ZEUS n. 46 - Novembre 2000
Editoriale

AXA: un quartiere
agli arresti domiciliari

di Luca Leonardi

È la "notizia del mese", è stata dalla nostra testata più volte preannunciata e vedrà la luce (anzi, dovrebbe averla già vista!) in questi giorni: finalmente, dopo non anni ma decenni di attesa, verrà effettuata la manutenzione straordinaria di Via di Macchia Saponara.
Straordinaria è, in effetti, un termine quanto mai azzeccato: trattasi di un intervento che rimarrà scolpito, nella memoria di chi in questi quartieri vive da sempre, quanto lo sbarco sulla luna, i mondiali di calcio vinti in Spagna, la caduta del Muro di Berlino.
Mentre questi eventi si succedevano, la via rimaneva sempre uguale a se stessa, anzi peggiorava di anno in anno, senza che nessuno si degnasse di intervenire. Con i continui allagamenti che seguivano a ogni acquazzone, con le buche che, come in un videogioco, cambiavano continuamente di posto, con le "toppe" di asfalto che venivano temporaneamente applicate.
Per la "gioia" dei carrozzieri e dei meccanici e per il pericolo di chi si avventurava a piedi in una via sempre più simile a un percorso di guerra, Via di Macchia Saponara ha rappresentato per anni la vergogna della XIII circoscrizione di Roma.
Ora, e ne va dato atto alla maggioranza che governa questa circoscrizione, si provvede a dotare la via di una nuova (e speriamo durevole) asfaltatura, di marciapiedi, di un sistema di raccolta delle acque piovane, di un'illuminazione pubblica degna di ogni Paese civile.
Abbiamo aspettato trent'anni ma, come si dice, chi la dura la vince...
Nel progetto di rifacimento di Via Macchia Saponara manca, però, un'opera necessaria, più volte annunciata e inserita dalla STA nella lista degli interventi per migliorare la mobilità del territorio, ma mai realizzata: il semaforo all'incrocio con Via Euripide (AXA) e Via Crescitelli (Madonnetta), approvato dalla XIII Circoscrizione e dal VII Dipartimento del Comune di Roma, chissà perché, non fa parte del progetto.
È un incrocio che ho la fortuna di poter evitare negli orari impossibili (7.30-9.00; 17.30-19.00), e quindi in questi ultimi quattro anni, con molta attenzione e gran colpo d'occhio per infilarsi nel momento giusto, ho salvato l'auto, se non la pelle, dalla miriade di incidenti, strisciatine, impatti più o meno violenti che centinaia di cittadini rischiano ogni giorno per uscire dai loro quartieri e immettersi in una strada che è ormai un fiume continuo di autovetture.
Eppure un semaforo costa poche decine di milioni di lire, dobbiamo forse aspettare che ci scappi il morto?
In attesa del semaforo approvato da anni, di vigili urbani a regolare il traffico non si è vista neanche l'ombra, nonostante siano da tempo ospitati gratuitamente dal locale Consorzio: vi è una strana sensazione di essere prigionieri in casa propria, mentre la tanto invocata strada che costeggia il Canale Palocco, essenziale per smaltire il traffico divenuto ormai insostenibile e per la cui realizzazione non è necessario spendere grosse cifre (sarà mica questo il motivo per cui non è stata ancora fatta?) langue fra le opere che verranno realizzate, con gli articoli 11, chissà quando...

Gli editoriali
Somm. Nov. '00 - N° 46