http://www.alateus.it/index.html
Mappa a rilievo di Gerusalemme e dintorni con la localizzazione del
palazzo egizio della tarda XVIII dinastia.
Selezione di reperti egizi dagli scavi di Gabriel Barkay nel palazzo
egizio a Gerusalemme: capitello a forma di loto; frammento di stele con
geroglifici; statuina in serpentino di faraone in trono.
Scrive Rohl nello stesso articolo che le più antiche iscrizioni scoperte in Israele sono un sigillo che menziona Geroboamo (II?), e il graffito di un operaio datato al 700 a. C. ma non è riferibile direttamente al re Ezechia bensì, ancora una volta, per deduzione da quanto… racconta la Bibbia (cita anche la stele di Moab che però non dimostra alcunché perché non riguarda gli ebrei ed è stata trovata al di fuori di uno scavo stratigrafico).
Il Millo (dal sito di D. Rohl,
come i disegni sul palazzo egizio:
A
Test of Time: The New Chronology of Egypt and its Implications for Biblical
Archaeology and History... ) -
l'argine contro la collina rocciosa che sosteneva il tempio e il palazzo - non fu costruito da Davide e Salomone,
perché secondo Kathleen Kenyon, che lo ha scavato, fu realizzato 350
anni prima dai Gebusiti, gli originari proprietari di Gerusalemme.
Sono diversi i siti in inglese di Osman o a lui dedicati. In italiano vedi, di Osman in persona
Staniero nella valle dei Re |
che cito per intero tranne un'introduzione iniziale:
Nella Bibbia e nel Corano si afferma che il Patriarca Giuseppe fu venduto come
schiavo in Egitto. Furono i suoi stessi fratelli a cederlo ad una carovana di
mercanti, perché erano gelosi del fatto che Giuseppe fosse il figlio
prediletto del loro padre Giacobbe. Un ufficiale egizio comprò il giovane
ragazzo ebreo e lo nominò sovrintendente della sua casa ma, qualche tempo
dopo, la padrona lo accusò ingiustamente di aver tentato di sedurla e
Giuseppe fu mandato in prigione. Due anni più tardi, Giuseppe fu rimesso in
libertà grazie al faraone che, a sua volta, lo nominò proprio ministro
quando Giuseppe riuscì ad interpretare correttamente un suo sogno
premonitore.
Padre del Faraone
A causa di una carestia nella terra di Canaan, i fratelli di Giuseppe si
recarono in Egitto per acquistare del grano. Giuseppe riconobbe i figli di
Giacobbe, quando arrivarono, ma loro non lo riconobbero, poiché oltre a
mantenere segreta la sua identità egli si presentò abbigliato come un
egiziano. La carestia a Canaan si protrasse a lungo e spinse i fratellastri di
Giuseppe a tornare una seconda volta in Egitto. In quell'occasione, Giuseppe
li invitò per un pasto a casa sua e, in un momento di grande commozione, svelò
ai propri fratelli la sua vera identità. Questi ultimi si vergognarono di
quello che avevano fatto, di averlo venduto come schiavo, ma lui disse loro di
non sentirsi in colpa: "Perché Dio mi ha mandato davanti a voi per
preservare la vita ed Egli mi ha reso padre del Faraone".
"Padre del Faraone": fu quest'affermazione che mi turbò, quella
notte. Ai funzionari egizi veniva solitamente dato il titolo di "Figlio
del Faraone" ma "Padre del Faraone" era un titolo raro e solo
poche persone potevano fregiarsene. Immediatamente mi venne in mente il nome
di Yuya. Yuya fu ministro e comandante delle armate su cocchio del faraone
Amenothep III (c.ca 1405 - 1367 a.C.) della XVIII dinastia. Fra i suoi vari
titoli, Yuya ne aveva uno che apparteneva solo a lui "it ntr n nb tawi"
ovvero "sacro padre del Signore delle Due Terre", il titolo formale
del faraone. Il motivo per cui Yuya ricevette questo titolo eccezionale fu che
il re Amenothep III sposò sua figlia Tiye, che ne divenne la consorte più
illustre, la Regina d'Egitto. Per questa stessa ragione Yuya divenne il nonno,
per parte materna, del re monoteista Akhenaton. Giuseppe il Patriarca e Yuya
il Vizir sono gli unici cui sia stato applicato questo potente titolo:
"Padre del Faraone". Potevano essere la stessa persona?
Un ebreo nella Valle dei Re
La tomba di Yuya e di sua moglie Tuya fu scoperta nel 1905, tre anni dopo che
Theodore M. Davis aveva ottenuto la concessione per condurre degli scavi nella
Valle dei Re. Il luogo in cui si trovava la tomba (l'unico sepolcro egiziano
trovato pressocchè intatto, almeno fino alla scoperta della tomba di
Tutankhamon, avvenuta diciassette anni più tardi) causò non poco stupore.
Davis fornì il denaro, mentre l'effettivo lavoro di scavo fu compiuto da
archeologi britannici. Nella Valle dei Re si trova una stretta vallata
laterale, lunga circa 800 metri, che conduce sulla cima del monte. Nel 1904,
otto giorni prima di Natale, James Quibell iniziò ad esaminare questa valle
laterale. Un mese più tardi decise di far spostare nuovamente gli operai
all'imboccatura della vallata: entro il 1° di febbraio avevano già riportato
alla luce la sommità di una porta sigillata che chiudeva una scalinata e, nel
giro di alcuni giorni, Davis ed il suo gruppo furono in grado di entrare nella
tomba, nella quale trovarono i sarcofagi e le mummie di Yuya e di sua moglie
Tuya. Sebbene sia Yuya che sua moglie fossero personaggi noti nella storia
egiziana, non erano considerati particolarmente importanti dagli studiosi. E,
per quanto se ne sapeva, nessuno di loro aveva sangue reale, come sarebbe
stato logico aspettarsi, dato che godevano del privilegio di una sepoltura
nella Valle dei Re. Per quale motivo dei nobili avevano potuto godere del
privilegio riservato solo ai faraoni?
Le prove che, infine, riuscii a trovare mi convinsero che Giuseppe, il figlio
di Giacobbe, e Yuya, il ministro egiziano, erano la stessa persona.
Oltre a condividere l'eccezionale titolo di "Padre del Faraone", sia
Giuseppe che Yuya erano stranieri in Egitto. Molti studiosi hanno fatto
commenti sull'aspetto straniero di Yuya. Ad esempio, Arthur Wigall, uno degli
archeologi coinvolti nella scoperta della tomba di Yuya, scrisse: "Fu una
persona di grande autorevolezza...ha il volto di un ecclesiastico e qualcosa
nell'aspetto della sua bocca mi ricorda l'espressione di Papa Leone III".
Henry Naville, l'egittologo svizzero, espresse l'opinione che: "il
profilo molto aquilino di Yuya poteva essere semita". Anche le difficoltà
incontrate dagli scribi per vergare il suo nome supportano l'origine straniera
di Yuya. Sul suo sarcofago, sulle tre bare e sul resto del corredo funebre si
trovarono 11 differenti modi di scrivere il suo nome. I nomi egiziani,
solitamente, indicavano il nome della divinità sotto la cui protezione era
stata posta la persona: Ra-mos, Ptah-hotep, Tutankh-amon e così via. Sembra,
quindi, che gli Egizi gli abbiano dato un nome derivato da quello del suo Dio,
Yhwh (Jehovah) ed è ciò che gli scribi tentarono di scrivere, in diverse
versioni ortografiche che comprendevano: Ya-a, Yi-ja e Yu-i. Anche il modo in
cui Yuya fu sepolto indica che non si trattava di un Egiziano. Le sue orecchie
non erano forate - a differenza di quelle della maggior parte delle mummie
della XVIII dinastia, l'epoca in cui Yuya rese servizio, prima sotto Tuthmosis
IV e poi sotto suo figlio, Amenothep III - e la posizione delle sue mani,
rivolte verso il collo, sotto il mento, è diversa dal tradizionale
"atteggiamento di Osiride", nel quale le mani del morto sono
incrociate sopra il petto.
Grafton Elliot Smith, l'anatomo-patologo britannico che esaminò la mummia di
Yuya nel 1905, sollevò la questione del suo aspetto non egiziano. Nel suo
rapporto Smith scrisse: "Il suo volto è relativamente corto ed
ellittico…il naso è prominente, aquilino e sollevato…le labbra sembrano
piuttosto piene. La mandibola è moderatamente squadrata…quando siamo giunti
ad indagare sui caratteri razziali del corpo di Yuya, abbiamo trovato molto
poco cui appigliarci quale chiara indicazione delle sue origini ed affinità…la
forma del volto (e soprattutto del naso) sono del genere che si trova più
comunemente in Europa, piuttosto che in Egitto".
Il re diede a Giuseppe anche una moglie egizia ed un nome egiziano, il primo
elemento del quale è "sef". Manetho, uno storico egizio che durante
il III secolo a.C. scrisse la storia del suo paese per Tolomeo I, menziona il
fatto che uno dei ministri di Amenothep III si chiamava proprio "Sef".
Sembra che il nome "Jo-Sef" o "Yo-Sef", in ebraico, e
"Yu-Sef", in arabo, fosse composto da due elementi: l'ebraico "Yu",
che è un'abbreviazione di Yahweh, e l'egiziano "Sef".
Oggetti nella tomba
Nel resoconto biblico su Giuseppe il Patriarca si narra che, quando fu
nominato ministro, egli ricevette tre oggetti dal faraone, quali insegne del
suo incarico: un anello, una catena d'oro ed un cocchio. Nella tomba di Yuya
sono stati trovati anche questi tre oggetti. L'anello reale, in verità, era
scomparso dalla tomba di Yuya, ma rimangono prove scritte che dimostrano che
Yuya era il possessore dell'anello del re. Questo si evince chiaramente dai
titoli di Yuya: "possessore del sigillo del re del Basso Egitto" e
"possessore dell'anello del re del Basso Egitto". Un altro
ritrovamento significativo avvenuto nella tomba è quello di una catena d'oro
caduta all'interno del sarcofago di Yuya, sotto la testa della mummia, quando
i ladri tagliarono il filo che la teneva ferma al suo posto. Nella tomba è
stato scoperto anche un piccolo cocchio.
Riguardo la morte e la sepoltura di Giuseppe, il Libro della Genesi riferisce
che morì all'età di 110 anni: "Lo imbalsamarono e lo posero in un
sarcofago, in Egitto". A partire dal 1865, però, quando lo studioso
britannico Charles W. Goodwin suggerì che l'età di Giuseppe indicata dal
narratore biblico non era reale ma rispecchiava semplicemente una tradizione
egiziana, questa idea si è consolidata sempre più fra gli egittologi. Sir
Grafton Elliott Smith, l'anatomo-patologo che esaminò la mummia di Yuya dopo
il suo ritrovamento, scrisse nel suo rapporto che Yuya non aveva meno di
sessant'anni, al momento della sua morte. Smith non era in grado, basandosi
solo sull'aspetto del volto, di giudicare l'età esatta ma Henry Naville, che
tradusse la copia di Yuya del "Libro dei Morti", scrisse nel suo
successivo commento che: "…l'artista intendeva indicare che, quando morì,
Iouiya (Yuya) era un uomo molto anziano, quindi lo descrisse così". Tali
apparenti discrepanze riguardo l'età si spiegano facilmente. Poiché
all'epoca la durata media della vita era di soli 35 anni, gli antichi Egizi
ritenevano che un'età avanzata fosse segno di saggezza e coloro che
raggiungevano un'età avanzata erano considerati delle persone sacre. Sia
Giuseppe che Yuya erano considerati saggi dal faraone. Di Giuseppe egli disse:
"Nessuno è discreto e saggio quanto te". Yuya è descritto nel suo
papiro funebre come "L'unico saggio che ami il suo Dio".
Tradizionalmente, l'età che gli Egizi attribuivano agli uomini che vivevano
abbastanza da divenire saggi era di 110 anni, indipendentemente dalla loro età
effettiva (un'età legata al valore simbolico del numero 11, sinonimo di Forza
e Saggezza N.d.R.). Anche di Amenhotep, figlio di Habu, un mago egizio del
tempo di Yuya, si disse che era vissuto fino all'età di 110 anni, sebbene le
più recenti informazioni in nostro possesso gli assegnino un'età di circa 80
anni.
La città dalle molte porte
Non è unicamente il confronto tra il racconto della vita di Giuseppe il
Patriarca contenuto nell'Antico Testamento e gli annali storici egiziani ad
indicare che Giuseppe e Yuya erano la stessa persona. Secondo il Corano, prima
del loro secondo viaggio in Egitto i fratellastri di Giuseppe ricevettero un
consiglio da loro padre Giacobbe: "Oh, figli miei! Non entrate tutti
dalla medesima porta: entrate da porte differenti…"
Questo consiglio indica che la città che visitarono nelle loro missioni
commerciali aveva molte porte e quindi poteva essere Menfi, la sede della
residenza reale a sud delle piramidi di Giza, oppure Tebe, sulla sponda
orientale del Nilo.
Nelle tradizioni ebraiche troviamo la stessa storia: "I suoi fratelli,
temendo l'occhio malvagio, entrarono in città da dieci diverse porte" (Midrash
Bereshith Rabbah 89). Poiché è scritto che Giacobbe espresse la sua
preoccupazione prima che i suoi figli partissero per la loro seconda missione,
è ragionevole supporre che egli sentì parlare delle caratteristiche di Tebe
in occasione del ritorno dal loro primo viaggio. Tebe era nota in tutto il
mondo antico come "la città dalle molte porte" ed il poeta greco
Omero la menzionò, intorno all'VIII secolo a.C. chiamandola "la città
dalle cento porte". Questi non erano riferimenti a porte che si aprivano
su di una profusione di mura intorno alla città, bensì agli ingressi dei
suoi molti templi e palazzi.
L'epoca di Yuya e Giuseppe
Poiché il nome del faraone che scelse Giuseppe come suo ministro non è
riportato nei libri sacri, gli studiosi hanno cercato altri dettagli nella
storia di Giuseppe, per tentare di stabilire l'epoca dei fatti. Essi notarono
che i "cocchi" erano nominati tre volte nel Libro della Genesi:
quando lo nominò suo ministro, il faraone regalò a Giuseppe un cocchio. Poi,
Giuseppe usò un cocchio per uscire ad accogliere suo padre Giacobbe ed il
resto della tribù d'Israele, quando arrivarono in Egitto. Infine, quando gli
Ebrei andarono a seppellire il loro padre Giacobbe a Canaan, Giuseppe prese
con sé "sia cocchi sia cavalieri". Il resoconto biblico della
nomina di Giuseppe al suo alto incarico afferma che il faraone gli fornì un
altro cocchio da corsa. Ciò suggerisce che egli fosse responsabile delle
armate su cocchio, un'idea supportata anche dal ritrovamento del cocchio
custodito nella tomba di Yuya. Nell'antico Egitto, come altrove, era usanza
collocare nella tomba oggetti che avevano avuto un significato speciale nella
vita della persona deceduta. I primi archeologi, tuttavia, furono tratti in
inganno quando tentarono di stabilire l'epoca in cui visse Giuseppe, alla luce
di questa nuova informazione. Fino a dieci o vent'anni or sono, infatti, si
credeva che i primi ad introdurre l'uso del cocchio in Egitto fossero stati i
sovrani Hyksos, i quali governarono l'Egitto per circa un secolo e mezzo,
prima che i reggenti della XVIII dinastia li scacciassero. Poiché gli Hyksos
stessi erano di origine canaanita, risultò ovvio collocare Giuseppe l'ebreo
nel periodo del loro dominio in Egitto. Tuttavia, ormai sono stati condotti
degli scavi in tutti gli insediamenti Hyksos presenti sul delta orientale del
Nilo ed in nessuno di essi sono stati trovati resti di cocchi né, tantomeno,
riferimenti scritti o disegnati ad essi. Pertanto, è oggi un fatto
generalmente accreditato che furono proprio i re egiziani della XVIII dinastia
i primi ad introdurre l'uso del cocchio. Si è anche stabilito che fu solo
verso la fine della XVIII dinastia, l'epoca in cui visse Yuya, che le armate
su cocchio furono considerate come una milizia separata e distinta dalla
fanteria e Yuya, in qualità di primo ministro di Amenhotep III, è la prima
persona a noi nota che ricevette i titoli di Deputato di sua Maestà per le
Armate su Cocchio, oltre che Ufficiale della Cavalleria.
Una mummia incompresa
L'identificazione di Yuya con il Giuseppe biblico ci permette una serie di
considerazioni. Nel Libro della Genesi, l'ultima parte della storia di
Giuseppe afferma che quando Giuseppe morì: "lo imbalsamarono e fu
collocato in un sarcofago in Egitto". Basta guardare la mummia di Yuya,
ora conservata nel Museo del Cairo, per convincersi che si tratta proprio
della mummia di Giuseppe. Stabilire che Yuya era effettivamente Giuseppe il
Patriarca e sapere esattamente in che periodo visse ha portato
all'identificazione di una schiera di altri personaggi biblici quali
personaggi storici egizi, compreso David, dalla cui casata sarebbero nati il
Messia promesso, Salomone, Mosè ed il vero fondatore delle dodici tribù
d'Israele. L'Antico Testamento ci fornisce due versioni contrastanti sulla
durata del soggiorno ebraico in Egitto: quattrocento anni o quattro
generazioni. Quale di queste sia quella esatta è stato argomento di
considerevole dibattito tra gli studiosi. Tuttavia, una volta chiarita
l'identità di Yuya e di queste altre figure storiche, è divenuto evidente
che la durata esatta del soggiorno in Egitto fu di quattro generazioni, cioè
non più di cento anni. Se il Visir Yuya ed il biblico Giuseppe dalla veste
multicolore, come credo e affermo nel mio libro "Stranger in the Valley
of the Kings" (Freethought Press, 1987 - che verrà presto pubblicato in
Italia dalla Newton & Compton), sono davvero la medesima persona, ciò
getta nuova luce sull'improvvisa comparsa del monoteismo in Egitto durante il
regno della regina Tiye e di suo figlio Akhenaton.
In quest'ultimo secolo, dal momento della scoperta della sua tomba, il
personaggio di Yuya è stato, in gran parte, dimenticato. Oggi la sua mummia,
la cui importanza storica e religiosa è assolutamente incompresa, giace
nascosta in una solitaria cassa di legno fuori dalla vista dei visitatori, in
un angolo del primo piano del Museo del Cairo, paradossalmente dominato dalla
colossale statua di sua figlia Tiye che siede accanto al faraone Amenhotep III.
Io gli ho fatto visita, in una sorta di simbolico pellegrinaggio, non appena
mi sono convinto di averlo correttamente identificato come il biblico Giuseppe
il Patriarca, che ebbe un ruolo essenziale nel condurre gli Ebrei da Canaan
fino a stabilirsi in Egitto.
Arrivato con Osman ad occuparmi di Amenofi III ma anche di Amenofi IV suo figlio e successore, il faraone eretico adoratore del dio unico Aton, mi si è accesa una lampadina in testa, nel senso della possibilità che proprio sotto questo faraone, al cui servizio anche operò il visir Giuseppe/Yuya, abbia effimeramente trionfato in Egitto quel dio extraterrestre poi espulso dall'Egitto insieme al suo sacerdote regale e ai suoi seguaci che poi troveremo generazioni dopo tutelati da una formazione di UFO - testimone il faraone Ramesses II e il suo esercito in Siria - al momento dell'Esodo (documentato dal Papiro Tulli e da Esodo) o meglio dello stadio finale del medesimo, quello dell'ingresso in Israele.
La ricerca si precisa dunque analizzando Amenofi IV, che non ha i tratti del volto che si possano definire esattamente egiziani, o anche semplicemente umani, se è per questo. Se fosse un alieno, o meglio figlio di un alieno e di una egiziana, la cosa non mi sorprenderebbe affatto.
Mi sono anche posto il problema se possa essere stato Yuya/Giuseppe, l'onnipotente visir 'ebreo' a imporre il monoteismo agli Egizi
(e lo storico del I sec. d C. Giuseppe Flavio in Contro Apione 1, 26ss riporta dalla storia del sacerdote egizio del III sec. a. C. Manetone che al tempo di Amenofi III Osarsef - letteralmente Visir Sef; tuttora in arabo abbiamo, tenendo conto delle sole consonanti come in egizio, usir = ministro - proibì l'adorazione degli dèi egizi)
ma trovo la cosa inverosimile proprio perché gli ebrei ancora non esistevano e non esisteva nemmeno il monoteismo ebraico, che troveremo solo al ritorno dall'esilio grazie ai re persiani, monoteisti anche loro e forse per questo inclini a favorire il monoteismo in Palestina. E' più logico ritenere che proprio Ekhnaton abbia imposto il monoteismo - che i suoi seguaci importeranno in Israele - al suo popolo.
E' evidente che se il monoteismo egizio-ebraico di Aton/Adon/Adonai/Adone/ Signore è una importazione aliena non ha più molto senso fare una ricerca storica sull'Antico Testamento come l'ho fatta per i poemi omerici, alla ricerca delle fonti letterarie, archeologiche e storiche confluite in un'opera letteraria. Tutto sarebbe falsato dalla lente - per ipotesi aliena - con cui i sacerdoti postesilici avrebbero guardato alla civiltà del vicino oriente.
Se l'Antico Testamento è incentrato sul dio degli ebrei e questo dio è alieno o portato da alieni lo studio, per essere serio, deve essere ufologico. Per questo motivo questo lavoro non porterà il titolo di Antico Testamento 2, le prove archeolgiche e storiche extraebraiche, come avevo programmato, ma si chiamerà semplicemente Alieni, e sarà il perfezionamento della ricerca che ho iniziato in Antico Testamento e Papiro Tulli e con essi farà gruppo. Ci chiederemo anche perché. Perché un gruppo ristretto di extraterrestri abbia potuto scendere sulla terra e creare una religione e una nazione che poi sarebbe stata una spina nel fianco dell'umanità. Escludiamo che gli extraterrestri possano essere dèi, dunque agirono per propri fini e fallibili, quelli - una volta precipitati sulla terra o venuti per colonizzarla senza riuscirvi - di ricercare e ricreare sulla terra le condizioni ambientali e culturali della loro terra di origine. E in questo riuscirono, andando a vivere in quell'infernale regno di Satana (o se preferiamo di Asino/Tifone/il Caos nichilista) che è il deserto, dove i loro cervelli sballati dalle forti escursioni termiche si sentivano a casa loro e dove i giudeo-cristiani sempre torneranno a ricercarvi le proprie origini, a ritemprarsi, prima di dare vita a qualche nuova iniziativa pazzoide, come Gesù all'inizio della sua vita pubblica conclusa dalla missione suicida, quella di prendere Gerusalemme. Al seguito degli adoratori di Aton un gruppo di senzapatria eterogeneo per razza, cultura, lingua, come i moderni immigrati clandestini (gli habiru, 'migranti' - da cui gli Ebrei trassero il nome - come lo erano i Pelasgi nella letteratura greca), la feccia dell'Egitto e del vicino oriente. Ecco dov'è l'origine prima dell'odio antisemitico.
(Sugli habiru si può leggere in inglese la replica di Martin Heide alla tesi di D. Rohl in
A Test of Time and Comparative Semitism...A debate between Martin Heide and Peter van der Veen)
Le immagini di Ekhnaton ('Spirito di Aton', il nome che assunse dopo la rivoluzione religiosa) - che lui volle fossero riprodotte con assoluta fedeltà a differenza dei canoni artistici egizi anteriori e posteriori al periodo amarniano - ce lo raffigurano come un androgino con grandi fianchi, ventre prominente da donna incinta e volto da vespa, con gli occhi a mandorla e profilo - vedi foto successive - che attribuirei volentieri ad un habiru, un cananeo, sbarbato. Questo - si badi bene - non vuol dire che sostengo che Amenofi IV fosse un ebreo bensì che da lui e dai suoi gli ebrei assunsero la loro fisionomia deforme caratteristica. Tra l'altro gli ebrei odierni sono pieni di malattie - oltre cento - loro tipiche che non hanno in comune con alcun popolo della terra; diverse sono mentali e, se le hanno in comune con altri popoli, da loro colpiscono in percentuale un maggior numero di individui; altro che popolo più intelligente degli altri! Dunque è perfettamente possibile che gli ebrei abbiano ereditato le loro tante malattie insolite da extraterrestri già di per sé diversi e oltretutto costretti a interagire con un ambiente - quello terrestre - diverso da quello di origine. Sulle malattie genetiche degli ebrei vedi Maurizio Blondet, Complotti vecchi e nuovi, Il Minotauro, 315-317, che cita il libro del genetista Richard Goodman, che insegna all'università di Tel Aviv: Malattie genetiche del popolo ebraico, pubblicato dalla John Hopkins University di Baltimore: Genetic Disorders Among The Jewish People, 494 pagine.
La femminilità di Amenofi IV, che si manifesta anche nelle scene di intimità familiare (qui sopra ad esempio, a destra, tiene in braccio una figlia) può far pensare ad una razza umanoide androgina, ma poiché ebbe almeno sei figlie, dobbiamo concludere che il fatto di essere figlio di una terrestre lo rese comunque sessualmente in regola, almeno sotto l'aspetto funzionale. L'aspetto, e solo l'aspetto e certi tratti caratteriali androgini potrà averli assunti dal padre che io sospetto extrterrestre. Non si può certo trarne delle conclusioni azzardate (nel senso di incestuosità oltre che omosessualità androgina/femminile insita nella futura religione ebraica, perché il tutto potrebbe essere stato dettato dalla ricerca disperata di un erede maschio secondo la linea femminile portatrice del diritto alla successione) ma è un dato di atto che Ekhnaton dopo Nefertiti si unì sessualmente ad alcune delle sue figlie procreando altre figlie e nessun erede maschio.
Se Yuya è Giuseppe, Amenofi IV (figlio di Amenofi III e della nubiana Tiye, figlia di Yuya/Giuseppe) è Mosè, cacciato dalla sua città di Amarna e costretto a prendere la via verso la Palestina. In realtà Ekhnaton/Mosè non sarà stato che il primo dei tanti patriarchi protoebraici ad aver guidato il gruppo di adoratori di Aton che visse lungo tempo nelle zone desertiche, allo stato nomade, ai margini delle civiltà sedentarie che lo guardavano come la peste, avvicinandosi gradualmente, di attendamento in attendamento, alla Palestina. Questo avvicinamento alla sede definitiva non va neanche visto come perseguito dagli ebrei (che piuttosto avranno in origine cercato il deserto e basta, non Gerusalemme), bensì come esito della minore resistenza opposta agli immigrati, che erano più in fuga dai persecutori che in cerca di una sede precisa dove stanziarsi. Dobbiamo pensare ad assai più dei quaranta anni fra l'uscita dall'Egitto e l'arrivo in vista della Palestina, e cioè a 400 anni fra quando perdiamo le tracce di Ekhnaton, diciamo nel 1330 ca., e la scissione del regno pseudo unitario di Israele nel 930 ca. in regno di Giuda e regno di Israele che sono gli unici finora documentati. Giosuè, dopo Mosè, fu il secondo dei cosiddetti giudici, cioè capi, religiosi e militari insieme, di Israele, e a lui ne seguirono molti altri, di cui si parla nel libro dei Giudici, fra cui ultimo e più celebre è nominato Sansone, e nel novero stesso dei giudici dobbiamo contare Eli, il sacerdote empio, Samuele, colui che unse re Saul, nonché il tempo che l'A. T. attribuisce al regno unito di Israele sotto i presunti e mai documentati archeologicamente Saul, Davide e Salomone. Calcolando un giudice ogni generazione di 20/25 anni in 400 anni i giudici devono essere stati 16/20, il che corrisponde. Che non vi sia alcuna testimonianza storico-archeologica del regno unito di Israele al di fuori del solo A. T. prova che questo è un falso storico, vista la strombazzata grandezza attribuita a questi re dall'A. T. Ma a ridimensionare Salomone, il più grande dei tre, che avrebbe regnato su tutta la Siria e trattava Hiram di Tiro come suo dipendente pagandolo con gli scarti, basta dire che ad omaggiare la sua presunta saggezza si presentò una sola beduina, la regina di Saba, una donna, cioè secondo la cultura ebraica e quella cristiana che ne deriva, un essere inferiore! E' curioso che i giudeo-cristiani disprezzano le donne ma poi ricorrono alla loro testimonianza (che secondo le loro leggi non vale nulla) per provare fatti e circostanze vitali per la loro storia e religione (come la testimonianza delle donne circa la 'resurrezione' di Gesù).
La rivoluzione religiosa di Ekhnaton è vista da ciascuno come vorrebbe che fosse e non in modo obiettivo. Certo non ci è dato entrare nella testa di Ekhnaton ma possiamo prima di tutto valutare oggettivamente l'esito della sua rivoluzione, che fu un fiasco totale. Dunque, per quale motivo Ekhnaton avrebbe imposto, con durezza assoluta - facendo scalpellare via i nomi degli dèi e la parola dèi al plurale - il monoteismo di Aton agli Egiziani? Per una specie di sincretismo religioso ante litteram di cui sentiamo parlare sotto l'impero romano o ai nostri tempi, quelli della globalizzazione? Per poter governare tutti i popoli del vasto impero della XVIII dinastia facendoli sentire tutti sullo stesso livello? Io non lo credo affatto, perché risulta che se gli Egizi rifiutarono questa rivoluzione religiosa e colui che l'aveva promossa, i vari principati cananei (e qui si suppone erroneamente l'esistenza degli Ebrei monoteisti, mentre non vi erano ancora né Ebrei, né monoteisti) invece di vivere pacificamente si ribellano e fanno ciò che vogliono (Suppiluliuma di Hatti saccheggia la capitale di Mitanni e conquista la Siria del nord, Aziru, il re di Amurru sequestra i porti fenici. Babilonia entra nella sfera di controllo dell'Assiria). La verità è invece che Ekhnaton, che significa 'Spirito di Aton' si disinteressa di tutto ciò che non riguardi il culto di suo padre, il dio Aton appunto. Ekhnaton, che a chi non azzardi l'ipotesi extraterrestre deve quanto meno apparire un faraone folle, violenta il suo stesso popolo abolendo la sua religione millenaria e finisce prima a vivere isolato e circondato dall'esercito ad Amarna, nel deserto dell'Egitto mediano, e poi dopo essere stato abbandonato dall'esercito ne perdiamo le tracce dovendosi comunque presumere che abbia attraversato il Mar Rosso coi suoi seguaci. Tornando all'ipotesi che Ekhnaton fosse figlio di un extraterrestre comprendiamo perché al limite abbia potuto perseguire cinicamente la sua rivoluzione. Perché egli disprezzava gli Egizi allo stesso modo dei Cananei e dei terrestri in genere. La religione ebraica è profondamente razzista e il suo dio pare un dottore di quelli delle cliniche svizzere in cui riesce a capitare solo Fantozzi, rigido e pieno di precauzioni igieniche contro le malattie infettive. La sua vita sulla terra deve essere stato un inferno come un inferno a noi terrestri capaci di ragionare appare il mondo da cui proviene. Altrimenti dovremo concludere che Ekhnaton era solamente un pazzo visionario esaltato. Ma qui dimostrerò per quanto mi sarà dato di fare che bisogna indagare a fondo sulle possibili origini extraterrestri di Ekhnaton. So che qui metto in gioco la mia reputazione, però troverei sciocco che uno studioso evitasse di indagare una certa ipotesi solo perché difficilmente dimostrabile o in linea di principio improbabile e ripiegasse in ritirata adagiandosi nello studio dello stesso argomento sulla scia di altri che l'hanno preceduto per così evitare di rischiare di perdere la poltrona. Io la poltrona non ce l'ho e quindi sono un ricercatore libero, anche di sbagliare.
Cominciamo col dire che la deformità fisica di Ekhnaton è unica nel suo genere. Si ritiene di attribuirla alla sindrome di Marfan e un sito francese mostra le foto di Ekhnaton e altri illustri colpiti da tale malattia, il celebre violinista Paganini, il presidente degli USA Lincoln, il pianista Rachmaninov. Questa malattia è stata anche diagnosticata e Maria Stuarda regina di Scozia, la cattolica, e a Bin Laden, il mostro di Frankenstein/CIA che si sarebbe (ma io non ci credo) ribellato agli USA e ai suoi amici di vecchia data Bush padre e figlio, i petrolieri. Fra tutti questi individui colpiti dalla sindrome di Marfan - ma sottolineo che sono un assoluto profano in medicina - non c'è nessun rapporto apparente. Nel sito viene data anche la foto di una bambina colpita dalla malattia che, da ignorante, definirei né più né meno che una rachitica. Nessuno di questi individui ha il cranio palesemente deforme di Amenofi IV. Caso mai questo cranio può ricordare le caricature del viso 'cavallino' dell'erede al trono d'Inghilterra Carlo, o magari i ritratti di Carlo V.
Amenophi IV Ekhnaton, il figlio extraterrestre o geneticamente mutato di Teye, sacerdote unico del Sole
E' con Carlo V che semmai va confrontato Amenofi IV. Entrambi attaccati da gravi malattie (Carlo V era colpito da mascella prominente, dunque cattiva digestione, insufficienza renale, sifilide, gotta, epilessia, prostata... e tutte queste malattie le ho raccolte in una rapidissima ricerca su internet), per la conservazione di un impero che il destino sembrava volere universale, lottarono ferocemente per il prevalere di una religione che fosse sincretista, andasse bene per tutti (e qui Carlo avrebbe dovuto avere più successo in quanto sempre di cristianesimo si trattava, eppure i protestanti vedevano Roma cattolica e il Papa peggio che l'Inferno e Satana) scongiurando un pericolo esterno che non furono in grado di fermare (i Turchi islamici per Carlo - e attenti attenti veramente, perché secondo me Bush conosce molto bene Carlo V e lo sta imitando tanto bene che farà la stessa fine con grande sciagura per l'Europa - le mire espansionistiche ittite e le turbolenze cananee per Amenofi) il loro scopo fallì e allora si isolarono e abdicarono come Carlo o eventualmente furono costretti a lasciare l'Egitto come Amenofi IV. Le tare di Carlo erano ereditarie, essendo figlio di Giovanna la Pazza, figlia a sua volta di Ferdinando d’Aragona e di Isabella di Castiglia, quelli di Colombo - per cui sul regno di Carlo non tramontava mai il sole - che iniziarono il brutale sterminio degli indios in nome della croce, abbrutendo per sempre l'America latina e depredandone le ricchezze, quelli che a casa loro liberarono è vero la Spagna dall'occupazione islamica, ma repressero ferocemente islamici, ebrei e cristiani bruciandoli sul rogo... quelli che inventarono l'inquisizione. Per una storia tradizionale di Amenofi IV bisogna caso mai occuparsi anche di Carlo V. Ma non si può scrivere una storia secondo i canoni tradizionali a proposito di Amenofi IV.
Per quanto riguarda la definizione della sindrome di Marfan traggo questa definizione da un sito internet dell'Associazione Vittorio che se ne prefigge la cura:
La "Sindrome di Marfan" è una malattia ereditaria
del tessuto connettivo che coinvolge principalmente il cuore ed i vasi
sanguigni (sistema cardiovascolare), le ossa ed i legamenti (sistema
scheletrico), gli occhi (sistema oculare) ed i polmoni. In Italia ne
sono affette circa 12.000 - 20.000 persone. Il
25% dei pazienti sono casi sporadici, cioè non hanno storia familiare e
quindi sono portatori di una mutazione "fresca". Nel 1992 è stato
identificato uno dei geni principali che causano la sindrome di Marfan : la fibrillina
1 (FBN1), localizzato sul cromosoma 15q21.1, che codifica per un
microfilamento importante costituente del tessuto elastico.
Questo gene, e la proteina che viene da lui codificata, è mutato nel 60% dei
casi Marfan. Le conseguenze di questa mutazione sono spesso devastanti ed
attualmente ancora incorregibili. Una mancata diagnosi e prevenzione
cardiovascolare portano a morte improvvisa tra i 25 ed i 60 anni di età:
esempio eclatante sono alcune morti improvvise di giocatori di calcio o
pallacanestro, riportate dai giornali.
Un gene cromosomico che di punto in bianco oppure per ereditarietà diventa dominante e sovrascrive altri fattori genetici determinando una profonda mutazione genetica. Dunque Ekhnaton fu colpito da questa malattia ereditandola da uno dei genitori(?) - sicuramente trasmettendola alle sue sei figlie alcune delle quali morirono precocemente - oppure generandola da se stesso(?) oppure proprio in quanto extraterrestre o figlio di extraterrestre aveva determinate caratteristiche fisiche (riscontrabili sulle sue raffigurazioni e purtroppo non sulla mummia che non abbiamo, e comunque le mummie è meglio lasciarle riposare in pace perché a parte la difficoltà e incertezza delle analisi non v'è mai la certezza riguardo a chi appartengano veramente) da far parlare di mutazione genetica in mancanza di altra più plausibile ipotesi? La prima ipotesi sembra doversi escludere perché i ritratti attribuiti alla madre Tiye e al padre (putativo) Amenofi III non presentano affatto la deformità facciale di Amenofi IV.
Amenofi III, il padre (putativo?) negroide di Amenofi IV
Tiye (la greca Tia madre del Sole e Latona, la nera madre di Apollo?), la madre di Amenofi IV, non aveva sangue reale ma era necessariamente di pelle nera se figlia di Yuya/Giuseppe, che era di pelle nera e indistinguibile dagli altri egiziani, tanto che i suoi fratelli venuti in Egitto non lo riconobbero, mentre se fossero stati di pelle chiara avrebbero riconosciuto immediatamente un bianco coi loro stessi tratti somatici - per ipotesi differenti - fra tanti negri. Ugualmente nero era Mosè perché non avrebbe potuto essere allevato come egiziano in casa del faraone che aveva dato ordine di uccidere gli ebrei maschi appena nati se per avventura la sua pelle fosse stata bianca con tratti somatici diversi da quelli egizi.
Nefertiti, la moglie di Amenofi IV, le cui origini sono ignote
Tutankhamon, il successore negroide di Amenofi IV
Foto del volto di Tutankhamon - da Discovery.com - realizzata dal cranio della mummia (l'unica mummia di faraone sulla cui identità sono disposto a giurare) grazie ad un sofisticato software e all'applicazione dei dettami della medicina legale. Si tratta di un negro, come Amenofi III e sua moglie Tiye. Dunque - senza bisogno di farne il DNA da comparare con quello di mummie di sempre incerta attribuzione - è probabile che sia stato innalzato al trono dopo l'eresia di Ekhnaton proprio per la sua ascendenza regale per via di Amenofi III.
Dunque allo stato dei fatti Amenofi IV era un deforme pazzoide colpito dalla sindrome di Marfan lasciata in eredità alle sue sei figlie, oppure non resta che l'ultima ipotesi, che Amenofi IV fosse un alieno oppure figlio di un alieno. Se fosse stato un alieno avrebbe dovuto sostituirsi al figlio carnale di Amenofi III (ed è certo che un primo figlio di questo, di nome Thutmosi V, fu tolto di mezzo a Memfi da qualcuno che ne aveva interesse) e convincere tutta la corte di essere al 100% un egizio e un faraone egizio! L'ipotesi pare fantascientifica e dunque al momento preferisco ripiegare sulla possibilità che la nubiana Tiye sia stata inseminata (chi non ha mai sentito parlare nella letteratura ufologica di umanoidi extraterrestri scesi a ingravidare donne terrestri e viceversa di donne extraterrestri scese per farsi ingravidare da uomini terrestri?) da un poco avvenente extraterrestre, il dio Aton in persona (o meglio un pazzo fuggito da un manicomio extragalattico e che si credeva Aton in persona), sceso dal suo disco volante o carro di fuoco a impalmare la non eccelsa terrestre come Zeus, che ha riempito delle sue gesta amorose e di figli l'intera mitologia greca. E sicuramente Zeus vanta la paternità di Eracle, pei latini Ercole, avuto dalla tebana (d'Egitto, come ci avverte Erodoto) Alcmena moglie del cornuto Anfitrione di cui Zeus ha preso le sembianze per ingannare Alcmena. Amenofi IV è l'antitesi dell'atletico Eracle, ma gli dèi non possono che essere perfetti e generare figli perfetti, e anche le Furie erano dette Eumenidi, le Benevole. Eracle come Amenofi IV viene presentato come perdente nella successione dinastica dove si impongono Ificle figlio di Anfitrione ed Euristeo al cui servizio Eracle dovrà compiere le dodici fatiche, che ricordano le dieci piaghe d'Egitto. Se Eracle è Amenofi IV, ovvero il nostro extraterrestre dall'aspetto di vespone o coccodrillo androgino, figlio di Zeus/Aton/Iperione e di Alcmena/Tiye/Theia o Tia/Latona, la Notte madre del Sole Apollo, moglie ufficiale di Anfitrione/Amenofi III, e figlia di Elettrione/Giuseppe, allora Alceo/Tuthmosi IV marito di Lisidice è suo nonno e Perseo/Amenofi II marito di Andromeda è suo bisnonno. Megara figlia di Creonte sarà ovviamente Nefertiti. I greci dunque, sia pure in forma assai nebulosa, da cui non sarebbe lecito trarre molti più elementi storici di quanto abbiamo fatto, ricordavano un dio venuto dallo spazio unitosi ad una tebana egizia da cui aveva avuto un figlio destinato a compiere tante angherie per nulla, fra queste occorre ricordarne una significativa, e cioè che Eracle sterminò la famiglia reale egizia di Tebe perché sacrificava tutti gli stranieri. Si potrebbe pensare ad una giusta punizione dei barbari sovrani se non fosse che questi stranieri non erano stranieri di passaggio angariati ingiustamente, bensì gli Ebrei adoratori di Aton in nome dei quali Amenofi IV/Eracle tartassò gli Egizi e la loro classe dominante. Eracle morì esule. Alcmena/Tiye dopo la morte di Anfitrione secondo una tradizione divenne sposa di Radamanto nell'oltretomba.
Le conclusioni cui sono giunto in questo lavoro basandomi sulle tradizioni ebraiche e greche (correttamente inserite nel loro vero quadro storico grazie ad Osman) mi conforta nella tesi sostenuta a proposito del Disco di Festo, che i fatti più antichi della storia greca (allo stesso modo dei regni favolosi di Davide, di Salomone e della regina di Saba) cioè la guerra dei Sette contro Tebe o l'impresa di Teseo contro il Minotauro vanno riferiti all'Egitto e ai popoli del mare, non alla Grecia, nonostante il greco esista già almeno dal 1600 a. C.
Ma a parte le resistenze della popolazione e del clero egizi alla riforma religiosa di Ekhnaton il colpo di grazia gli venne dalla pestilenza che colpì l'Egitto e si diffuse rapidamente fra la popolazione. Il clero ora disoccupato di Amon ebbe gioco facile ad incolpare del disastro Ekhnaton e l'abbandono del culto tradizionale. Gli dèi dell'Egitto s'erano vendicati e avevano punito il popolo che finora avevano amato e protetto. Ekhnaton fu cacciato insieme ai suoi sacerdoti leviti e ai seguaci di Aton. Passato il Mar Rosso approdò ad Aden e da qui giunse a Marib, dove Tiye/regina di Saba si fermò designandola capitale del suo regno in esilio. Ekhnaton proseguì la sua marcia nel deserto lungo la via dell'incenso fino dalle parti di Petra, dopodiché conquistò la Transgiordania. La Cisgiordania, la Terra Promessa, fu assoggettata da Giosuè.
E' evidente che la fobia per le impurità che mi a fatto parlare di extraterrestri - fra l'altro razzisti, perché si sposano fra loro per mantenere la purezza del sangue - potrebbe essere stata causata da una pestilenza qualunque e dunque cadrebbe o sarebbe gravemente inficiata la teoria aliena. Chiunque dopo essersi scottato teme di esserlo ancora e prende misure preventive anche esagerate per evitare in tutti i modi di rifare un'esperienza allucinante. Misure allucinanti di prevenzione per impedire di ripetere un'esperienza allucinante. Ma se invece l'epidemia fu causata dai seguaci extraterrestri di Aton e dai loro figli, che poi effettivamente furono incolpati di averla diffusa (e la vox populi ha sempre ragione perché anche i cristiani furono accusati di avere incendiato Roma, e l'accusa corrispondeva al vero; nell'un caso e nell'altro Egizi e Romani non furono xenofobi, anche se le circostanze rendevano facile ai soliti malevoli insinuarlo)?
Abbiamo visto che gli ebrei odierni si potrebbero definire il popolo più peculiarmente malaticcio (anche di mente) della terra. Altro che prediletti da dio. Prediletti da Satana, semmai, perché l'Asino/Caos/Tifone/Seth/Satana sono una cosa sola. Già il fatto di possedere (al contrario di tutti gli altri popoli della terra) oltre cento malattie loro esclusivamente peculiari deve farci riflettere e deve incoraggiarci in direzione dell'indagine extraterrestre. Disagi a causa dell'alimentazione, del clima (prediligono il deserto e cioè i forti sbalzi di temperatura o quanto meno le temperature elevate), di certi microorganismi che per loro possono essere letali, ma che magari proprio nel deserto, alle troppo basse o troppo alte temperature, o grazie allo sbalzo di temperatura vengono eliminati. L'Egitto del tempo era al massimo livello di civiltà possibile in quanto Amenofi III, il faraone precedente a Ekhnaton viene definito il Re Sole d'Egitto per la raffinatezza e lo sfarzo della sua corte. Certo gli Egizi di quel tempo non erano degli sporchi emigranti che vivevano in condizioni igieniche precarie - promiscuamente col loro bestiame - come gli habiru > Ebrei! Al contrario erano attentissimi alla loro igiene personale.
Dunque l'epidemia ebbe il suo focolaio fra i seguaci di Aton (eventualmente anche per le loro pratiche sessuali disinvolte, omosessuali e incestuose) e fra i nascenti ebrei che perciò furono cacciati dall'Egitto. Scoprire la natura di questa piaga non è certo facile, né sarà facile identificarla come extraterrestre, ma potremo almeno tentare di identificarla con una degli ebrei di oggi, e ciò sarà già tanto.
Mi colpisce il fatto che la moria che colpì l'Egitto con l'ultima piaga potrebbe corrispondere alla « abetalipoproteinemia o ABL, che colpisce i bambini ebrei nel primo anno di vita – arresto dello sviluppo ponderale, vomito, diarrea, cecità – e che porta alla morte per infarto congestivo prima dei trent'anni... [o] la terribile degenerazione spongiforme del sistema nervoso centrale, che colpisce l'80% degli ebrei askenazi (che sono l'82% della popolazione ebraica), e porta alla morte entro i primi 4 anni d'età. » (Maurizio Blondet, op. cit. pp. 315-316) La degenerazione ecc. si chiama anche malattia di Creutzfeldt-Jakob. Una variante della malattia di Creutzfeldt-Jakob (vMCJ) è quella che colpisce l'uomo attraverso i bovini, come leggo su un sito internet: « l’Encefalopatia Spongiforme Bovina (BSE), nota comunemente come “malattia della mucca pazza” è una malattia neurologica di tipo degenerativo ad esito fatale che colpisce i bovini. Si tratta di un tipo di patologia che appartiene a un gruppo di malattie provocate dai “prioni”, conosciute con il nome di Encefalopatie Spongiformi Trasmissibili (TSE). Le TSE sono malattie mortali che provocano una degenerazione del cervello, trasformandolo in una massa spugnosa, e gravi problemi neurologici. »
Su un'altro sito
http://www.grandinotizie.it/dossier/003/index.htm
si legge che «
Oltre ad essere molto convincenti i prioni sono anche molto resistenti;
infatti sono in grado di resistere al calore - diversamente dalle proteine
comuni - ai disinfettanti e anche ad un enzima, detto proteasi, il cui compito
è proprio quello di distruggere quelle proteine anomale che possono comparire
per un errore di "costruzione". Così la cellula colma di prioni
cattivi riduce le sue capacità annullando le sue funzioni e provocando dei
danni irreversibili al cervello, che assume un aspetto spugnoso, da qui il
termine "encefalopatia spongiforme bovina", ossia Bse. » Dunque la
peste non abbandonò gli ebrei nemmeno nel deserto, dove le temperature sono
veramente alte.
Dallo stesso sito si apprende che
« La Bse si trasmette all'uomo nella nuova
variante Creutzfeldt-Jakob (nvCJ), da non confondersi con la malattia
tradizionale Creutzfeldt Jakob, identificata negli anni Venti dagli scienziati
Creutzfeldt e Jakob, una malattia neurodegenerativa che non ha nulla a che
fare con i bovini. Mentre la forma tradizionale colpisce persone di età
avanzata, tra i 60 e i 70 anni, la nuova variante in genere colpisce persone
sotto i 50 anni. In un solo caso la soglia di età è stata superata: si
tratta di una donna inglese di 74 anni. La vittima più giovane è una
ragazza, sempre in Gran Bretagna, di quattordici anni. Il tempo di incubazione
può variare dai cinque ai trenta anni. Il
legame tra Bse e nvCJD sembra certo, almeno secondo la scienza ufficiale: il
ceppo del prione della Bse è identico a quello umano; inoltre le lesioni
provocate al cervello dalla proteina sono identiche. Tuttavia le nuove
ricerche del lo scienziato scozzese George Venters sembrano confutare questa
ipotesi. »
Su
leggo che la malattia di Creutzfeldt-Jakob è ereditaria nel 15/20% dei casi. E inoltre:
« Fino al 1996 era stata esclusa la possibilità di connessione fra una malattia bovina chiamata encefalopatia spongiforme bovina e la malattia di Creutzfield Jakob. Tutte queste malattie hanno però delle caratteristiche in comune: l’interessamento del sistema nervoso con simile degenerazione neuronale e la stessa eziologia, cioè sono entrambe provocate dall’accumulo di proteine prioniche patologiche. »
Su un'altro sito:
http://www.ica-net.it/pascal/Default.htm
(Relazione
sulla conferenza sulla BSE, nell’ambito dello scambio Giaveno (ITCS B.
Pascal) – Berlino (Liceo Francese), club INSERM) si può leggere:
La
BSE è sempre esistita in Europa, però l’epidemia è scoppiata solo a
partire dal 1984. Nella metà degli anni ’80 l’Europa e l’intero mondo
occidentale sono stati colpiti da una crisi energetica, che ha costretto tutti
i governi a prendere provvedimenti per ridurre i consumi di carburante.
Il
governo inglese, in particolare, ha obbligato i produttori di farine animali,
che elaborano i resti delle carcasse degli animali dopo la macellazione, a
ridurre le temperatura di cottura delle farine da 130° fino a 85° - 87°, un
limite non sufficiente per l’eliminazione completa di agenti patogeni, e nel
caso particolare per la denaturazione dei prioni.
Siccome
le farine animali venivano preparate anche con carcasse di bovini che avevano
contratto la BSE (la malattia ha un periodo di incubazione piuttosto lungo ed
al momento della morte poteva e può anche non essere manifesta), nelle farine
animali prodotte nel Regno Unito hanno iniziato ad essere presenti i prioni
della BSE.
Così,
verso la fine degli anno ’80 l’incidenza della BSE in Inghilterra è
aumentata molto, ma il problema è rimasto puramente economico fino al ’93
– ’94, in cui si sono osservate le prime conseguenze sull’uomo, con la
vCJD.
Ora, come tutti sanno, la 'mucca pazza', soprattutto in Italia, è sotto controllo, ma abbiamo rischiato grosso per colpa degli Inglesi. Blair – col suo compagno di merende Bush – deve rapinare il petrolio all'Iraq e al Medio Oriente in genere se non vuole morire di freddo o di epidemie o altre sciagure causate dalla mancanza di energia, che è soprattutto quella petrolifera!
Da un altro sito:
notare le percentuali per milione di abitanti...
Ora sono tutti pronti a sostenere che bisogna attivarsi, che si devono trovare soluzioni... Ma fino a poco tempo fa guardate cosa succedeva (e sono quasi sempre gli stessi... attori)
29/10/1999
- Mucca
Pazza: esperti, ingiustificato embargo francese.
Il comitato, unanime, da' ragione a Gran Bretagna e Ue.
Bruxelles,
29 ottobre 1999 - Dopo aver esaminato le nuove prove presentate dalla
Francia, il Comitato Scientifico della Ue ha stabilito oggi all'unanimita'
che "non c'e' alcun motivo per rivedere la decisione di togliere
l'embargo sulla carne bovina britannica".
Lo ha
annunciato il Commisario Ue David Byrne,
aggiungendo che Francia e Germania dovranno a questo punto togliere l'embargo
che ancora esiste verso la Gran Bretagna. Il parere del Comitato, composto da
esperti indipendenti, era stato richiesto dalla Commissione che decidera' in
via definitiva mercoledi' prossimo.
Gli habiru vivevano promiscuamente con le loro mucche e dunque le loro malattie le passavano alle mucche che a loro volta passavano le loro malattie agli habiru. Inevitabilmente mucche e habiru avevano le stesse malattie. Nell'Esodo la vera piaga che colpì gli habiru (Deuteronomio 7, 15; 28, 60), tant'è vero che proprio per questo furono cacciati dall'Egitto, fu la quinta piaga, la BSE (o la sua antenata biblica, ovviamente). Se vogliamo conoscere le malattie ereditarie degli Ebrei dall'Egitto in poi dobbiamo leggere la minaccia di Deuteronomio 28, 27ss: « Il Signore ti colpirà con le ulcere d'Egitto, con bubboni, scabbia e prurigine, da cui non potrai guarire. Il Signore ti colpirà di delirio, di cecità e di pazzia, così che andrai brancolando in pieno giorno come il cieco brancola nel buio. »
Da questa peste bovina, o comunque peste degli armenti, furono direttamente colpiti i primogeniti degli ebrei prima e degli egizi dopo (decima piaga). Nei millenni la 'mucca pazza' dell'Esodo è diventata la malattia ereditaria degli ebrei che ne colpisce i primogeniti entro il quarto anno di età. Credo che il ragionamento non faccia una grinza. Se ci aggiungiamo le malattie della sua razza di quel Cavallo Pazzo di Mosè, o meglio Messeh/Messia, il Caimano Pazzo, il Tifone/Caos venuto dallo spazio esterno, allora abbiamo il quadro completo della situazione.
Il mio lavoro sul Nuovo e ora sull'Antico Testamento si conclude qui (il lavoro sulla regina di Saba e l'Arca dell'Alleanza è un' appendice dettata dalla curiosità di tutto sapere). Ho dimostrato che i testi sacri che sono a fondamento della religione giudeo-cristiana non valgono nulla come documentazione storico-culturale di ciò che pretendono di documentare e nemmeno come messaggio morale ed escatologico. Gesù era un combattente per la liberazione della Palestina dalla dominazione romana. Se fosse vivo oggi i cristiani per primi lo crocifiggerebbero di nuovo. Quali messaggi può dare al mondo un patriota? Gli stessi di un Garibaldi o di un Che Guevara. Sono importanti nel caso che si debba liberare la patria, ma una volta liberata la patria diventano scomodi quando si tratta di riorganizzare la vita di tutti i giorni, pacifica. I patrioti devono morire per coronare in bellezza il loro destino. E Gesù è morto, e la morte ne ha fatto un mito. A parte questo messaggio, Gesù non aveva né poteva dare messaggi all'umanità. Al di fuori del patriota, Gesù è un cattivo maestro come tutti gli uomini sono cattivi maestri, chi più chi meno, e noi non abbiamo bisogno di cattivi maestri perché ne abbiamo già troppi. E' morto sulla croce per liberare Gerusalemme. E' lui " divino", l'uomo che sacrifica se stesso per un ideale importante (la liberazione della patria), l'eroe, il martire, non la croce, la sua punizione, la sua negazione. I cristiani adorano la croce, il martirio in sé, e ciò è aberrante perché porta ad intestardirsi su qualsiasi argomento intraprendendo crociate (ieri la croce nella scuola, domani il proseguimento della nostra permanenza in Iraq) per eliminare un nemico che è semplicemente colui che non la pensa allo stesso modo. Che il cristianesimo possa d'improvviso diventare fondamentalista lo dice la storia passata del fascismo, dell'Inquisizione, della caccia alle streghe, delle crociate, degli olocausti mosaici compiuti per ordine di dio e in nome di dio! Gli Europei hanno sempre vissuto in pace con tutti, e sono certo che tutti gli uomini di buona volontà del mondo continueranno a farlo anche nel III millennio, soprattutto sotto l'occhio discreto dei guardiani del diritto internazionale: Francia, Germania, Russia e Cina.
" Dio ", il dio degli ebrei prima ancora dei cristiani, era un alieno alienato precipitato o sceso col suo disco volante da qualche parte nel deserto egiziano. Unitosi ad una non certo bella nubiana (ma d'altra parte lui non poteva pretendere di più col suo aspetto da vespone o da cavallo o da coccodrillo) ha generato un alienato malaticcio che ha dato inizio al popolo ebreo come popolo razzista che non deve mischiarsi con nessun altro e che, secondo il progetto iniziale, avrebbe dovuto dominare la Terra. La Terra e il pianeta X da cui proveniva il " dio " si sarebbero poi un giorno confederati, ovviamente. Una radio-TV, il coperchio dell'Arca, avrebbe mantenuto i contatti fra la colonia e la civiltà madre. Mandando all'aria il progetto, i Babilonesi, gli antenati degli Iracheni di Saddam Hussein, distrussero Gerusalemme, il Tempio, l'Arca-tv, e deportarono gli ebrei superstiti a Babilonia. Oggi Bush, il fanatico religioso crociato è andato a distruggere Babilonia per vendicare gli ebrei e per far avverare la profezia di Armagheddon, il Kossovo, dopo di che (lui credeva e il suo entourage con lui) " dio " sarebbe sceso sulla Terra a creare un governo globale (magari con capitale Washington). Disgraziatamente per lui, Babilonia è proprio la confederazione di stati che governa da presidente. Non lo dico io, bensì Platone, nella Repubblica (vedi il mio lavoro su Atlantide su questo sito), scritta quattro secoli prima della nascita di Gesù e cinque prima dell' Apocalisse di Giovanni (che fra l'alto si riferiva non ai giorni nostri, ovviamente, ma al tempo preannunciato da Gesù come imminente, ma Gesù non era filosofo, e nemmeno un buon profeta, infatti da duemila anni i cristiani stanno ad aspettare colui che non arriverà mai, né per i cristiani, né per gli ebrei). L'Arca-tv è rotta da un pezzo e " dio " non è tornato a difendere gli ebrei durante l'assedio di Vespasiano e Tito, né al tempo del giudeo o mezzo giudeo Hitler. E' morto, il " dio " cattivo demiurgo e cattivo maestro, da qualche parte della Galassia, e nemmeno torneranno i suoi discendenti e connazionali stellari. Hanno troppo da fare a nascondersi da qualche parte ai margini della Galassia, ricercati dal capo della confederazione galattica democratica, il presidente che ama il beneficio del dubbio e detesta i dittatori che impongono credi e dogmi nello stesso momento in cui si dichiarano paladini della libertà. Mi rivolgo ai giudeo-cristiani che sono in buona fede, se ce n'è almeno qualcuno. Se dio ha voluto privilegiare gli islamici mettendo sotto i loro piedi il petrolio che gli Italiani quando erano in Libia ce l'avevano sotto i piedi e non se ne sono accorti, perché volete rubarglielo? Le crociate portano sfiga ai cristiani e prima di tutto agli stessi crociati. Chi più dei Templari si diede da fare per liberare il santo sepolcro? Eppure venne il tempo in cui chi ce li aveva mandati li ha torturati e soppressi per impossessarsi delle loro ricchezze, e cioè Filippo il Bello di Francia (minacciato dalla bancarotta come Bush) con l'appoggio di papa Clemente V. E poiché non si può derubare qualcosa a chi è innocente, lo si fa passare per cattivo e, dunque, i Templari a forza di stare gomito a gomito con gli islamici... erano diventati adoratori del Diavolo. Forse però dio stesso, magari quello dei filosofi, ha voluto trarre vendetta dei malvagi che si spacciano per suoi adoratori. Non lo posso ancora affermare con certezza perché non ho letto il libro, che ho ordinato, di C. Knight e R. Lomas, ma da quanto si può apprendere dalle recensioni entusiastiche e anche dalle critiche infiammate su internet è probabile che la Santa Sindone rappresenti proprio quel Jacques de Molay ultimo maestro dei Templari che i cristiani suoi assassini periodicamente si recano a venerare come (secondo) messia, il messia della disillusione. Le scuse dei politici e dei preti che oggi scatenano la guerra all'islam (ma cosa credono, che gli islamici siano scemi?) oggi non sono meno puerili. Meglio fare affidamento sul sano lavoro per procurarsi il petrolio... e sulla ragione, per conservare il petrolio e non perdere con azioni avventate anche quel poco che si ha e di cui ci si deve contentare... e sulla cultura, quanto più vasta possibile, perché coloro che leggono un solo libro non hanno futuro, come i Talebani, animali distruttori di cultura e di civiltà, che gli Americani hanno fatto emergere in Afghanistan quando gli faceva comodo e poi hanno soppresso perché avevano cambiato idea (gli Americani). I giudeo-cristiani ci stanno imponendo la cultura dell'avere. Noi atei e seguaci della ragione istruita, eredi di Roma e della Rivoluzione francese, invitiamo a perseguire la cultura dell'essere.