La lucerna incantata 

 


La lucerna: il più antico strumento d’illuminazione…

 

La lucerna era, senza dubbio, il principale strumento d’illuminazione nell’antichità. La sua invenzione risale al Paleolitico Superiore (40.000-10.000 a.C.), esemplari risalenti a tale epoca furono infatti scoperti nelle grotte di La Mouthe e di Lascaux ed erano dei piccoli contenitori in pietra. In seguito il materiale più usato fu l’argilla ma anche bronzo, metalli preziosi e vetro.

Sostanzialmente la lucerna è un recipiente (composto da corpo, becco e ansa) dove brucia l’olio per mezzo di uno stoppino. La sua forma cambia molto durante le varie epoche al punto che da essa si può arrivare a una datazione abbastanza precisa della lucerna. Ne ritroviamo di moltissimi tipi: a disco (dalla forma del corpo), a volute (dalla decorazione del beccuccio), a canale (dalla struttura del beccuccio), con prese laterali, a crescente lunare e,soprattutto, le lucerne polilicni costituite da più becchi per dare una migliore illuminazione.

Le forme più antiche sono aperte mentre in età greca e romana sono chiuse e recano nella parte superiore un foro (detto infundibulum) per l’introduzione dell’olio che avveniva per mezzo di vasi a beccuccio come il buttus.

Le lucerne romane usavano come combustibile l’olio d’oliva puro che produceva una luce più chiara oppure olio misto a sego che aveva un’illuminazione meno intensa.

Oltre ad essere usate nelle abitazioni, le lucerne erano anche impiegate per l’illuminazione pubblica (terme, templi, teatri e anfiteatri). Inoltre il loro uso era anche beneaugurate, votivo, religioso e, soprattutto, funerario.

 

 

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