Note dell'autrice, premessa e disclaimer:
La  prima ispirazione per questa storia si deve ad una idea elaborata con Fiammetta, con  il proposito di lavorare ad una storia che si sviluppasse a partire dall'episodio del pestaggio di Andrè.
Inizialmente si trattava di lavorarci congiuntamente. A questo primo proposito, poi è invece seguito quello di sviluppare separatamente le due versioni, in una sorta di esperimento per le scrittrici e per il lettore. Le due storie, dunque, seppure diverse, nascono dalla stessa ispirazione ma proseguono poi per direzioni diverse, entrambe possibili e valide.
Potete trovare la storia scritta da Fiammetta con il titolo “Una Farsa Inutile” nel sito "Laura's Little Corner" di Laura Luzi, come sempre, invece, il copyright dei personaggi utilizzati in questa fanfiction appartiene a Ryoko Ikeda e alla TMS.
Piccola nota al titolo: fonti  attendibili dicono che la commissione storica incaricata in Francia di supervisionare il doppiaggio dell'anime ha ambientato la puntata  della missione al seguito del principe spagnolo nel villaggio di Agincourt, nella regione dell' Artois. Lo prendiamo per buono, anche perché Alancourt, come viene chiamato nella versione italiana, non  esiste su nessun atlante!
Buona lettura!
 
Missione in Artois
3° parte
 
Era già notte inoltrata, ma Oscar proprio non riusciva a prendere sonno...
Le cose erano già state tutte sistemate: i soldati erano accampati, i turni di guardia per le prossime ore perfettamente organizzati ed il principe di Spagna con la sua famiglia erano già a riposare tranquilli nella loro stanza alla locanda del paese. Eppure...
Eppure quella sensazione di ansia non accennava a lasciarla, anzi gli avvenimenti successi durante quella convulsa giornata non  avevano fatto altro che aumentarla.
Oscar si rese conto di non poter più fuggire di fronte a tante cose che fino ad allora, con il suo consueto autocontrollo, si era imposta di ignorare e che ora le si paravano davanti senza alcuna possibilità di fuga.
I sentimenti di Andrè nei suo confronti, il fatto che la vista di lui stesse peggiorando di giorno in giorno in modo inesorabile, la situazione della Francia ed il crescente pericolo rappresentato dai ribelli ormai infiltrati anche in molti apparati statali come l'esercito...Dio, come avrebbe voluto andarsene lontano da tutto questo! Era la prima volta in vita sua che provava così forte il desiderio di fuggire da qualcosa, ma non poteva impedirselo...cominciava a sentirsi terribilmente stanca. Stanca di dover sempre affrontare tutto da sola.
Sorrise appena...del resto quella era stata una sua scelta. Non aveva forse ostinatamente respinto la sola persona che le aveva sempre offerto, silenziosamente ed in modo completamente disinteressato, il suo aiuto? La sola persona in grado di capire e placare con la sua dolcezza e la sua infinita pazienza quel suo cuore perennemente in tempesta...Andrè. E probabilmente adesso era troppo tardi per rimediare a tanti anni di silenzio e di errori.
"Comunque, non appena saremo di nuovo a casa devo per forza trovare il coraggio di parlargli...dirgli che so delle condizioni della sua vista. Devo convincerlo a curarsi. Questo, almeno, glielo devo..." - pensò, mentre nella sua mente ritornavano le immagini del duello con il Cavaliere Nero durante il quale Andrè aveva perso l'occhio sinistro. Per starle vicino, per difenderla da tutto e da tutti, compresa se stessa...come sempre.
Provò un morso allo stomaco, un dolore sordo al petto. Dovette appoggiarsi ad un albero.
"Sono talmente vigliacca da non riuscire neppure a piangere..." - constatò amaramente.
Proprio in quel momento sentì le voci familiari di Alain ed Andrè provenire dal ponte vicino al quale si trovava. Si nascose dietro l'albero.
"Certo Andrè che è stata proprio  una mossa furba farsi cadere una trave in testa per farsi abbracciare dal comandante!" - aveva esordito Alain con il suo solito tono strafottente.
"Ma che ti  salta in mente, Alain..." - aveva replicato Andrè, stizzito.
"Ehi, come siamo permalosi Grandier...stavo scherzando!"
Andrè gli aveva voltato le spalle, appoggiandosi alla balaustra fissando il vuoto con aria assente.
"Comunque non credo che riuscirai a nascondere per molto le condizioni della tua vista..." - aveva continuato, tornando improvvisamente serio.
"Dimmi  un po'...per quando tempo pensi di andare avanti in questo modo?"
Andrè non gli rispose.
"Cosa pensi avrai ottenuto quando avrai donato a quella donna l'unico occhio che ti è rimasto? A una donna che probabilmente non ricambierà mai quello che provi per lei. Francamente non credo proprio che ne valga la pena..."
"Questo non è vero Alain!" - sbottò Andrè, punto sul vivo.
"E' una donna da ammirare, non  da amare...Non potrà mai renderti felice."
"Ma che ne capisci tu dell'amore? A me basta starle accanto per essere felice, mi basta vederla sorridere...Non chiedo altro."
"A volte mi domando davvero come tu faccia , dopo tutto  quello che ti ha fatto  passare! Comunque, se vuoi un consiglio, dovresti affrontarla a quattr'occhi..."
"Se proprio ci tieni a saperlo, l'ho fatto. Sa Dio se l'ho fatto...e ho rischiato di perderla davvero per sempre. Non potrei sopportarlo un'altra volta. Io darei la mia vita per lei...e senza nessun rimpianto."
"Forse hai ragione...non credo proprio di riuscire a capire. E' una cosa al di fuori della mia logica"
"E chi ha mai detto che l'amore sia logico?"
"Già...Dai, facciamoci una bevuta su, tanto stanotte non siamo di servizio!" - disse Alain passando ad Andrè la piccola borraccia che teneva sempre nella giberna.
"Grazie..."
Questa volta Oscar sentì le lacrime cadergli lungo le guance senza che riuscisse a fermarle...Allora forse non era troppo tardi...Forse...
I suoi pensieri vennero bruscamente interrotti da un boato proveniente dalla zona della locanda dove era alloggiato il principe. Un  bagliore accecante illuminò il buio della notte.

I soldati erano subito accorsi tutti, anche quelli accampati fuori dal paese.
L'incendio era violentissimo, ma per fortuna i soccorsi immediati avevamo consentito di arginarlo e non aveva raggiunto i piani superiori del vecchio edificio.
Oscar si precipitò nella stanza del principe. I due soldati di piantone erano stati accoltellati...
Riuscì appena in tempo ad evitare che la stessa sorte toccasse ai reali di Spagna.
Quando l'esile figura mascherata si precipitò fuori dalla finestra si lanciò in un inseguimento forsennato.
Andrè ed Alain la videro dalla strada. Nel caos generale riuscirono a recuperare dei cavalli e tentarono di raggiungerla.
Chiamarono in aiuto alcuni compagni.
Nel frattempo Oscar era arrivata alla radura che si trovava appena fuori il paese. Proprio vicino all'accampamento dei suoi uomini.
Ma perchè quel ribelle si stava dirigendo proprio lì? Era un controsenso...
Alain e Andrè la raggiunsero.
"E' andato da quella parte. Muoviamoci!" - gridò lei.
Quando arrivarono vicino all'accampamento tutto le fu chiaro.
Un altro gruppo di ribelli aveva approfittato del fatto che accanto al carro delle munizioni fossero rimasti solo tre uomini. Li avevamo uccisi ed ora stavano tentando di farlo saltare.
"Maledizione...sono troppi." - imprecò Alain, quando si rese conto chi si ritrovavano in tre contro dieci.
"Stanno arrivando i rinforzi, cerchiamo di distrarli." - gli urlò di rimando Andrè, senza accorgersi che uno di quelli stava puntando la pistola contro di lui.
"A terra, buttati a terra!" - cercò di avvisarlo Alain.

Oscar era più vicina a lui e gli si parò addosso. Sentì un dolore sordo al fianco...
Era ancora a terra, di fianco ad Andrè, quando arrivarono gli altri soldati.
"Prendeteli!" - disse, costringendosi a rimettersi in ginocchio.
Andrè si rialzò per primo.
"Stai bene?" - le domandò, aiutandola a rialzarsi.
"Si..si, è tutto a posto. Non ti preoccupare" - tentò di rassicuralo.

Nell'arco di un'ora tutto era rientrato nella normalità e quasi sembrava impossibile che fosse successo un tale pandemonio.
Alain e gli altri erano riusciti a catturare alcuni dei ribelli e gli avevamo consegnati ai gendarmi del paese. Gli altri, sfortunatamente, erano riusciti a fuggire.
La mattina seguente tutto era pronto per riprendere il cammino...
Erano in marcia già da un po' quando Alain si accorse che Oscar era decisamente pallida e si reggeva a fatica sul cavallo.
"Comandante...mi  sembrate stanca. Forse è meglio fermarsi un po'."
"Va bene Alain, non siamo molto lontani dal prossimo villaggio. Ci fermeremo lì."
Arrivati al villaggio Oscar organizzò tutto nei minimi dettagli, come sua abitudine.
Stava scendendo con Alain ed Andrè le scale della piccola locanda dove aveva fatto sistemare il principe e la sua famiglia, quando all'improvviso sentì che le gambe non la reggevano più e tutto si fece buio intorno a lei.
I due giovani fecero appena in tempo  a sorreggerla...
La  stesero a terra e le sbottonarono l'uniforme. Una larga chiazza scura macchiava la camicia di lino.
"E' ferita...ma perchè diamine non ce l'ha detto!" - disse Alain, preoccupato - "Andrè, dammi una mano...dobbiamo cercare un dottore, non startene lì imbambolato!".
Andrè sembrava incapace di qualsiasi reazione. Stringeva Oscar priva di sensi senza riuscire a fare nulla, mentre il sangue di lei gli macchiava le mani e la giubba...

 
 

Fine 3° parte
 

                                                                                                                    Midori

 

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