Il Silenzio

 

             

Esistono vari tipi di silenzio.
Che fondamentalmente si possono riassumere in due categorie:
- Il silenzio positivo;
- Il silenzio negativo.

 

Il silenzio positivo corrispondere a quello costruttivo.
- Ad es. faccio un po’ di deserto accanto a me perché desidero capire (approfondire) alcuni eventi o tematiche, al fine di arricchire la mia persona prima e gli altri dopo (ossia nel momento in cui ritengo opportuno trasmettere al mio prossimo le realtà scoperte attraverso il mio silenzio introspettivo).


- Un silenzio costruttivo più essere anche quello che mi porta a rispettare il mio prossimo. Ponendomi in ascolto dell’altro, escludendo la possibilità di ergermi a giudice e consigliere (ovvero, accogliendo quanto ha da dirmi, senza la presunzione di renderlo partecipe della mia opinione, in quanto non richiesta).
Dunque fa parte del silenzio costruttivo, rispettare attraverso il silenzio, colui/e che esprime liberamente e senza cercare il confronto, punti di vista differenti dei miei.

 

 

Il silenzio diventa negativo e anche distruttivo qualora impoverisca.
Questo tipo di silenzio si esprime tramite un atteggiamento di chiusura verso il prossimo, ovvero, verso il mondo che ci circonda.
E nasce:
- dalla presunzione di essere in grado di bastare a sé;

- dall’incapacità di riuscire a comunicare e confrontarsi serenamente e costruttivamente con gli altri.
- Dalla sfiducia nei confronti del prossimo e dunque della società. Cosicché tutti diventano potenziali nemici e quindi vengono considerati e trattati come dei pericoli da evitare.

 

 

In conclusione, le motivazioni che portano al silenzio devono essere ponderate per scegliere quando è opportuno osservare il silenzio. E tale atteggiamento di ponderatezza richiede un certo equilibrio; infatti, si può affermare che esista l’equilibrio del silenzio.

 

Come si raggiunge l’equilibrio del silenzio?
Si raggiunge con la saggezza.

Attraverso la saggezza, bisogna fare un'analisi accurata e approfondita degli eventi, per sapere discernere le cause che ci predispongono al silenzio, in modo da capire quando è opportuno o meno osservarlo.

Tramite tale discernimento si riesce a comprendere quando è giusto tacere e quando è quando è corretto parlare.

 

Infine ricordo un versetto biblico, tratto da: I Libri Poetici e Sapienziali - Qoèlet 3, 7  «un tempo per tacere e un tempo per parlare.»