Max Gazzè 

Ognuno fa quello che gli pare?


di Federico Fiume - da "Tutto musica"  novembre 2001

 Un affondo di classe al cuore del pop italiano 
con canzoni penetranti e intense. 

Si può fare musica pop bella e consistente, senza sfiorare nemmeno la banalità e gli ammiccamenti ruffiani. Max Gazzè ne è la dimostrazione vivente. Eppure le classifiche gli sono amiche, la popolarità non gli manca e la sua rimane musica leggera. Ma è sulla qualità della leggerezza che si gioca la differenza, sui sapori intensi che riesce a trasmettere, sul gusto e sull'intelligenza compositiva che esprime. In questo senso Ognuno fa quello che gli pare è forse il lavoro più libero e maturo del cantautore romano. 
Volutamente poco omogeneo, dipana un ampio catalogo di atmosfere su cui si incrociano mandolini suonati su ritmiche jungle (megabytes), cavalcate rock (Il motore degli eventi con Carmen Consoli), immaginifiche astrazioni lunari (Questo forte silenzio con Francesco Magnelli, ex CSI), riflessioni intime (Il debole fra i due con Paola Turci, Non è più come prima), fantastici voli di interi caseggiati (Eclissi di periferia). 
La vena surreale che impregna lo sguardo personalissimo e a tratti geniale dei testi fa il paio con arrangiamenti curati, in cui archi e soluzioni acustiche si fondono con elettronica e strumentazioni anni 70. 
È la magica ricetta della leggerezza profonda, quella che mette insieme ironia, poesia, intelligenza e intrattenimento. Ognuno fa quello che gli pare, ma pochi sanno farlo così bene.