Max Gazzè (2000)

Poeta minore
Su un ciliegio esterno
Il timido ubriaco
A
Se piove
L'uomo più furbo
Del tutto personale
Preferisco così
Elemosina
La tua realtà
Adesso stop
 

Poeta minore (testo e musica: M. Gazzè/ F. Gazzè)
 

io musico te soltanto perché tanto hai musicato
quel che gli altri han solo scritto
sazi del parlato
spinto a malapena nelle pagine di Arcadia
come sabbia nell'arena
tu per me maggiore
la poesia non è brandire scettro
non ti ho letto ma cantato
di note senza fiato
rese vive dal ricordo dell'accordo stipulato
fra l'Apollo e le sue rime

io musico te soltanto e mentre canto
la mia pelle sembra frigger come burro
dentro suoni di padelle
questa è un'arte tua e del tuo bell'eroe francese
lui altro mai non chiese che una donna da salvare
e invece è me soltanto che ha salvato

io musico te soltanto perché solo fosti vivo
solo quanto adesso chiuso fra parentesi di un rigo
lascia che ti dicano minore o sconosciuto
come fa il minuto quando passano le ore
io musico orfei ed alcesti perché questi hai musicato
perché fanno dire a me con dire delicato
cosa mi è dato a vivere e cosa da morire
qual'è il rischio e qual'è il fine

io musico te soltanto e mentre canto
la mia pelle sembra frigger come burro
dentro suoni di padelle
questa è un'arte tua e del tuo bell'eroe francese
lui altro mai non chiese che una donna da salvare
e invece è me soltanto che ha salvato

io musico te soltanto...
 

Su un ciliegio esterno (testo e musica: M. Gazzè/ F. Gazzè)
 

il ventisette di agosto Gianni Sergente ha preso un altro stipendio
una cifra alla volta come nel poker sono in tutto un milionequattrocentotrenta
s'aggiusta il sorriso sguscia via dall'ufficio e corre a più non posso verso il primo bar
buonasera signora volevo duemila liquirizie da portare su un ciliegio esterno

povero Gianni Sergente vestito elegante
a pensare su un ciliegio esterno
a pensare su un ciliegio esterno

maledetta pigrizia maledetta pazzia per cercare differenze tra giorni uguali
ridotto a succhiare quel nero che nero rimane su un ciliegio esterno
il venti settembre gli ho portato un regalo e senza dire niente me l'ha tolto di mano
sono le poesie di Mallarmé esclama contento su un ciliegio esterno

povero Gianni Sergente vestito elegante
a pensare su un ciliegio esterno
a pensare su un ciliegio esterno

guardati bene
tu sei sbagliato e fuori moda
capelli lunghi
hai sempre addosso quel vestito
guardati bene
ma come fai a non sentirti un idiota
che ti rimane
se non l'immagine che dai
ma lui aveva dentro qualcosa che non mi potevo spiegare
come un sollievo una pace interiore
il suo paradiso è su un ciliegio esterno

dopo quel giorno l'ho visto che sembrava un frutto più grande con gli occhiali scesi
rapito dal gusto di liquirizia e dalla sua lettura su un ciliegio esterno
il ventisette settembre Gianni Sergente ha preso un altro stipendio
una cifra alla volta come nel poker sono in tutto un milionequattrocentotrenta

povero Gianni Sergente vestito elegante
a pensare su un ciliegio esterno
a pensare su un ciliegio esterno
 

Il timido ubriaco (testo e musica: M. Gazzè/ F. Gazzè)
 

sposa
domani ti regalerò una rosa
gelosa d'un compagno non voluto
temuto
stesa
caldissima per quell'estate accesa
fanatica per duri seni al vento
io tento
tanto
quell'orso che ti alita accanto
sudato che farebbe schifo a un piede
non vede
dorme
tapino non le tocca le tue forme
eppure è ardimentosa la sua mano
villano

potranno mai le mie parole esserti da rosa
sposa
potranno mai le mie parole esserti da rosa
sposa

chino
su un lungo e familiar bicchier di vino
partito per un viaggio amico e arzillo
già brillo
certo
perché io non gioco mai a viso aperto
tremendo il mio rapporto con il sesso
che fesso
piango
paludi di parole fatte fango
mi muovo come anguilla nella sabbia
che rabbia
rido
facendo del mio riso vile nido
cercandomi parole dentro al cuore
d'amore

potranno mai le mie parole esserti da rosa
sposa
potranno mai le mie parole esserti da rosa
sposa

pare che coppie unite solo con l'altare
non abbian mai trovato le parole
da sole
forse
domani che pianissimo le morse
del matrimonio ti attanaglieranno
potranno

potranno mai le mie parole esserti da rosa
sposa
potranno mai le mie parole esserti da rosa
sposa
potranno mai...
 

A (testo: F. Gazzè/ M. Gazzè; musica: M. Gazzè/ G. Baldi)
 

Alessandra che porta gli occhi azzurri come occhiali da sole
pensa un po' a se stessa e un po' alla piega del vestito
Alessandra ride di gusto se le giuro che la voglio sposare
fa una piroetta strana ma io sotto sotto ci rimango male

Anna invece è piccolina si conta in cielo le sue lune
e sotto quelle ciglia scure si nasconde il segreto
l'allegria sensazionale che ha trafugato al padre
per amare vostra figlia cosa devo fare


d'accordo eri fatta così e non poteva andare altrimenti
sono cose inspiegabili
è la natura dei sentimenti

è forse colpa di quel maledetto vuoto
o perché mi credevi diverso
ma qui amica mi hai lasciato
con un dolore immenso...

Ambra con le sue sottili confidenze
mi scommette sempre di non stare molto bene
e io che la conosco e quasi ci sorrido
la ricordo quando aveva meno anni
Ambra si fa offrire passaggi e sigarette
che poi sbucano bionde dai suoi capelli
vietato innamorarsi o parlare di quelle cose
troppo peso il mio sulle sue ossa leggere


d'accordo eri fatta così e non poteva andare altrimenti
sono cose inspiegabili
è la natura dei sentimenti

è forse colpa di quel maledetto vuoto
o perché mi credevi diverso
ma qui amica mi hai lasciato
con un dolore immenso...

con un dolore immenso
con un amore immenso...
 

Se piove (testo: F. Gazzè/ M. Gazzè; musica: M. Gazzè/ G. Baldi)
 

Se stai scivolando
allora scivola per bene
con impegno cadi giù
e non ti aggrappare a niente
tocca terra
se qualcuno ti ha ferito tu parla con lui
sbattigli il cuore in faccia
non evitarlo perché hai bisogno di un'altra ferita

ma soprattutto se piove non aprire l'ombrello
aspetta il tuo giorno di sole non puoi fare di meglio

se ami una donna
cercane un'altra da non amare
ti sentirai meno fragile
e più capace di amarle allo stesso identico modo
se ti sfugge il motivo
e la ragione delle cose
molto probabilmente
c'è un motivo e c'è una ragione ma non fanno per te

ma soprattutto se piove non aprire l'ombrello
aspetta il tuo giorno di sole non puoi fare di meglio

se ascolti una canzone
sai bene quando è vera
e quando certe volte
è solo un pretesto per fare vibrare l'aria

ma soprattutto se piove non aprire l'ombrello
aspetta il tuo giorno di sole non puoi fare di meglio.
 

L'uomo più furbo (testo: M. Gazzè/ A. Ponziani; musica: M. Gazzè)
 

l'uomo più furbo del mondo
conquistatore instancabile e attento
ha avuto donne di tutti i paesi
donne che aspettano il ritorno
l'unica donna che ha tanto amato
gli ha voltato lo sguardo
un incontro all'ultimo bacio
con lei non poteva rifarlo

negli occhi di tutte le donne del mondo
quando le accarezza
cerca lei
che non vuole più l'uomo più furbo

l'uomo più furbo del mondo
fuma tre pacchi di sigari al giorno
gli bruciano gli occhi dal fumo e dal pianto
come il pianto che non scenderà mai
per lei con cui non può più stare
per lei con cui non può parlare
perché lei uccisa dal rancore
gli ha negato per sempre l'amore

negli occhi di tutte le donne del mondo
quando le accarezza
cerca lei
che non vuole più l'uomo più furbo

l'uomo più furbo del mondo
può avere tre o quattro donne al secondo
quella sera torna a casa da solo
scaccia gli sguardi come scaccia le zanzare
e rinuncia al suo amore di sempre
che non potrà mai scordare

negli occhi...
 

Del tutto personale (testo e musica: M. Gazzè/ F. Gazzè)
 

oggi sono stanco dormo ancora
nel pomeriggio il sonno mi giova
lentamente giungono i segnali dell'immensità
settembre riposa
ho giocato a vivere così
bevendo il passato a sorsi brevi

delle poche cose che conosco
farò mare pescoso
dove l'esca dei miei ricordi
troverà sempre qualcosa
lascerò quello che non conosco
alla curiosità degli altri
ora che la mia dignità è del tutto personale

io sono felice di una felicità
cresciuta a poco a poco
una musica che sento senza vedere
come un incanto sorpreso dal sogno

delle poche cose che conosco
farò mare pescoso
dove l'esca dei miei ricordi
troverà sempre qualcosa
lascerò quello che non conosco
alla curiosità degli altri
ora che la mia dignità è del tutto personale

forse è meglio non andare mai oltre le mani
o perdere tempo con le illusioni
forse un giorno mi sono distratto
e perso la vista la fede e una preghiera a memoria

delle poche cose che conosco...
 

Preferisco così (testo e musica: M. Gazzè/ F. Gazzè)
 

povere vecchie sbandate
perse nella mia chitarra
percorsi paralleli di comune accordo
in cerca di suoni speciali
attenzione attenzione
vi presento il numero delle corde musicali

povera piccola vocale
si difende come può
dall'oltraggio di troppe consonanti amareggiate
dal miele minore
di voler far poesia
per sfuggire alla violenza della mia immaturità

poveri pennelli abbandonati dietro la televisione
non vi scorderemo mai
con le vostre impertinenze di macchie colorate
rimaste sulle dita
una sublime eredità
non vi scorderemo mai

povero viso segnato dalla smorfia del sorriso
o dalla scena finale
sei bravo lo stesso non badare al silenzio
quando il pubblico scalcia
scalcia e se ne va
tu non puoi fare di più

portami oltre il vedere
dalla parte del clamore
che fanno le cose inanimate quando l'uomo è voltato

ecco la mia vita di lavoro e di antipatica sapienza
te la cedo volentieri
non fa proprio per me

io preferisco così...
 

Elemosina (testo: S. Mallarmè; traduzione: A. Guerrini; musica: M. Gazzè)
 

prenditi questa borsa mendicante tu accorto non l'hai toccata
antico lattante a poppa avara
per trarne goccia a goccia il tuo rintocco a morto
cava tu dal metallo qualche colpa bizzarra
e vasta come noi la stringiamo sul cuore soffiaci che si torca
un'ardente fanfara
chiesa e incenso che tutte queste dimore sui muri
quando culla un'azzurra chiarezza il tabacco in silenzio dilati
e le preghiere e l'oppio onnipossente ogni farmaco spezzi

stracci e pelle vuoi tu buttare il cappottino
e ber nella saliva una felice inerzia
e nei caffè sontuosi attendere il mattino
i soffitti arricchiti di naiadi e veli
si butta il mendicante di vetrina un festino

quando esci vecchio dio

tremante sotto i teli d'imballaggio
l'aurora è un lago di vino d'oro
e tu giuri di avere nella tua gola i cieli
non avendo contato il lampo del tuo tesoro
almeno puoi ornarti di una piuma
e a ricordo portare un cero al santo in cui tu credi ancora

non pensare che io vaneggi in parole discordi
la terra si apre antica a chi muore di fame
odio un'altra elemosina
voglio che tu mi scordi fratello
e innanzitutto non comprare del pane.
 

La tua realtà (testo e musica: M. Gazzè/ F. Gazzè)
 

pensa se domani quando sarai sveglio
nessuno ti dirà quello che devi fare
pensa ancora a come inizieresti meglio

ad organizzare il tuo giorno
intorno duemila soldati
in abito blu

forse riusciresti ad ammucchiare il tempo
nel buco che lascia il loro sguardo vuoto
e ti diranno sbrigati sei troppo lento

ma non devi muovere un dito
fin quando non l'avrà deciso
la tua volontà

pensa se di colpo tutte le paure
finissero a terra come fanno le mele
qualcuno le ha spinte o le ha lasciate cadere

oppure è soltanto che tu
intanto avrai maturato
la tua realtà

tu dormi
dormi quanto vuoi...
 

Adesso stop (testo e musica: M. Gazzè/ F. Gazzè)
 

dato il vistoso stato di shock
si richiede un motivo orecchiabile
mah... non so
...un semplice giro di do ?

vengano a grappoli tutte le note del mondo e bendate i tamburi
ma occhio alla differenza
fra la musica e il casino

un intero secolo di malgoverno e assoli di batteria
non se ne può più
la rullata di metà assomiglia a un capitombolo per le scale
ma che senso ha?

un impertinente baccano spartisce
ad ogni timpano lo scoppio superfluo
come se il cuore che batte
non fosse il solo maestro
e invece le botte a picchiare sul tempo
la violenza di due bastoni
dividono lo stesso gesto
che fa i lividi alle schiene arrese

un intero secolo di malgoverno e assoli di batteria
non se ne può più
la rullata di metà assomiglia  a un capitombolo per le scale
ma che senso ha?

stop
adesso stop