La campana

Tra le abitazioni della contrada un tempo chiamata Traversagno e successivamente Campana, allineato lungo la via che sale verso Asiago, s’innalza un piccolo campanile simile ad una torre di avvistamento strategico sulle valli sottostanti. La semplice costruzione di pianta quadrata, le cui fondamenta s’affondano lungo il sentiero che scende alle località Perpiana e Gaspari, in parte è compresa nel muraglione di sostegno della via superiore. L’ingresso è rivolto ad ovest. Quattro aperture arcuate delimitano la cella campanaria; il tettuccio a spioventi è sormontato da una croce in ferro battuto. Rimane ignorata la data di costruzione del caratteristico campanile, ma essa risale sicuramente a molti secoli fa. Nel 1776, per iniziativa degli abitanti, nel campanile fu posto un orologio con il quadrante disegnato sulla facciata nord. Dai registri contabili del Comune risulta che, il 9 novembre di quell’anno, furono datti per carità al colonelo del Traversagno per pagare l’orologlio posto sopra il campanile Troni 66 ". Un quadrante scolpito su marmo locale sostituisce ora quello antico. Per la storia di Lusitana questo piccolo campanile rappresenta una delle pagine più interessanti. Nella sua cella infatti custodisce un raro cimelio: la campana più antica del Veneto e una delle più antiche d’Italia. Di forma allungata, essa misura in altezza cm 55 con l’apertura della base di cm 48 e presenta le caratteristiche delle prime campane ideate dal vescovo S. Paolino di Nola e dette per questo “nolane”. Essa reca, in caratteri golici, questa iscrizione:

 

 

 

 

 

 

                         

 

 M.CCC.LXXXVIII.MICHAEL.ETNICOLAUS.ME.FF

 

 

Anche la provenienza di questa campana, fusa nel 1388, rimane oscura e riesce pure impossibile arguire se quel Michele o quel Nicolò, i cui nomi compaiono sul sacro bronzo, ne siano stati i fonditori o gli offerenti. Una leggenda popolare narra che essa è stata rinvenuta sul Corgnon tra le rovine della chiesetta costruita lassù in onore di S. Marco: benché secolare, tale tradizione però risulta priva di fondamento. L’esistenza di questa campana fu nota ben presto ai cultori di storia e di arte che, nei secoli passati, salirono all’alpestre contrada ov’era custodita per verificarne la fattura e l’antichità. Vi salì anche lo storico Gaetano Maccà (1740-1824) che così ne parla nella sua storia del territorio vicentino:

 “ Io per curiosità mi portai a questa contrada, e ascesi con istento il piccolo campanile per vedere la detta campana e vidi ch’era la più antica di quante ne abbia vedute in tutto il Territorio Vicentino” .

Il giudizio dell’illustre storico ha confermato così i pregi di questo raro cimelio.
L’iniziativa dell’attuale Amministrazione Comunale di Lusiana consente ora di ridonare l’aspetto originale dell’antico campanile e il pristino splendore alla storica campana per la gioia di quanti amano tener deste nel cuore le memorie della terra natia.

Tratto da un commento di Eugenio Ronzani.

 

 

                                              

Home | Lusiana | L'ambiente e le attivita umane | La campana | La calcara e la carbonara | Il villaggio preistorico | Il giardino botanico alpino | La valle dei mulini | Il museo del Palazzon | Il nostro angolo | Il mio amico...