APPUNTAMENTO A BELLEVILLE

Francia/Belgio/Canada/Regno Unito, 2003 (78’ - colore)

Titolo originale: Les Triplettes de Belleville

Regia  e sceneggiatura: Sylvain Chomet

Arriva anche in Italia Appuntamento a Belleville, piacevole sorpresa di Cannes che da qualche anno ha aperto di nuovo le porte al film d’animazione. Il film è un inno alla poesia di Sylvain Chomet, che trae potentemente linfa dalla sua passione per il ciclismo e il vaudeville. Tutto comincia in una piccola e cadente casa di periferia di una cittadina francese dove vive il piccolo Champion con la nonna Souza e il fedele cane Bruno. Champion è un orfano triste che la nonna non riesce a far sorridere, fino a quando non scopre che il nipote ha una grande e segreta passione per il ciclismo. Una bicicletta diventa così la leva per aprire alla vita il mondo di Champion che, grazie ai fantasiosi allenamenti inventati dalla nonna, diventa un campione che corre la più importante corsa a tappe, il Tour de France. Durante una tappa di montagna, Champion è rapito da una banda di malfattori e portato oltreoceano nella metropoli di Belleville, ma la nonna e Bruno si mettono ostinati sulle loro tracce. Giunti a Belleville fanno la conoscenza delle Triplettes, tre vecchiette che si cimentano ancora nel music hall e che li aiutano nella ricerca. Straordinario il lavoro di Chomet nel recuperare il senso di decenni perduti attraverso la ricca colonna sonora e un décor che restituisce l’essenza dei paesaggi metropolitani francesi e newyorkesi, abitati da personaggi un po’ tocchi ma pieni di dolcezza, che senza bisogno di dialogo trasmettono vibrazioni forti nel cuore dello spettatore.

(F. Liberti, “Film Tv”)

 

Cinque anni per riuscire a realizzare un progetto al quale il francese Sylvain Chomet, classe 1963, tiene sopra ogni cosa. Il giovane ciclista Champion della sua storia riuscirà però a partire per il suo Tour de France e del Mondo solo dopo uno sbarco in Canada, dove il suo autore riuscirà a suscitare l'interesse della BBC e in seguito di altri canali televisivi. Con disegni spigolosi ai limiti della caricatura, Chomet crea la sua storia seguendo in parte la tradizione del film muto: senza dialoghi ma con suoni e rumori, prima riporta sulla scena indimenticabili protagonisti del cinema, modelli ispiratori come Jacques Tati o Buster Keaton e poi stempera i colori in una tavolozza vicina al bianco e nero conservando però la ricchezza delle sfumature e dei toni. Il tutto in una ambientazione movimentata e a tratti storicamente caotica, in cui memorabili star come Josephine Baker si imbattono in 'grandi' d'oltreoceano come Fred Astaire, che nell'ironia onirica del regista finisce per essere mangiato dalle sue stesse scarpe. Per tutti gli 80 minuti del film, Chomet non smette di stupire: raccontando le surreali avventure dei suoi personaggi crea un mondo anacronistico eppure simile al contemporaneo, allietato d'un rasserenante umorismo. Un mélange di epoche diverse che rivivono tutte insieme, lasciando spazio alle più diverse caratteristiche d'ognuna e riassumendone infine la straordinaria e poliedrica varietà artistica attraverso le Triplettes di Belleville, tre fantasmagoriche vecchiette che mangiano rane in tutte le salse e fanno musica nello stile irresistibile di Django Reinhardt, utilizzando aspiratori, frigoriferi e giornali.

(Valeria Chiari)

   

Sylvain Chomet è nato nel 1963 a Maison-Lafitte, Francia. Nel 1987 ha ottenuto un diploma dal prestigioso studio di fumetti di Angouleme. Nel 1986 ha pubblicato il suo primo fumetto lungo, “Le secret des libellules”. Nel 1991 ha iniziato a lavorare al suo primo progetto animato, “La Vieille dame et les pigeons”. Nel 1992 ha scritto la sceneggiatura di un fumetto intitolato “Le pont dans la vase”. L'anno successivo ha scritto la storia Léon-La-Came, per la quale ha vinto il premio René Goscinny nel 1996. Tra il 1995 e il 1996 ha completato il pluripremiato film di animazione “La Vieille dame et les pigeons”. All'inizio del 1997 ha pubblicato “Laid, pauvre et malade”, sempre insieme a Nicolas de Crécy. Il libro (pubblicato da Casterman) ha vinto il premio Alph-Art Best Comic e il Festival di Angouleme Comic Strip nel 1997.