Ali di farfalla
2° parte
 
 
 
La giovane regina sapeva di non aver molto tempo a disposizione…presto si sarebbero accorti della sua assenza…in cuor suo si sentiva come una preda in fuga, ma Antonietta non aveva paura perché immaginava chi fosse il cacciatore che la inseguiva…dietro di me c’è Oscar…lo so.
Il lungo vestito era di intralcio ai suoi piccoli e affrettati passi, aveva caldo ma le perlacee gocce di sudore che le scorrevano lungo la nuca erano gioielli, per lei, di inestimabile valore…tutto quello che sentiva, che provava nel suo corpo, che vedeva...era un simbolo di una buffa e infantile libertà ritrovata.
Oramai i suoni della festa, dei fuochi d’artificio si facevano sempre più lontani, il boschetto si infittiva, cambiava direzione ad ogni piccolo sentiero…il cacciatore era esperto…un nuovo gioco…
Oscar aveva corso per qualche minuto lungo il sentiero principale che si inoltrava nel boschetto, poi decise di fermarsi e pensare. Quella serata si era svolta in una parte dei giardini che presto avrebbe subito dei profondi cambiamenti…la regina ha grandi progetti…
Il suo entusiasmo era inarrestabile, sempre alla ricerca di un nuovo “divetissement” che obliasse la sua tristezza. 
Non si era mai voluta spiegare veramente la decisione di stravolgere quel paesaggio, era convinta che quella parte dei giardini fossero graditi alla regina. 
Poi Oscar ricordò di un pomeriggio mentre accompagnava la regina in una passeggiata lungo quello stesso viale, le propose di proseguire ancora per qualche minuto, lasciando indietro le dame di compagnia, vide in quegli occhi l’entusiasmo di una bambina…e pensare che abbiamo la stessa età…

“Dove mi portate madamigella Oscar?”
“Non lontano”
“Ahhh madamigella siete sempre di così poche parole con me…”
“Scusate maestà…”
La regina rise e Oscar cercò di dissimulare un accenno di sorriso.
“E quello…che cosa sarebbe???” la regina provava ad imitare la voce bassa e cruda del giovane ufficiale…
“…” e Oscar sorrise, regalò un sorriso alla sua regina.

Ricordò che la condusse fino al limitare del boschetto, dove un piccolo ruscello con una serie di ponticelli permetteva di accedere ad una nuova attrazione di quegli splendidi giardini…un labirinto di alte e fiorite siepi, un labirinto il cui centro spariva in fondo ad una collina…Oscar si voltò e vide il viso della bella regina farsi triste e buio, non capiva…non sapeva ancora…
Quel ricordo tranquillizzò Oscar, ora sapeva dove era diretta la sua regina, ma da un lato la inquietava profondamente visto che ricordò anche il motivo della tristezza della regina ed il perché, tornando al palazzo, quel giorno, fece subito in modo di far preparare dei progetti per quell’area…voleva distruggere un ricordo…che non si concretizzò…
Si alzò il vento…ed entrambe guardarono il cielo…entrambe si affrettarono…
La regina era arrivata al limite del boschetto…vide, come quel giorno, il ruscello, i ponticelli lungo tutto il limitare del bosco…e quelle siepi altissime e, ora tristemente mal curate, che ora nel buio illuminato dalla luna sembravano giganti addormentati…
Antonietta non aveva paura: il segreto di quel labirinto gli era già stato svelato solo poche ore prima che Oscar, quel giorno, la portasse fortuitamente lì…
“ad ogni colonna sulla destra…andate dritto, ad ogni colonna sulla sinistra invece girate a destra, ad ogni bivio con fontanella………” ricordava ancora tutto di quel biglietto “io sarò lì ad aspettarvi” ma il giovane svedese quella notte non arrivò mai.
Ferma su quel piccolo ponte la regina ricordò il dolore di quella delusione infinita…e ricordò la figura del suo amante che proprio in quell’istante uscì da dietro l’ingresso del labirinto…era lì per scusarsi…era lì per chiedere in silenzio il suo perdono…Fersen le aveva seguite in quello strano gioco del destino che in pochi sguardi rivelò a tutti e tre quanto crudele possa essere una coincidenza, quanto crudele sia l’amore…

“Oh maestà…madamigella Oscar…voi qui??”
“Conte di Fersen la stessa domanda potrei rivolgerla a voi”
“…Maestà…io…”

Anche Oscar, pochi minuti dopo, arrivò su quello stesso ponticello…poteva ancora sentire il profumo di cipria e viole nell’aria…sapeva che la regina …
Improvvisamente sentì nel silenzio come un lamento
..no…neanche …ma è lei che ride!
Antonietta correva fra quelle siepi ridendo e piangendo…
…sto arrivando…meno male Andrè che ci sei tu che leggi libri e libri su questa reggia…altrimenti mi sarei persa al primo bivio…
sorrise e si addentrò nel labirinto.
L’ampia gonna del vestito strisciava lungo le pareti di edera e rose, frusciava come in canto lontano e malinconico, mentre una sottile e fredda nebbiolina risaliva dalla terra umida…non le importava di nulla…era felice di sporcarsi, di correre, di volare fra felicità e tristezza, fra risa e lacrime…i suoi capelli scomposti…decise di scioglierli…come da bambina…
...Vienna…l’incoscienza…la testa le girava per il troppo vino, per i troppi ricordi, per il troppo amore inconfessato, per la troppa vita che le bruciava dentro ed era costretta a reprimere, per la troppa solitudine…
Euforia e dolore…libera…mi sento libera in un labirinto!!!…e rise e pianse ancora…poi improvvisamente lo scrosciare d’acqua la ammutolì…forse era vicina al centro del labirinto..forse era arrivata…
Le si stringeva il cuore sentendo quelle risa soffocate e stridule allo stesso tempo…era la sua bella regina che piangeva…era colei che avrebbe dovuto proteggere…era colei che avrebbe servito anche a costo della vita…una vita nata per quel compito…educata…stravolta…
Oscar cercò di bloccare sul nascere quel pensiero…ma non vi riuscì…la sua vita stravolta, mai forse realmente cominciata…un padre che, per una pura egoistica ambizione, aveva violentato il destino di una donna, per renderla uomo…una farfalla privata delle ali…come la regina…forse era questo il motivo per cui fin dall’inizio si era sentita vicina a quella giovane ragazza…e questo sentire era cresciuto negli anni…le sarebbe sempre stata accanto…Oscar e la sua vita erano destinate al regno di Francia…purtroppo questa sicurezza era solo motivo di tristezza, di malinconia per una vita intrappolata…in un labirinto…
Antonietta si fece guidare dal gorgoglio delle acque, mentre cercava di immaginare lo spettacolo di natura e arte che fra pochi passi le avrebbe riempito il cuore…
”immaginate di fare un salto nel passato, al tempo di eroi e dei…immaginate…noi saremo lì e parteciperemo della magia di acque cristalline, di fiori profumati e di muti e silenziosi complici di marmo…”
La regina si stupì di non sentire più delusione e dolore per quel mancato e segreto incontro…non fu colpa del suo amante…fu colpa sua…ella era la regina…e fu per un suo ordine, in quella mattinata, lontana, che neanche più ricordava, che il conte fu trattenuto da un ministro…ironia e crudeltà…questa corona mi ha tolto tutto e mi ha dato tutto…
Vide poi un arco di rose…sentì chiara una cascata…fu accolta nella dimora di un dio…Antonietta entrò…la fuga era finita…
 

Fine 2° parte 
 

                                                                                                                         Mik

 
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