I
Cristiani sono i seguaci di Gesù Cristo, ed Egli è il loro modello.
Vivono
cercando di incarnare la Sua Parola, nella loro personale storia, perché
consapevoli che Cristo è quella luce necessaria, a ridonare all’uomo
caduto, la dignità perduta.
Luce,
indispensabile ad instradarli ed accompagnarli, verso quel cammino di
crescita spirituale che si compie durante l’arco di tutta la loro
vita.
I
Cristiani dunque sono coloro che attratti da Cristo, decidono, fidandosi
di Lui (per fede), di mettersi alla Sua sequela.
Una
sequela che li rende membra del Corpo Mistico di Cristo (ovvero della
Chiesa).
Come
parte di questo Corpo Mistico i laici e i consacrati, fra le tante cose,
sono chiamati nel nome del loro Signore e per l’amore che li lega ad
Egli a vivere nella Chiesa in atteggiamento di carità (mettendo a
disposizione, dunque a frutto, i loro personali talenti), per
custodirla, alimentarla1 e per diffonderla in ogni angolo
della terra.
Lo
ribadisco, i Cristiani sono chiamati a vivere con spirito di unità:
-
nella carità, in nome dell’unica e comune sorgente dell’amore,
ovvero, di Cristo.
-
Con carità, per l’amore che ricevono da Cristo.
Essi
sono invitati a svolgere nella Chiesa un esercizio di governo, secondo
la forma ricevuta in dono da Dio.
Trattasi,
dunque, di un esercizio, di servizio che viene svolto, attraverso la
Chiesa, a partire dalla luce ricevuta da Cristo (rivestiti di Egli);
di
un mandato, da esercitare saggiamente (secondo la Sua volontà), per il
bene del prossimo, ovvero, per la diffusione della Sua Parola (dei suoi
insegnamenti) sulla terra.
Dunque,
il mandato a svolgere un ruolo all’interno della Chiesa è un mandato
ad esercitare il potere di Cristo e non il proprio.
Come
Cristo dona agli uomini, tutti nella Chiesa, attraverso i personali
carismi (talenti), sono chiamati a servire Cristo con fedeltà e secondo
la Sua Santa Volontà (non secondo la propria).
Chi
pensa di potere vivere la Chiesa, illudendosi di fare di testa propria,
di eseguire un suo schema personale, di dovere applicare questo schema
come autoaffermazione del proprio sé, va contro la Chiesa stessa e
fallisce miseramente. Diventando una zavorra per il Corpo Mistico di
Cristo.
La
Casa del Signore non è un seggio di una delle due Camere, non è un
palcoscenico, non è un posto fisso e neppure un dopolavoro, non è un
circolo elitario, per cui, chi ne fa parte, non deve servirsi di Cristo
per soddisfare le proprie ambizioni, ma è chiamato a servire Cristo,
per l’amore che lo lega ad Egli, anche a costo di sacrificare sé
stesso.
La
Casa del Signore deve considerarsi come il luogo, dove per la presenza
di Cristo e dei fratelli, si ha l’opportunità di intraprendere quel
cammino di crescita, di maturazione interiore che consente all’essere
umano di ritrovare sé stesso, permettendogli di iniziare a vivere
secondo la forma ricevuta in dono da Dio.
La
Casa del Signore non è:
-
un luogo di evasione e divertimento,
-
un porto sicuro dove ormeggiare a tempo indeterminato la propria barca;
-
una spiaggia dove sollazzarsi al sole;
-
un parcheggio dove sostare gratuitamente e senza condizioni;
-
un territorio conquistato, da difendere con le unghia e con i denti per
paura che il posto occupato (la mansione svolta), possa essere messa in
pericolo, dall’ingresso dei neofiti.
-
un tempio riservato ad un élite di privilegiati,
-
non è neppure luogo di veleni, faziosità, ostilità, invidie, rivalità,
manipolazioni, ipocrisia.
La
Casa del Signore è luogo di Carità, Unità ed Accoglienza, in essa si
vive in spirito di comunione (condivisione, agape) con Cristo e i
fratelli; chi vive dentro la Casa del Signore facendo riferimento ad
altri parametri (con motivazioni differenti da quelle appena illustrate)
pecca contro di Essa (diventando, elemento dannoso, che rema contro,
ossia, intralcio e zavorra).
Un
cristiano degno di questo nome non si può servire di Cristo ma è
chiamato a servire Cristo.
Matteo
5, 37
Sia
invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno.
Matteo 6, 24
Nessuno
può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà
l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona.
Matteo
23,27-28
27
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri
imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni
di ossa di morti e di ogni putridume. 28 Così anche voi
apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni
d'ipocrisia e d'iniquità.
Nota:
1.
Divenendo sale della terra e luce del mondo, grazie al nutrimento che
dalla stessa Chiesa, tramite Cristo, ricevono.
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