LE ABERRAZIONI SESSUALI
(primo saggio)
Il fatto che esistano
dei bisogni sessuali negli esseri umani e negli animali è spiegato in biologia
con l'assunzione di un "istinto sessuale", in analogia con l'istinto
di nutrizione (nel caso della fame). Il linguaggio d'ogni giorno, per quanto
riguarda i bisogni sessuali, non possiede una parola corrispondente a
"fame", mentre la scienza fa uso, a questo proposito, del termine "libido".
L'opinione comune ha delle idee ben definite sulla natura e sui caratteri di
questo istinto sessuale. Si è generalmente convenuto che esso sia assente
nell'infanzia, che si formi al momento della pubertà in relazione al processo
che conduce alla maturità, e che si manifesti nelle forme di un'irresistibile
attrazione esercitata dall'un sesso sull'altro, mentre il suo scopo sarebbe
l'unione sessuale, o quell'insieme di atti che tendono a questo scopo. Noi
abbiamo ogni ragione di credere, tuttavia, che questo modo di vedere le cose dà
una rappresentazione molto lontana dal vero della situazione reale. A un esame
più approfondito esso mostrerà un gran numero di errori, di inesattezze e di
giudizi affrettati. A questo punto, io desidererei introdurre due termini tecnici.
Chiamiamo,dunque, la persona da cui procede l'attrazione sessuale OGGETTO
SESSUALE e l'atto verso il quale tende l'istinto SCOPO SESSUALE. L'accurata
osservazione scientifica mostra che intervengono numerose deviazioni relative
sia all'uno sia all'altro di essi: sia per l'oggetto che per lo scopo sessuale.
Bisogna esaminare a fondo i rapporti che esistono fra queste deviazioni e ciò
che è ritenuto essere lo stato normale.
DEVIAZIONI CHE SI
RIFERISCONO ALL'OGGETTO SESSUALE
Il modo popolare di
vedere circa l'istinto sessuale è meravigliosamente
rappresentato nella
poetica leggenda che racconta della divisione degli esseri umani originari in
due metà - l'uomo e la donna - e come queste tendessero sempre a riunirsi
nell'amore. Ecco perché ci desta grande stupore venire a sapere che ci sono
degli uomini il cui oggetto sessuale è un uomo, non una donna, e delle donne il
cui oggetto sessuale è ancora un'altra donna, e non un uomo. Gli individui di
questo tipo sono definiti come aventi delle "pulsioni sessuali contrarie",
o meglio, come "invertiti", e il fatto è indicato come
"inversione". Il loro numero è molto elevato,per quanto sia difficile
stabilirlo con esattezza.
a. Inversione.
Il comportamento degli
invertiti. Queste persone differiscono molto nel loro comportamento, sotto
parecchi aspetti. 1. Può trattarsi di invertiti INTEGRALI. In tale caso i loro
oggetti sessuali sono esclusivamente del loro medesimo sesso. Gli individui del
sesso opposto non costituiscono mai per essi l'oggetto del loro desiderio sessuale,
ma li lasciano indifferenti, o suscitano in essi repulsione. Come conseguenza
di questa repulsione gli uomini, se si tratta di uomini, sono incapaci di
compiere l'atto sessuale, o per lo meno non ne ricavano nessun piacere. 2. Può
trattarsi di invertiti ANFIGENICI,cioè ermafroditi psicosessuali. In questo
caso i loro oggetti sessuali possono essere,senza distinzione, del loro stesso
sesso o di sesso diverso. Questo tipo di inversione manca, dunque, del
carattere dell'esclusività. 3. Ci possono, essere, poi, degli invertiti
OCCASIONALI. Si tratta di persone le quali, in determinate condizioni
ambientali - che possono essere spiegate principalmente con l'inaccessibilità
di ogni oggetto sessuale normale e con l'imitazione - sono capaci di prendere
un individuo del loro stesso sesso come oggetto sessuale, e di ricavare
soddisfazione dal rapporto sessuale con lui. Inoltre, gli invertiti si
comportano in modo differente per quel che riguarda il concetto che essi hanno
della loro particolarità. Alcuni di essi accettano la loro inversione come
qualcosa di perfettamente naturale, proprio come una persona normale accetta la
direzione della PROPRIA libido, e reclamano energicamente per l'inversione gli
stessi diritti della sessualità normale. Altri, invece, vi si ribellano e
l'avvertono come una costrizione morbosa. Altre variazioni intervengono in
rapporto al problema del tempo. Il sintomo dell'inversione può, presso alcuni,
datare la sua vera origine fin dal tempo più remoto cui può arrivare la
memoria, presso altri
non cominciare a
manifestarsi che a un momento determinato, prima o dopo la pubertà. Esso può
persistere attraverso tutta la vita, oppure può sparire
momentaneamente o, al
contrario, può costituire un episodio sulla via dello sviluppo normale; può infine
fare la sua prima apparizione tardi dopo un lungo periodo di attività sessuale
normale. E' stata pure rilevata, in alcuni casi, una periodica oscillazione tra
un oggetto sessuale normale e uno invertito. Questi casi offrono un particolare
interesse quando la libido si orienta verso un oggetto sessuale invertito dopo
un'esperienza dolorosa con un oggetto sessuale normale. Di regola, questi
diversi tipi di variazioni si trovano fianco a fianco reciprocamente
indipendenti. Si può, comunque, ammettere senza difficoltà che la forma più
estrema d'inversione tende a manifestarsi già molto precocemente, e che gli
individui in questione accettano tranquillamente la loro particolarità. Molti
autori sarebbero restii a classificare insieme tutti i vari casi che io ho
enumerato, e preferirebbero porre l'accento sulle loro differenze piuttosto che
sulle loro somiglianze, secondo i propri punti di vista sull'inversione.
Tuttavia, per quanto le distinzioni non si possano discutere, è impossibile
trascurare l'esistenza di numerosi esempi intermedi d'ogni tipo, al punto che
noi siamo portati a concludere di avere a che fare con una serie connessa.
Natura dell'inversione.
L'inversione fu in un primo momento considerata come il segno di una
degenerazione nervosa congenita. Ciò dipese dal fatto che i medici osservavano
il fenomeno su persone che soffrivano, o sembravano soffrire, di disturbi
nervosi. Questa caratterizzazione dell'inversione comporta due supposizioni,da
considerarsi separatamente: che l'inversione sia congenita, e che sia segno di
degenerazione.
Degenerazione. La taccia
di degenerazione in questo caso si offre alle obiezioni che può sollevarci
contro, in generale, l'uso indiscriminato del termine. E' venuto di moda
guardare ogni manifestazione patologica che non sia evidentemente dovuta a
traumi o a infezione come un segno di degenerazione. La classificazione dei
degenerati di Magnan è, in realtà, di forma tale da non escludere la
possibilità che il concetto di degenerazione possa essere applicato a sistemi nervosi
dall'eccellente funzionamento generale. Stando così le cose, si può ben
chiedere se l'attribuzione di "degenerazione" abbia qualche valore o
aggiunge qualcosa alle nostre conoscenze.Sembra più saggio riferirsi a essa
solo quando: a. Si trovino riunite insieme parecchie deviazioni gravi dal
normale. b. Risulti molto alterata la capacità di prestazione e d'esistenza. Un
insieme di fatti dimostrano che, nel senso legittimo della parola, degli
invertiti non possono essere considerati dei degenerati, in quanto:
Carattere congenito.
Com'è comprensibile, il carattere congenito è attribuito soltanto alla prima,
più estrema, classe di invertiti, quelli integrali, e quest'affermazione trova
il proprio fondamento nelle assicurazioni date
da essi stessi che il
loro istinto sessuale non ha mostrato, in nessun periodo della loro vita, alcun
segno di prendere una strada diversa. Il fatto che esistono le altre due
categorie, e soprattutto la terza (gli invertiti "occasionali"),
difficilmente può conciliarsi con l'ipotesi di un carattere congenito
dell'inversione. Questo spiega perché quelli che sostengono questo punto di
vista tendano a isolare il gruppo degli invertiti integrali dal resto,
rinunciando in questo modo a ogni tentativo di dare un'interpretazione
dell'inversione che abbia applicazione universale. Secondo il modo di vedere di
questi autori l'inversione è innata in alcuni casi, mentre in altri la sua
origine è diversa. Del tutto opposta a questa è la concezione che fa
dell'inversione un carattere acquisito dell'istinto sessuale. Questa seconda
tesi è basata sulle seguenti considerazioni:
Spiegazioni
dell'inversione. La natura dell'inversione non è spiegata né attraverso
l'ipotesi che sia congenita né attraverso l'ipotesi alternativa che sia
acquisita. Nel primo dei due casi dobbiamo chiederci qual è l'aspetto che la
definisce congenita, a meno che non accettiamo la grossolana spiegazione che
ognuno è nato col proprio ISTINTO sessuale legato a un particolare oggetto
sessuale. Nel secondo, ci si può invece chiedere se le varie influenze
accidentali sarebbero sufficienti a spiegare il carattere acquisito
dell'inversione senza l'intervento cooperante di qualcosa che è proprio del
soggetto. Come abbiamo già mostrato, l'esistenza di quest'ultimo fattore non
può essere negata a priori.
Bisessualità. Una nuova
contraddizione al modo di vedere popolare è contenuta nelle teorie che Lydston,
Kiernan e Chevalier hanno presentato, nel tentativo di dare una spiegazione
della possibilità d'inversione sessuale. E' opinione comune che l'essere umano
sia o uomo o donna. La scienza,invece, ci segnala casi nei quali i caratteri
sessuali sono scomparsi, e nei quali, di conseguenza, è difficile determinare
il sesso, soprattutto sul piano anatomico. Gli organi sessuali di questi
individui hanno insieme le caratteristiche maschili e femminili. (Questo stato
di cose è noto col nome di ermafroditismo.) In casi eccezionali gli organi sessuali
dell'uno e dell'altro sesso coesistono, l'uno al fianco dell'altro,
completamente sviluppati (ermafroditismo vero); più frequentemente lo sviluppo
di ambedue gli organi si trova in condizioni di atrofia. L'importanza di queste
anormalità consiste nel fatto inatteso che ci rendono più facile la
comprensione dello sviluppo normale. Risulta, appunto, che un certo grado di
ermafroditismo anatomico è normalmente presente. In tutti gli individui, sia
maschi che femmine, si trovano tracce dell'organo genitale del sesso opposto.
Queste sussistono senza alcuna funzione come organi rudimentali o si modificano
e acquistano una funzione diversa. Questi fatti di anatomia, noti da gran
tempo, ci portarono a supporre che un'originaria disposizione fisica di tipo
bisessuale si sia, nel corso dell'evoluzione, orientata verso l'omosessualità,
lasciandosi dietro solo qualche traccia del sesso atrofizzatosi. Si estese
questa ipotesi alla sfera mentale e si tentò di spiegare l'inversione, in tutte
le sue varietà, come l'espressione di un ermafroditismo psichico. Per risolvere
il problema, si sarebbe dovuto accertare una regolare coincidenza tra
l'inversione e i segni mentali e somatici dell'ermafroditismo. Ma le attese
furono deluse. E' impossibile dimostrare così strettamente un rapporto tra
l'ipotetico ermafroditismo psichico e la sua forma anatomica conclamata. Negli
invertiti (confronta Havelock Ellis, 1915) si riscontra una diminuzione
dell'istinto sessuale e una leggera atrofia anatomica degli organi: questo
fenomeno è frequente,il che non vuol dire che sia costante o addirittura
comune. Bisogna, dunque,riconoscere che l'inversione e l'ermafroditismo
somatico sono perfettamente indipendenti tra loro. Si è pure attribuita una
grande importanza ai caratteri sessuali cosiddetti secondari o terziari, e alla
grande frequenza con cui quelli del sesso opposto si presentano negli invertiti
(confronta Havelock Ellis, 1915). Ma, se in gran parte ciò è vero, non bisogna
tuttavia dimenticare che in generale i caratteri sessuali secondari e terziari
di un sesso si presentano molto spesso nel sesso opposto. Essi sono indice di
ermafroditismo, ma non comportano alcuno scambio dell'oggetto sessuale nel
senso dell'inversione. La teoria dell'ermafroditismo psichico
acquisterebbe più vigore
se l'inversione dell'oggetto sessuale fosse almeno
accompagnata da una
parallela trasformazione delle altre qualità mentali del
soggetto, dei suoi
istinti e dei suoi tratti caratteriali, in quelli caratteristici del sesso
opposto. Ma solo nelle donne invertite si può osservare con una certa costanza
un'inversione del carattere di questo tipo; negli uomini l'inversione può
coesistere con la più completa virilità mentale. Se si vuole sostenere ancora
la teoria dell'ermafroditismo psichico, sarà necessario aggiungere che le sue
manifestazioni nelle diverse sfere mostrano solo deboli segni di essere
reciprocamente condizionate. Altrettanto si può dire dell'ermafroditismo
somatico. Secondo Halban (1903),l'atrofia degli organi in un individuo e la
presenza dei caratteri sessuali secondari sono largamente indipendenti fra
loro. La teoria della bisessualità è stata definita nella sua forma più cruda
da un apologista degli invertiti maschili: "un cervello di donna in un
corpo di uomo". Ma noi non sappiamo che cosa caratterizzi "un
cervello di donna". Non è necessario, né riteniamo sia giustificato
trasferire il problema dalla psicologia all'anatomia. La spiegazione tentata da
Krafft-Ebing sembra meglio strutturata che quella di Ulrichs, ma non ne
differisce per quanto essenziale. Krafft-Ebing sostiene (1895) che la
disposizione bisessuale conferisce a ogni individuo centri cerebrali maschili o
femminili così come organi somatici del sesso. Questi centri si sviluppano solo
al momento della pubertà, per la maggior parte sotto l'influenza della glandola
sessuale, che nell'ordine originario è indipendente da loro.Ma noi possiamo
dire dei "centri" maschile e femminile quello che è stato già detto
per i "cervelli" maschile e femminile; e, tra l'altro, non possiamo
basarci su niente di concreto per affermare che esistano alcune aree cerebrali
("centri") da cui dipendano le funzioni del sesso, come, per esempio,
avviene per il linguaggio. Comunque, due cose emergono da queste discussioni.
Primo, nell'inversione è in qualche modo implicata una disposizione bisessuale,
per quanto noi non sappiamo in che cosa quella disposizione consiste, al di là
della struttura anatomica. Secondo, noi abbiamo a che fare con disturbi che
modificano l'istinto sessuale nel corso del suo sviluppo.
Oggetto sessuale degli
invertiti. La teoria dell'ermafroditismo psichico suppone che l'oggetto
sessuale degli invertiti sia l'opposto di quello verso cui si indirizzerebbe
una persona normale. Un invertito, si osserva, è, come la donna, attratto dalle
qualità virili del corpo e dello spirito maschili: si sente proprio come una
donna alla ricerca di un uomo. Ma se questo va bene per un buon numero di
invertiti, è tuttavia molto lontano dal costituire una caratteristica
universale dell'inversione. Non può esserci alcun dubbio che una gran parte
degli invertiti maschi conservano i caratteri psichici della virilità, non
presentano che relativamente pochi caratteri secondari dell'altro sesso e ciò
che, in definitiva, interessa loro nell'oggetto sessuale sono le caratteristiche
psichiche della femminilità. Se così non fosse, come sarebbe possibile spiegare
il fatto che i prostituti maschi, i quali si offrono agli invertiti - oggi
proprio come nei tempi più antichi -, imitano la donna in tutte le modalità
esterne degli abiti e del comportamento? Questa imitazione dovrebbe essere,
altrimenti,inevitabilmente in contrasto con il desiderio degli invertiti. Nella
Grecia, dove gli uomini più virili erano enumerati fra gli invertiti, quello
che muoveva l'amore dell'uomo non era il carattere maschile di un ragazzo ma la
sua rassomiglianza fisica con una donna, come anche le sue qualità psichiche
femminili, la sua timidezza, la sua modestia e il suo bisogno di apprendere e
di essere protetto. Non appena il giovinetto diventava adulto, finiva di essere
un oggetto sessuale per uomini e lui stesso, forse, si interessava ad altri
giovinetti. In questo caso, come in molti altri,l'oggetto sessuale non è
qualcosa che appartenga allo stesso sesso, ma qualcosa che combina insieme i caratteri
dei due sessi: consiste, insomma, in un compromesso tra due impulsi, quello che
si orienta verso un uomo e quello che inclina verso una donna, mentre rimane
fissa la condizione che il corpo dell'oggetto (cioè i genitali) siano maschili.
L'oggetto sessuale è, per così dire, una specie di immagine riflessa della
natura bisessuale propria del soggetto. Nell'inversione la posizione della
donna è meno ambigua. Le invertite attive mostrano con particolare frequenza
caratteristiche maschili, insieme somatiche e psichiche, e quanto agli oggetti
sessuali, si orientano verso quelli maggiormente dotati di femminilità -
sebbene, anche in questo caso, una migliore conoscenza dei fatti potrebbe
rivelare una più grande varietà.
Scopo sessuale degli
invertiti. Fatto importante da tenere a mente è che non si può riconoscere nei
casi d'inversione la presenza di un uniforme scopo sessuale. Tra gli uomini, il
coito anale non coincide affatto con l'inversione; spesso e volentieri il loro
esclusivo scopo è la masturbazione, ed è perfino vero che le limitazioni dello
scopo sessuale - che può restringersi alla semplice effusione di sentimento -
sono più frequenti tra loro che negli amori eterosessuali. Così anche tra le
donne, gli scopi sessuali dell'inversione sono i più vari: una particolare
preferenza pare si rivolga al contatto delle mucose orali.
Conclusione. Si sarà
notato che noi non siamo in grado di offrire una soddisfacente spiegazione
dell'origine dell'inversione con il materiale di cui ora disponiamo, tuttavia
la nostra ricerca ci ha permesso di raggiungere quella briciola di cognizione
che può dimostrarsi per noi di importanza maggiore della stessa soluzione del
problema. Siamo in grado di accorgerci di aver considerato la connessione tra
la pulsione sessuale e l'oggetto sessuale molto più intima di quanto non fosse
in realtà. L'esperienza dei casi considerati anormali ci ha mostrato che la
pulsione sessuale e l'oggetto sessuale sono, per quel che li riguarda,
semplicemente saldati fra loro - fatto questo che avevamo corso il pericolo di
trascurare come conseguenza dell'uniformità della situazione normale, in cui
l'oggetto sembra essere parte integrante della pulsione. Avvertiamo quindi la
necessità di sciogliere il legame che esiste nella nostra mente tra pulsione e
oggetto. Sembra probabile che la pulsione sessuale, in un primo momento, sia
indipendente dall'oggetto, e che la sua origine verosimilmente non sia dovuta
alle eccitazioni che provengono da esso.
b. Prepuberi e animali
come oggetti sessuali. Mentre gli invertiti, che scelgono il loro oggetto
sessuale fuori dal sesso che normalmente dovrebbe interessarli, sembrano, a
parte le loro particolari deviazioni, essere sotto ogni altro riguardo delle
persone quasi sane, gli individui che scelgono persone sessualmente immature
(bambini) come oggetti sessuali sono giudicati immediatamente come casi isolati
di aberrazione. Solo eccezionalmente i bambini diventano oggetti sessuali
esclusivi; di solito, essi assumono questo ruolo quando qualche individuo, vile
o impotente, li adotta come espedienti, o quando un istinto urgente
(insofferente d'ogni indugio) non può lì per lì ottenere il possesso di nessun
oggetto più idoneo. Nondimeno, contribuisce a chiarire la natura dell'istinto
sessuale, il fatto che esso permetta tante variazioni e una tale degradazione
dei suoi oggetti, cosa che la fame, molto più energicamente legata agli oggetti
suoi propri,potrebbe permettere solo nelle circostanze più estreme. Una simile
considerazione vale anche per il rapporto sessuale con animali, che è più
frequente di quanto non si creda, soprattutto fra i contadini, e nel quale
l'attrazione sessuale sembra superare i limiti della specie. Si desidererebbe,
per ragioni estetiche, ascrivere queste e altre gravi deviazioni della pulsione
sessuale alla malattia mentale; ma non è possibile.L'esperienza mostra,
appunto, che le perturbazioni della pulsione sessuale nei malati non sono
affatto differenti da quelle che si presentano nei sani e presso intere razze o
ceti sociali. Così, si può trovare con deprecabile frequenza l'abuso sessuale
dei giovinetti presso maestri di scuola e sorveglianti, semplicemente per
l'opportunità che si offre loro in questo senso. Il malato di mente manifesta
la stessa deviazione solo a un grado più intenso; oppure, cosa che è
particolarmente interessante, la deviazione può diventare esclusiva e
sostituire completamente il normale soddisfacimento sessuale. La relazione
molto significativa fra le variazioni sessuali e il formarsi della scala che va
dalla sanità mentale fino alla malattia ci offre abbondante materia per
riflettere. Io inclino a credere che tanto si possa spiegare col fatto che gli
impulsi della vita sessuale sono fra quelli che, anche allo stato di
normalità, sfuggono al
controllo delle attività psichiche superiori della mente. Dalla mia esperienza
risulta che chiunque, in un modo o nell'altro, sia nel campo sociale che nel
campo etico, presenti delle anormalità psichiche, è invariabilmente anormale
anche nella sua vita sessuale. Ma ci sono molte persone anormali nella loro
vita sessuale che per ogni altro riguardo si avvicinano alla media e hanno,
accanto al resto, portato a compimento il processo di sviluppo culturale umano,
nel quale la sessualità rimane il punto debole. Sembra, comunque, che si possa
trarre da tutte queste discussioni la seguente generalissima conclusione: e
cioè che, in moltissime circostanze e in un numero sorprendente di individui,
la natura e l'importanza dell'oggetto sessuale regredisce verso un ruolo
secondario. Non è, dunque, esso a costituire l'elemento essenziale e costante
dell'istinto sessuale.
DEVIAZIONI RIFERENTISI
ALLO SCOPO SESSUALE
Si considera scopo
sessuale normale l'unione degli organi genitali nell'atto noto col nome di
coito, che porta a un rilassamento della tensione sessuale e a una temporanea
estinzione della pulsione sessuale - un soddisfacimento molto simile alla
sazietà nella fame. Tuttavia anche nei processi sessuali più normali possiamo
scoprire delle tendenze che, se si fossero sviluppate, avrebbero portato a deviazioni,
definite come "perversioni". Si indugia in certi rapporti intermedi
con l'oggetto sessuale che non sono estranei allo sviluppo d'azione che porta
al coito, come certi toccamenti e certe eccitazioni visive, e che sono
accettati come scopi sessuali provvisori. Da una parte questi atti stessi sono
accompagnati da piacere, dall'altra intensificano l'eccitazione, che deve
durare fino alla completa realizzazione dello scopo sessuale. Inoltre il bacio,
un contatto particolare di questo tipo tra le mucose labiali di due individui,
ha acquistato presso molti popoli (e tra questi, i popoli di civiltà più
avanzate) un alto valore sessuale, benché le parti del corpo che vi sono
impegnate non facciano parte degli apparati genitali ma costituiscano l'entrata
del tubo digerente. Abbiamo dunque, qui, dei fatti che ci offrono un punto di
contatto tra le perversioni e la vita sessuale normale e possono servirci anche
da base per la loro classificazione. Le perversioni consistono in attività
sessuali che: a. si estendono,in senso anatomico, oltre le regioni del corpo
destinate all'unione sessuale, oppure b. si limitano a certi rapporti intermedi
con l'oggetto sessuale che devono normalmente essere superati con rapidità per
giungere allo scopo sessuale definitivo.
a. Estensioni
anatomiche.
Supervalutazione
dell'oggetto sessuale. Solo in rari casi la valutazione psichica riguardante
l'oggetto sessuale, come fonte di soddisfacimento dell'ISTINTO sessuale, si
limita ai suoi genitali: in realtà, essa si estende al suo intero corpo e mira
a impadronirsi di ogni sensazione che da esso deriva. Una medesima
supervalutazione si manifesta nella sfera psicologica: il soggetto diventa
intellettualmente infatuato (cioè si indeboliscono i suoi poteri di giudizio)
dalle qualità mentali e dalle perfezioni dell'oggetto sessuale, e si sottomette
docilmente, con credulità, ai suoi giudizi. Così, la credulità provocata
dall'amore è una fonte importante, se non la fonte prima, dell'AUTORITA'.
Questa sopravvalutazione sessuale, non potendo accordarsi facilmente con una
limitazione dello scopo sessuale all'unione degli organi genitali propriamente
detti, contribuisce a far rientrare tra gli scopi sessuali attività che sono in
relazione con altre parti del corpo. L'importanza
del fattore della
sopravvalutazione sessuale può essere meglio studiata nell'uomo perché solo la
sua vita erotica è accessibile alle ricerche; quella delle donne, invece, - in
parte a causa dell'inibito normale sviluppo derivante dalle loro condizioni di
incivilimento e in parte per via della loro riservatezza convenzionale e della
loro insincerità - è ancora avvolta in un fitto velo di oscurità.
Uso sessuale delle
mucose delle labbra e della bocca. L'uso della bocca come organo sessuale è
considerato una perversione se le labbra o la lingua di una persona entrano in
contatto con gli organi sessuali di un'altra, ma non se le mucose labiali di
due persone entrano in contatto fra di loro. Questa eccezione costituisce il
punto di contatto con la normalità. Quando condanniamo le altre pratiche, che
sono state in uso fin dai tempi più antichi, come perversioni, cediamo a un
indubbio senso di disgusto, che ci tiene lontani dall'accettare simili scopi
sessuali. I limiti per questo sentimento di disgusto sono però, spesso, soltanto
convenzionali: un uomo che bacerebbe appassionatamente le labbra di una bella
ragazza, può forse essere disgustato all'idea di usare il suo spazzolino da
denti, per quanto non ci sia alcuna ragione di supporre che la propria cavità
orale, per la quale non prova alcun disgusto, sia più pulita di quella della
ragazza. Qui, poi, noi poniamo l'accento sul fattore del disgusto, che
interferisce con la supervalutazione dell'oggetto sessuale operata dalla
libido, ma può anche esserne sopraffatto. Il disgusto sarebbe una delle forze
che contribuiscono a limitare gli scopi sessuali. L'operato di queste forze, di
solito, non si estende agli organi genitali. Non c'è dubbio, tuttavia, che gli
organi genitali dell'altro sesso possano, come tali, ispirarne, e che questo
sia un caratteristico atteggiamento di tutti gli isterici, particolarmente
delle donne. Ma la pulsione sessuale, appunto nella sua forza, si compiace di
superare tutto questo (confronta appresso).
Uso sessuale
dell'orifizio anale. Ci rendiamo, poi, ancor più chiaramente conto, quando si
tratta dell'orifizio anale, che è il disgusto che esso provoca a marchiare di
perversione questo scopo sessuale. Spero, comunque, di non essere accusato di
partigianeria quando sostengo che le persone che cercano di darsi ragione di
questo disgusto col dire che l'organo in questione serve a una funzione
escretoria ed è in contatto con l'escremento - cosa in se stessa disgustosa -,
non abbiano più ragioni delle ragazze isteriche che spiegano il loro disgusto
per i genitali maschili dicendo che servono per la minzione. L'uso sessuale
della mucosa anale non è limitato ai rapporti tra uomini,e la preferenza che si
abbia per essa non è una caratteristica determinante
dell'inversione. Al
contrario, sembra che la PAEDICATIO con un uomo tragga la propria origine
dall'analogia con l'atto similare normalmente compiuto su una donna; mentre la
masturbazione reciproca è lo scopo sessuale più spesso ricercato nei rapporti
tra invertiti.
Importanza delle altre
parti del corpo. L'estensione dell'interesse sessuale ad altre regioni del
corpo, con tutte le sue variazioni, non ci offre nulla di essenzialmente nuovo,
né aggiunge nulla alla nostra conoscenza dell'istinto sessuale, che esprime
così semplicemente la propria intenzione di prender possesso dell'oggetto
sessuale in ogni direzione possibile. Ma queste estensioni anatomiche ci
indicano esistere, al di fuori della supervalutazione sessuale, un secondo
fattore al lavoro, poco noto ai non iniziati. Alcune parti del corpo, come le
mucose della bocca e dell'ano, di cui in queste pratiche si rivela
l'importanza, vengono a essere considerate e trattate come organi genitali. Noi
vedremo più tardi che questa pretesa è giustificata dalla storia dello sviluppo
dell'istinto sessuale e che trova attuazione nella sintomatologia di alcuni
stati patologici.
Sostituzioni improprie
dell'oggetto sessuale: feticismo. Ci sono alcuni casi particolarmente
interessanti in cui il normale oggetto sessuale è sostituito da un altro che ha
con quello qualche relazione, ma non è per niente appropriato a servire lo
scopo sessuale
normale. Dal punto di
vista della classificazione noi avremmo fatto, senza dubbio,meglio a trattare
questo gruppo molto interessante di aberrazioni dell'istinto sessuale tra le
deviazioni che riguardano l'oggetto sessuale; tuttavia, abbiamo posposto il
loro studio all'esame del fattore SUPERVALUTAZIONE, perché da esso dipendono
questi fenomeni connessi con un abbandono dello scopo sessuale. L'equivalente
dell'oggetto sessuale consiste in qualche parte del corpo (come il piede o i
capelli) che generalmente non è affatto appropriata per costituire un fine
sessuale, o qualche oggetto inanimato in stretta relazione con la persona che
sostituisce, e preferibilmente con la sessualità di quella persona (un pezzo di
vestito o di biancheria). Questi sostituti somigliano veramente ai feticci nei
quali i selvaggi credono che i loro dèi siano materializzati. Il passaggio a
queste forme di feticismo in cui lo scopo sessuale, sia normale che pervertito,
è completamente abbandonato, è costituito da altri casi nei quali, se si vorrà
raggiungere lo scopo sessuale, l'oggetto è tenuto a rispondere a una condizione
feticistica - come il possesso di un determinato colore di capelli o di qualche
particolare indumento, oppure addirittura di qualche difetto fisico.
Nessun'altra variazione dell'istinto sessuale, ai confini col patologico,può
offrirci un così alto interesse, appunto grazie alla peculiarità dei fenomeni
cui dà luogo. Condizione preliminare necessaria sembra essere in ogni caso un
certo grado di diminuzione dell'impulso verso la meta sessuale normale (una
debolezza esecutiva dell'apparato sessuale). Il punto di contatto con la
normalità è costituito dall'essenziale supervalutazione psicologica dell'oggetto
sessuale, che si estende inevitabilmente a ogni cosa che sia con esso
associata. Ecco perché un certo grado di feticismo è abitualmente presente
nell'amore normale, specialmente in quei suoi periodi in cui lo scopo sessuale
normale non sembra raggiungibile o la sua realizzazione non sembra vicina.
Portami uno scialle dal suo seno una giarrettiera che abbia stretto il suo
ginocchio! (Goethe, Faust, parte 1, scena 7) La situazione diventa patologica
solo quando il desiderio del feticcio giunge a essere non solo una condizione
necessaria legata all'oggetto sessuale, ma in effetti PRENDE il posto dello
scopo normale, oppure, ancora di più, quando il feticcio si stacca da una
qualsiasi persona determinata e diventa, per sé solo, l'oggetto sessuale.
Queste sono le condizioni generali sotto le quali si passa dalle pure
variazioni dell'istinto sessuale alle aberrazioni patologiche. Binet (1888) fu
il primo a sostenere (cosa che fu poi confermata con grande chiarezza) che la
scelta del feticcio dipende dall'influenza di qualche impressione sessuale,
ricevuta, di solito, nella prima infanzia. (Possiamo meglio capire ciò
ripensando alla proverbiale tenacia del primo amore: "on revient toujours
à ses premiers amours"). Quest'origine è particolarmente evidente nei casi
in cui l'oggetto sessuale è legato a una condizione puramente feticistica.
Torneremo di nuovo, in connessione con altri argomenti, sull'importanza delle
prime
impressioni sessuali. In
altri casi, la sostituzione dell'oggetto da parte di un feticcio è determinata
da un'associazione, a carattere simbolico, di idee, della quale non si ha
usualmente coscienza. Non è sempre possibile tracciare con certezza la strada
seguita da queste associazioni. (Il piede, per esempio, è un antichissimo
simbolo sessuale che compare perfino nella mitologia; senza dubbio, la parte
che la pelliccia ha come feticcio trae la propria origine da un'associazione
col pelame del "mons Veneris"). Non di meno, neppure questo tipo di
simbolismo sembra essere sempre indipendente dalle esperienze sessuali
dell'infanzia.
b. Fissazione degli
scopi sessuali provvisori.
Formazione di nuovi
scopi sessuali. Ogni fattore esterno o interno che ostacola o rimanda il
raggiungimento dello scopo sessuale normale (cioè l'impotenza, l'elevato prezzo
dell'oggetto sessuale, o la considerazione dei pericoli dell'atto normale) può
evidentemente favorire la tendenza a soffermarsi sugli atti preparatori, e a
trasformarli in nuovi scopi sessuali, pronti a prendere il posto di quelli
normali. Un attento esame mostra sempre che, per quanto strani appaiano questi
nuovi scopi, sono invece già accennati nel processo sessuale normale.
Del toccare e del
guardare. Fino a un certo punto il toccare è indispensabile (in ogni caso presso
gli esseri umani) per il raggiungimento dello scopo sessuale normale.Ognuno,
d'altra parte, sa quale fonte di piacere e insieme quale influsso di fresca
eccitazione offrano le sensazioni di contatto con la pelle dell'oggetto
sessuale. Così l'indugiare in questo stadio può difficilmente essere
considerato come una perversione, purché a lungo andare l'atto sessuale venga
portato a compimento. La stessa cosa risulta vera per il vedere - un'attività
che, in ultima analisi, è derivata dal toccare. Le impressioni visive rimangono
il sentiero più frequente lungo il quale viene eccitata la libido; e la
selezione naturale appunto, si serve di questo sentiero, se tale considerazione
teleologica è ammissibile, quando incoraggia lo sviluppo della bellezza nell'oggetto
sessuale. La tendenza progressiva a nascondere il proprio corpo che va di pari
passo con lo sviluppo della civiltà tiene sveglia la curiosità sessuale. Questa
curiosità cerca di ottenere l'oggetto sessuale allo stato puro, spogliando le
sue parti nascoste. Essa può, comunque, essere deviata ("sublimata")
verso l'arte, se il suo interesse riesce a spostarsi dagli organi genitali alla
forma del corpo tutt'intero. La maggior parte delle persone normali si
soffermano sino a un certo punto sullo scopo sessuale intermedio del guardare,
sessualmente interessato, che offre loro la possibilità di dirigere una parte
della loro libido verso fini artistici più elevati. Il piacere di guardare
(scopofilia) diventa una perversione a. se è esclusivamente limitato agli organi
genitali; b. se oltrepassa il senso di disgusto (come nel caso dei
"voyeurs", quelli che stanno a osservare le funzioni di defecazione);
c. se, invece di costituire una funzione PREPARATORIA del normale scopo
sessuale, lo sostituisce. Ciò è quanto mai vero per gli esibizionisti, i quali,
se posso riferirmi a un solo caso che ho osservato, mostrano i propri genitali
per ottenere la stessa reciproca cosa da parte dell'altra persona. Nel caso di
perversioni che sono direttamente in rapporto con il guardare e l'essere
guardati, incontriamo una caratteristica molto importante con cui avremo ancora
più intensamente a che fare nell'aberrazione che considereremo subito dopo: in
queste perversioni lo scopo sessuale assume due forme, una attiva e l'altra
passiva. Il PUDORE è l'unica forza che si oppone alla scopofilia (in modo
parallelo a quello che abbiamo già visto nel caso del disgusto), anche se può
esserne sopraffatto.
Sadismo e masochismo. La
più comune e la più significativa di tutte le perversioni - il desiderio di far
soffrire l'oggetto sessuale e il suo contrario - ha ricevuto da Krafft-Ebing il
nome di "sadismo" e di masochismo", rispettivamente per la sua
forma attiva e passiva. Altri scrittori (Schrenck-Notzing, 1899) hanno preferito
il termine più ristretto di "algolagnia". Questo rende meglio il
piacere della sofferenza, la crudeltà; mentre i nomi scelti da Kraffl-Ebing
sottolineavano il piacere di ogni forma d'umiliazione o di soggezione. Per quel
che riguarda la algolagnia attiva, cioè il sadismo, le radici si possono
trovare facilmente nell'uomo normale. La sessualità di molti esseri umani di
sesso maschile contiene un elemento di AGGRESSIVITA' - un desiderio di
dominare, che la biologia sembra mettere in relazione con la necessità di
superare la resistenza dell'oggetto sessuale con mezzi differenti dalla
seduzione. Così il sadismo non sarebbe altro che una componente aggressiva
dell'istinto sessuale diventata indipendente ed esasperata, e che, spostandosi,
ha usurpato la posizione di guida. Nel linguaggio comune il significato di
sadismo oscilla tra i casi in cui si presenta caratterizzato puramente da un
atteggiamento attivo o violento nei confronti dell'oggetto sessuale e quelli
nei quali il soddisfacimento è condizionato del tutto dal suo maltrattamento e
dalla sua umiliazione. In senso stretto, solo questi ultimi casi estremi
possono essere definiti come perversione. Così pure, il termine masochismo
comprende un certo atteggiamento passivo verso la vita e l'oggetto sessuale; il
caso estremo si ha quando il soddisfacimento dipende da una sofferenza fisica o
mentale ricevuta dall'oggetto sessuale. Il masochismo, come forma di
perversione, sembra essere più lontano dallo scopo sessuale normale di quanto
non lo sia il suo contrario.Ci si può chiedere se esso rappresenti un fenomeno
primario o se, al contrario, non risulti ogni volta da una trasformazione del
sadismo. Si può notare spesso che il masochismo non è altro che un
prolungamento del sadismo rivolto sul soggetto stesso, il quale, in questo modo,
prende il posto dell'oggetto sessuale. L'analisi clinica dei casi estremi di
masochismo mostra come esso derivi da una combinazione di un gran numero di
fattori (come il complesso di castrazione e il senso di colpa) i quali
esagerano e fissano l'originario atteggiamento di passività sessuale. Il
dolore,che in questi casi si supera, corrisponde appunto al disgusto e al
pudore come forza che si oppone e fa resistenza alla libido. Il sadismo e il
masochismo occupano una posizione speciale tra le perversioni, perché il
contrasto tra attività e passività che li caratterizza è tra gli elementi
fondamentali della vita sessuale. La storia della civiltà umana mostra, al di
fuori d'ogni dubbio, che esiste un intimo rapporto tra la crudeltà e l'istinto
sessuale. Non c'è stato alcun tentativo per spiegare questo rapporto,tranne il
rilievo dato al fattore aggressivo nella libido. Alcuni autori sostengono che
questo elemento aggressivo dell'istinto sessuale è in realtà un residuo di
desideri cannibaleschi; esso deriva dall'apparato disposto per ottenere il
dominio, il quale ha appunto a che fare con l'appagamento dell'altro dei grandi
bisogni istintuali,ontogeneticamente più antico, l'assunzione del cibo. C'è
anche chi sostiene che ogni dolore contiene in sé la possibilità di un
sentimento di piacere. Noi ci limiteremo a dire che l'interpretazione di questa
perversione non è tale da soddisfarci, e che sembra invece possibile che in
essa un certo numero di impulsi mentali si combinino per produrre un'unica
risultante. Ma il tratto più importante di questa perversione è che le sue
forme, attiva e passiva, si presentano abitualmente insieme nello stesso
individuo. Una persona che provi piacere a produrre del dolore in qualche altra
durante una relazione sessuale è anche in grado di avvertire come piacere un
dolore che da quel rapporto gli possa derivare. Un sadico è sempre al tempo
stesso un masochista, per quanto l'aspetto attivo o quello passivo della
perversione possa essere in lui più decisamente sviluppato, al punto da rappresentare
la sua attività sessuale predominante. Noi constatiamo, poi, che alcuni tra gli
impulsi alla perversione si presentano regolarmente come coppie di opposti; e
questo fatto, messo in rapporto con materiale che sarà esposto più tardi, ha un
elevato significato teoretico. Inoltre è un fatto suggestivo che l'esistenza
della coppia di opposti formata dal sadismo e dal masochismo non possa essere
solo attribuita all'elemento dell'aggressività. Saremmo tentati di mettere in
rapporto la contemporanea presenza di questi opposti con l'antagonismo
maschilità-femminilità combinati nella costituzione bisessuale, un antagonismo
che spesso, in psicoanalisi, deve essere sostituito da quello tra attività e
passività.
LE PERVERSIONI IN
GENERALE
Variazione e malattia.
E' naturale che i medici che, per primi, studiarono le
perversioni in alcuni
casi conclamati e sotto condizioni tutte particolari, siano stati propensi a
considerarle, com'era successo per l'inversione, come segni di
degenerazione o di
malattia. Tuttavia, rispetto all'inversione, è anche più facile ora confutare
questa opinione. L'esperienza d'ogni giorno ha mostrato che molte di queste
deviazioni, o per lo meno le più leggere, raramente sono assenti dalla vita
sessuale della gente sana, che le considera come non diverse da altri casi
della propria vita intima. Se le circostanze sono favorevoli, può accadere
anche a una persona normale di sostituire per un certo tempo una perversione di
questo tipo allo scopo sessuale normale, oppure di accettarla accanto a questo.
Si può dire che non ci sia nessun individuo sano che non aggiunga al normale
scopo sessuale qualche elemento che si possa chiamare perverso; e
l'universalità di questo fatto basta per sé sola a farci comprendere quanto sia
inappropriato l'uso della parola perversione come termine riprovativo. Nella
sfera della vita sessuale noi abbiamo visto ergersi una caratteristica e, in
verità, insolubile difficoltà non appena si cerchi di tracciare una linea netta
di distinzione tra le pure variazioni che rientrano nei limiti della fisiologia
e i sintomi patologici. Ma, in alcune di queste perversioni, il tipo di nuovo
scopo sessuale è tale da richiedere un esame speciale. Alcuni pervertimenti si
allontanano tanto dalla normalità che non possiamo far altro che definirli
"patologici". Questo succede soprattutto quando l'istinto sessuale
porta a compiere atti straordinari (come, per esempio, il leccare gli
escrementi o il violentare cadaveri) superando progressivamente le resistenze
del pudore, del disgusto, dell'orrore o del dolore. Ma anche in questi casi,
noi non ci sentiremmo di affermare su due piedi che gli individui che agiscono
così siano malati di mente o soggetti a gravi anormalità di altro tipo. Non ci
si può esimere qui dal constatare che individui dal comportamento per altri
versi normale possono, sotto il dominio del più imperioso degli
istinti,rientrare nella categoria dei malati per la sola sfera della
sessualità. Al contrario,quando si ha un comportamento chiaramente anormale
nelle altre attività della vita,si può invariabilmente rilevare un retroscena
di deviazione sessuale. Nella maggioranza dei casi, il carattere patologico di
una perversione non sta nel contenuto del nuovo scopo sessuale, ma nella sua
relazione con la normalità. Se una perversione, invece di manifestarsi
puramente A LATO dello scopo e dell'oggetto sessuali normali, e solo quando le
circostanze sono loro sfavorevoli e sono favorevoli per essa, tende a
sostituirli completamente e prende il loro posto in TUTTE le circostanze - se,
in breve, una perversione ha le caratteristiche dell'ESCLUSIVITA' e della
FISSAZIONE - allora, in generale, noi siamo giustificati a considerarla come un
sintomo patologico.
Il fattore mentale nelle
perversioni. E' forse proprio in rapporto con le perversioni più ripugnanti che
il fattore mentale denuncia l'amplissima parte che esso gioca nella
trasformazione dell'istinto sessuale. Non si può negare che nel loro caso, per
quanto orribile ne sia il risultato, si è realizzata un'attività psichica corrispondente
a un'idealizzazione dell'istinto. L'onnipotenza dell'amore non è forse mai
stata più fortemente provata come in queste aberrazioni. Ciò che c'è di più
alto e di più basso nella sfera della sessualità sono sempre intimamente legati
fra loro: "dal cielo, attraverso la terra, fino all'inferno".
Due conclusioni. Dai
nostri studi sulle perversioni si rileva che l'istinto sessuale deve lottare
contro alcune forze psichiche che si comportano come resistenze, e fra le quali
le più importanti sono il pudore e il disgusto. Possiamo dunque supporre che
queste forze servono a contenere l'istinto nei limiti che si considerano
normali; e se esse si sviluppano nell'individuo prima che l'istinto sessuale
abbia raggiunto la sua massima potenza, non c'è dubbio che esse determineranno
il corso del suo sviluppo.In secondo luogo abbiamo trovato che alcune delle
perversioni esaminate si rendono comprensibili solo se accettiamo l'azione
concomitante di diversi fattori. Se queste perversioni si prestano a
un'analisi, cioè se possono essere suddivise, esse sono dunque di natura
complessa. Questo può indurci a pensare che lo stesso istinto sessuale forse
non sia qualcosa di semplice, ma si costituisca di diverse componenti che
tornano a dissociarsi nelle perversioni. Stando così le cose, l'osservazione
clinica di queste anormalità ci porta a considerare amalgami che sono stati
perduti di vista nel comportamento uniforme della persona normale.
L'ISTINTO SESSUALE NEI
NEVROTICI
La psicoanalisi. Una più
ampia conoscenza dell'istinto sessuale, in alcuni soggetti che meno si
avvicinano alla normalità, si può ottenere attraverso un metodo di ricerca
particolare. Esiste un solo mezzo per raggiungere delle informazioni
esaurienti, tali da non condurci in errore, intorno alla sessualità degli
"psiconevrotici" (cioè i sofferenti di isterismo, di nevrosi
ossessiva, di quella forma che prende erroneamente il nome di nevrastenia, e
anche di demenza precoce e di paranoia). Essi possono essere sottoposti alla
ricerca psicoanalitica, che fu usata come metodo terapeutico per la prima volta
da Josef Breuer e da me stesso nel 1893, e che allora chiamavamo
"trattamento catartico". Dirò subito - come ho già affermato in altri
scritti – che tutta la mia esperienza porta a considerare queste psiconevrosi
sulla base di forze istintive di natura sessuale. Con questo io non voglio solo
significare che l'energia dell'istinto sessuale dà un contributo alle forze che
sostengono le manifestazioni patologiche (i sintomi). Io affermo invece
espressamente che questa energia è la più importante fonte e l'unica veramente
costante delle nevrosi, e che di conseguenza la sessualità degli individui in
questione è espressa - esclusivamente o in gran parte o parzialmente -
attraverso questi sintomi. Come ho già detto altrove, i sintomi costituiscono
l'attività sessuale del paziente. La prova di quanto affermo è data dal numero
sempre crescente di psicoanalisi di isterici e di altri nevrotici che ho
condotto negli ultimi dieci anni, e i cui risultati ho dettagliatamente
raccolto (e continuerò a raccogliere) in altre pubblicazioni. La risoluzione
dei sintomi del paziente isterico attraverso la psicoanalisi parte dal
presupposto che essi costituiscono dei sostituti - come dire, delle
trascrizioni - di un certo numero di processi mentali investiti da affettività,
di tendenze e desideri che, per opera di uno speciale meccanismo psichico
(rimozione), sono stati posti nell'impossibilità di scaricarsi in un'attività
psichica accessibile alla coscienza. Questi processi mentali,comunque,
trattenuti in una condizione inconscia, tentano di raggiungere un'espressione
al livello della propria importanza emozionale, una specie di scarica.Nel caso
dell'isterismo essi trovano una tale espressione (per mezzo del processo di
"conversione") nei fenomeni somatici, cioè nei sintomi isterici.
Riportando sistematicamente questi sintomi all'origine, cioè (con l'aiuto di
una tecnica speciale) alle idee investite dall'emozione - idee che tendono ora
a diventare coscienti – è possibile avere una conoscenza più accurata della
natura e della formazione di queste strutture psichiche dapprima inconsce.
Scoperte della
psicoanalisi. Si è potuto in questa maniera rilevare, infatti, che i sintomi
rappresentano un sostituto di impulsi la cui radice affonda nell'istinto
sessuale. Quel che noi sappiamo intorno alla natura degli isterici, prima che
diventino tali - e gli isterici possono essere considerati come degli
psiconevrotici -, e intorno alle occasioni che affrettano l'insorgere della
malattia, è in perfetta armonia con questa tesi. Il carattere degli isterici
mostra un grado eccessivo di rimozione sessuale rispetto alla quantità normale,
una intensificazione della resistenza contro l'istinto sessuale (resistenza che
noi abbiamo avuto occasione di incontrare sotto forma di pudore, di disgusto e
di moralità), e che sembra come una naturale avversione da parte loro verso
ogni interesse per i problemi sessuali. Come conseguenza di ciò, in alcuni
particolari casi, i pazienti rimangono nella più completa ignoranza di
questioni sessuali fin nel periodo della maturità sessuale. A un'osservazione
superficiale, questo tratto caratteristico dell'isterismo è non raramente
mascherato dall'esistenza di un secondo fattore costituzionale, cioè uno
sviluppo eccessivo dell'istinto sessuale. La psicoanalisi,comunque, può ogni
volta portare in luce il primo di questi fattori e chiarire l'enigmatica
contraddizione che presenta l'isteria, constatando dovunque la dualità
d'opposizione che la caratterizza: il bisogno sessuale eccessivo e l'esagerata
avversione sessuale. Un individuo predisposto all'isterismo cade nello stato
isterico quando, sia in seguito allo sviluppo puberale, sia per circostanze
esterne della sua vita, si trova di fronte alle esigenze di una situazione
sessuale reale. Tra la pressione dell'istinto e la resistenza opposta
dall'avversione sessuale, la malattia gli offre una via d'uscita. Essa, però,
non risolve affatto la sua situazione conflittuale, ma cerca di evitarla,
trasformando gli impulsi della sua libido in sintomi. Non è che un'eccezione
solo APPARENTE quel caso in cui un isterico - si può trattare di un paziente
maschio - cada malato per qualche emozione comune, qualche conflitto che non
implichi alcun interesse sessuale. In alcuni casi la psicoanalisi è capace di
mostrare che la malattia è stata resa possibile dalla componente sessuale del
conflitto, che ha ostacolato un normale sviluppo dei processi psichici.
Nevrosi e perversione.
Gran parte dell'opposizione mossa alle mie tesi è, senza dubbio, dovuta al
fatto che la sessualità, dalla quale io faccio derivare i sintomi
psiconevrotici, è confusa con l'istinto sessuale normale. Ora, gli insegnamenti
della psicoanalisi arrivano molto più in là di questo: essa dimostra che questi
sintomi non si sviluppano solo a spese del cosiddetto istinto sessuale NORMALE
- almeno non esclusivamente oppure non in maniera determinante -, essi offrono
una via di espressione (attraverso la conversione) a istinti che potrebbero
essere definiti come perversi, nel senso più vasto della parola, se avessero
potuto esprimersi direttamente in atti fantastici e reali senza essere deviati
dalla coscienza. Così i sintomi si formano in parte a spese della sessualità
ANORMALE: LE NEVROSI SONO, PER COSI' DIRE, IL NEGATIVO DELLE PERVERSIONI.
L'istinto sessuale dello psiconevrotico mostra tutte le aberrazioni che noi
abbiamo studiato come variazioni di una vita sessuale normale, e come
manifestazioni di una anormale. a. La vita psichica inconscia di tutti i
nevrotici (senza eccezione) conosce degli impulsi invertiti, una fissazione
della loro libido su persone del loro stesso sesso. E' impossibile senza
un'esauriente discussione rendersi conto in modo adeguato dell'importanza di
questo fattore nel determinare la forma presa dai sintomi della malattia. Io
posso solo sottolineare che un'inconscia tendenza all'inversione non è mai
assente, ed è di particolare interesse per chiarire i casi di isterismo
nell'uomo. b. Si può trovare nell'inconscio degli psiconevrotici la tendenza
verso ogni tipo di estensione anatomica dell'attività sessuale, e dimostrare
che queste tendenze sono determinanti nella formazione dei sintomi. Fra esse
troviamo con particolare frequenza quelle in cui la mucosa della bocca e
dell'ano assumono la funzione di zone genitali. c. Per quel che riguarda la
formazione dei sintomi nelle psiconevrosi bisogna riconoscere una particolare
importanza agli istinti componenti,che nella maggior parte si evidenziano come
coppie di opposti e che noi abbiamo già incontrato come possibili costituenti
di nuovi scopi sessuali - l'istinto scopofilico e l'esibizionismo, e le forme
attive e passive dell'istinto di crudeltà. Il contributo offerto dall'ultimo di
questi è essenziale alla comprensione del fatto che questi sintomi comportano
del DOLORE, e ciò determina quasi sempre una parte del comportamento sociale
del paziente. Ed è appunto attraverso il medium di questo rapporto tra libido e
crudeltà che si può realizzare la trasformazione dell'amore in odio, la
trasformazione di impulsi teneri in impulsi ostili, che è caratteristica di un
gran numero di casi di nevrosi, e sembrerebbe, in verità, della paranoia in
generale.L'interesse di questi risultati è ancora più accresciuto da alcuni
fatti particolari. a.Quando nell'inconscio esiste un istinto parziale
suscettibile d'essere legato in coppia al suo opposto, quest'ultimo è anch'esso
sempre operante. Ogni perversione attiva è dunque accompagnata dalla sua
controparte passiva: chiunque sia nel suo inconscio un esibizionista è al tempo
stesso un VOYEUR; chiunque soffra per i postumi di impulsi sadici rimossi
possederà di sicuro un'altra determinante dei suoi sintomi con radici in
inclinazioni masochistiche. La completa concordanza, che si rileva qui, con
quel che si presenta nelle corrispondenti perversioni "positive", è
molto interessante,per quanto nei sintomi in atto ora l'una ora l'altra delle
opposte tendenze abbia la prevalenza. b. Nei casi più marcati di psiconevrosi è
strano trovare sviluppato uno solo di questi istinti perversi. Se ne trovano di
solito un numero considerevole e, di regola, tracce di tutti. Il grado di
sviluppo di ciascun istinto particolare è, comunque, indipendente da quello
degli altri, e, per questo, appunto, lo studio delle perversioni
"positive" ci offre un'esatta controparte.
ISTINTI COMPONENTI E
ZONE EROGENE
Se noi mettiamo insieme
ciò che abbiamo appreso attraverso le nostre ricerche sulle perversioni
positive e negative, ci sembra plausibile collegarle a un certo numero di
"istinti componenti", che, comunque, non sono di natura primaria, ma
suscettibili di ulteriori analisi. Per "istinto" si intende
provvisoriamente l'equivalente psichico di una sorgente continua di stimolo
endosomatico che distinguiamo dallo "stimolo", che è provocato da
SINGOLE eccitazioni che provengono dall'ESTERNO. Il concetto di istinto è così
proprio uno di quelli che si tracciano al limite tra lo psichico e il fisico.
La più semplice e la più probabile delle assunzioni intorno alla natura degli
istinti sembrerebbe essere che un istinto in sé è senza qualità, e, per quanto
implica la vita psichica, può essere considerato come misura della reattività
mentale. Ciò che distingue gli istinti l'uno dall'altro e li segna di
specifiche qualità è la loro relazione da una parte con le fonti somatiche,
dall'altra con i fini. La fonte di un istinto è un processo di eccitazione che
avviene in un organo e il suo scopo immediato consiste nel soddisfare questo
stimolo organico. Un'altra assunzione provvisoria che non può sfuggirci nella
teoria degli istinti è che dagli organi somatici derivano due tipi di
eccitazioni basate su differenze di natura chimica. Una di queste eccitazioni
noi la definiamo come specificatamente sessuale, e l'organo corrispondente come
ZONA EROGENA da cui proviene l'istinto sessuale componente. Il compito delle
zone erogene è immediatamente evidente nel caso di quelle perversioni che
riconoscono un significato sessuale agli orifizi anale e orale.Questi si
comportano, sotto ogni aspetto, come una parte dell'apparato genitale.
Nell'isterismo queste
parti del corpo e i tratti corrispondenti di mucosa diventano sede di nuove
sensazioni e di modificazioni dell'innervazione - anzi, di processi che possono
essere paragonati all'erezione proprio allo stesso modo degli organi genitali
propriamente detti quando sono eccitati nei processi sessuali normali.
L'importanza delle zone erogene come apparati genitali secondari e come
sostitutivi dell'apparato sessuale propriamente detto, tra tutte le
psiconevrosi più chiaramente si evidenzia nell'isterismo; questo, però, non
vuol dire che la loro importanza sia minore nelle altre forme di malattia, solo
che in esse è meno riconoscibile, perché in quei casi (nevrosi ossessiva e
paranoia) la formazione dei sintomi avviene in regioni dell'apparato psichico
che sono più lontane dai centri particolari che riguardano il controllo
somatico. Nelle nevrosi ossessive quello che colpisce di più è l'importanza di
quegli impulsi che creano nuovi scopi sessuali e sembrano indipendenti dalle
zone erogene. Tuttavia, nella scopofilia e nell'esibizionismo l'occhio diventa
una zona erogena; mentre nel caso di quelle componenti dell'istinto sessuale
che comportano dolore e crudeltà lo stesso compito è svolto dalla pelle -
l'epidermide che in alcune parti del corpo si è differenziata in organo
sensoriale o si è modificata in mucosa, ed è così la zona erogena PAR
EXCELLENCE.
RAGIONI DELLA
PREDOMINANZA APPARENTE DEI PERVERTIMENTI SESSUALI NELLE PSICONEVROSI
Gli argomenti che
abbiamo precedentemente discusso possono forse aver messo in falsa luce la
sessualità degli psiconevrotici. Si può aver dato l'impressione che, a causa
della loro disposizione, gli psiconevrotici si avvicinino molto nel
comportamento sessuale ai pervertiti e siano altrettanto lontani dagli individui
normali. Siamo in grado di ammettere senz'altro che la disposizione
costituzionale di questi pazienti (oltre a un notevole livello di rimozione
sessuale e a un eccesso d'intensità dell'istinto sessuale) comporta una
tendenza tutta speciale alla perversione, nel senso più lato del termine. Ma lo
studio dei casi comparativamente meno gravi dimostra che quest'ultima
assunzione non è sempre necessaria, o, almeno, che per formarsi un giudizio su
questi sviluppi patologici bisogna considerare un fattore che pesa in un'altra
direzione. La maggior parte degli psiconevrotici cade ammalata dopo il periodo
puberale, come conseguenza delle esigenze d'una vita sessuale normale (è
particolarmente contro quest'ultima che è diretta la rimozione). Altre malattie
di questo genere si possono manifestare più tardi, quando la libido non riesce
ad ottenere soddisfazione attraverso i canali normali. In entrambi i casi la
libido si comporta come un torrente il cui letto principale sia rimasto
ostruito. Occupa allora i canali collaterali che possano essere rimasti vuoti.
Così, nello stesso modo, quella che appare essere la forte tendenza (anche se,
in verità, negativa) degli psiconevrotici alla perversione, può essere
collateralmente determinata, e deve, in ogni caso, essere collateralmente
intensificata. La verità è che dobbiamo porre la rimozione sessuale come un
fattore interno accanto a quei fattori esterni quali la limitazione della
libertà, l'inaccessibilità di un normale oggetto sessuale, i pericoli dell'atto
sessuale normale, eccetera, i quali determinano perversioni in persone che
altrimenti sarebbero potute restare normali.Da questo punto di vista,
differenti casi di nevrosi possono comportarsi differentemente: in un caso il
fattore preponderante può essere la forza innata della tendenza alla
perversione, in un altro invece l'aumento collaterale di questa tendenza è
dovuto al fatto che la libido è stata deviata da una meta e un oggetto sessuali
normali. Sarebbe errato presentare come opposizione ciò che in realtà è un rapporto
cooperativo. La nevrosi produrrà sempre i suoi effetti maggiori quando la
costituzione e gli eventi operano insieme nella stessa direzione. Dove la
costituzione è marcata, probabilmente non sarà necessario il supporto degli
eventi, mentre un forte shock subito nella vita reale causerà probabilmente una
nevrosi anche in una costituzione media. (Incidentalmente, si deve dire che
questa considerazione della relativa importanza etiologica di ciò che è innato
e di ciò di cui si è avuto accidentalmente esperienza, è valida anche in altri
campi). Se tuttavia preferiamo supporre che la sviluppatissima tendenza alla
perversione costituisca una delle caratteristiche delle costituzioni
psiconevrotiche, abbiamo allora dinanzi la prospettiva di poter distinguere un
certo numero di tali costituzioni a seconda della preponderanza innata di
questa o quella zona erogena, di questo o quell'istinto componente. La
questione se esiste una particolare relazione tra la disposizione alla
perversione e la particolare forma di malattia adottata, non è stata, come
molte altre cose in questo campo ancora studiata.
CENNO SUL CARATTERE
INFANTILE DELLA SESSUALITA'
Dimostrando la parte
avuta dagli impulsi alla perversione nella formazione dei sintomi nelle
psiconevrosi, abbiamo aumentato in maniera abbastanza rilevante il numero di
coloro che potremmo considerare pervertiti. Si deve considerare non solo che i
nevrotici in sé costituiscono una classe numerosissima, ma anche che una catena
ininterrotta corre tra le nevrosi in tutte le loro manifestazioni e la
normalità.Dopo tutto, direbbe a ragione Moebius, siamo un po' tutti degli
isterici. Per cui l'amplissima disseminazione delle perversioni ci obbliga a
supporre che la disposizione alle perversioni non è poi tanto rara, ma deve far
parte di ciò che va sotto il nome di costituzione normale. Come abbiamo visto,
non sappiamo se le perversioni risalgano a determinanti innate o sorgano, come
Binet riteneva nel caso del feticismo, a causa delle possibili esperienze. Ci
si presenta ora la conclusione che c'è davvero qualcosa di innato dietro le
perversioni, ma che è qualcosa d'innato in OGNUNO, anche se come disposizione
può variare d'intensità e può essere accresciuto dalle influenze della vita
reale. In questione sono pertanto le radici costituzionali innate dell'istinto
sessuale. In una classe di casi (le perversioni) queste radici possono
diventare i veicoli reali dell'attività sessuale; in altre possono essere
sottomesse a un'insufficiente repressione (rimozione) e riuscire così per via indiretta
ad attrarre a sé, come sintomi, una considerevole porzione di energia sessuale;
mentre nei casi più favorevoli, che si trovano tra questi due estremi, esse,
per mezzo di una effettiva restrizione e di altri tipi di modificazione,
possono dar luogo a ciò che chiamiamo vita sessuale normale. Dobbiamo,
comunque, fare ancora una riflessione. La detta costituzione, contenente i
germi di tutte le perversioni, si può dimostrare solo nei BAMBINI, anche se in
loro qualsiasi istinto può emergere solo con gradi modesti di intensità. Una
formula comincia a prendere forma, che stabilisce che la sessualità dei
nevrotici è rimasta allo stato infantile, o vi è stata respinta. Perciò il
nostro interesse si volge alla vita sessuale dei bambini, e ora noi procederemo
a tracciare il gioco delle influenze che governano l'evoluzione della
sessualità infantile fino al momento in cui diventa perversione, nevrosi o vita
sessuale normale.