Il Colore delle Rose
~ 5° parte ~
 
 
 
Il viaggio fu faticoso, per André. Non si lamentò mai, ma guardandolo, Oscar capiva quanto soffrisse e il non poter far niente per lui la innervosiva, la faceva star male. In più di un’occasione fu tentata di stringerlo tra le braccia e dovette combattere contro il suo istinto per non farlo.
Il corpo di André era caldo, aderiva perfettamente al suo, il respiro era corto, affaticato,le labbra dischiuse. Labbra che Oscar avrebbe voluto baciare.
Aveva scacciato quei pensieri, ma non era riuscita ad evitare che l’uomo si addormentasse sul suo seno. Ora tutto pareva essersi volto al meglio. Di André si stava prendendo cura la servitù, lo avevano nutrito, si erano presi cura di lui come quando era bambino, come uno di famiglia. Era sempre stato così.
Troppo. Troppo si erano spinti, la familiarità e la confidenza provati per l’amico di giochi aveva finito col far sì che presto l’amicizia si trasformasse in amore, passionale ed impossibile, verso lei che invece non sapeva amare. Non era giusto per André. Non era giusto per lei. Si affacciò alla finestra. Era notte fonda, l’alba era lontana, la luna coperta da nubi scure, lente, tristi. Lei era triste, avrebbe voluto piangere…
“ Oscar, va tutto bene?” Lei sussultò. André! Si voltò, le era appena dietro, la osservava e pareva preoccupato. “ Ti ho chiamata..La porta era aperta, perché non hai risposto?”
“Non ho sentito..Ma tu come mai sei in piedi? Dovresti riposarti..”
“ Smettila di preoccuparti, o non credi che io sia abbastanza uomo da saper badare a me stesso?” Oscar rabbrividì.
Perché la sua voce era così…così sensuale? E gli occhi, poi, che gli si facevano languidi mentre la guardava.
“Dovresti aver capito..” le sussurrava, accarezzandola con le parole più che se l’avesse fatto con le mani forti e vellutate. “..che non può accadermi niente fino a che avrai bisogno di me. Dio sa quanto ti amo, non mi lascerà morire prima che tu sia riuscita a capire quanto..”
“ Perché dici queste cose, André?” esplose lei, disperata, sciogliendosi da quel pericoloso abbraccio. André la seguì con gli occhi, pazientemente, aspettando che si calmasse.
“Adesso basta, sono stanca delle tue continue premure!” gli si rivoltò contro. “ Non capisci, André..Ancora non hai capito ciò che voglio..”
“Oh, sì, certo..Io l’ho capito, sì..” la interruppe lui, canzonandola. “ Sei tu a non averlo capito ancora!”
Oscar trasalì, s’infuriò. André pensò che era bella, talmente bella quando si arrabbiava così, che valeva la pena farla arrabbiare di più. Si trasformava in una tempesta letale, la sua Oscar e travolgeva chiunque e qualunque cosa.
“ Hai un disperato bisogno di me.Te lo leggo negli occhi. E adesso su, sfoga la tua rabbia, picchiami..Fammi vedere quanto sei uomo, Oscar.”
Anziché abbandonarsi all’ira, la giovane abbozzò un leggero sorriso, un attimo, prima di lasciarsi andare ad una fresca, sincera risata. Quando lui, con voce dolce, le chiese cosa avesse tanto da ridere, lei lo guardò e aggiunse:
“Sei monotono, André…Sempre con questa storia..! Vediamo, tu dici che ho bisogno di te..”
Lui incrociò le braccia sul petto, attese il seguito. “Bhé..non è vero.” continuò, seccata, serrando i pugni. “ So tirare di scherma, sparare e centrare qualunque bersaglio, anche combattere a mani nude se è necessario! Sono un soldato perfetto!”
“ Sei un essere umano, Oscar. Sono monotono e ripetitivo, lo so, ma che vuoi farci..Vorrei dirti che sei un uomo a tutti gli effetti per farti contenta, ma…sarei un bugiardo, non lo pensi anche tu? Ci sono delle differenze piuttosto evidenti tra me e te, non vorrei dover scendere in particolari..!”
Oscar arrossì visibilmente. Gli occhi di André brillavano sotto la luce delle candele ed era impossibile distinguere quale fiamma splendesse di più.
“ Ma come osi..!” Oscar sollevò il braccio per colpirlo, ma la sua mano tremò, rimase sospesa. André mosse alcuni passi, la raggiunse, calmo.
“Schiaffeggiami, avanti..però dubito che possa farti stare meglio.”
Oscar lasciò cadere il braccio, gli diede le spalle. Impiegò qualche istante per riordinare le idee e trovare il coraggio di mandarlo via con secco “ Buonanotte, André.”
Passarono secondi interminabili prima di udire i passi tristi ed esitanti di André e dovette lottare con sé stessa per non richiamarlo quando sentì la porta chiudersi dietro le sue spalle, lasciandola sola col suo desiderio di piangere.

Si svegliò in piena notte, Oscar, di colpo. Aveva sognato e per certo sapeva che non era stato un bel sogno anche se non ricordava nulla; però aveva freddo, il respiro era affannoso, una sottile paura le invadeva la gola impedendole di parlare.
Riuscì a sedersi sul letto, si prese la testa tra le mani, scosse con vigore il capo, quasi servisse a scacciarle il turbamento che sentiva nel cuore.
Pensò ad André. Il pensiero di lui la disturbava ma allo stesso tempo le dava sollievo, calore, coraggio.
Coraggio…Strano, con il conte di Fersen non era stato così, quell’amore che l’aveva intimamente dilaniata non l’aveva mai fatta sentire forte e invincibile come si sentiva ora e la sua spiegazione era che quel tipo d’amore era talmente intenso da renderla debole, come tutte le donne innamorate. Quindi André non significava niente per lei..
…Non aveva motivo di preoccuparsi…
..perché quando André l’aveva baciata si era sentita così..così….
..Amata…tremendamente, intensamente amata.
“ Non può essere.” si disse.
Guardò fuori. La luna spandeva la sua coltre argentata tutt’intorno ed entrava fin dentro la sua stanza, accarezzando il suo letto e le gambe nude appena scoperte.
Una donna…
Allungò le gambe, le osservò pensierosa, malinconicamente, desiderando fossero quelle robuste di un uomo. Un soldato dai lunghi capelli biondi e con delle differenze piuttosto evidenti da non poter essere scambiato per una donna..
Accidenti!
Scostò del tutto il lenzuolo, infilò in fretta camicia, calzoni e stivali. Visto che non riusciva più a dormire avrebbe fatto una passeggiata sotto luna. Tanto tempo, troppo, che non lo faceva.
Aprì piano la porta, non voleva che qualcuno si accorgesse di lei.
Scese le scale.
La villa era avvolta nel silenzio. Naturalmente non trovò nessuno a bloccarle il passo, aveva bisogno di stare sola, di riflettere e non solamente su André. Su una cosa l’amico aveva avuto ragione, stava scappando, da sua maestà, da Versailles, da  sé stessa…ma su una cosa André si sbagliava, non era solo Fersen il motivo.
I tempi stavano cambiando. La Francia, le loro maestà, il popolo..la rabbia del popolo..affamato, stanco, oppresso, disperato. E la disperazione faceva compiere cose impensabili, assurde..
Lei, per disperazione, aveva cercato, fallendo miseramente, di cambiare il corso della sua vita; per Fersen, per la prima e unica volta, aveva desiderato essere una vera donna.
Il vento le intrecciava i capelli e la luce della luna rendeva brillanti i suoi capelli. Oscar si lasciò cadere in ginocchio, le lacrime presero a scorrerle lungo le guance senza che potesse far nulla per fermarle. Solo Dio poteva sapere quanto si sentisse sola, in quel momento e quanto invidiasse sua maestà la regina per quell’amore folle e impossibile eppure tanto forte da sopravvivere ed accendersi di vigore, ogni volta che i due amanti s’incontravano..
Oscar sollevo le mani piene di sabbia fresca e argentata e aprì le dita perché i granelli scintillanti fuggissero via lasciando una lunga scia di polvere. Avrebbe voluto essere come quella sabbia, libera, pura, lavata dalla luna, in attesa che le onde del mare la trascinassero via, verso altri lidi, lontano da Fersen, da Maria Antonietta, da suo padre…
E da André..
“ Non riesci a dormire, vero, Oscar?”
Lei si voltò di scatto, si rialzò. Avrebbe dovuto immaginarlo!
André le era dietro di pochi passi. Non era più l’ombra discreta e silenziosa che l’aveva accompagnata per anni, adesso era divenuto quasi un fastidio, si sentiva soffocare e, soprattutto, le provocava una sconosciuta solitudine interiore che a volte diveniva agitazione incontrollabile.
Come ora.
Chiuse gli occhi, tentò di dominarsi. “ Segui ogni mio passo..Che cosa vuoi?”
“ Non arrivare subito a conclusioni. Ero qui già prima di te e ti ho vista.”
La sua voce aveva un che di profondo, sofferto. I suoi occhi la scrutavano lucenti nella notte.
Sentì un profondo dolore nelle sue parole quando le disse: “ Se vuoi..me ne torno in camera mia.”
Oscar sospirò, evitò quello sguardo: “No..non importa.”
Ritornò a guardare il mare. Il vento si era fatto più prepotente, sferzava contro i loro volti, liberava in una sensuale danza i loro capelli; vicinissimi, in silenzio, lei perduta nei suoi pensieri e nelle sue paure, lui perduto, da sempre, dentro di lei.
“ Hai freddo?” le chiese, apprensivo, vedendola serrare le braccia sul petto.
“No.” rispose lei, tremando per il calore che irradiava da lui.
“ Ho una cosa da chiederti, Oscar. E..ne ho tutto il diritto. “ lei tacque, aspettò il seguito. “ Voglio che in questi ultimi giorni mi permetta di starti vicino, come un tempo. Voglio..che cavalchiamo insieme, che tiriamo di spada, che andiamo a caccia..Voglio..sellarti il cavallo, pulire la pistola, che tutto torni come prima. Per tutto il tempo che rimarremo qui.”
Lei tratteneva il fiato, non riuscì ad interromperlo.
“..ed io ti giuro, Oscar, che qualunque decisione prenderai dopo..io la rispetterò e se vorrai che me ne vada lontano da te, lo farò.”
“ André..”
“ Non accetto che tu mi dica no. Non ti ho mai chiesto niente, Oscar e onestamente credo di meritare almeno questo.”
E visto che lei esitava ancora, lui replicò:“ Se non accetterai me ne andrò stasera stessa e non mi vedrai più, Oscar. Se vuoi questo non hai che da mandarmi via.”
Ecco,  le aveva dato l’occasione propizia, quella che aspettava da giorni. La determinazione negli occhi di André le fecero capire che stava facendo sul serio. Poteva finalmente finirla lì con quell’assurda storia e ridiventare così quella che era un tempo. Eh, gli avrebbe ordinato subito di andarsene..
“ Va bene, accetto, André. Ti darò un’’ultima settimana..Poi dovrai lasciarmi andare.” disse, sorprendendo sé stessa.
Lui sorrise appena, sollevato in fondo al cuore“ Sì, Oscar..poi ti lascerò andare. “ ripeté piano, perché il vento non udisse la sua bugia.
 

 

Fine 5° parte
 

                                                                                                                                    Laura
 

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