Radio
Alter on the Road Communications ha
incontrato a Vic in Catalunya,durante il Mercat de la Musica
dal 15 e 18/09/2005, a Mauro Pagani e per l’occasione con Fernando
Bernandez, giornalista e collaboratore della rivista musicale di Los Angeles “
La Banda Elastica”, abbiamo poste alcune domande relative al mondo della
musica. Intervistare il grande artista italiano, che con la PFM suonò per tutti
i plachi del pianeta ed in seguito con il grande cantautore italiano Fabrizio De
Andrè, ci ha permesso di continuare quel dialogo aperto che con Radio Chango
stiamo cercando di ampliare per una crescita creativa ed istruttiva relativo al
mondo dell’arte, della cultura e la musica.
Come
si realizza il cambiamento da una band rock come la PFM e l’inizio con
una musica più universale e popolare, dal Libano alla contaminazione africana?
Accadde
che nel 1974 e 1975 io conobbi alcuni musicisti che si trovavano in Italia e
lavoravano sulla tradizione musicale mediterranea ed ho iniziato ad ascoltare
questa musica. Così per cinque o sette anni ascoltai solamente questo tipo di
musica. Fu un amore che possiamo definire carnale e non intellettuale. Dopo ne
susseguì una formazione umanistica perché in particolar modo amo comprendere,
vedere ciò che accadde nella storia. Il primo evento che mi capitò fu questo:
amore carnale per questa musica piena di vita e di magia. Ho lavorato in seguito
su questi tenni per otto anni e quando incontrai Fabrizio De Andrè, che già
d’allora in Italia era un cantautore alquanto conosciuto, egli mi disse che
voleva fare un disco mediterraneo ed anche perché ascoltò le musiche che io
stavo suonando e così questo incontro con Fabrizio accadde nel momento giusto.
Dopo molti anni che lavorai con un artista come Fabrizio De Andrè, ci fu tra me
e lui uno scambio di esperienze. Fabrizio aveva un senso molto preciso della
canzone, delle strutture, del come scrivere le canzoni, posto che io venivo da
una band rock dove si suonava tanto e si cantava molto poco. Infatti rispetto
alla esperienza della PFM ho approfondito la prospettiva di costruire una
canzone nella sua morfologia perché essa si modula sulla parola. Perciò
lavorando molto con questo grande artista genovese mi ha arricchito tanto nella
forma anche se il mio viaggio nella cultura mediterranea iniziò già quando io
stavo con la PFM negli ultimi due anni.
Mi sono reso conto in questo concerto oggi a Vic ( Catalunya) che è alquanto rilevante non solo la parte musicale ma anche quella sociale ed i suoi contenuti.
Io
credo che non dovrebbe essere una prerogativa degli artisti ma di tutte le
persone essere sensibili ed affrontare i malesseri sociali e civili per poi
rendersi conto di quello che succede nel mondo. Non è questione di fare musica
politica o non. La questione è che se tu quando suoni parli delle cose che ti
importano, le cose che sono tue, questo è uno specchio delle cose che ti
interessano nella vita. Allora io non posso guardarmi intorno ed ammirare
solamente il mare, o parlare dell’amore. Il mondo è meraviglioso e terribile
ed io parlo di questo perché è una cosa mia. Ciò mi tocca e mi fa male. È
semplicemente questo.
Questo sentimento si sente molto in Latino America e la verità è che riceviamo poche notizie su musicisti come voi perché l’Italia esporta altro tipo di musica.
Sì,
perché il sistema che esporta è una macchina che esporta merci. Tutto il
mercato è costruito su un oggetto e non importa ciò che è. Uno fa propaganda,
pubblicità, televisione, radio, etc. Sicuramente tutto il mercato è
maggiormente in mano alle radio. La radio trasmette musica e la musica che
trasmette la radio, così pensa la radio, pensa che sia musica buona per tenere
la gente agganciata all’ascolto. Ma noi, tutti gli ascoltatori, siamo molto
meglio di quella “ cosa” e di tutto quello che pensano le radio. Si scrive
musica molto migliore di questa. Solamente che loro non hanno orecchie per
ascoltarla. A loro non interessa perché il cliente della radio non è quello
che paga la pubblicità. Il vero cliente di una radio commerciale non sei tu che
ascolti la musica ma è , ad esempio, la “ coca cola”. La radio vuole il
danaro della coca cola non da te e così si costruiscono le radio per fare
piacere e cosa gradita alla coca cola e non a te ascoltatore. Tutto è costruito
in modo che tu sia un numero e così alle radio interessano i numeri per
essere più gente e per richiedere più coca cola.
Tornerai a suonare con la PFM?
Suonammo
insieme circa due anni fa in un
concerto di riunione e c’è un disco adesso che è stato pubblicato da questo
incontro. Suonammo tutto il materiale storico della PFM che fu registrato a
Siena nella Piazza del Campo. Fu un concerto alquanto emozionante. So anche che
adesso loro stanno preparando un CD come anch’io d’altronde. Credo che
quando finiremo sarà possibile…
Un’ultima domanda: Mauro Pagani come produttore e le sue molte produzioni di dischi…ma vi è una che mi richiamò l’attenzione quella di Bernardo Lancetti?
Bernardo
Lancetti ha un grande talento. Molto talento ed io me ne andai dalla PFM quando
lui ancora rimase per un anno con la PFM. Bernardo ha sempre avuto un gusto
molto americano rispetto al mio, nel senso del tipo del canto inglese, come
quello di Peter Gabriel, Genesis, etc. Invece io vivevo
quel momento in cui ascoltavo molta musica araba e turca, spagnola e
mediterranea. Quello era un momento in cui noi due non ci incontravamo.
Ultimamente ci incontriamo e ciò che mi sembra strano è che lui ha una
relazione più frequente con la PFM. Lo vedo adesso raramente perché lui si è
ritirato a vivere in una piccola città di provincia dove tiene alcuni concerti
in una dimensione molto nascosta.
Ti senti
identificato e vicino a Peter Gabriel con la Real World come stile musicale?
Solo
per le statistiche ti dico che Creuza de Ma
fu registrata nel 1986 e pubblicata nel 1984. Peter Gabriel iniziò con
la Real World nel 1988. Semplicemente posso dire con orgoglio che nonostante per
me Peter Gabriel sia un grandissimo artista, penso in qualche modo che abbiamo
un destino parallelo. Ma sono felice di avere realizzato da solo e per prima
questa scelta artistica non per rispetto a lei
ma per rispetto a Peter Gabriel. Mi piace molto che sia accaduto ciò.
Perché Mauro
pagani, Peter Gabriel e Fabrizio De Andrè hanno scelto di vivere in Sardegna?
Perché
la Sardegna è…Noi italiani abbiamo vive due culture.Quella del sud Italia e
quella del nord. La cultura della “ Taranta” che sempre più si sta
allontanando dalla vita quotidiana. Mentre invece oggi ancora in Sardegna la
musica fa parte integrale della vita quotidiana. La cultura musicale sarda è la
ultima grande cultura musicale con una identità forte
in assoluto originale che abbiamo in Italia. Essa è anche una delle
poche che abbiamo in Italia ed in Europa in qualche modo…e poi con
un’identità unica. La prima volta che ascoltai il disco del quartetto di
Gallura venni preso dalla Sindrome di Stendal. Ascoltai quella musica e ripetei
a me stesso. “\ Che meraviglia è questa?”. Così ho cercato di studiare la
musica mediterranea …ma io sono un ladro, cioè sono un amante e non sono uno
studioso…e così questa è la mia relazione con la musica.
Grazie
a Fernando Bernandez e a La Banda Elastica di Los Angeles