SANTINA   CAMPANA                                   

                                                 

                                                 

              SANTINA CAMPANA                    
                           1929 - 1950                                                         breve biografia di un "angelo"
    "Vado a pregare per voi e  a prepararvi
     il posto...
  ...Vi scriverò dal Paradiso!"    

SANTINA CAMPANA nacque ad Alfedena (L'Aquila) il 2 febbraio 1929.Settima di nove figli di cui tre suore e due sacerdoti.
 Fin da piccola  imparò ad amare Gesu sopra ogni cosa e a 7 anni si offrì "VITTIMA" per la vocazione
 religiosa delle sorelle e sacerdotale dei fratelli. Disse: "Dove c'è una vocazione,non può mancare una vittima". Rinnovò la sua offerta di "VITTIMA" fino alla morte.

A 14 anni, a causa della seconda guerra mondiale, fu sfollata per le montagne nevose dell'Abruzzo e del Molise. Per mesi soffrì, con ammirevole pazienza, la fame,il gelo, l'umidità, insieme alle atrocità dei
bombardamenti e delle aggressioni di vario genere fino all'incredibile.
Si ammalò gravemente di pleurite tanto che sembrava morta e poco mancò che fosse sepolta viva.

Irradiando luce celeste incoraggiava tutti  ripetendo: "Coraggio, sarà quello che il
Signore vorrà, se Egli non permetterà, nessuno ci potrà fare del male".

Offriva la sua vita per il Papa, per i Vescovi, per i Sacerdoti e per le Missioni.
A 16 anni andò novizia tra le Suore di Carità edificando Maestre e Consorelle
con lo spirito di sacrificio e di fede: "Voglio farmi santa, e grande santa", ripeteva.

A 17 anni, il 25 marzo 1947 ebbe la prima emottisi polmonare e fu rimandata in Abruzzo
nel Sanatorio: "Villa Rinaldi". Nel lasciare il Noviziato, baciò le mura e disse:
"Comincio la mia salita al Calvario".

Dal letto di dolore, che lei chiamava "il suo trono bianco" attirava le anime afflitte
e le consolava col suo perenne sorriso:"Coraggio, il soffrire passa, l'aver sofferto rimane", ripeteva spesso.

Nonostante la malattia la costringesse a letto per anni interi, organizzò una fiorente
Azione Cattolica e ne fu Presidente di rare virtù ed energia infondendo la gioia.
Fu Zelatrice Missionaria infaticabile, e,iscritta all'Unione Cattolica Malati, consolò molti con i suoi messaggi pieni di fede,speranza, entusiasmo ed amore divino.

Vivendo fino in fondo il sublime Programma "AMORE E DOLORE ",pregava i medici
di non somministrarle calmanti: "Voglio essere sempre presente a me stessa fino all'ultimo, diceva,
 perché fino all'ultimo voglio fare atti di amore".

Supplicava: "Gesù sii buono con me,fammi soffrire, donami la tua Croce".

Il suo testamento fu: "AMATEVI! L'AMORE CI RIUNIRÀ IN DIO",

Ricca di meriti e di virtù eroiche, a 21 anni, il 4 ottobre 1950 realizzò le sue parole:
"Preparandomi da una festa all'altra giungerò alla mia, ossia al momento in cui l'anima mia,libera dai lacci di questa terra,volerà .in eterno al suo creatore".

Fedele alla sua promessa: "VI SCRIVERÒ DAL PARADISO", iniziò subito la sua
pioggia di grazie e asseriti miracoli che va  spargendo sulla terra in misura sempre più abbondante.

 Il 28 giugno 1971 la Sacra Congregazione per le Cause dei Santi proclamò il
Decreto di approvazione dei suoi Scritti.I Processi Canonici portarono all'Introduzione della Causa di Canonicizzazione approvata il 1° giugno 1979, dal Santo Padre Giovanni Paolo Il; ora procedono, secondo
il normale iter, verso la proclamazione delle Virtù Eroiche e quindi, dopo l'esame del
Miracolo richiesto, già pronto, si concluderanno, a Dio piacendo, con la Beatificazione di Santina Campana.

La Tomba  della  Serva di Dio  Santina  Campana si trova  nella  Chiesa di S. Giuseppe a Pescina (AQ)

                                 

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                                         il BEATO NUNZIO SULPRIZIO   

                                                                 

Il Beato Nunzio Sulprizio,nacque a Pescosansonesco (Pescara) il 13 aprile 1817. Rimasto orfano,fu' accolto in casa di uno zio,fabbro-ferraio,che lo sottopose ad un lavoro superiore alle sue forze.

Lasciato in abbandono,dopo che si era ferito alla caviglia,andava mendicando di porta in porta,tra lo scherno dei ragazzi,un tozzo di pane,aiutandosi con una stampella. Anche le donne,per paura che la sua piaga infettasse l'acqua,lo cacciavano a sassate dalla fonte publica.

Egli,allora,zoppicante,si trascinava sotto Riparossa (ove sorge l'attuale Chiesa che ne custodisce le reliquie) e ivi trovava sollievo nell'acqua fresca e consolazione nella  "corona  del Rosario".

Aggravatosi,dopo  un breve ricovero all'Aquila,venne accolto amorevolmente come un figlio a Napoli,dal generoso colonnello Wochinger,dapprima all'Ospedale degli Incurabili e poi nel castello (Maschio Angioino),nell'appartamento di questo benefattore.

Ivi morì di carie ossea,il 5 maggio 1836,dopo aver ricevuto con straordinario fervore i Sacramenti. Aveva solo 19 anni.

Dai posti piu' remoti nella citta' arrivarono all'improvviso sacerdoti, religiosi ,giovani , donne, ragazzi di ogni condizione sociale, tutti dicevano: " E' muorte 'o santariello nuoste ; 'o ciunacriello sante ! " . La vove passo' di bocca in bocca ,una folla, una marea di gente accorse spontaneamente ,da ogni parte, faceva presagire che non tutto era finito ,iniziava l'apoteosi di un Santo...

Pronto nell'obbedienza,desideroso di pregare,esemplare nella virtù,fu devotissimo della vergine Maria e dei Santi,specie di S.Luigi Gonzaga.

Pio IX il 14 luglio 1859 lo dichiarò Venerabile, Paolo VI lo beatifico' il 1° dicembre 1963, durante il Concilio Vaticano II. 

 Le sue spoglie  mortali sono venerate nel  SANTUARIO del BEATO NUNZIO SULPRIZIO a Pescosansonesco(Pescara)         e  nella  Chiesa di San DOMENICO SORIANO  a   Piazza Dante 82, NAPOLI

 Dal discorso di Paolo VI nel giorno della beatificazione 1 dicembre 1963

"giovane ed operaio,ecco il binomio che sembra definire il nuovo beato...e l'elogio del nuovo Beato potrebbe fermarsi qui;ed avrebbe titoli indiscutibili e stupendi per essere ascoltato da voi giovani,da voi operai. Nunzio Sulprizio dira' a voi,giovani,come la vostra eta' è stata da lui illuminata e santificata;ed egli è una gloria vostra.Egli vi dirà come la gioventu',non dev'essere considerata l'eta' delle libere passioni,delle inevitabili cadute,delle crisi invincibili,dei pessimismi decadenti,degli egoismi ammirabili;egli vi dira' piuttosto,come l'essere giovani e' una grazia, e' una fortuna...Ed a voi,lavoratori,questo povero e sofferente vostro collega porta un messaggio...dice come la chiesa pensi a voi,come abbia di voi stima e fiducia...come il peso stesso della vostra fatica e' titolo per la vostra promozione sociale, e per la vostra grandezza morale...."