Ali di farfalla
2° parte
 
 
 
Oscar si avvicinava a passi decisi ma silenziosi verso quell’incessante e melodioso rumore di acque, non aveva idea di come avrebbe affrontato lo sguardo della regina: quale atteggiamento sarebbe stato più appropriato in quell’occasione…e si stupì di questi suoi pensieri…non sapeva pensare che da soldato, da guardia del corpo, da uomo…sorridendo, con tristezza, si ritrovò dinnanzi all’arco di rose..e quello che vide entrando nel centro del labirinto…nel centro dei suoi pensieri..fu come una visione inaspettata, un regalo dimenticato, un quadro privato di un pittore ubriaco…
La regina era seduta in terra, la sua schiena appoggiata ad una roccia, le mani che accarezzavano delicatamente del muschio profumato, i capelli sciolti che le incorniciavano il viso, le labbra socchiuse che, con un lento movimento, assecondavano una melodia interiore, gli occhi rivolti verso una statua ricoperta da un sottile strato di piante acquatiche…quella statua la stava guardando…un braccio era rivolto verso di lei, era come se la invitasse ad entrare in quel mondo fatato e lontano…
La regina continuava a sussurrare il suo canto segreto…ed Oscar si nascose dietro ad una colonna, si sentiva estranea, sentiva quel luogo appartenere solo alla sua regina..solo ad una donna…
“Venite avanti…sapevo che mi avreste raggiunto..prima o poi”.
Il suo tono era calmo, altrettanto melodioso come il suono delle acque che, inesorabili, si frangevano contro i sassi, contro le altre statue mute e immobili…Oscar mai avrebbe creduto di sentire una simile voce uscire dalle labbra di Maria Antonietta, regina di Francia…che sia questo il vero suono della sua voce, che sia questo il suono che regala a…
“Ho detto di farvi avanti…”
Ad ordine il corpo di Oscar si mosse, camminò decisa e marziale verso la sua regina, come se si trovassero in una delle tante stanze del palazzo e, secondo etichetta, Oscar le si stava inchinando…
“Vi prego…non fatelo…” il suono era tornato quello di pochi istanti prima…
“Maestà…io”
“Ssshhh…non dite nulla…non voglio sentire quella parola…”
Gli occhi azzurri del giovane soldato erano fissi a terra, paralizzata da quella richiesta, sentiva ancora dentro di sé la sensazione di sentirsi di troppo…Oscar notò poi il vestito della regina…era sporco e leggermente bagnato… dentro provò qualcosa che stentò a definire: tenerezza, forse? Quella stessa sensazione che provava quando la nonna sgridava il nipote, che scherzando trovava rifugio dietro di lei, quella stessa sensazione che le inondava il cuore al ricordo della sua infanzia con Andrè…ma cosa sto facendo?tenerezza…Andrè..la regina…al diavolo!
La voce della regina la riportò alla realtà…se per un attimo in quei suoi occhi di cielo vi erano stare le rondini, ora erano tornati neri corvi…
“Sedetevi”
Un secondo ordine….Oscar alzò lo sguardo e incrociò gli occhi di Antonietta…erano appena illuminati da una lama di luce lunare che filtrava dalle ricche fronde degli alberi…non poté non assecondare la richiesta della regina…fu silenzio fra loro…e poi Oscar non seppe sostenere quello sguardo tranquillo…quale differenza dall’angoscia che aveva sentito in quelle risate e lacrime solo pochi minuti prima…fece un passo indietro…
“Ma dove andate?…ho detto sedetevi…- la sua mano le indicò la roccia a cui era appoggiata-..avanti…”
Oscar era allibita…sedersi vicino alla regina non era una novità..ma sedersi su quella roccia…più in alto di lei..lei era la regina!
E finalmente Oscar riuscì a parlare…
“Maestà…preferisco sedermi qui, in terra…come voi”
E la regina la guardò…e rise…cristallina e delicata
“Lo sapevo che non avreste mai acconsentito…-il suo sguardo si fece improvvisamente accusatorio- perché io sono la vostra regina…vero?!”.
Il suo volto era una maschera inespressiva, poteva sentire i tratti del suo viso farsi di quel marmo freddo che silenzioso assisteva, in quel momento, al dialogo più assurdo che avrebbero mai potuto scambiarsi lei e la regina. Una maschera era…una maschera muta e, lentamente, Oscar si mosse per sedersi accanto alla bella regina…quel silenzio fu rotto dal tintinnio della spada al fianco di Oscar (1) …il soldato si era dimenticata della sua spada e stava quasi per infilzarsi una gamba sedendosi a terra, stupita di se stessa Oscar rimase dietro a quella maschera silenziosa e, rimettendosi in piedi, con un movimento talmente conosciuto e normale per lei, sganciò la spada dalla cintura…un fruscio…la regina la guardava…
“Posso vederla? Non ho mai impugnato un spada…”
Oscar la assecondò ancora, incapace di comprendere quello che stava accadendo. Le porse la spada, sicura che la regina mai l’avrebbe sguainata…o almeno così pensava…proprio mentre sentì il gelido sibilo dell’acciaio scorrere lungo la lama affilata incontrando l’attrito del fodero…la regina godette ogni istante di quel rumore e non poté non associarlo al fruscio delle vesti di raso mentre cadono per terra…un vestito…una spada…due diverse e terrorizzanti nudità.
“Mi è sempre piaciuto lo stemma della vostra famiglia…sapete…è come voi!”
“Prego? (2)” 
“Un leone rampante…la spada…il coraggio, la fierezza…i Jarjayes per la corona…”
Oscar aveva già le labbra socchiuse per ringraziare la regina…aveva detto tutto quello che un soldato vorrebbe sentirsi dire…se mio padre potesse sentire…
Ma la regina disse, poi, tutto quello che Oscar non avrebbe mai voluto udire da quelle sue labbra, che ora le sorridevano.
“Siete un mistero per me…coraggio e fierezza, generosità, intelligenza ed eleganza si addicono di più ad una leonessa…perché…perché siete qui, voi…”
Quelle labbra sembravano, ora, come formare un ghigno maligno, la stessa meschina espressione di tutte le altre donne che la giudicavano…non sei diversa dalle altre…purtroppo.
La sua impulsività prese il sopravvento ed Oscar non riuscì a dominare il suo tagliente sarcasmo, l’unica arma che gli era concessa, in quel momento, con la regina…
“Sono qui per voimaestà…”  ma le bastò una lieve inflessione della voce…parata e affondo…
“mhm…siamo pari” e la regina le restituì la spada. 
Oscar la rinfoderò posando, per pochi secondi, lo sguardo sullo stemma della sua casata…poi vide in grembo alla regina un ventaglio dai colori brillanti…entrambe fecero la medesima silenziosa considerazione…presenti diversi, ma destini simili, medesime tristezze e nostalgie, fughe e ritorni…un sorriso amaro e occhi che si guardavano veramente per la prima volta…la regina e Oscar si compresero…
“Perdonatemi”
“Anche voi”.

 

Fine 3° parte
 

(1)   Emh…spero che Fiammetta non me ne voglia…^^;; ma pure io avevo in mente un’immagine simile…
(2) Ho sempre desiderato far dire ad Oscar “prego?”…io lo dico sempre!!!!! ^_____^

 

                                                                                                                         Mik

 
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