza.    Se ci aggiungiamo le malattie della sua razza di quel  Cavallo Pazzo di Mosè, o meglio Messeh/Messia, il Caimano Pazzo, il Tifone/Caos venuto dallo spazio esterno, allora abbiamo il quadro completo della situazione.  

Il mio lavoro sul Nuovo e ora sull'Antico Testamento si conclude qui (il lavoro sulla regina di Saba e l'Arca dell'Alleanza è un' appendice dettata dalla curiosità di tutto sapere). Ho dimostrato che i  testi sacri che sono a fondamento della religione  giudeo-cristiana non valgono nulla  come documentazione storico-culturale di ciò che pretendono di documentare e nemmeno come messaggio morale ed escatologico. Gesù era un combattente per la liberazione della Palestina dalla dominazione romana. Se fosse vivo oggi i cristiani per primi   lo crocifiggerebbero di nuovo. Quali messaggi può dare al mondo un patriota? Gli stessi di un Garibaldi o di un Che Guevara. Sono importanti nel caso che si debba liberare la patria, ma una volta liberata la patria diventano scomodi quando si tratta di riorganizzare la vita di tutti i giorni, pacifica. I patrioti devono morire per coronare in bellezza il loro destino. E Gesù è morto, e la morte ne ha fatto un mito.  A parte questo messaggio, Gesù non aveva né poteva dare messaggi all'umanità. Al di fuori del patriota, Gesù è un cattivo maestro come tutti gli uomini sono cattivi maestri, chi più chi meno, e noi non abbiamo bisogno di cattivi maestri perché ne abbiamo già troppi. E' morto sulla croce per liberare Gerusalemme. E' lui " divino", l'uomo che sacrifica se stesso per un ideale importante (la liberazione della patria), l'eroe, il martire,  non la croce, la sua punizione, la sua negazione. I cristiani adorano la croce, il martirio in sé, e ciò è aberrante perché porta ad intestardirsi su qualsiasi argomento intraprendendo crociate (ieri la croce nella scuola, domani il proseguimento della nostra permanenza in Iraq) per eliminare un nemico che è semplicemente colui che non la pensa allo stesso modo. Che il cristianesimo possa d'improvviso diventare fondamentalista lo dice la storia passata del fascismo, dell'Inquisizione, della caccia alle streghe, delle crociate, degli olocausti mosaici compiuti per ordine di dio e in nome di dio! Gli Europei hanno sempre vissuto in pace con tutti, e sono certo che tutti gli uomini di buona volontà del mondo continueranno a farlo anche nel III millennio, soprattutto sotto l'occhio  discreto dei guardiani del diritto internazionale: Francia, Germania, Russia e Cina.

" Dio ", il dio degli ebrei prima ancora dei cristiani, era un alieno alienato precipitato o sceso col suo disco volante  da qualche parte nel deserto egiziano. Unitosi ad una non certo bella nubiana (ma d'altra parte lui non poteva pretendere di più col suo aspetto da vespone o da cavallo o da coccodrillo) ha generato un  alienato malaticcio che ha dato inizio al popolo ebreo come popolo razzista che non deve mischiarsi con nessun altro e che, secondo il progetto iniziale, avrebbe dovuto dominare la Terra. La Terra e il pianeta X da cui proveniva il " dio " si sarebbero poi un giorno confederati, ovviamente. Una radio-TV, il coperchio dell'Arca, avrebbe mantenuto i contatti fra la colonia e la civiltà madre. Mandando all'aria il progetto, i Babilonesi, gli antenati degli Iracheni di Saddam Hussein, distrussero Gerusalemme, il Tempio, l'Arca-tv, e deportarono gli ebrei superstiti a Babilonia. Oggi Bush, il fanatico religioso crociato è andato a distruggere Babilonia per vendicare gli ebrei e per far avverare la profezia di Armagheddon, il Kossovo, dopo di che (lui credeva e il suo entourage con lui)        " dio " sarebbe sceso sulla Terra a creare un governo globale (magari con capitale Washington). Disgraziatamente per lui, Babilonia è proprio la confederazione di stati che governa da presidente. Non lo dico io, bensì Platone, nella Repubblica (vedi il mio lavoro su Atlantide su questo sito), scritta quattro secoli prima della nascita di Gesù e cinque prima dell' Apocalisse di Giovanni (che fra l'alto si riferiva non ai giorni nostri, ovviamente, ma al tempo preannunciato da Gesù come imminente, ma Gesù non era filosofo, e nemmeno un buon profeta, infatti da duemila anni i cristiani stanno ad aspettare colui che non arriverà mai, né per i cristiani, né per gli ebrei). L'Arca-tv è rotta da un pezzo e " dio " non è tornato a difendere gli ebrei durante l'assedio di Vespasiano e Tito, né al tempo del giudeo o mezzo giudeo  Hitler. E' morto, il  " dio " cattivo demiurgo  e cattivo maestro,  da qualche parte della Galassia, e nemmeno torneranno i suoi discendenti e connazionali stellari. Hanno troppo da fare a nascondersi da qualche parte ai margini della Galassia, ricercati dal capo della confederazione galattica democratica, il  presidente che ama il beneficio del dubbio e detesta i dittatori che impongono credi e dogmi nello stesso momento in cui si dichiarano paladini della libertà. Mi rivolgo ai giudeo-cristiani che sono in buona fede, se ce n'è almeno qualcuno. Se dio ha voluto privilegiare gli islamici mettendo sotto i loro piedi il petrolio che gli Italiani quando erano in Libia ce l'avevano sotto i piedi e non se ne sono accorti, perché volete rubarglielo? Le crociate portano sfiga ai cristiani e prima di tutto agli stessi crociati. Chi più dei Templari si diede da fare per liberare il santo sepolcro?  Eppure venne il tempo in cui chi ce li aveva mandati li ha torturati e soppressi per impossessarsi delle loro ricchezze, e cioè  Filippo il Bello di Francia (minacciato dalla bancarotta come Bush) con l'appoggio di papa Clemente V. E poiché non si può derubare qualcosa a chi è innocente, lo si fa passare per cattivo e, dunque, i Templari a forza di stare gomito a gomito con gli islamici... erano diventati adoratori del Diavolo. Forse però dio stesso, magari quello dei filosofi, ha voluto trarre vendetta dei malvagi che si spacciano per suoi adoratori. Non lo posso ancora affermare con certezza perché non ho letto il libro, che ho ordinato, di C. Knight e R. Lomas, ma da quanto si può apprendere dalle recensioni entusiastiche e anche dalle critiche infiammate su internet è probabile che la Santa Sindone rappresenti proprio quel Jacques de Molay ultimo maestro dei Templari che i cristiani suoi assassini periodicamente si recano a venerare come (secondo) messia, il messia della disillusione. Le scuse  dei politici e dei preti che oggi scatenano la guerra all'islam (ma cosa credono, che gli islamici siano scemi?) oggi non sono meno puerili. Meglio fare affidamento sul sano lavoro per procurarsi il petrolio... e sulla ragione, per conservare il petrolio e non perdere con azioni avventate anche quel poco che si ha e di cui ci si deve contentare... e sulla cultura, quanto più vasta possibile, perché coloro che leggono un solo libro non hanno futuro, come i Talebani, animali distruttori di cultura e di civiltà, che gli Americani hanno fatto emergere in Afghanistan quando gli faceva comodo e poi hanno soppresso perché avevano cambiato idea (gli Americani).  I giudeo-cristiani ci stanno imponendo la cultura dell'avere. Noi atei e seguaci della ragione istruita, eredi di Roma e della Rivoluzione francese, invitiamo a perseguire la cultura dell'essere. 

 

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