Il giorno che t'ho incontrato
~ parte 1 ~
 
L’acqua calda della doccia picchiava furiosamente contro il viso di Elsie, come a voler lavare via tutti i suoi pensieri. Ormai ne era convinta: si era innamorata.
Perdutamente, irrimediabilmente e soprattutto senza speranza.
Era assurdo perchè quel ragazzo lo conosceva solo dalla sera prima. L'aveva incontrato al pub, mentre erano insieme ad amici comuni, ma quel poco le era bastato per farle perdere la testa.
“Questo è Victor” aveva annunciato Pierre.
L’amico aveva avvisato tutti che avrebbe portato anche un suo cugino che ospitava da qualche giorno.
“Abbiate pazienza con lui” aveva detto “ha passato dei brutti momenti ultimamente per cui….”
Elsie e le sue amiche l’avevano notato subito, non appena era entrato nel locale.
Victor era alto, aveva gli occhi chiari e i capelli lunghi, castani, quasi biondi.
Quella sera li teneva legati a coda di cavallo mentre ciocche ribelli gli coprivano la fronte ed Elsie aveva osservato che, effettivamente, i suoi occhi erano come offuscati da qualcosa, da qualche pensiero lontano...
Si era subito isolato, malgrado lei si fosse immediatamente seduta vicino a lui e l’avesse incalzato con  le solite domande inutili e scontate.
“Che lavoro fai” “Dove abiti” “Sei di queste parti”
Lui era rimasto perlopiù in silenzio, aveva risposto solo “si” e “no” e mai aveva proseguito, come se non avesse voglia di parlare della sua vita, come se non avesse voglia neppure di essere lì con loro quella sera e ci fosse venuto solo per insistenza.
I ragazzi della compagnia si erano presto stancati di quel tipo taciturno e avevano ripreso a parlare tra di loro, ignorandolo completamente.
“Ragazze, cosa ne pensate di Victor? “ Aveva domandato Elsie alle amiche, dopo che si erano chiuse nella toilette a rifarsi il trucco.
“Freddino” era stato il commento acido e perentorio di Ariel
“Ovvio! Non ti ha degnato neppure di uno sguardo!” le rispose di rimando Angela.
E infatti era strano, solitamente Ariel non passava inosservata..
“A me piace..” disse Elsie con lo sguardo trasognato.
“Come come?? Fa un po’ vedere? - Ariel le si avvicinò con aria incuriosita - attenta cara!  Quello non è roba per te!  - le disse poi allontanandosi scuotendo il capo - Ma non l’hai visto? Sembra un signorino!  - le disse, mimandole un gesto snob - Ci guarda tutti dall’alto in basso ! Neppure si accorge che esistiamo!” proseguì, ritoccandosi il rimmel “ E poi è un manico di scopa! Gran bel ragazzo, d’accordo, ma rigido che sembra impalato! Non ha spiccicato parola per tutta la sera,…e poi per me è pure frocio!”. Scoppiarono tutte a ridere.
“Solo perché non ti ha guardata! Ci sei solamente rimasta male!” disse Angela, velatamente soddisfatta.
Elsie però ormai era decisa.
“Ohh..pensate pure quello che volete - disse guardandosi allo specchi e sistemandosi i capelli - ma io quasi quasi un pensierino ce lo faccio…-
“Sta attenta, non venire poi a piangere da noi!” l’ammonirono le amiche.
Quando poi erano tornate in sala, Victor era esattamente nella stessa posizione di prima: seduto sulla poltroncina, il boccale di birra ancora pieno sul tavolo e la sigaretta fra le dita, lo sguardo distante, chissà dove...
Elsie si era seduta vicino a lui e aveva cominciato a parlare del più e del meno.
“Anche tu vai all’università, Victor?”
“Si”
“E che facoltà frequenti?”
“Scienze politiche”
“Ah! Vuoi dedicarti all’attività diplomatica allora! O vuoi metterti in politica?”
“Boh”
Lei sospirò e si appoggiò allo schienale della poltrona. Tirò fuori una sigaretta dalla borsetta.
“Mi faresti accendere?”
Lui, senza profferire parola, prese l’accendino dalla tasca della camicia e glielo porse.
Nel locale si diffusero le note di Careless Whisper.
“Che bella questa canzone….mi ricorda quando andavo al liceo  (1) ...- sospirò lei, sperando di accendergli una piccola scintilla di conversazione.
“A me fa schifo". Il tono non ammetteva repliche, perentorio.
Elsie non si scoraggiò "ti va di ballare?" chiese timidamente.
Victor non rispose, aspirò il fumo della sigaretta e fissò dritto davanti a se'.
Elsie si stava già rassegnando, quando sentì la mano di lui che la tirava per un polso per farla alzare.
“Ehi!” borbottò lei, stavolta veramente infastidita “bastava dirlo..”
...ma presto si rilassò, le braccia del ragazzo erano calde ed invitanti e lei appoggiò la testa sul suo petto. Il ritmo del cuore di lui la cullò sulla melodie della canzone.
I fell so unsure
as I take your hand and leave you to the dance floor…..
Elsie chiuse gli occhi…
…as the music dies
something in your eyes
calls to mind a silver screen and all its sad goodbye.
Le note della musica di George Michael e il profumo della pelle di Victor la trasportavano fuori da quel posto e lontano dalla gente; per lei non contava altro che quel momento.
“Scusa ma non ne ho più voglia”
“…”
Lui ruppe quel momento con uno strattone e l’abbandonò sulla pista da sola, come una cretina.
Elsie rimase per un attimo ferma, mentre la musica continuava ad andare avanti. Era come se le avessero tolto il pavimento da sotto i piedi, come se si fosse risvegliata al suono di una sveglia dal trillo assordante.
Non ci poteva credere….come inebetita tornò al suo posto vicino a lui, il quale si era nel frattempo acceso un’altra sigaretta e stava sorseggiando la sua birra.
“Carino eh! Complimenti al bon-ton!”
Lui non le rispose e continuò a bere, fissando altrove.
“Ma che cavolo c’hai!?”
Elsie era stufa.
"Ma lo sai che sei veramente uno stronzo! Mi hai veramente rotto!…"
“ …ascolta - lui si era girato verso di lei, guardandola negli occhi e usando un tono calmissimo ma che non ammetteva repliche - io non ti ho chiesto niente. Per tutta la sera, da quando sono entrato, non fai altro che starmi appiccicata addosso come una ventosa. Guarda che se hai intenzione..non c’è problema, andiamo da me, basta che poi ti schiodi! ”
Elsie era allibita. Si alzò dal divano con le lacrime agli occhi.
“Ma chi ti credi di essere eh! Ma chi sei per parlarmi così! Sai che ti dico? Vaffanculo!”
Si alzò e si allontanò con le lacrime agli occhi.

Fine 1° parte
 
 

                                                                                                                                        Alex
 

(1)  Questa è una delle “canzoni-mito” della mia adolescenza…
 
 

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