Casella di testo:

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Casella di testo: Rabindranath Tagore: Poesie d’amore

Vorrei dirti le più profonde parole d’amore,

ma non oso, per timore che tu rida.

Ecco perché mi burlo di me stesso e del mio segreto.

Derido il mio dolore per paura che tu faccia lo stesso.

 

Vorrei dirti le parole più vere,

ma non oso, per paura che tu rida.

Ecco perché mento, dicendo il contrario

di quello che penso.

Rendo assurdo il mio dolore per paura che tu

faccia lo stesso.

 

Vorrei usare le parole più preziose

che ho riservato per te, ma non ne ho il coraggio;

temo che non si comprenda il loro valore.

Ecco perché ti parlo con durezza,

e vanto la mia forza brutale.

Ti faccio del male per paura che tu

non conosca mai cosa sia il soffrire.

 

Vorrei sedermi vicino a te in silenzio,

ma non ne ho il coraggio:

temo che il mio cuore mi salga alle labbra.

Ecco perché parlo stupidamente

e nascondo il mio cuore dietro le parole.

Tratto crudelmente il mio dolore

per paura che tu faccia lo stesso.

 

- da  Il Giardiniere -

 

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Finisci allora quest’ultima canzone e dividiamoci.

Dimentica questa notte, ora che la notte

non c’è più.

Chi provo a stringere tra le braccia? I sogni

non possono essere imprigionati.

Con mani avide stringo al mio cuore il vuoto

e il mio petto ne resta ferito.

 

 

                                      - da Il Giardiniere -

 

 

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Se non parli, riempirò il mio cuore del tuo silenzio, sopportandolo.

 

A testa bassa, con pazienza, rimarrò muto e aspetterò, come fa la notte, nella solitudine stellata.

 

Il mattino di sicuro giungerà, il buio sparirà e la tua voce spargerà in cielo lampi d’oro.

 

Le tue parole allora voleranno in canti da tutti i miei nidi d’uccelli, le tue musiche fioriranno in tutte le mie foreste.

 

                  

                                     - da Offerta di canti -

 

 

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Perché mi fai provare vergogna con il tuo sguardo?

Non sono venuto come un mendicante.

Rimasi, solo per un’ora, al limitare del tuo orto,

fuori della siepe del giardino.

Perché il tuo sguardo mi copre di vergogna?

 

Non colsi una sola rosa nel tuo giardino,

nè presi un frutto.

Umilmente mi riparai all’ombra della strada,

dove qualunque viandante straniero può fermarsi.

Nemmeno una rosa ho colto.

 

Sì, i miei piedi erano stanchi e la pioggia cadeva.

Il vento fischiava tra i rami scossi dei bambù.

Le nuvole correvano attraverso il cielo come

un esercito in fuga, dopo la rotta.

I miei piedi erano stanchi.

 

Non so cosa hai pensato di me,

nè chi stavi aspettando alla tua porta.

La luce dei lampi abbagliava i tuoi occhi vigili.

Come immaginare che potevo essere visto

nell’oscurità, dove me ne stavo?

Non so cosa hai pensato di me.

 

Il giorno è terminato,

la pioggia è cessata per un momento.

Lascio l’ombra dell’albero che è al limite

del tuo giardino, questa panca sull’erba.

S’è fatto buio; chiudi la tua porta, io me ne vado.

Il giorno è terminato.

 

                                         

                                        - da Il Giardiniere -

 

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Quando t’ho rincontrato,

in una notte senza stelle,

perso in un labirinto oscuro,

il mio desiderio era quello di guidarti

con la mia lampada.

Tu però non desideravi il mio desiderio.

 

Quando t’ho visto passare

sul cammino dell’insulto,

lanciando le tue canzoni alla polvere,

il mio desiderio era quello di incoronarti

con fiori freschi.

Tu però non desideravi il mio desiderio.

 

Quando i tuoi servi piangevano

o mendicavano,

reclamando un salario indu,

il mio desiderio era quello di offrirmi

a te per niente.

Tu però non desideravi il mio desiderio...

 

- da Petali sulle ceneri -

 

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Parlami, amore mio!

Dimmi a parole quello che hai cantato.

La notte è buia.

Le stelle si nascondono tra le nuvole.

Il vento soffia tra le foglie.

Scioglierò i miei capelli.

Il mio mantello azzurro mi avvolgerà

come la notte. Stringerò la tua testa

al mio petto; nella dolce solitudine

sospirerò sul tuo cuore.

Socchiuderò i miei occhi e ascolterò.

Non ti guarderò il viso.

Quando le tue parole cesseranno,

staremo fermi e in silenzio.

Solo gli alberi bisbiglieranno nell’oscurità.

La notte impallidirà.

Spunterà l’aurora.

Ci guarderemo negli occhi

per l’ultima volta e andremo ognuno

per la sua strada.

Parlami, amore mio!

Dimmi a parole quello che hai cantato.

 

- da Il Giardiniere -

 

 

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Che io abbia un segreto, come la pioggia non sparsa

in una nuvola d’estate,

un segreto avvolto di silenzio,

col quale poter perdere tempo...

 

Che io abbia qualcuno a cui mormorare parole d’amore,

là dove le onde oziose

si distendono sotto gli alberi insonnoliti.

 

Quest’ora sembra attendere un evento, voi mi chiedete

la causa delle mie lacrime. Non posso dirvelo:

è il segreto non ancora rivelato.

 

 

- da Petali sulle ceneri -

 

 

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Non nascondere il segreto del tuo cuore, amico mio!

Dillo a me, solo a me, in confidenza.

Tu che sorridi così gentilmente, dimmelo piano,

il mio cuore lo ascolterà, non le mie orecchie.

 

La notte è profonda, la casa silenziosa,

i nidi degli uccelli tacciono nel sonno.

Rivelami tra lacrime esitanti, tra sorrisi tremanti,

tra dolore e dolce vergogna, il segreto del tuo cuore.

 

                       

                                                - da Il Giardiniere -

 

 

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Non rimanere davanti alla mia casa con gli occhi avidi

che chiedono il mio segreto.

Non è che una piccola pietra, striata di sangue

per la passione.

 

Quali doni mi recano le tue due mani che vogliono gettarli davanti a me, nella polvere? Se accettassi, temerei d’essere caricato d’un debito insolvibile...

 

Non rimanere davanti alla mia finestra

con la tua giovinezza e i tuoi fiori che insultano

la mia miseria.

 

 

                                            - da Petali sulle ceneri -

 

 

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Per non farti conoscere troppo presto, tu giochi con me!

M’accechi con gli scoppi della tua risata,

per nascondere le tue lacrime.

Capisco, capisco la tua arte, non dici mai la parola

che vorresti pronunciare.

 

Per renderti più preziosa, mi eviti in mille modi.

Per paura che ti confonda con la folla, ti metti da parte.

Capisco, capisco la tua arte.

Non cammini mai per la strada che vorresti percorrere.

 

Tu chiedi più di tutti gli altri, per questo stai in silenzio.

Con scherzosa indifferenza rifiuti i miei doni.

Conosco, conosco la tua arte,

non prendi mai ciò che vorresti accettare.

 

 

                                               - da Il Giardiniere -

 

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