Monreale

 Monreale (Murriali in siciliano) è un comune italiano di 38.572 abitanti della provincia di Palermo in Sicilia. Le sue origini, si presume, deriverebbero da un antico villaggio arabo situato alle pendici del Monte Caputo a 310 m sul livello del mare. L'importanza di Monreale comincia ad essere tale con l'avvento della dinastia normanna verso l'XI secolo. Era in questo luogo in cui i re normanni si ritiravano per riposare dalle fatiche della guerra e dal governo della Sicilia. Fu in una notte del 1171 che re Guglielmo II detto il Buono, ebbe in sogno l'apparizione della Madonna che gli svelava il posto dove era nascosto un immenso tesoro (bottino di guerra di suo padre), con il quale Guglielmo avrebbe dovuto erigere un tempio a lei dedicato. Il re non diede inizio senza indugi alla costruzione del tempio, del Palazzo Arcivescovile e del chiostro. Dispose che cento monaci della Badia di Cava, con a capo l'abate Teobaldo, si trasferissero a Monreale per officiare nel tempio. Essi giunsero a Monreale il 20 marzo 1176 e l'abate Teobaldo venne insignito del titolo di "Signore della Città". Il 5 febbraio 1182, Lucio III, su richiesta dello stesso Guglielmo, elevò la chiesa di Monreale a "Cattedrale Metropolitana". Primo arcivescovo della diocesi di Monreale è stato fra' Guglielmo del monastero dei Benedettini. Alla fine del XVII secolo l'Arcivescovo di Monreale possedeva 72 feudi. Dalla elevazione a Cattedrale Metropolitana ad oggi, la sede di Monreale ha avuto 54 arcivescovi e, tra questi, 14 cardinali della Chiesa. Già prima che il Duomo fosse finito, il mondo ne parlava con meraviglia: lo stesso papa Alessandro III, in una bolla inviata al sovrano nel 1174, esprimeva tutta la sua gioia per la solennità del monumento.

 
Il duomo
 
 
Il Duomo di Monreale, dedicato a Santa Maria Nuova, è stato costruito nel 1174 per volere di Guglielmo II d'Altavilla. Sede Arcivescovile, è annessa ad un grande ex-monastero di benedettini provenienti dalla Badia di Cava de' Tirreni. 
 
Adagiata sulle pendici del monte Caputo, La facciata si presenta con un portico a trifora, due massicce torri fortificate (quella di sinistra trasformata in campanile) e pregevoli porte bronzee, una delle quali è opera di Bonanno Pisano e risale al 1185, 1186 secondo il computo degli anni in uso a Pisa.
 Il portico sul fianco sinistro è di Giovanni Domenico Gagini e Fazio Gagini, eseguito tra il 1547 e il 1569, mentre i battenti bronzei del portale musivo architravato sono opere del 1185 circa di Barisano da Trani. L'esterno, quantunque modificato, nella parte posteriore conserva intatta l'impronta normanna ed è ornato a vari disegni formanti una serie di archi di pietre bianche e nere con cerchi al di sotto, assai ben combinati e disposti tra loro. Le absidi, col fitto intreccio d’archi acuti, evocano atmosfere arabeggianti esaltate dalla decorazione policroma creata dall’alternanza di tarsie di calcare e di pietra lavica.
Il vastissimo interno basilicale a tre navate, lungo 90 metri, al quale si accede attraverso il portico sul fianco sinistro, misura 102x40 m; il soffitto è a capriate, e dietro l'altare l'edificio termina con tre absidi.
 Le navate sono divise da colonne antiche con pulvino e capitelli anch’essi antichi con clipei di divinità che sostengono archi a sesto acuto di tipo arabo.
 I soffitti sono a travature scoperte dipinti nelle navate e a stalattiti di tipo arabo nella crociera, quest’ultimi rifatti nel 1811 dopo un incendio che aveva distrutto parte del tetto.
 Il pavimento, completato nel XVI secolo è musivo, con dischi di porfido e granito e con fasce marmoree intrecciate a linee spezzate.
 Le transenne che recintano anteriormente la crociera sono decorate da mosaici ottocenteschi.
 
 Le pareti delle absidi del santuario e delle navate sono, superiormente, rivestiti da mosaici di scuola bizantina a fondo oro, eseguiti tra il XII e la metà del XIII secolo da maestranze in parte locali e in parte veneziane, formatesi alla scuola bizantina.
 Questi mosaici raffigurano storie cicliche dell'Antico e del Nuovo Testamento; nel catino absidale mediano è la colossale figura del Cristo Pantocratore (Onnipotente). Sul fianco destro è il sarcofago in porfido di Guglielmo I, morto nel 1166, e quello marmoreo di Guglielmo II il Buono. Sul lato sinistro, dentro tombe ottocentesche, si trovano le spoglie di Margherita di Navarra e di Sicilia, moglie di Guglielmo I, e dei figli Ruggero ed Enrico.
Le cappelle del Crocifisso e di San Benedetto sono due notevoli esempi del barocco siciliano.
L'altare maggiore è una raffinata opera del XVIII secolo, eseguita dall'argentiere romano Luigi Valadier.
Il grande organo, dotato di ben sei tastiere e posto accanto l'altar maggiore, è opera del XX secolo dei Fratelli Ruffatti di Padova, loro maggiore realizzazione sul territorio italiano.  Il tesoro della cattedrale conserva, fra le altre cose, arredi sacri (anche di fattura francese), una cassettina di rame smaltato del XIII secolo ed un reliquario della Sacra Spina (della corona di Cristo), risalente al periodo gotico. La cappella del tesoro è di epoca barocca.
 
Interno del duomo
 

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