Il
libero arbitrio si concretizza attraverso l’individuale capacità di
discernere e conseguenzialmente di prendere una decisione.
Cosicché
dopo un certo ragionamento, si giunge a fare una scelta, a decidersi…,
ad orientarsi… e a manifestare (esternare), il risultato di tale
ragionamento.
Risultato
che dunque è il prodotto della propria:
-
abilità decisionale;
-
volontà.1
-
Dio
quando ha creato l’uomo e la donna ha stabilito che dovessero essere
dotati di libero arbitrio.
Per
la relazione ottimale con il Padre Creatore, all’inizio i nostri
progenitori erano capaci di discernere bene e dunque di decidere e fare
delle scelte ottime, ma dopo che s’insinuò in essi, per opera del
serpente, il dubbio, le loro capacità di discernimento e il conseguente
esercizio del libero arbitrio iniziarono a vacillare, provocandone
l’errore, la caduta.
Infatti,
irretiti dall’astuzia del tentatore, cascati nella sua trappola, la
fede, ossia, la loro fiducia verso il Creatore cominciò a venire meno e
la relazione con Egli iniziò a traballare. Cosicché essi cominciarono
a dubitare della Sua assoluta bontà, e a prenderne le distanze,
pensando:
-
che in fondo la forma ricevuta in dono dal Padre, non era così buona e
dunque sarebbe stato vantaggioso cambiarla.
-
Che come il serpente gli aveva suggerito dovevano conoscere il bene ed
il male per diventare come Dio.
Una
caduta che dura fino ad oggi.2
Tanto
da inficiare spesso, la capacità dell’uomo, di esercitare
correttamente il proprio libero arbitrio e indurlo a:
-
avere delle percezioni deformate, ossia, illusorie della realtà;
-
vivere, una vasta gamma di condizionamenti (tentazioni) che ne
soggiogano la libertà.
E’
questa incapacità (capacità deformata), di esercitare bene il proprio
libero arbitrio, il principale errore (peccato), dell’essere umano.
Errore che lo porta a sbagliare in molti modi.
Tuttavia
esiste la possibilità di risanare tale sua incapacità. E questo
risanamento passa per (l’umile) presa di coscienza della sua
condizione di fragile creatura. Una fragile creatura che per vivere al
meglio non può restare separata dal Suo Creatore ma deve approfittare
della mano che Egli con infinita misericordia, gli tende, nonostante i
suoi errori. Gli tende concretamente attraverso i Suoi:
insegnamenti,3 grazie, benedizioni e doni.4
Benché
il libero arbitrio venga spesso, violato dai condizionamenti umani e
dalle influenze del maligno,5 per il Padre Celeste esso è
inviolabile.6 E questa inviolabilità rivela la sacralità7
di tale dono concesso all’uomo. Sacralità che non possiamo ignorare e
dobbiamo difendere dagli attacchi che lo minano.
Concludendo:
Il
libero arbitro è la manifestazione della bontà Divina verso la sua
creatura. Attraverso il dono del libero arbitrio, Egli gli conferisce
dall’origine, dignità, magnificenza e ricchezza.
Un
dono che l’uomo ha deturpato e continua a deturpare, in molti modi:
diffidando di Dio, rinnegandolo, rifiutandosi di relazionarsi con Egli,
negandone l’Esistenza.
Ossia,
continuando a cadere nelle variegate trappole che il nemico della natura
umana, incessantemente gli tende.
Un
dono al quale (qualora l’uomo lo voglia), Dio per Sua infinita
misericordia è in grado di restituire integralmente, la propria
bellezza e purezza. Permettendo alla sua creatura di riacquistare la
ricchezza, lo splendore e dignità originaria.
Note:
1.
Nonostante attraverso la capacità di libero arbitrio ogni individuo è
chiamato in prima persona a decidere autonomamente, ossia in piena
libertà senza essere subordinato (soggetto) direttamente a
condizionamenti o atti coercitivi da parte di terzi, essendo questo, un
essere relazionale, nel corso del processo decisionale, deve considerare
non soltanto sé stesso ma anche gli altri, pure le ricadute che una
propria scelta avrà sul suo prossimo. Così da tentare di trovare un
equilibrio accettabile per tutti, per sé stesso e per il suo prossimo,
affinché nessuno abbia ad essere danneggiato dalla sua capacità
decisionale.
2.
Una caduta che nonostante il battesimo liberi i cristiani dal peccato
originale (dei suoi progenitori), dura fino ad oggi, in quanto a causa
della prima caduta, gli esseri umani, rimangono fragili, ossia,
vulnerabili al peccato.
3.
Che si palesano con la Propria rivelazione, ovvero, manifestazione
all’umanità.
4.
Per doni si intendono principalmente i Sacramenti.
5.
Influenze che l’uomo, comunque, facendo ricorso alla propria
coscienza, è sempre capace di percepire e con l’aiuto di Dio, di
contrastare e superare.
6.
Inviolabilità davanti alla quale pure la volontà Divina di salvare
l’uomo caduto si arresta, rispettando il libero arbitrio di chi decide
rigettandoLo di non volersi orientare verso di Egli. E questo lo
dimostra il fatto che l’unico peccato che Dio non può perdonare
all’uomo è quello per il quale l’uomo non vuole essere perdonato.
Non volontà di essere perdonato da Dio che si concretizza con la
bestemmia contro lo Spirito Santo, ossia, il disprezzo e il rifiuto
consapevole, di avvalersi della Misericordia di Dio.
7.
Ciò
che è inviolabile, per il fatto stesso di essere non violabile,
acquisisce una sua sacralità, a maggior ragione se tale inviolabilità,
è stata stabilita all’origine, dal Padre Creatore.
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