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U quartì. Come ho già avuto modo di dire, mio suocero Elvio Cirilli, u compà, gestiva un negozio con annessa osteria. 'A cantina era frequentata, oltre che da uomini, anche da qualche gentile signora. Ora u compà aveva un nipote che viveva a Roma e che durante l'estate veniva a trascorrere alcune settimane a casa dello zio e , per rendersi utile, qualche volta, quando ce n'era bisogno, serviva i clienti al banco. In una di queste occasioni appunto entrò in negozio una signora anzianotta, di cui non faccio il nome perché i discendenti potrebbero "aéssene a male", che, direttasi al banco di mescita, ordinò: "Damme un quartì róscio e nó jé fa' u collà". Il ragazzo riempì la misura e, vedendo che la donna non aveva bottiglia in cui travasarlo, chiese gentilmente: -Dove lo mette signora ?-. La donna lo guardò meravigliata e, battendosi una mano sullo stomaco, rispose con voce aspra: -Me ro metto chi !-. Immaginate l'espressione dell'improvvisato oste certamente non abituato a simili comportamenti, specialmente da parte di una signora.
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