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La conquista e l'occupazione romana

Nel 225 a.C. Roma annette la valle del Po. Da questa data è un susseguirsi di spedizioni e battaglie che culminano nel 52, quando il giovane capo Arverne Vercingetorige solleva le tribù del nord dell'Occitania. Vittorioso a Gergovie, sarà battuto ad Alesia da Cesare. Cinque anni dopo, anche Marselha perde l'indipendenza. L'occupazione romana durerà circa cinque secoli.

La Pax Romana aumenta il cosidetto grado di civiltà, ma il sistema coloniale romano non è dolce. I Druidi sono braccati senza pietà, la loro religione e cultura scompaiono. Roma impone la sua lingua e le sue leggi, per esempio Domiziano ordina l'estirpamento di metà delle coltivazioni della vite in tutte le provincie occitane.

Nel III sec. Diocleziano decentralizza l'impero, e le terre occitane divise in Narbonesa e Aquitania ritrovano la loro unità.

Le origini del cristianesimo

L'insediamento della nuova religione acquista un certo sviluppo nel III sec. e man mano l'Occitania è rapidamente cristiana senza fanatismo. La Chiesa s'organizza e le città divengono vescovadi raggruppati in una delle due diocesi presenti in Gallia: la diocesi delle Cinque Provincie o Viennoise.

In seguito alla decadenza di Roma essa ne acquisisce l'eredità politico-amministrativa. Vengono fondati dei monasteri nel V sec., tra cui: Lérins e San Victor de Marselha. Pur riconoscendo un ruolo civilizzatore alla Chiesa nell'Alto medio evo, non si può dimenticare la proterva ferocia con cui volle conservare le proprie prerogative e che la spinse a rifiutare ogni forma di credenza. Questa intolleranza degenerò in persecuzione e segnò dolorosamente la storia del popolo occitano.