Note dell'autrice, premessa e disclaimer:
La  prima ispirazione per questa storia si deve ad una idea elaborata con Fiammetta, con  il proposito di lavorare ad una storia che si sviluppasse a partire dall'episodio del pestaggio di Andrè.
Inizialmente si trattava di lavorarci congiuntamente. A questo primo proposito, poi è invece seguito quello di sviluppare separatamente le due versioni, in una sorta di esperimento per le scrittrici e per il lettore. Le due storie, dunque, seppure diverse, nascono dalla stessa ispirazione ma proseguono poi per direzioni diverse, entrambe possibili e valide.
Potete trovare la storia scritta da Fiammetta con il titolo “Una Farsa Inutile” nel sito "Laura's Little Corner" di Laura Luzi, come sempre, invece, il copyright dei personaggi utilizzati in questa fanfiction appartiene a Ryoko Ikeda e alla TMS.
Piccola nota al titolo: fonti  attendibili dicono che la commissione storica incaricata in Francia di supervisionare il doppiaggio dell'anime ha ambientato la puntata  della missione al seguito del principe spagnolo nel villaggio di Agincourt, nella regione dell' Artois. Lo prendiamo per buono, anche perché Alancourt, come viene chiamato nella versione italiana, non  esiste su nessun atlante!
Buona lettura!
 
Missione in Artois
6° parte
 
 
I giorni passavano e, fortunatamente, Oscar migliorava a vista d'occhio. Il dottore le aveva anche dato il permesso di fare qualche breve passeggiata e i due ragazzi poterono godersi la tranquillità quasi irreale di quel paesino di campagna...
Nessuno dei due sembrava essere molto ansioso di ritornare alla vita di tutti i giorni.
Dopo una decina di giorni il medico disse che Oscar si era ormai completamente rimessa e poteva affrontare il viaggio di ritorno senza rischi. Tuttavia le consigliò un ulteriore periodo di riposo prima di riprendere il lavoro.
Perciò approvò di buon grado il fatto  che avessero deciso di fare tappa a Calais per qualche giorno.
Quando Andrè gli chiese a quando ammontasse il suo onorario non voleva neppure essere pagato ed i due ragazzi dovettero insistere non poco...
Arrivato il momento di congedarsi il giovane medico, rivolto ad Andrè,  gli disse: "Senti...lo so che non avrei il diritto di immischiarmi, però...osservandoti in questi giorni mi sono accorto che il tuo occhio ti sta dando dei seri problemi. Ho un caro amico a Parigi, abbiamo studiato insieme per parecchi anni ed è un ottimo specialista per i problemi di vista...Certo non ti prometto miracoli, ma se c'è qualcuno che può fare qualcosa per te quello è di certo lui! Mi farebbe davvero piacere se andassi a farti visitare quando tornerete a casa..." - e gli passò un biglietto con il nome del dottore e l'indirizzo dello studio.
"Grazie...io..." - riuscì a malapena a farfugliare Andrè. I suoi problemi erano quindi già tanto evidenti?
"Non mi devi ringraziare, lo faccio volentieri!" - gli rispose, stringendogli la mano.

Il locandiere aveva fornito ad Oscar ed Andrè il nome di un piccolo albergo sulla spiaggia alla periferia di Calais ed aveva già avvisato il proprietario, un suo parente, dell'arrivo dei due ragazzi.
"E' un posto tranquillo...l'ideale per riposarsi. Sono sicuro che lì vi rimetterete del tutto!" - aveva detto ad Oscar, venuto il momento di partire.
Quel pomeriggio stesso arrivarono a Calais...
Non appena ebbero sistemato il bagagli Oscar, dopo essersi cambiata, andò a bussare alla porta della stanza di Andrè.
"Allora pigrone..." - gli disse, ridendo come una bambina - "Ti sbrighi, io sto morendo dalla voglia di  fare una passeggiata in spiaggia!".
Camminarono a lungo, respirando a pieni polmoni l'aria salmastra.
Andrè la guardava. Non l'aveva mai vista così serena e rilassata. Sembrava tornata una ragazzina...ed era bella da togliere il fiato. Era ancora magra ed un po' pallida ma aveva uno sguardo così luminoso!
Ad un certo punto la ragazza allungò la mano per prendere la sua...
"Senti Andrè, io..." - gli disse, incerta.
"Che c'è?"
"Io credo proprio di doverti chiedere scusa...per tante cose." - proseguì lei, tutto d'un fiato - "Io mi ero accorta già da tempo che hai dei problemi all'occhio, ma ho preferito far finta di non vedere. Questa e tante altre cose, nella mia vita...".
Andrè l'ascoltava in silenzio.
"Adesso però mi sono resa conto che non voglio più fingere. Non è giusto, per me stessa...per te..."
"Che vuoi dire..." - le domandò lui, con  un filo di voce.
"Io...io ti amo Andrè! Ti amo da tanto tempo, anche se ero troppo orgogliosa e presa da me stessa per ammetterlo! Ti amo, ma fino ad ora sono riuscita solo a ferirti  e a farti soffrire..."
Andrè la strinse a sé. Il cuore gli batteva talmente forte che sembrava volesse balzargli fuori dal petto...
"Perdonami..." - gli sussurrò lei, con il viso rigato di lacrime nascosto nella sua camicia.
Andrè le sollevò il viso dolcemente e le asciugò le lacrime.
"Non ho proprio niente da perdonarti...non sono mai stato in collera con te. Non potrei mai esserlo, ti amo troppo!" - le disse, baciandola.
Oscar ricambiò quel bacio e tutti e due caddero, abbracciati, lunghi distesi sulla sabbia, sopraffatti da una gioia tanto grande quanto sconosciuta per loro...
Rimasero così per un po', ascoltando il battito dei loro cuori e dicendosi tutte quelle cose che per tanti anni si erano taciuti.
Rientrarono all'albergo che era già ora di cena...
Si riassestarono, mangiarono qualcosa e poi salirono nelle camere. Le stanze erano una di fronte all'altra e loro erano fermi sulla soglia.
Andrè prese Oscar fra le braccia...
"Buonanotte..." - le disse, accarezzandola.
La ragazza si accorse che la sua mano tremava.
"Buonanotte..." - rispose, dandogli un bacio.
Quando fu sola nella indossò il completo da camera che aveva messo in valigia prima di partire.
Era un regalo che sua madre le aveva fatto tanto tempo prima. Non sapeva neppure lei perché avesse pensato di prenderlo, partendo per una missione...adesso pero'...
Indugiò per qualche minuto davanti alla grande specchiera.
All'improvviso tutto le fu chiaro...
Lei e Andrè avevano sofferto già fin troppo...ed era decisa a difendere quel brandello che felicità che finalmente erano riusciti a conquistare. Con le unghie e con i denti, se necessario.
Si sistemò i capelli ed andò in camera di Andrè...
Anche lui era ancora sveglio e si era seduto su una seggiola, appoggiata all'incontrario davanti alla finestra.
Era completamente assorto nei suoi pensieri e non si accorse neppure che Oscar era entrata nella stanza.
La ragazza gli si avvicinò da dietro senza far rumore...Gli mise le braccia intorno al collo, appoggiando la testa nell'incavo della sua spalla e baciandolo.
"Oscar..."
Lei gli appoggiò un dito sulle labbra...
"Posso restare qui stanotte?" - gli sussurrò dolcemente in un orecchio, con la voce che le tremava.
Andrè l'abbracciò. Non smetteva di accarezzarla, quasi volesse rassicurarla.
Poi la prese in braccio e la stese sul letto che era dietro di loro.
"Non devi avere paura, amore mio..." - le disse - "Non ti farò soffrire mai, te lo giuro...vedrai, impareremo insieme ad  essere felici...Ti amo da impazzire...".
"Ti amo anch'io..." - gli sussurrò lei, iniziando timidamente a sfilargli la camicia.
Era arrossita visibilmente, ma quei gesti che credeva di non saper compiere adesso le riuscivano con la massima naturalezza...
Andrè la guardava con una dolcezza infinita, come se tenesse fra le braccia la cosa più preziosa del mondo.
Lei si strinse più forte a lui e, l'una fra le braccia dell'altro, quella notte finalmente cancellarono il dolore e l'amarezza di tanti anni.
Il passato non contava più...solo il futuro era importante, il loro futuro insieme.

La mattina seguente Oscar guardava quell'angelo bruno che dormiva beatamente, tenendola stretta.
Con la sua dolcezza e la sua passione le aveva fatto comprendere perché mai Dio l'avesse fatta nascere donna...Adesso erano realmente una cosa sola...come se non fossero stati soltanto i loro corpi ad unirsi, ma tutto il loro essere. Avevano condiviso le stesse emozioni, la stessa tenerezza. Aveva sentito in lei ciò che lui stava provando...ed era stata questa la cosa più bella.
Ora desiderava soltanto passare il resto della sua vita accanto a lui, farlo felice...anche se non era ancora tanto sicura di esserne capace.
Gli sfiorò la guancia con un bacio e lui si svegliò.
"Buongiorno!" - le disse, abbracciandola forte - "Come stai...".
"Mai stata meglio in vita mia!" - gli rispose lei, sorridendo.
"Oscar...e adesso che faremo?" - le domandò lui.
"Non lo so...so soltanto che qualunque cosa ci aspetti la affronteremo insieme."
"Non sarà facile...lo sai."
"Si...Ma a me piacciono le sfide, lo sai! Piuttosto mi chiedo se tu abbia una vaga idea di quello che ti aspetta...Lo sai che non sarò mai come le altre, che fanno gli occhi dolci, dicono sempre sissignore e..."
Andrè la interruppe con  un bacio.
"Ma io non mi sono innamorato di una come tutte le altre...mi sono innamorato di te, sciocca..."
Oscar scoppiò in una risata..
"Premettimi che non mi lascerai mai..." - gli disse, tornando improvvisamente seria - "Adesso non riuscirei più a stare senza di te...E poi vorrei anche che tu mi promettessi di andare da quel medico, quando torneremo a Parigi...".
"Ma certo...se mi guardi così proprio non ci riesco a negarti  qualcosa!" - scherzò lui, accarezzandole i capelli.
"Buono a sapersi..." replicò lei, iniziando a baciargli maliziosamente il collo.
Fuori il sole stava sorgendo e si sentiva soltanto il fruscio del mare ed il canto dei gabbiani, in quella limpida alba di primavera...
 
 

 Fine
 

                                                                                                                    Midori

 

Torna a Fanfictions