(Italian) Pop Art

di Federico Guglielmi - da "Il mucchio selvaggio" #322 - 6 ottobre 1998

MAX GAZZE'
LA FAVOLA DI ADAMO ED EVA
Virgin

Credete nel pop italiano come forma d'Arte? Credete, cioè, che da alchimie leggiadre e accattivanti di suoni e voci, magari anche "disimpegnate" (nel senso meno offensivo del termine) e indirizzate alla conquista del tristissimo mercato autoctono, possano scaturire autentici capolavori di fantasia, fascino e buon gusto? Se siete tentati di rispondere con un secco "no", provate prima a porgere orecchio a Max Gazzè, che dietro la sua aria spesso distratta e le sue sembianze vagamente zappiane nasconde intuizioni da genio dell'arrangiamento, esperienza (a 360 gradi) da veterano e cuore da vero esteta della melodia. Provate a farlo con questo La favola di Adamo ed Eva, secondo capitolo di una carriera solista avviata due anni orsono con il più che promettente Contro un'onda del mare, che assieme ai già noti hit di estrema efficacia il frizzantissimo Cara Valentina e il mesmerico e sognante Vento d'estate, quest'ultimo cantato in coppia con l'amico Niccolò Fabi - allinea alìri dodici episodi (compresa l'immancabile ghost-track) di raffinata, surreale eleganza, frutto non solo di innato talento ma anche di un approccio alla materia musicale che riesce con naturalezza ad evitare i compartimenti troppo spesso stagni di questo o quel genere specifico. 
Vellutate e insinuanti, lineari e piacevolmente contorte, elaborate ma mai ridondanti, leggere e ricche di citazioni colte, fresche nell'impatto ma a tratti immerse in atmosfere quasi mistiche, le canzoni di Max Gazzè ipnotizzano e magnetizzano con il loro squisito equilibrio di elettroacustico ed elettronico, con le loro eclettiche ed irresistibili armonie, con le immagini decisamente personali di testi capaci di affrontare argomenti che spaziano malinconicamente ma anche spiritosamente dai rapporti sentimentali al "mal di vivere". Forma e sostanza, insomma, secondo schemi mai prevedibili che sorprendono nei due già citati successi come nella suggestiva title track, nelle atipiche Raduni ovali e Nel verde come in gioiellini "progressivi" quali L'origine del mondo, Come si conviene o Autoironia che richiamano alla mente certe magie delle Orme; e che fanno di quest'album la più grande, bella novità dei pop italiano dai giorni de L'era del cinghiale bianco di Franco Battiato.