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E’
Dio infinitamente Misericordioso che pensa, crea e chiama alla vita ogni
essere umano.
L’uomo
e la donna attraverso la grazia della paternità e della maternità,
collaborano insieme, a tale progetto d’amore, così da venirne
santificati.
Dunque,
benché l’uomo e la donna si illudano di essere, gli artefici primari
della vita, in realtà non lo sono.
Ripeto
la loro capacità di concepire, è una grande grazia (un grande dono)
che gli deriva dall’amore di Dio.
Tramite
la paternità e la maternità, essi, diventano, custodi e curatori, di
un dono (vivente), affidatogli dal Padre Creatore.
E
sarà l’impegno, la dedizione e l’amore con il quale sapranno
accogliere questo dono a santificarli (e accettando di santificarsi,
renderanno gloria a Dio).
Per
cui pensare di essere in primis, gli artefici di una nuova vita, dei
creatori in grado di dare la vita, oppure di stroncarla nel momento del
suo maggiore sviluppo (quando essa si trova allo stato embrionale), è
un gravissimo errore.
Di
conseguenza l’aborto volontario è un gravissimo peccato, poiché nega
la vita, ad un altro essere chiamato all’esistenza (dall’amore del
Padre Creatore), senza che questo sia in grado di potersi difendere (ed
affermare un suo diritto).
L’aborto
volontario, è la soppressione (anche se legale) di un innocente; una
soppressione, commessa da coloro che erano stati chiamati da Dio ad
accogliere, curare e custodire, un dono vivente.
E
come tale si traduce:
-
in atto di ribellione a Dio per via del quale ci si antepone ad Egli;
-
nel tradimento della fiducia che il Padre Celeste, aveva riposto verso i
futuri genitori;
-
nel rifiuto della grazia scaturita dall’amore del Padre Creatore;
- nella
privazione (ossia negazione, per proprio arbitrio deformato),1
del diritto al dono della vita, nei confronti di un essere umano
(innocente, senza colpa), nel momento in cui si trova di fatto, più
fragile ed indifeso.
L’aborto
è una pratica ignominiosa e disumana; un matricidio e in molti casi, al
contempo un parricidio, al quale ci si è assuefatti, non attribuendogli
il peso che merita, in quanto per determinate ragioni (che in questa
sede non è il caso di approfondire), è consentito, legalizzato,
tollerato e in qualche circostanza addirittura promosso da varie
correnti (culturali, ideologiche e politiche).2
Tuttavia,
un comune senso deformato della morale, non può negare, la verità,
ossia, l'effettiva gravità, che si nasconde dietro tale discutibile
pratica. Pratica che purtroppo sta diventano una un realtà sempre più
diffusa.
Paradossalmente
quando qualcuno sopprime, un essere indifeso, nel periodo che si sta
preparando, alla vita sulla terra, non ci si scandalizza più di tanto o
affatto, ma ci si scandalizza, qualora:
-
una madre oppure un padre, in un momento di follia, uccide il suo bimbo;
-
quando un genitore dimentica un neonato in macchina, provocandone la
morte;
-
allorché un infante muore in altro modo, a causa della negligenza, di
uno o di entrambi i genitori.
E’
strano questo mondo! I metri di giudizio che nella fattispecie, vengono
impiegati, non sono affatto equi;
infatti,
si utilizzano due pesi e due misure, per giudicare delle azioni simili
che producono il medesimo risultato, senza considerare l’aggravante,
che l’aborto volontario è una negazione della vita premeditata,
mentre la morte di un figlio, nella stragrande maggioranza dei casi
avviene in maniera non dolosa ma colposa.
L'uomo
non è Dio!
Non
ha potere su nulla, benché s’illuda del contrario.
Non
è in grado di prolungare di un solo secondo la propria esistenza e
neppure di cambiare l'inevitabile.
Quando
lo capirà che non può arrogarsi in diritto di decidere, della vita
degli altri?
Un
mondo in cui (si manipola la vita) e nello specifico non si rispetta,
nel suo momento più delicato, è un mondo orientato verso il degrado,
instradato verso l’involuzione e destinato qualora non cambi rotta,
all'autodistruzione.
Nota:
1.
L’arbitrio deformato è l’espressione di un modo di pensare e
conseguentemente di agire che non è più libero. Infatti, si è
convinti di pensare, decidere e agire in completa autonomia
(liberamente); ma di fatto, deformando il nemico della natura umana, la
verità, ovvero, la realtà insita in ogni cosa, il suddetto processo
avviene partendo da parametri di valutazione irreali (falsati, illusori)
che come tali inducono all’errore.
2.
Purtroppo, molte donne prendono piena consapevolezza, di cosa esso
rappresenti, soltanto dopo averlo vissuto in prima persona e, nella
stragrande maggioranza dei casi, moltissime, se potessero tornare
indietro con il corso degli eventi, non credo si sottoporrebbero
nuovamente a tale pratica.
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