Il Matrimonio
 
La mattinata era mite, una di quelle giornate che fanno presagire un estate torrida.  Non c’era nessuno in giro, solo il fresco fruscio degli alberi e la processione delle nubi che, velocemente, transitavano sulle teste degli ignari passanti.
Era la giornata adatta per fare un po’ di allenamento, così Oscar prese la spada e si accinse ad andare a chiamare il suo “sparring”. Lo cercò per tutto il giardino e per tutta la casa. Non era neppure nella stalla. Un poco incollerita si rivolse alla nonna: “Si può sapere dove diavolo è finito Andrè!” , la mite vecchietta, portando in grembo un paniere con le uova appena raccolte nel pollaio, le disse che quella mattina si era alzato molto presto e senza dire una parola, era uscito di casa.
Non era la prima volta che capitava una cosa simile ed Oscar non era mai stata curiosa di sapere i giri che aveva il suo attendente. Ma questa volta era diverso, in una settimana era la quarta volta che spariva senza motivo e quando tornava era evasivo sulle sue domande.
Va bene - pensò Oscar un pochino delusa - anche per oggi farò da me
e ripose la spada, prendendo invece la pistola, con cui  avrebbe fatto un po’ di esercizio di mira.
Passò così qualche ora e, verso mezzo giorno, Oscar sentì arrivare un cavallo. Andrè era rientrato ed era immediatamente andato a rinfrescarsi.
Lei avrebbe voluto domandargli che diavolo aveva fatto quella mattina e che faceva da un po' di tempo, ma aveva un misto di timore e pudore nel chiederglielo; Andrè era un uomo adulto, e questo era un dato inconfutabile, per cui...se avesse avuto qualche storia sentimentale lei non avrebbe dovuto avere nulla da ridire e questa circostanza le sembrò più che accettabile.
Che buffo.., pensò Oscar, ridacchiando, il suo amico d’infanzia, il suo compagno di giochi e avventure, il suo attendente, che aveva una relazione...l’avrebbe preso un po’ in giro per quella scappatella; sicuramente era una ragazza di Parigi, chissà, magari l’aveva conosciuta durante uno dei suoi “pellegrinaggi” alla Bonne Table!
Che spasso sarebbe stato prenderlo in giro!
Con questi pensieri  per la testa, si accorse che l’esercizio fisico le aveva messo appetito e si diresse verso casa dove era sicura che la nonna si stava già accingendo ad apparecchiare la tavola.
Entrò nel salone ma non vi era ancora nulla sul tavolo, allora con lo stomaco brontolante si diresse verso la cucina dove la governante stava sicuramente preparando il pranzo. Scorse l’ombra di Andrè all’interno e pensò subito di domandargli del suo “segreto”, quando sentì che anche la nonna era presente e che era quasi in lacrime.
“Oddio non ci posso credere...Andrè!! Non dirmelo..come sono felice! Sarà l’avvenimento dell’anno per questa casa! Sicuramente anche il Generale vorrà partecipare e così faremo una grande festa!”.
Queste parole farfugliate tra le lacrime dalla governante lasciarono Oscar un po’ perplessa e incuriosita: cos’è che sarebbe stato l’avvenimento dell’anno? E cosa c'entrava suo padre?
Ci pensò per tutto il giorno e anche in caserma quello fu il suo pensiero fisso.
Alla sera, giunta a casa, era decisa a scoprire cosa succedeva, perchè a questo punto c’era sicuramente dell’altro. Vide Andrè che stava pulendo la stalla e gli si avvicinò
“Andrè volevo...” ma lui non la lasciò finire
“Ah, Oscar, ora che ti vedo, volevo dirti che domani mattina non ci sono. Se mi cerchi, torno nel pomeriggio”.
Ancora! Avrebbe voluto chiedergli spiegazioni ma lui uscì in fretta e furia dalla stalla senza lasciarle il tempo per dire nulla.
Che freddezza, che distacco! Non lo riconosceva più.
Con una strana sensazione nel cuore, dirigendosi verso la casa, si accorse della governante che, col viso eccitato, stava quasi piangendo.
“Che ti prende, Nanny?” Le chiese
“oddio..oddio, cara, e’ meraviglioso! Si sposa!” fu la risposta della vecchietta.

Si sposa.
Le parole le risuonavano nella testa.
Si sposa...chi si sposa...perchè si sposa...
Ecco il motivo dei suoi continui spostamenti, della sua freddezza ed indifferenza.
Si sposava... perchè si sposava! Da quando aveva preso questa decisione!
Quante parole, quanti ronzii nel suo cervello!
Io non posso impedirglielo, non dopo quello che e’ successo fra di noi quella sera. Io non posso fare niente per impedirglielo!...Ma poi perchè dovrei impedirglielo?! A me non importa nulla se Andrè vuole sposarsi!.
Ma quelle parole non le uscirono mai di bocca, solo le lacrime amare le rigavano le guance. Quella sera non mangiò nulla, la madre le domandò che avesse, il padre le chiese se aveva avuto problemi col suo reggimento e, ovviamente, Andrè non era presente.
Quando si ritirò nella sua stanza era sfinita, neppure se avesse cavalcato tutto il giorno sotto la pioggia si sarebbe sentita così!
Mio Dio, ma che mi prende! Ma che mi succede! Perchè devo stare così male?!
Si coprì, sentiva freddo, benchè la temperatura poteva dirsi quasi estiva. Ricordò la famosa sera, quella in cui lui le aveva rivelato i suoi sentimenti...lei gli aveva chiaramente detto che doveva vivere la sua vita e che lei non aveva più bisogno di lui perchè voleva vivere come un uomo...e lui l’aveva obbedita alla lettera.
Doveva sapere, doveva sapere chi era la ragazza che le aveva rubato il cuore del ...suo Andrè!

La mattina, dopo una notte pressochè insonne, scese in cucina. Andrè era seduto sul solito sgabello e stava sorseggiando del te'. Quando la vide, la guardò con aria interrogativa
“Mio Dio, Oscar, che faccia! Hai fatto a botte con le lenzuola?”le chiese, ridacchiando.
Lei lo guardò di sbieco, non voleva che la vedesse in quello stato.
“Lascia stare, come mai a casa?”
“Uhm? ...nulla, oggi non vado a Parigi”.
“Capisco.” Avrebbe voluto chiedergli se quel giorno sarebbe stata la sua "fidanzata" a farsi viva, ma non ne ebbe il tempo. Dalla porticina sul retro irruppe Rosalie.

“Bambina cara!” Esplose la nonna. “Che ci fai qui! Hai un mucchio di cose da fare a Parigi!”
Cose da fare?? Si domandò Oscar. Ma ancora non aveva notato Andrè che, non appena aveva visto entrare la ragazza, era sceso dallo sgabello di corsa ed era corso ad abbracciarla.
Rosalie... no, non e’ possibile...è Rosalie la futura moglie di Andrè??!!
Doveva avere una tale espressione che tutti si erano bloccati ad osservarla.
“Madamigella Oscar, vi sentite male?!” Rosalie era seriamente preoccupata.
“Non è nulla, devo essere un po’ stanca, scusatemi”. Dicendo così si alzò sotto lo sguardo preoccupato di tutti.
Devo essere sembrata proprio una sciocca!, si disse mentre velocemente si allontanava dalla grande casa. Ma perchè proprio Rosalie e da quando il suo legame con Andrè era diventato così intimo? Perchè nessuno si era premurato di dirle nulla? Queste e altre mille domande le frullavano in testa, ma soprattutto una: Perchè poi dovrebbe importarmi così tanto se Andrè si sposa? E’ logico! E’ naturale! Sono io che non sono nè logica nè naturale! Che rifiuto di pensarci e di ammettere che è vero! Bene, farò finta di nulla, non lascerò che trapeli nulla da me, nessuno deve sapere che io so qualcosa, se è questo che vogliono! Saranno loro a dirmi qualcosa, quando lo vorranno!

Decisione stoica, soprattutto per sè stessa. Ma Oscar sapeva benissimo che non sarebbe stata in grado di mantenere i suoi propositi: una tenaglia le intrappolava il cuore, un groppo le serrava la gola. Mai, neppure quando era innamorata di Fersen si era sentita così. Decise ovviamente di fare finta di niente. Cavalcò per un po' poi, quando le luci del tramonto apparvero sulla cresta delle montagne, pensò di tornare indietro. Ma cosa avrebbe fatto quando, a tavola, gli occhi di tutti sarebbero stati puntati su di lei? Nulla! Semplicemente avrebbe continuato a fissare il piatto, e basta.
Durante la cena, Madame de Jarjayes intavolò una pericolosa conversazione:
“Andrè, allora ho saputo! Fa a Rosalie le nostre più vive congratulazioni!”
“Grazie signora”.
Oscar deglutì a fatica.
“Ah, Andrè"
"Si, Signor Generale?"
"Andrè, ho pensato di concedere l’uso del salone per il rinfresco delle nozze”.
Oscar era allibita.
“Grazie Signor Generale, Rosalie sarà felicissima, questa la considera come la sua casa sotto certi punti di vista”.
Il salone? Per le nozze di Andrè? Pazzesco! E lei che avrebbe fatto, sarebbe stata ad osservare che il suo amico scendesse dallo scalone con la sua sposa sotto braccio? No, mai! Accidenti a lei! Si sentiva mancare, venir meno, aveva le lacrime agli occhi e non riusciva a distinguere più il piatto che aveva davanti. Decise di cambiar conversazione, era stufa di sentir parlare di quell'assurda situazione.
“Padre, quando arriva Ortence?”
“Non lo so, Oscar,  - rispose il generale - voi madame - disse rivolto alla moglie  - ne sapete di più?” “Non appena il bambino starà meglio,  - rispose prontamente la contessa de Jarjayes - lo sai, il piccolo Charles ha avuto il morbillo”.
Ortence era la sua sorella preferita. Maggiore di lei di dieci anni, era stata l’unica ad esserle rimasta vicina durante i suoi anni alla Corte di Versailles. Era stata un po’ come una madre, quando la Contessa de Jarjayes era stata nominata dama d’onore della regina Maria Antonietta e non aveva più molto tempo da passare a casa.
Era un sollievo per Oscar sapere che Ortence stava tornando a casa per qualche tempo.
L’indomani arrivò la notizia dell’imminente visita di sua sorella e quando questa giunse a casa Jarjayes, era come se fosse arrivata una banda al completo.
Fresca e spumeggiante, Ortence scaricò il piccolo Charles tra le braccia della madre che, emozionatissima, lo portò di corsa in casa, per non fargli prendere freddo. Poi si gettò fra le braccia di Oscar.
L’effetto era pazzesco: la sorella maggiore era molto, ma molto più bassa di quella minore la quale la sovrastava di almeno dieci centimetri.
“Piccola! La mia Oscar! Come stai tesoro?”
“Ortence! Rivederti per me è un piacere, e tuo marito?”
“Ah, Joffrè è dovuto partire per la Borgogna. I suoi vigneti...lo sai com’è fatto!”
Ad Oscar non era mai andato a genio Joffrè de Vieuville, non sapeva il motivo, forse perchè, semplicemente, le aveva portato via la sua sorella preferita!
Entrarono in casa e questa comincio' a tirare fuori  i regali.
"Mamma, ho pensato che una sciarpa di seta per te era la cosa migliore..e Oscar, tu mi metti sempre in imbarazzo..che cosa posso regalare ad un comandante delle guardie che però e' anche mia sorella? E cosi' ho pensato di farti fare un ritratto. Conosco un bravissimo pittore...ah certo! Nanny cara! Una bella mantella di lana… e Andrè..." Oscar era frastornata da tanto chiasso.
Il piccolo Charles in quel momento si era rimesso a piangere, le cameriere schiamazzavano in cucina intente a preparare il tè, i gridolini della sorella e della madre e i piagnistei della nonna con la mantella in mano, le stavano facendo scoppiare la testa.
"Oscar, dov'è Andrè?..Oscar? Oscar mi senti??" Ortence in quel momento la stava fissando.
"Oh, si, scusami, dimmi...Andre'? Mah...io..."
"Deve essere a Parigi cara" rispose la nonna. "In questi giorni ha molto da fare".
Ortence guardo' la madre e poi sembrò ricordarsi all'improvviso
"Ah si, madre, mi pare che me ne abbiate parlato..ma non fa niente. Vorrà dire che il mio regalo lo avrà domani".

Quella sera a cena Oscar parlo' volentieri con la sorella. Era contenta che lei fosse venuta a stare un po' con loro, era un piacere averla per casa.
Il piccolo Charles era un tesoro, fortunatamente non aveva preso nulla dal padre.
Joffrè de Vieuville non era un brutto uomo anzi, ma forse era troppo..finto per i suoi gusti.
Era geloso in maniera ossessiva della moglie e questo si vedeva benissimo, ogni volta erano storie quando Ortence voleva andare a trovare la sua famiglia.
In quel momento il bimbo si mise a piangere.
"Oddio, ecco che si è svegliato.." Ortence scattò in piedi.
"Ti prego, posso farlo io?" chiese Oscar senza pensarci.
Tutti si meravigliarono quando videro il più giovane militare di casa Jarjayes che voleva cullare il bimbo.
"Cara, sta' attenta, ecco, prendilo cosi' e non dondolarlo troppo"
"Ma su, Nanny, non preoccuparti - disse Ortence - e poi un po' pratica dovrà  farla ogni tanto! Anche lei avrà dei figli un giorno o l'altro!"
Al generale andò di traverso un boccone.
Oscar, non ascoltava più i discorsi dei suoi famigliari, si era allontanata col bambino e ora lo stava tranquillamente cullando nel giardino.
"Dimmi piccolino, cosa vorresti fare da grande?"
Gli occhioni di Charles la stavano scrutando come se volessero capire fino in fondo cosa avesse nel cuore sua zia. Oscar si mise piano piano a sussurrare una nenia, ricordandosi con sorpresa la stessa che la sua balia le cantava da piccola; se solo il piccolo Charles, con i suoi occhioni blu, avesse potuto consolarla del grande peso che si portava dentro...Ad un certo punto alzò lo sguardo e vide Andrè che l'osservava rapito.
Oscar arrossi' visibilmente e abbassò la testa, il bimbo si era placidamente addormentato.
"Se ti guardassi ora allo specchio, Oscar, non crederesti ai tuoi occhi".
Andrè aveva sussurrato quella frase quasi sui suoi capelli.
"Comandante Oscar, badi al bambino fino a che non torno!" Disse con tono greve e scoppio a ridere.
Una risata intensa e cristallina, Oscar si sentì rapita da quel suono così caldo,..
"Sei bellissima lo sai? Sei la cosa più bella che vedo da stamattina" proseguì lui, continuando ad osservarla.
Che parole dolci e soavi..ma che stava succedendo? Si stava per sposare con Rosalie e faceva lo spiritoso con lei!
"E Rosalie dov'è? " Oscar cambiò discorso e il tono che usò colpì Andrè.
"Rosalie? A casa sua penso, perchè?"
"Oh nulla, pensavo che avessi invitato anche lei stasera".
"Rosalie ha altro a cui pensare in questo momento - disse lui - domani sarà una giornata pesante per lei e per tutti".
Domani? Così presto? Ora cominciava a capire il motivo per cui sua sorella era venuta a far loro visita. "Bene, allora domani è il gran giorno...e tu che fai qui? Non sarebbe meglio che andassi a dormire? Lo sposo deve essere in forma" . Concluse quella frase con la voce strozzata e sperò che lui non se ne fosse accorto.
"Lo sposo? Beh penso che Bernard abbia già bevuto una dozzina di tazze di camomilla e io sono stanchissimo, il testimone è un ruolo importante.."
In quel momento il bimbo aprì gli occhi e beatamente fece un grosso sorriso. La nebbia era dissipata. Oscar, col bimbo in braccio barcollò visibilmente. Andrè, vedendo che il suo equilibrio non era stabile, corse a sorreggerla
"Oscar, che ti prende? Hai freddo?"
Grosse lacrime cominciarono a rigarle le guance e non poteva fare nulla per trattenerle.
"No, Andrè, solo che io....pensavo che tu....che voi...."
Non finì la frase perchè il piccolo Charles le prese una ciocca di capelli biondi con la manina e la tiro'. "mamma"
Andrè guardo la sua Oscar teneramente
"No, piccolo, non è la tua mamma, ma potrebbe essere una mamma meravigliosa...."
Lei lo amava. Lo amava da morire. Ora che aveva saputo cosa voleva dire perderlo, si era resa conto che Andrè era solo suo. Avrebbe combattuto contro il mondo se fosse stato necessario, ma Andrè doveva essere solo suo. Si avviarono verso casa e, senza accorgersene, si cinsero in un abbraccio. Il quadro che ne uscì era degno di un ritratto e sarebbe stato bello se quel pittore, ingaggiato dalla sorella, avesse potuto ritrarli tutti e tre, in quel momento.
 
 

Fine
                                                                                                                                            Alex
 
 

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