Sacchetta (Sustinente * Mantova)


Sul finire degli anni '50 i miei nonni (Giuseppe Zanotto e Oliva Sudiro) si trasferirono da mio zio Don Luigi Zanotto parroco in questo paesello sulle rive del Po.

Con mia madre e mia sorella Laura nei mesi estivi andavamo a trovare i nonni e soggiornavamo per qualche tempo in questo paesino (Sacchetta).

Sembrava di essere nel paese di Don Camillo perfettamente raccontato da Guarreschi. Gli argini del Po erano davanti alla chiesa e si respirava quell'aria di campagna che, per noi, delle Prealpi era così inconsueta seppur affascinante.

Il paese in quegli anni era povero e l'agricoltura era l'unica risorsa per quella gente. I ragazzi andavano scalzi e per noi che eravamo abituati a portare sempre le scarpe era una emulazione nell'imitare questo modo di vita, ma la sofferenza nel camminare era tanta.

In quegli anni la vita del paesello era serena e trascorreva lieta, l'unica televisione del paese era in sacrestia e alla sera decine di persone venivano a vedere il telegiornale e i programmi serali. La chiesa per noi ragazzi era una fonte continua di luoghi misteriosi e avventurosi. Il campanile con la sua cella campanaria, il volto superiore (soffitta) della chiesa con i suoi giganteschi uccelli notturni (allocchi bianchi).

Si andava in bicicletta con mio nonno a tagliare il fieno per portarlo alle mucche che avevano in stalla. Si provava le prime esperienze di pesca sul Po.

I pioppeti sulle rive erano in luogo magico con le loro file diritte e perfettamente in squadra.

Le ghiatte fluviali che solcavano il grande fiume Po, erano attrazioni nuove per noi che vivevamo alle pendici dei monti.

Sicuramente questo periodo per me è stato un momento sereno e divertente della mia adolescenza.

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Tra i paesi di Sustinente e Governolo c'è un paesello (Sacchetta) dove mio zio Don Luigi Zanotto era parroco nel finire degli anni '50 e primi anni '60.

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