(dal 1946, prima in Italia ad adottare il Metodo Stanislavskij)
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ç ç ç QUI (per cortesia)
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Un… ASSAGGIO di uno
dei Nostri Spettacoli di Diploma:
“Sogno di una notte di mezza
estate” di W. Shakespeare
- INGRESSO LIBERO
03 Settembre ’09, ore 21.30
– Via del TEATRO (rossa) – Cantalupo in Sabina (RI)
“ARTE R.I.E.” – Rassegna Ipotesi
Espressive - Officine Culturali della Regione Lazio
(la Manifestazione si svolge tramite brevi
Performance, ripetute più volte, ad ogni “riformarsi” di
un gruppetto di Pubblico, che “migra” tra le “stazioni” di
ogni Percorso Culturale “Via del…”)
Note di
Regia (ovviamente dell’intero Spettacolo, andato in scena a
Giugno al Teatro Anfitrione di Roma).
Un capolavoro inimitabile: nonostante l’elaborazione
geniale da disparate fonti (fin da ”L’asino d’oro” di Apuleio), Shakespeare costruisce
una pièce “unica”. Se si vuole “imitarlo” non si può
che rifarlo: le quattro (!) trame (Teseo e Ippolita, e poi, interconnesse, gli
Amanti, gli Artieri e Oberon con Puck
e Titania) fanno ridere, ma fanno anche pensare, con
sorprendente anticipo sulla Meccanica Quantistica (nulla è “certo”, ma solo
“probabile”) e sconfessando Einstein che la rifiutava
(“Dio non gioca a dadi!”), a quanto il nostro controllo sugli eventi sia
soggetto ai capricci della sorte!
Possiamo considerare questa “commedia fantasy” come un primo “reality”
- altro record del Bardo - seppure senza “audience”, in cui Divinità (Grandi
Fratelli) capricciose e guardone impongono e “spiano”
i comportamenti degli “ospiti” del “…magato bosco”
(la “Casa”). E
quindi Amori vaganti, metamorfosi, ripicche, sbagli e divertenti litigate si
dipanano in una notte ove tutto accade e niente, per colmo di beffa - Rocchella sarà amato da una Dea! - potrà essere ricordato e conservato come
reale! L’esilarante “rappresentazione” a
corte – uno dei primissimi esperimenti di Metateatro,
1596! – “chiude” in pratica questo “gioiello”
sempreverde!
La messa in scena anche qui ha cercato di “ridare”,
pur senza la struttura circolare e la disposizione degli spettatori del
“Globe”, le caratteristiche peculiari del Teatro (Comico) Elisabettiano:
profondità e lazzi, aulico e profano, versi e prosa
dialettale nella stessa opera, quattro stracci, qualche sedia e qualche
cartello “didascalia”, ma, soprattutto, tanta “performance” recitativa!
Il montaggio “cinematografico” e la grande tradizione attorale
anglosassone vengono da lì, da un… “Sogno”! (Luigi
Rendine)