Curzio Rufo - Historiae Alexandri Magni
Liber VII

VIII - Fiero discorso di vinti ad Alessandro

[...] Igitur unus ex his maximus natu locutum accepimus: "Si dii habitum corporis tui aviditati animi parem esse voluissent, orbis te non caperet: altera manu Orientem, altera Occidentem contingeres, et, hoc adsecutus, scire velles ubi tanti numinis fulgor conderetur. Sic quoque concupiscis, quae non capis. Ab Europa petis Asiam, ex Asia transis in Europam: deinde, si humanum genus omne superaveris, cum silvis et nibivus et fluminisbus ferisque bestiis gesturus es bellum. Quid? tu ignoras arbores magnas diu crescere, una hora exstirpari? Stultus est qui fructus earum spectat, quarum altitudinem non metitur. Vide, ne, dum ad cacumen pervenire contendis, cum ipsis ramis, quos comprehenderis, decidas. Leo quoque aliquando minimarum avium pabulum fuit, et ferrum rubigo consumit. Nihil tam firmum est, cui periculum non sit etiam ab invalido. Quid nobis tecum est? Numquam terram tuam attigimus. Quis sis, unde venias, licetne ignorare in vastis silvis viventibus? Nec servire ulli possumus, nec imperare desideramus. [...]

[...] Dunque ricevemmo uno dei più anziani tra questi, che parlò: "Se gli dei avessero voluto che l'aspetto del tuo corpo fosse pari alla cupidigia del tuo animo, il mondo non ti conterrebbe: con una mano afferreresti l'Oriente, con l'altra l'Occidente e avendo ottenuto ciò, vorresti sapere dove si vada a nascondere il così grande splendore del sole. Così desideri fortemente anche ciò che non ottieni (puoi ottenere). Dall'Europa ti dirigi in Asia, dall'Asia attraversi fino in Europa: quindi se avrai vinto ogni popolo umano combatterai contro i boschi e le nevi, i fiumi e le bestie feroci. (Che cosa?) Tu ignori che i grandi alberi crescono in tempi molto lunghi e possono essere estirpati in una sola ora? Stolto è chi guarda i frutti di questi (alberi), dei quali non riesce a misurare l'altezza. Bada a non cadere mentre cercherai di arrivare alla sommità, con gli stessi rami, che afferrerai. Qualche volta anche un leone è stato cibo degli uccelli più piccoli, e il ferro si consuma con la ruggine. Niente è così saldo che non possa essere messo in pericolo anche da un invalido. Che cosa abbiamo in comune con te? Mai abbiamo toccato la tua terra. Per coloro che vivono nei grandi boschi, è lecito ignorare chi sei, da dove vieni? Non possiamo servire nessuno, né vogliamo comandare. [...]