scritto e redatto da Emiliano Sfrizionatore
con la straordinaria collaborazione de:
lo storiografo, Michele Secci (il rozzo!)
l’impaginatore, LiLo
Questo è il primo romanzo di Emiliano...il primo successo di una lunga serie e che pubblicheremo un capitolo a settimana.

CAPITOLO 1
 "Quello Strano Nonnetto dagli Occhi a Mandorla ed il Sedere a Mandolino!"
E’ una giornata uggiosa, una di quelle giornate in cui dici: “Uh, che giornata uggiosa!”. Il caldo si fa sentire inesorabilmente, poiché siamo in pieno Luglio. I nostri due protagonisti, Sergio ed Antonietta, detta Juccia, come è loro solito fare nelle ore libere del pomeriggio, si scambiano reciproche effusioni nel fienile di casa Collarata, tra i balloni di fieno. Casa Collarata non è molto grande, anzi a dire la verità è piccola e fa schifo; essa è collocata nei sobborghi del centro cittadino, Monte San Biagio (LT). Qui vive la umile famiglia di Sergio, composta da ben sei componenti. Egli vive con i suoi genitori, Ernesto e Concetta, la nonna Pasqua detta Lina e sua sorella e suo fratello. Purtroppo in questa bella cornice familiare, manca una persona, nonno Biaggio che è venuto a mancare circa due anni fa. La sua morte fu, ahimè, tanto inaspettata quanto crudele: infatti un giorno stava perforando con un frullino un bidone pieno di benzina; d’improvviso le scintille emesse dal frullino provocarono delle fiamme nel bidone le quali coinvolsero anche il povero nonno Biaggio che morì affogato. A questo punto voi vi chiederete perché morì affogato invece che bruciato. Il povero nonno, infatti, quando si accorse delle fiamme sul suo corpo, incominciò a correre di qua e di là come una torcia umana alla ricerca di acqua e così ebbe la geniale idea di gettarsi nel pozzo, senza ricordarsi, però, che il pozzo era profondo 50 metri. Per Biaggio non ci fu e non ci sarà nessuna via di uscita.
Infatti i resti del suo corpo giacciono ancora nel pozzo: si fece il possibile per tirare fuori il povero nonno, ma inutilmente. Il tentativo migliore fu svolto con i pescatori: furono chiamati i più abili pescatori della zona, ma nonno Biaggio non abboccò alle loro esche. Ma ora basta parlare del passato, pensiamo al futuro, pensiamo al grande amore che c’è tra Albano e Romina Power … oh, scusate, ho sbagliato storia, volevo dire tra Sergio Collarata e Juccia Copertone.

Ecco una foto reperita nei vecchi cassetti del nonno Biaggio quando era in miglior vita:


Fine primo capitolo.

CAPITOLO 2
"Sergio: Quel Tipo da Spiaggia"
I nostri due innamorati li abbiamo lasciati nel fienile di casa Collarata che si scambiano tenerezze. Sergio le accarezzava i lunghi baffi biondi e lei si stringeva forte a lui sul suo (di lei) petto nerboruto. Ad un certo punto, Sergio, tirando fuori il suo nuovo orologio comprato il giorno prima dal suo marocchino di fiducia, per lire 5.000, esclama :"Porca l'oca, di tutte le oche del mondo! mia cara Juccia, sono quasi le quattro e mezzo ed io devo andare a mungere le bufale, è quasi ora e perdipiù mi devo anche cambiare. Infatti il giovane Sergio indossa un paio di jeans rossi rigorosamente falsi di marca "L'avis" e sopra una affascinante camicia a fantasia, a mezze maniche, modello Hawaii e con dietro la scritta: "ma dove Hawaii se la banana non ce l'hai?". Ai piedi, invece, poiché egli è più scaltro di un colombo viaggiatore originario della Malesia, ma con i parenti a Torre Annunziata, indossa un paio di stivali, ma solo molto più tardi capì che per togliersi i suoi adorati jeans rossi, doveva sfilarsi gli stivali. Così i due, dopo essersi salutati, si lasciarono, ma con molto riguardo. I due, infatti, hanno solo 16 anni ambedue (cioè entrambi, per i più ignoranti, n.d.r.) e soltanto altre 2  persone sono a conoscenza della loro love story: il migliore amico di Sergio, che in italiano si chiama Claudio, ma nel dialetto locale è chiamato Cravido e l'altra persona è l'abate confessore don Rapetta, il sacerdote del paese, nonché grande confidente di Juccia. Don Rapetta è da sempre molto legato alla giovane Juccia, poiché fin da piccola la ospitava nella sua sagrestia e per dimostrarle quanto le voleva bene, la incominciava a toccare da tutte le parti.
Fine secondo capitolo.

CAPITOLO 3
"La Tipica Ragazza della Porta Accanto"
Nel frattempo, la nostra cara (si fa per dire) Juccia sta tornando tutta di fretta a casa, ma durante il tragitto incappa in un incontro assai poco piacevole per lei. Difatti intravede in lontananza la sagoma di Natassya (si legge Natasha). Codesta donna è tanto ambigua quanto il suo nome: è una zitella poiché dice che non ha trovato nessuno alla sua altezza. Riguardo a questo non ha tutti i torti, poiché è alta 1.05 metri, è così tanto bassa che quando si allaccia le scarpe, deve alzare le braccia; quindi trovare uno alla sua altezza è piuttosto difficile, se si escludono i bambini al di sotto di 9 anni. Inoltre, a questa altezza abnorme, si aggiunge un fisico da top model, anzi da TAP MODEL: un seno talmente prosperoso che pare un citofono ed un sedere così basso che le puzza di piedi. Comunque tutto sommato è una gran bella donna... Quanto al nome, bisogna dire che suo padre amava molto l'Inghilterra e quindi volle dare a sua figlia un nome tipicamente inglese: Natasha. A questo punto, però, sorse un problema, come si scrive Natasha? Così dopo una piccola riflessione di circa 12 anni, la bambina fu chiamata Natassya (ma si legge Natasha) e per quell'occasione speciale fu anche circoncisa.
Ma torniamo al presente, passo dopo passo le due si avvicinano sempre di più, ma Juccia allunga il passo cercando di evitarla, poiché sa benissimo che Natassya è una gran ciarlatana e, dato che Juccia ha un quoziente intellettivo pari a quello di un pulcino celebro leso, c'è una possibilità di circa il 99% che si faccia scappare qualche parola di troppo. Quando, però, le due sono ormai vicine, il dialogo è inevitabile.
Natassya:"Olà, cara Juccia, dove stai annà?" (Dove ti stai dirigendo con codesto passo felpato?).
Juccia:"Sto a fa' du' passi e mo' torno alla casetta." (Sto facendo una bene'fica' camminata ed ora mi accingo a tornare tra le mura casalinghe)
Natassya:"Cume sta' mammeta?" (Di quali condizioni fisiche, morali, economiche e sociali gode tua madre?)
Juccia:"Sta bene." (Le sue condizioni sono ottime, ma perché non ti fai una padella di ca**i tua? - sottinteso)
Natassya:"Vabbè, ciao Juccia."
Finito questo appassionante dialogo, Juccia torna a casa.
Fine terzo capitolo.


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