Il Telescopio di Casalpalocco
apre il nuovo anno letterario


Il 29 ottobre 2000, al convegno del Telescopio, Sara Morina ha presentato il libro di Biagia Marniti, Davamesc.
Biagia Marniti nasce a Ruvo di Puglia nel 1921, giovanissima si trasferisce a Roma dove vive e lavora.
Nel 1951 esce il suo primo libro di poesie Nero amore rosso amore; nel 1957 Più forte è la vita, ed. Mondadori, con la prefazione di Ungaretti; nel 1956 Città creatura viva; nel 1967 Giorni del mondo; nel 1979 Il cerchio e la parola; nel 1984 La ballata del mare; nel 1988 Un suono cosmico; nel 1990 Il gomitolo di cera; nel 1992 Piccola sfera.
Il libro di poesie Davamesc presenta due argomenti cari al poeta: la solitudine e l'età avanzata che creano un vivere che si trascina senza dolore, ma anche senza entusiasmi.
Il poeta si sente nell'impossibilità di essere ancora felice: "Giornata d'ottobre ti guardo / innamorata del sole che non godo / ... sole che arabeschi una Roma caotica / ... e dimmi perché la morte è luce."
Questo pensiero del morire è costante, ma può anche essere rimosso: "Se insidiosamente ti tenta / il pensiero di morire / una telefonata, un biglietto / una fotografia / bastano a rompere quell'algida magia".
È questo il momento in cui il poeta ritorna a vivere, ai suoi impegni di lavoro, rimette in moto i suoi progetti; può tornare a sognare, può librarsi nell'aria, sentire la carezza del vento sulla pelle ritornata giovane per un istante.
Ma poi, ha sottolineato Sara Morina, la realtà ritorna, la solitudine incombe: "La solitudine lunare spirito / che lentamente si sgretola in polvere cosmica".
Scrivere può essere la salvezza, può essere il solo modo di superare le angosce dell'anima: "Forse scrivere è vincere / un dolore inespresso."
Ma può essere importante anche il ricordo della sua terra, la Puglia, che le viene incontro per abbracciarla e confortarla attraverso i suoi miti e la sua storia.
Sara Morina ha quindi letto alcune poesie tra le più significative.
L'intervento alternato della prof. Tina Molfesi e della prof. Rita Placido è stato focalizzato sulla "verità del poeta", accostando due autori di epoche lontane e diverse tra loro, Dante e Montale, ma più che mai vicini nell'asserire che la missione dell'intellettuale deve avere sempre un messaggio di verità per tutti.
L'avv. Alfonso Marini Dettina, laureato in diritto canonico, ha ripreso l'antica questione della collaborazione fra chiese di credo diverso.
Per ultimo il poeta scrittore Mario Gravina ha parlato del suo libro Un prete per Noemi, il cui ricavato andrà in favore dei bambini abbandonati del Brasile ricoverati presso l'istituto secolare delle Serve di Gesù Sacerdote.
Tra gli intervenuti il dr. Fabrizio Testa, consigliere della XIII Circoscrizione, membro della Commissione Cultura e il dr. Giacomo Vizzani, consigliere del Comune di Roma.

Notizie da Palocco
Somm. Nov. '00 - N° 46