CAPITOLO 1
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La sala era piena. Intorno al tavolo sedevano le più alte cariche dell'esercito, impettite nelle loro uniformi impeccabili. Le medaglie al valore risplendevano alla luce soffusa del neon che, posizionata al centro del tavolo, nascondeva i loro volti. Per la prima volta erano tutti riuniti in un unico posto. Sino ad allora, molti nemmeno sapevano dell'esistenza di alcuni membri presenti. La gerarchia veniva presa molto seriamente e di rado si conoscevano ufficiali che non fossero diretti superiori o primi sottoposti. Impegnati in una guerra come quella che li martoriava da quasi 5 anni, il protocollo era fondamentale come il pilastro che sorregge le navate di ogni chiesa. Senza le regole che si autoimponevano, avrebbero rischiato di cadere in un'anarchia che inevitabilmente avrebbe condotto alla sconfitta.
L'ordine del giorno era ovvio. L'assalto all'ospedale non aveva portato gli esiti previsti. Il vero obiettivo della missione era conosciuto solo a pochi; gran parte dei soldati che vi avevano partecipato sapevano che la struttura era un semplice centro di addestramento, come tanti altri che avevano già distrutto. La verità era ben altra.
Discussero a lungo; ciò che era successo non doveva più ripetersi. Un fallimento del genere poteva significare la sconfitta su tutti i fronti; l'unico barlume di speranza che ancora rimaneva loro era la possibilità di aver interrotto il trasferimento neurale in corso. L'assenza tra i corpi rinvenuti tra le macerie del numero 15 aveva rinviato a data da destinarsi il sospiro di sollievo pronto a fuoriuscire dal petto rigonfio dei partecipanti alla riunione. Quell'elemento era potenzialmente l'ago che avrebbe fatto oscillare l'ago della bilancia verso il piatto dei loro nemici; l'unica freccia rimasta nella faretra avversaria in grado di centrare il bersaglio della vittoria, rovesciando le sorti di un conflitto ormai avviatosi ad una scontata vittoria. Erano correntemente al vaglio degli scienziati le ultime registrazioni del complesso e delicatissimo macchinario in grado di compiere il trasferimento neurale. Ogni secondo, ogni fluttuazione del percorso neurale del soggetto in cura venivano minuziosamente e verbosamente memorizzate nella memoria della macchina. Purtroppo l'assalto aveva provocato dei danni ed era stato necessario provvedere ad un'attenta riparazione delle parti danneggiate. Quando arrivò il responso dei tecnici la tensione aveva raggiunto il suo limite massimo; nessuno osava tirare un fiato, gocce di sudore imperlavano le fronti degli uomini in attesa e alcuni dovettero trattenere le loro mani che tremavano visibilmente ai bordi del tavolo. L'oratore raccolse i fogli che gli erano stati portati e, prima di leggerli ad alta voce, volle scorrerli con la mente. Come molti altri sapevano, la sua carriera, se non la sua vita, sarebbero dipese dalle parole stampate frettolosamente su quel foglio. Poi, sorrise.
«Non ricorda nulla» disse e tutti poterono respirare di nuovo.
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