(dal
1946, prima in Italia ad adottare il Metodo Stanislavskij)
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ç ç ç QUI (per cortesia)
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Uno dei Nostri Spettacoli di Diploma:
“LE
COEFORE” di Eschilo - INGRESSO LIBERO
28 agosto ’09, ore
18.30 - Villa Romana dei CASONI – Montopoli di Sabina (RI)
Festival dei “Lupi Mannari” – Officine
Culturali della Regione Lazio
(la Villa - Manifestazione
segnalata - si raggiunge in pochi min. da Poggio Mirteto,
salendo
verso il borghetto di S. Valentino e superandolo)
Note di Regia.
Dall’unica
Trilogia pervenutaci integra, “Orestea” di Eschilo, la
tragedia “perfetta”: un breve prologo (torna Oreste ad Argo), un
significativo Parodo (offerte sulla tomba di Agamennone), il grandioso primo Episodio (“Kommos” in cui anche il Coro “dialoga” come un personaggio)
in cui il disperato rancore di Elettra si sposa all’agnizione del fratello e
alla speranza di una nuova dignità, che dovrà purtroppo scaturire dal più
abominevole dei delitti, il matricidio, seppur ordinato dal Dio.
Tutto concorre a preparare, dopo il Primo commosso e
stupito Stasimo del Coro, con veloce precipitare drammaturgico,
la scena culmine - vertice della
Letteratura Teatrale di tutti i tempi - e la successiva angoscia di Oreste di fronte alle Erinni, propedeutica alla terza
tragedia della Trilogia, “Le Eumenidi”, in cui si
celebrerà la nascita del Diritto!
Un con-dolente Esodo chiude questo “capolavoro nel capolavoro”, che già
agli albori del Teatro occidentale, fissa limiti non
più superati: dopo 2.500 anni siamo ancora qui, a cercare di imitare
pallidamente quanto quella incredibile civiltà aveva già prodotto ed elaborato.
La messa in
scena, pur dovendo “rinunciare” alle
gradinate semicircolari per il Pubblico e dell’Orchestra separata e dedicata al
coro, cerca, con ritmi e costumi
“evocativi” seppur moderni, e musiche attuali - anche
se Nusrat Fateh Ali Khan si
può definire co-radicato nell’Eternità culturale del
mondo classico – di restituire l’impatto
emotivo e catartico che il lavoro di Eschilo dovette avere sui contemporanei.
Luigi Rendine