RADIO ALTER ON THE ROAD COMMUNICATIONS

INCONTRO CON RENATO CURCIO

Testo e foto di Paula Pitzalis

Abbiamo incontrato Renato Curcio durante la presentazione del libro di Annino Mele,“ Mai” per le edizioni, Sensibili alle Foglie, http://www.sensibiliallefoglie.it/, presso la sala della Casa dello Studente di via Trentino a Cagliari,Sardegna, il giovedì 30 Marzo. Relatori dell’incontro il giornalista e scrittore Paulu Pillonca, la scrittrice e giornalista Giulia Clarskon e l’Avvocato Angelo Merlini. La casa editrice medesima, nata come una cooperativa di produzione e lavoro, si propone di osservare e ricercare e domandarsi sulle modalità dei vissuti umani tratti da esperienze estreme, sui sistemi totalizzanti in seno delle istituzioni e sui cammini che si possono intraprendere come risposta a tali situazioni. Una casa editrice che vuole mostrare una speranza ed una finestra aperta perché entri un raggio di sole anche nelle celle più buie dei condannati all’ergastolo e che “ Mai”, secondo la sentenza, potranno portare a termine lo sconto della loro pena giudiziaria. Radio Alter on the Road Communications prosegue il suo cammino per le strade del pianeta e trasmette i suoi comunicati sulle frequenze virtuali di Radio Chango per la sensibilizzazione della tutela dei Diritti Umani che Koscienza Sociale ci permette di trattare

Per i giovani o per queste generazioni alle quali le si contesta la mancanza di valori…ma i valori esistono perché è l’uomo che li trasmette. Renato Curcio con il suo vissuto umano e le sue sofferenze e le sue battaglie anche per i diritti umani come può rivolgersi a loro?

Direi che i giovani sono confrontati oggi come tutte le generazioni precedenti con i problemi del tempo e con dei problemi estremamente complicati perché negli ultimi anni i processi di trasformazione sono stati tali da obbligarci a confrontarci con dinamiche che riguardano tutto l’intero pianeta. É il tema della globalizzazione. Globalizzazione dei processi ma anche globalizzazione dell’area culturale per affrontarli. I giovani al giorno d’oggi, diciamo, sono confrontati con il problema di una cittadinanza globale e di un’etica adeguata a questa cittadinanza.

I giovani però non conoscono Renato Curcio…

Ma Renato Curcio non è affatto importante!

Sì,però Renato Curcio è anche parte della storia d’Italia!

No! La storia è un’insieme di storie che è fatta da tantissime persone, uomini e donne che negli ultimi decenni, come in tutte le generazioni precedenti, hanno lottato in qualche modo per affermare i loro diritti e per le idee che credevano giuste. Non si tratta di assumere questi modelli o particolari modelli del passato. La memoria del passato è importante ma un conto è lo scavo di memoria che è un dovere di ognuno per potere misurare anche il punto in cui è nella vita con l’assunzione dei modelli. I modelli che invece oggi servono per l’azione all’interno dei nuovi processi è un problema che riguarda un adattamento creativo al presente ed io ho molta fiducia nelle persone che vivono malesseri sociali perché tali persone siano spinte proprio da questa difficoltà che vivono a dover pensare proprio ad un adattamento non passivo.

Posso farti una domanda relativa al fatto che tu precedentemente hai affermato che hai una figlia?

Sì ma a questa non rispondo. Sono sfere del privato.

No io intendo la mia domanda come figura di genitore che trasmette un’etica al proprio figlio posto che hai parlato di Diritti Umani…e sia chiaro non voglio assolutamente parlare della tua vita privata ma dissertare della trasmissione della speranza e della difesa dei diritti umani.

Ognuno di noi deve immaginare la propria responsabilità rispetto a sé ed alle persone care, agli amici ed anche rispetto ai cittadini che non conosce neppure. Da questo punto di vista io credo che noi dobbiamo assumere un forte impegno oggi per pensare ai nostri limiti culturali e rispetto alla capacità di dare risposte soddisfacenti ai problemi che ci affliggono. Ma i problemi ci affliggono e questo produce dolore e sofferenza, malessere ed angustie e quindi produce anche la necessità di andare oltre perché non ci si può immaginare solo umani infelici. Bisogna  potersi immaginare anche come umani capaci di gestire felicemente la loro vita di relazione con il prossimo ed anche il distante.

Come dice Manu Chao “Próxima Estación Esperanza”? C’è ancora speranza?

Sì perché si perseguita ancora oggi con la violazione dello Stato di Diritto e noi continuiamo ad impegnarci perché se negli anni ’70 prima accadeva lo stesso adesso il problema si pone per tutto il pianeta. Vi è la necessità di un’etica planetaria. Davanti ad un mondo che si globalizza non abbiamo un mondo culturale che permette una salvezza di tutti i diritti e culture umane. Sì! Bisogna seguitare nell’impegno e sensibilizzazione. Sì, prossima stazione: speranza!