Seneca Lucilio suo salutem.
Desinamus quod voluimus velle. Ego
certe id ago senex eadem velim quae puer volui. In hoc unum eunt dies, in hoc
noctes, hoc opus meum est, haec cogitatio, imponere veteribus malis finem. Id
ago ut mihi instar totius vitae dies sit; nec mehercules tamquam ultimum
rapio, sed sic illum aspicio tamquam esse vel ultimus possit. Hoc animo tibi
hanc epistulam scribo, tamquam me cum maxime scribentem mors evocatura sit;
paratus exire sum, et ideo fruar vita quia quam diu futurum hoc sit non nimis
pendeo. Ante senectutem curavi ut bene viverem, in senectute ut bene
moriar; bene autem mori est libenter mori. Da operam ne quid umquam invitus
facias: quidquid necesse futurum est repugnanti, id volenti necessitas non
est. Ita dico: qui imperia libens
excipit partem acerbissimam servitutis effugit, facere quod nolit; non qui
iussus aliquid facit miser est, sed qui invitus facit. Itaque sic animum
componamus ut quidquid res exiget, id velimus, et in primis ut finem nostri
sine tristitia cogitemus. Ante ad mortem quam ad vitam praeparandi
sumus. Satis instructa vita est, sed nos in instrumenta eius avidi sumus;
deesse aliquid nobis videtur et semper videbitur: ut satis vixerimus, nec
anni nec dies faciunt sed animus. Vixi, Lucili carissime, quantum satis erat;
mortem plenus exspecto. Vale.
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Seneca saluta il suo Lucilio.
Smettiamo di volere ciò che abbiamo voluto, io certamente mi comporto in modo
da smettere da vecchio di volere le stesse cose che ho voluto da fanciullo.
Verso questa sola cosa se ne vanno i giorni e le notti questo è il mio
bisogno, questo pensiero; porre fine ai vecchi mali: faccio in modo che un
giorno sia per me come tutta la vita. Ne, in verità, lo afferro come ultimo,
ma lo guardo come se possa essere anche l'ultimo. Ti scrivo questo lettera
con questo stato d'animo, come se la morte fosse sul punto di chiamare
proprio me, mentre la sto scrivendo. Sarò pronto ad andarmene e perciò godrò
della vita perché non dipendo troppo dalla sua lunghezza. Prima della
vecchiaia mi sono preoccupato di vivere bene, durante la vecchiaia di morire
bene: morire bene è morire volentieri. Fai in modo di non fare mai nulla
contro voglia, tutto ciò che di necessità avviene a uno che si oppone, per
chi è consenziente non è qualcosa di ineluttabile. Dico questo: chi riceve
gli ordini volentieri sfugge la parte più dura della schiavitù, cioè fare ciò
che non vuole.Non è povero chi fa qualcosa perché è statoi comandato, ma chi
fa qualcosa controvoglia e prima di tutto disponiamo l'animo in modo da
pensare alla nostra fine senza tristezza. Dobbiamo preparare prima alla morte
che alla vita. La vita è abbastanza fornita di tutto, ma noi siamo avidi
nall'accumulare provviste, ci sembra e sempre ci sembrerà che manchi
qualcosa: ne gli anni, ne i giorni faranno si che siamo vissuti abbastanza,
ma l'animo. Ho vissuto, o Luciliio carissimo, quanto era sufficiente, aspetto
la morte sazio. Ciao.
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