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Verde pubblico di Casalpalocco



In occasione dell'ultima assemblea del Consorzio di Casalpalocco sono state manifestate ancora una volta ed in maniera molto consistente perplessità circa la titolarità dei diritti sulle aree verdi e zone di uso e/o godimento comune.
Perciò ci ha sorpreso che la mozione presentata in assemblea, che chiedeva al CdA di impegnarsi ad una verifica degli obblighi consortili, dei rapporti con il Comune, del verde pubblico e delle aree inedificabili, non sia stata approvata dai consorziati.
È evidente che, almeno in molti consorziati, esiste incertezza sulla possibilità di individuare:
- zone di verde pubblico e spazi di uso e godimento collettivo e loro stato giuridico;
- porzioni di proprietà della SGI inedificabili e/o indisponibili, perché a corredo permanente del comprensorio in modo da preservare il rapporto tra cemento e verde;
- porzioni di proprietà della SGI e di piena disponibilità, su cui i consorziati non vantano alcun diritto;
- porzioni di verde e zone di uso comune appartenenti a "isole", condomini, comunioni intercondominiali, consortili, etc.
Si tratta infatti di determinare quali opere di urbanizzazione primaria e secondaria la SGI si era impegnata a realizzare per ottenere le autorizzazioni necessarie alla costruzione dell'intero quartiere residenziale in convenzione, e quali tutele giuridiche siano state approntate per la loro salvaguardia, oltre alla costituzione di un consorzio, destinato alla loro manutenzione ordinaria e straordinaria, cui tutti gli acquirenti di unità immobiliari nel comprensorio stesso sono stati obbligati ad aderire per coprirne le spese.
In altre parole, che fine avrebbero fatto tali opere di urbanizzazione una volta costruito e venduto tutto il comprensorio.
Forse tale incertezza dipende solo dalla ignoranza di documenti e stati esistenti, ma il fatto che negli ultimi anni, dalla messa in liquidazione della SGI e dalla vendita di cespiti residui, siano state esperite tante azioni giudiziarie ancora in essere fa pensare che l'incertezza, prima ancora che nella mente dei consorziati, sia nella realtà delle cose.
I consorziati debbono sapere quanti milioni o miliardi corrono il rischio di dover sborsare qualora venissero accolte dai vari tribunali le pretese del sig Corvini.
Perciò siamo sorpresi che i consorziati, con la scarsa partecipazione all'assemblea ed alle discussioni che sul tema ci sono da anni, mostrino poco interesse ad un problema così importante e prioritario rispetto ad altri di carattere gestionale.
Importante e prioritario, a nostro avviso, è infatti conoscere se i consorziati sono obbligati a coprire spese gestionali di zone e beni di uso e godimento comune e che tali rimarranno nel tempo fino alla loro acquisizione da parte del Comune, oppure trattasi di beni di proprietà di privati che ne possano disporre a loro piacimento fino a distoglierli dalla attuale destinazione.
Lo dobbiamo conoscere solo dalle sentenze di tribunali?
Probabilmente lo scarso interesse è causato dalla blanda informazione circolata in questi anni.
I CdA del Consorzio non sono stati prodighi di ampie e dettagliate notizie dai primi anni ‘90.
Ci auguriamo che l'attuale CdA, malgrado la mozione presentata in assemblea non sia stata approvata, ponga fine a questo stato di incertezza, facendoci conoscere esattamente come stanno le cose e quali sono i beni comuni e verde pubblico allo stesso affidati per la buona conservazione e consegna al Comune qualora questo decidesse di volerle acquisire.
Forse una nota di chiarimento potrebbe venire anche dalla SGI che potrebbe farci conoscere quali delle promesse espresse nelle note pubblicitarie siano state mantenute ed inserite in strumenti legali.

Il C.d.Q. Roma XIII Est

Sommario n° 65 - Lug. '02