Chi E' Incapace di Perdonare non Vive Bene

 

     

In un mondo in cui siamo tutti peccatori, tutti sbagliamo e spesso gli errori degli uni ricadono inevitabilmente sugli altri (in svariati modi), un individuo incapace di sapere perdonare, sarà una persona che si precluderà la possibilità di vivere bene (positivamente, serenamente) e di costruire attorno a sé delle realtà solide e stabili.

 

L’orgoglio, la superbia,

l’egocentrismo, la vanità,

la fragilità, la suscettibilità,

la paura,

la rabbia, l’odio, il rancore, il risentimento,

l’antipatia, l’incomunicabilità, l’incomprensione,

come l’accidia, il pessimismo, la misantropia,

sono alcuni dei veleni che il nemico della natura umana instilla nell’uomo per renderlo vulnerabile, attaccabile e manipolabile, con il fine di farne una creatura incapace di sapere perdonare.

 

Ma perché il maligno attacca l’uomo in questo modo?

Il suo unico obiettivo è quello trasformalo, per sottometterlo al suo potere e renderlo infelice.

 

Di conseguenza agisce molestandolo, con l’intento di propinargli i propri veleni.

Veleni che pian piano (qualora questo, non dovesse ricorrere prontamente agli antidoti opportuni) lo renderebbero fragile, suggestionabile (soggiogabile).

 

Sono veleni che hanno come fine quello di separare la creatura da Dio e dal suo prossimo (di isolarla), perché diventi incapace di poter vivere la vita positivamente. Perché diventi inadatta a sapere partecipare di quella misericordia di Dio che gli consentirebbe di essere in grado di amare e conseguenzialmente anche di avere la capacità di perdonare.

 

Per mezzo delle sue astuzie il nemico della natura umana insinua nell’uomo il male,
agendo con la seguente dinamica:
gli fa capitare degli eventi negativi, perché ferendone la sensibilità possa renderlo prima vulnerabile e successivamente malleabile, così da potergli avvelenare il cuore prospettandogli visioni deformate della realtà, affinché, possano nascere in lui, sentimenti tutt'altro che nobili.
Accadimenti negativi propinatigli con inaudita astuzia e lo ribadisco, posti in essere, con l’intento, di volerlo separare da Dio e dal suo prossimo, per renderlo altro da sé stesso e dunque profondamente infelice (in modo da farne, prima una vittima e, successivamente, incattivendolo, inconsapevole sostenitore e collaboratore dei suoi malvagi disegni).


Cerchiamo di non bere i suoi veleni, tuttavia, quand'anche fosse già troppo tardi, possiamo ricorrere ugualmente all’unico antidoto sempre efficiente: l’Infinita Misericordia di Dio, infatti, grazie ad essa possiamo chiederGli la grazia di renderci capaci di sapere perdonare sempre e comunque.

Infine aggiungo:

qualora il maligno dovesse scoprire l’efficacia della propria strategia di attacco, ossia, i punti di vulnerabilità della sua vittima, la attaccherebbe con sempre crescente ferocia e accanimento in quei punti. Con l’obiettivo di aprirsi un varco in questa, per insinuarsi con l’appropriato suo veleno, in modo da trasformarla (pian piano), in una creatura, sempre più deformata, malinconica, insoddisfatta e totalmente incapace, di sapere gestire il male ricevuto.