Progetto Portoghesi e P.U.A.:
alcune considerazioni....
di Marcello Patricolo

Da un'attenta lettura dei documenti citati, emergono costanti e disinvolte mistificazioni verso la compatibilità ambientale e la qualità della vita, in XIII Circoscrizione.
Dispiace rilevare che le negatività che si riscontrano non sono imputabili all'insensibilità speculativa di una multinazionale, bensì ad una sorta di combine, pubblico-privata, fra il Comune di Roma e la corporazione degli stabilimenti balneari di Ostia, la cui impopolarità è ben nota.
Si resta esterrefatti nel costatare che, pur di far prevalere un illecito interesse privato, che ha trasformato le spiagge prospicienti l'abitato di Ostia in un'enclave, il cui accesso è subordinato al pagamento di un pedaggio, si è fatto costante ricorso a forzate deformazioni della realtà.
Per esempio, è stato impossibile per noi, scoprire a quale "ampio respiro europeo" si è voluto fare riferimento per affermare che "gli stabilimenti balneari sono parte integrante dell'ambiente", mentre è noto l'esatto contrario.
Per tale motivo, il coordinatore del IX Dipartimento capitolino, dovrebbe indicare a quale modello europeo ha fatto riferimento.
Ci risulta, infatti, per esplicita dichiarazione di dirigenti governativi e comunali spagnoli, particolarmente impegnati nell'opera di riqualificazione del pubblico dominio costiero, che la Risoluzione 29 del Consiglio d'Europa (ottobre 1973), la Carta Europea dei Litorali (approvata a Creta nel 1981), e la IV Conferenza Europea dei Ministri dell'Ambiente (Torremolinos 1983), stabilirono, tra le altre cose, il principio del libero accesso e di libera fruizione dei territori costieri d'Europa.
Il Comune di Barcellona, citato a sproposito nel Progetto Portoghesi, e a noi ben noto, può rappresentare senz'altro un buon esempio di gestione comunale la quale, oltre ad aver demolito tutte le costruzioni che ingombravano le spiagge, ha provveduto ad assicurare la libera fruizione degli arenili, garantendo una lunga serie di servizi gratuiti (bagni, docce, ripostigli per gli indumenti, vigilanza, assistenza di bagnini, pulizia delle spiagge, possibilità di dissetarsi a numerosissime fontanelle, campi da gioco e tavoli da ping-pong).
Inoltre, l'ottimo servizio di mezzi pubblici (metropolitana con aria condizionata e autobus) riduce drasticamente l'uso del mezzo di trasporto individuale.
Siamo per questo determinati a denunciare, mistificazioni e illecite rendite di posizione, predisposte per spillare quattrini ai cittadini romani, per "gentile" concessione capitolina, grazie alla quale il Comune di Roma occupa l'ultimo posto nella classifica dei comuni costieri d'Europa.
A tale proposito, la nostra Carta degli Intenti, supportata dalle osservazioni effettuate nei confronti del Progetto Portoghesi e del PUA, riassume le richieste della società civile volte a ripristinare il pubblico uso del mare e della spiaggia, in un ambito autenticamente europeo. In considerazione del particolare interesse che la materia assume per i suoi effetti sociali, i responsabili dell'amministrazione comunale non possono sottrarsi al dovere di rendere effettivo ed operante, il diritto alla partecipazione popolare, da materializzare con un protocollo d'intesa, consultando i rappresentanti del nostro Comitato.
Ecco, punto per punto, alcuni degli interventi programmati dal progetto Portoghesi e le relative osservazioni:
1) "Il Porto di Roma" all'idroscalo e le strutture connesse, con l'integrazione di nuove strutture alberghiere. Dopo la disastrosa costruzione delle dighe idroelettriche sul Tevere, progettate dall'ACEA, il Porto di Roma si deve considerare come l'opera dalle conseguenze più catastrofiche che si manifesteranno ai danni della spiaggia di Ostia. Siamo in presenza di un ingiustificato comportamento delle autorità, centrali e periferiche, preposte alla difesa dell'ambiente, le quali non hanno mostrata alcuna volontà di opporsi all'assalto di una speculazione privata i cui costi sociali saranno elevatissimi: la magistratura dovrà indagare.
2) La riutilizzazione dalla Vittorio Emanuele con destinazione alberghiera. Ipotesi di sede di casinò. Le soluzioni prospettate non sembrano concordare con la finalità sociale del complesso.
3) La completa riconversione degli stabilimenti balneari. (In attuazione del PUA - Piano d'Utilizzo Arenili nell'attesa d'approvazione) "Riconversione degli stabilimenti balneari": termine equivoco che nasconde la volontà di vietare la libera fruizione degli arenili, secondo il nuovo modello di gestione diretta comunale, già consolidatosi in tutta Europa; a titolo d'esempio, è auspicabile quanto è stato fatto dal Comune di Barcellona, che è l'esatto contrario di quanto si propone con il PUA il quale sembra pensati e scritto da dipendenti dell'Assobalneari.
4) Ricostruzione dell'ex Stabilimento Roma. Nostalgica e fantasiosa proposta, estranea alla nuova realtà urbanistica e sconsigliabile per gli effetti negativi sull'erosione e per l'ulteriore affollamento che determinerebbe in un luogo già troppo congestionato.
5) La definitiva programmazione per l'utilizzo delle spiagge di Castel Porziano e Capocotta. La proposta non è compatibile con l'ambiente naturale. Si tratta di spiagge che devono essere tutelate come oasi ecologiche: per la loro conservazione s'impone un uso leggero che si attua limitando drasticamente il numero dei frequentatori.
6) Il piano degli alberghi con infrastrutture e zone commerciali. Riutilizzo della Federimmobiliare quale Campus Universitario ed Ostello della Gioventù. In assenza di un progetto di fattibilità che contraddica precedenti relazioni scritte in epoca non sospetta, dalla CONFESERCENTI e dalla CCIAA. La costruzione d'alberghi e di centri commerciali è sconsigliata; meglio prima una generale riqualificazione dell'esistente. Considerazioni diverse valgono per Ostia Antica ed Acilia, tenuto conto del loro futuro sviluppo turistico ed amministrativo. Il riutilizzo della Federimmobiliare quale campus universitario è auspicabile.
7) Riconversione del Campeggio Internazionale. Proposta immotivata.
8) Ristrutturazione dell'Enalc Hotel. Proposta da condividere e da auspicare. S'impone l'accertamento della regolarità dell'appalto in ordine all'esecuzione dei lavori ed ai relativi finanziamenti.
L'analisi pubblicata fa parte della relazione presentata al Comitato di Difesa Civica e Ambientale della XIII circoscrizione.

XIII Circoscrizione
Somm. Nov. '00 - N° 46