Despues de algunos anos rivisito mi memoria,el expreso del hielo... Colombia...
Que
aventura!... Aprendì mucho de esta aventura,de sus lugares y sobre todo de sus gentes. Llegué por fin a Bogota,Frank y Jacques me esperaban en el aeropuerto,enseguida
me llevaron a ver el famoso tren...algunos llevaban ya meses trabajando en
el proyecto,eramos casi una centena de personas...enseguida al verlo pensè
a Garcia Marquez...estuve pintando con los otros
mariposas de colores al exterior de el vagon bar,he visto tambien
al gigantesco dragon que se mueve,ruge y escupe fuego,se llama roberto;Tambien
he visitado “el museo del hielo”,aqui dentro no se puede hablar fuerte,ya
que las leyendas decìan que se podia despertar el yeti que tenian
congelado alli. Me pusieron a trabajar con Anne Marie en "la casa de la luz",el vagon màgico...a
veces metìamos a los ninos en pompas gigantes de jabon. 3 dias despues el tren empezo por fin su viaje...Nos movemos! Salimos de Bogota hacia la costa de Santa Marta,selvas,montanas,rios,ciudades,pueblos... Se suda,y escasea el agua,a veces el tren descarrila bruscamente,en cada
estacion nos reciben con los brazos abiertos,al ritmo de percusiones
varias. Mas tarde descubrimos a un simpatico polizòn que se escondia en uno de los
vagones,se llama Jaibo,y se une a nosotros;nos reunimos en el vagon bar
durante el viaje,cantabamos,tocabamos,bailabamos...se bebia agua ardiente
por la noche,mi frances no era perfecto para comunicar con los franceses,pero
conocì igualmente un monton de gente nueva...a parte de la mayoria
francesa,tambien formaban parte del grupo:Garincha y Cerise,dos
brasilianos que ensenaban la capoeira a Andrea (la uruguaya)... En Santa Marta hizimos el primer espectaculo,concierto,fiesta...fuè
increible! Cada dia un nuevo pueblo,nueva gente maravillosa,otra ciudad... Christian Barreto era mi maestro en electronica y trabajos de montaje;construìmos
un mini cine para la gente,su novia Zut-Zut,me hacìa llorar de risa con
su precario espanol.El vagon tatto lo dirigian Tom y Daniel(un belga muy
simpatico casado alli hace anos con Amparo),le quedaba ya poco de belga y
mucho de Colombiano...los dos hacen tatuajes increìbles,la gente se pone
a la cola y espera horas para tatuarse...con Daniel y su amigo taxista nos
corriamos las mejores juergas... Tambien me ocupaba del "huevo de Jojo", un juego para los ninos...objetivo:romper
muchos huevos y ganar muchos premios. Honder apareciò un dia,dice que tiene ocho anos,esta solo,dice que no tiene
a nadie,que lo han abandonado;es listìsimo(para vivir solo en Colombia lo
deve ser...)quiere venir con nosotros,tiene casi 100 personas que intentan
siempre mimarlo,es un fenòmeno bailando y imitando ritmos extranos...era
cierto que solo podìa estar mejor con nosotros,no peor...Todas las noches
cerrabamos la pesada caparaza del dragon Roberto,dormia dentro...estaba
todavia ardiente de sus propias llamas. Despues de un tiempo desgraciadamente,la mitad de los miembros de Mano
negra,abandonan la aventura...el hijo de Franck estaba mal y tuvo que
marcharse,seguido de Phil Renaud,Philipe,Kropol... Se marcharon invadido de problemas y tambien de la falta de confianza...asi
el escenario se quedaba medio vacio,era un drama...habìa que llenarlo por
todos los medios...solo diò lugar un concierto con el grupo entero(en
Santa Marta)...y despues hubo un enorme dilubio... Menos mal que estaba por alli Fidel(de Todos tus muertos),honder
bailaba en el escenario,dos de los French lovers tocaban,Tomasin y
yo nos desganitabamos haciendo los coros,despues de los conciertos ayudaba
a Jako a recoger y tapar el material en el vagon escenario. Una vez atravesamos el enorme y turbulento rio Magdalena en una barca con
kilos de material,para hacer un concierto en la otra orilla del rio,tuvimos
un poco de miedo de vivir un naufragio,pero lo conseguimos... En esa epoca,de repente salio una noticia increible en los periodicos:han
matado a Escobar,el que dicen mafioso y responsable de todo el trafico de
cocaina en Colombia, que en realidad,para cierta gente era una especie de
Robin Hood,que les ayudaba construyendo escuelas y dando ayudas
provenientes de su dinero negro...A veces era complicado encontrar hielo
por esas tierras,para realizar el espectaculo(con una maquina
transformaban bloques de hielo en nieve)...en ese momento salia Ramon(el
padre de Manu),vestido totalmente de oso...era alucinante... Asi transcurriò el tiempo,entre la gente del tren habia cosas en comun y
tambien muchas diferencias de opinion a veces, como en cualquier
convivencia,habia a veces discursiones y maneras de ver la vida diferentes,creo
que eso lo comprendieron todos...igualmente todos vivimos esta aventura
inolvidable ,llena de cosas fuertes . Viva el expreso del hielo!!, sobre todo viva Colombia!!! -ANA- marzo 2005 |
Dopo
alcuni anni, rivisito i miei ricordi, l'espresso di ghiaccio, ... Colombia ...
Che avventura! ...
Ho
imparato tanto da questa avventura, dai suoi luoghi e soprattutto dalle loro
genti.
Arrivai
finalmente a Bogota, Frank e Jacques mi aspettavano all'aereoporto, subito mi
portarono a vedere il famoso treno.. alcuni stavano lavorando al progetto da
mesi, eravamo quasi un centinaio di persone...nel vederlo pensai immediatamente
a Garcia Marquez... dipinsi con gli altri farfalle colorate sulla parete esterna
del vagone bar, vidi anche il drago gigantesto che si muoveva, ruggiva e sputava
fuoco, si chiamava Roberto; ho anche visitato "il museo di ghiaccio",
al cui interno non si poteva parlare troppo forte, perchè, come narravano le
leggende, lo yeti congelato lì conservato, avrebbe potuto svegliarsi.
Mi misero a lavorare con Anne Marie nella "casa della luce", il vagone magico.. a volte intrattenevamo i bambini con bolle di sapone giganti.
3 giorni
dopo il treno cominciò finalmente il suo viaggio... ci muovevamo!
Uscimmo
da Bogota verso la costa di Santa Marta, selva, montagne, fiumi, città,
genti...
Si
sudava e l'acqua scarseggiava, a volte il treno deragliava bruscamente, in ogni
stazione ci ricevevano a braccia aperte, al ritmo delle varie percussioni..
Più
tardi scoprimmo un simpatico poliziotto che si nascondeva in uno dei vagoni, si
chiamava Jaibo e si unì a noi; ci riunivamo nel vagone bar durante il viaggio,
cantavamo, suonavamo, ballavamo... si beveva agua ardiente la notte; il mio
francese non era perfetto per comunicare con i francesi, però ho conosciuto
ugualmente un sacco di gente nuova... a parte la maggioranza francese, facevano
comunque parte del gruppo: Garincha e Cerise, due brasiliani che insegnavano la
capoeira e Andrea (la uruguyana)...
A Santa
Maria facemmo il primo spettacolo, concerto, festa... fu incredible! Ogni giorno
gente nuova, facce nuove, nuova gente meravigliosa, nuove città...
Christiano
Barreto era il mio maestro di elettronica e di lavori di montaggio; costruimmo
un mini cinema per la gente, la sua compagna Zut-Zut, riusciva a farmi piangere
dal ridere col suo spagnolo "precario". Il vagone tatoo era sotto la
direzione di Tom e Daniel (un belga molto simpatico sposato da anni con Amparo),
gli rimaneva oramai poco di belga e molto di Colombiano... i due disegnavano
tatuaggi incredibili, la gente si metteva in coda e aspettava ore per tatuarsi..
con Daniel e il suo amico tassista facevamo le migliori baldorie...
Ero
anche occupata dal "uovo di Jojo", un gioco per i bambini...
l'obiettivo: rompere tante uova e vincere tanti premi.
Honder
apparì un giorno, diceva che aveva otto anni, che era solo, diceva che non
aveva nessuno, che lo avevano abbandonato; era sveglissimo (per vivere da solo
in Colombia bisogna esserlo..) voleva venire con noi, c'erano quasi 100 persone
che provavano ad imitarlo, era un fenomeno, ballava e imitava ritmi strani ...
era sicuro che sarebbe stato meglio con noi, non peggio... Tutte le notti
chiudevamo la pesante corazza del dragone Roberto e lui vi dormiva dentro... era
ancora ardente delle proprie fiamme...
Dopo un
po' di tempo, disgraziatamente, la metà dei membri della Mano Negra
abbandonarono l'avventura... il figlio di Franck stava male e dovette andarsene,
seguito da Phil Renud, Philipe, Kropol...
Se ne
andarono invasi dai problemi e anche dalla mancanza di fiducia... così il palco
rimase mezzo vuoto, fu un dramma, bisognava riempirlo in qualsiasi maniera...
facemmo solo un concerto con l'intero gruppo (a Santa Marta)... e in seguito fu
un enorme diluvio...
Meno
male che c'era Fidel (di Todos tus Muertos), Honder ballava sul palco, due dei
French Lovers suonavano, Tomasin e io ci arrangiavamo facendo i cori, dopo i
concerti aiutavo Jako a raccogliere e a coprire il materiale nel vagone
destinato al palcoscenico.
Una
volta attraversammo su una barca l'enorme e turbolento Rio Magadalena con chili
di materiale per fare un concerto sulla riva opposta del fiume e prendemmo un
po' di paura credendo di vivere un naufragio ma ce la facemmo...
A
quest'epoca uscì improvvisamente una notizia incredibile sui giornali: avevano
ucciso Escobar, ritenuto un mafioso e responsabile di tutto il traffico di
cocaina in Colombia, ma che in realtà, per certa gente rappresentava una specie
di Robin Hood che aiutava costruendo scuole e distribuendo aiuti provenienti dal
suo denaro sporco... A volte era complicato trovare ghiaccio in queste terre per
realizzare lo spettacolo (con una macchina trasformavano i blocchi di ghiaccio
in neve)... in questi momenti Ramon usciva (il padre di Manu), vestito
totalmente di orso (?!)... era allucinante...
Così
passò il tempo, tra la gente del treno c'erano cose in comune e a volte anche
molte differenze di opinione, come in qualsiasi convivenza; vi erano a volte
discussioni e maniere di vedere la vita differenti, credo che questo lo possano
comprendere tutti... tutti vivemmo ugualmente questa avventura indimenticabile,
piena di cose forti.
Viva l'espresso di ghiaccio!! Soprattutto viva la Colombia!!!
Traduzione eseguita da MG