CASTELLI di ROMAGNA

1. I DUE CASTELLI DI BRISIGHELLA.

La fondazione di Brisighella (Brassichella) risale all' anno 1178 ed è attribuita ai conti Belmonti delle Caminate. La prima torre fortificata fu costruita nel 1391 ed è l’attuale Torre dell’orologio. Una seconda torre fu costruita dai Manfredi, signori di Faenza, nel 1308; nel 1457 fu un altro Manfredi, Astorgio II, che fece costruire la rocca e cingere di mura la città. Nel 1504 la Repubblica di Venezia, che per breve tempo si era impadronita di varie località della Romagna, fece rinforzare ed ampliare la rocca di Brisighella, che da quel momento fu detta anche Rocca veneziana; tra questi lavori rientrava la costruzione del grande torrione circolare. La rocca di Brisighella ha pianta a forma di trapezio; sul lato più breve si apre l’ingresso, fiancheggiato da due torrioni circolari. Quello più elevato, munito di beccatelli e grandi merlature quadrate, ricoperte da una tettoia, offre una magnifica vista a 360 gradi su tutto il panorama circostante; quello più basso, pure circolare, ha feritoie e finestrelle ed è pure ricoperto da una tettoia. Le mura che circondano il cortile interno sono merlate e dotate in parte di camminamenti di ronda. Pochissime tracce restano invece della cinta muraria che cingeva la città.

2. IL CASTELLO DI FORLIMPOPOLI.

Forlimpopoli è antica città romana (Forum Popilii), poi nell’alto medioevo possesso della chiesa ravennate fino al 1117; in seguito ebbe alterne vicende e fu contesa a lungo tra gli Ordelaffi, signori di Forlì, e lo Stato Pontificio. L’antico castello fu distrutto nel 1360 dal card. Albornoz che riconquistò per breve tempo il possesso della città allo Stato Pontificio. Nel 1380 Forlimpopoli tornò a Sinibaldo degli Ordelaffi il quale fece ricostruire la rocca. Questa era inserita nel complesso delle mura che circondavano la città e che erano dotate di tre ingressi: Porta Romana a sud-est, di fianco al castello; Porta San Savino o Forlivese e Porta Rossana. La rocca, restaurata dopo i danni riportati nella seconda guerra mondiale, è a pianta grosso modo romboidale, con quattro torrioni circolari agli angoli ed un mastio rettangolare che sovrasta l’ingresso; questo ha una porta carraia più grande ed un passaggio pedonale più piccolo, con ponte levatoio. Le merlature del mastio sono state ricoperte da una tettoia; si conservano i camminamenti di ronda e le feritoie. Non esiste più invece il fossato che circondava la rocca, che fu interrato in parte nel Settecento e in altra parte nel 1869; ben poca cosa resta delle mura che circondavano la città, ma si possono osservare i ruderi di due torrioni circolari.

3. IL CASTELLO DI LONGIANO

Il castello di Longiano appartenne dapprima alla chiesa riminese, poi al monastero di S.Apollinare in Classe di Ravenna, poi al Comune di Rimini. Nel 1332 fu conquistato da Galeotto Malatesta, signore di Rimini e Cesena, che provvide ad ingrandire la rocca e a far costruire una nuova cinta di mura. Il castello restò a lungo proprietà dei Malatesta. Nel 1509 passò allo Stato pontificio che lo concesse al conte Guido Rangoni. Il castello è posto sulla sommità del colle ed è circondato da una doppia cerchia di mura disposte concentricamente. Nella cerchia inferiore e più ampia si trovano due porte: la Porta del Ponte o di Santa Maria e la Porta Tagliata. La cerchia più interna di mura è solo in parte conservata ed è dotata di una terza porta detta Porta del Girone. La rocca vera e propria è stata in parte rimaneggiata nell’Ottocento ed è formata da un palazzo fortificato e da una torre.

4. IL CASTELLO DI GATTEO

Un “Fundus Catei” (fondo di Gatteo) è citato per la prima volta nel 1140 in una pergamena del monastero di S. Pietro (poi S. Giuliano) di Rimini, tra i poderi posti nel territorio della Pieve di san Giovanni in Compito. E’ indicato per la prima volta come “Castrum Gattei” nella “Descriptio Romandiolae” del card. Anglic nel 1371; in questo documento si aggiunge che vi sono 70 focolari (famiglie), pari a circa 350 persone. Molto probabilmente il castello fu quindi costruito nel Trecento, sotto la dominazione dei Malatesta che detenevano questo territorio. Il castello di Gatteo ha pianta grosso modo rettangolare con torrioni poligonali ai quattro angoli. La porta principale, che si apre al centro di uno dei lati più lunghi, è sormontata da un torrione (in gran parte conservato) ed era dotata di ponte levatoio. Il castello era circondato da mura e da un fossato, di cui si conservano resti parziali. Nel 1452 il papa Nicolò V concesse il castello di Gatteo ai conti Guidi di Bagno, che furono signori della località fino alla metà del ‘600 ed anche nei secoli successivi continuarono ad avervi consistenti proprietà terriere. Gatteo ha la particolarità di essere uno dei pochi di castelli posti in pianura che si è parzialmente conservato; purtroppo praticamente nulla resta però degli edifici che un tempo esistevano all’interno, quali il palazzo dei conti Guidi e l’antica chiesa di S. Lorenzo col suo campanile.

5. IL CASTELLO DI MONTIANO.

Dal possesso della chiesa di Ravenna nel 1300 Montiano passò alla Signoria dei Malatesta; nei secoli XIV e XV fu variamente conteso tra i Malatesta, gli Ordelaffi di Forlì e lo Stato Pontificio. La rocca che attualmente si conserva fu costruita nella seconda metà del Cinquecento da Giacomo Malatesta, cui il pontefice Pio V aveva concesso questo castello. Si conservano le possenti muraglie con torrioni circolari, il portale d’ingresso mentre il mastio è stato riadattato . Montiano conserva anche parte delle mura malatestiane con una porta d’accesso.

6. LA ROCCA MALATESTIANA DI CESENA.

Sul colle Garampo che sovrasta Cesena, nel 1241 l’imperatore Federico II di Svevia fece erigere una rocca, sul luogo dove già probabilmente già esisteva una precedente fortificazione.Demolita pochi anni dopo, in seguito alla vittoria dei guelfi romagnoli, la rocca di Cesena fu ricostruita nel 1326 ad opera del governo pontificio. Galeotto Malatesta nel 1378 diventò signore della città inaugurando il periodo del dominio malatestiano. Egli nel 1380 fece costruire una nuova rocca, situata sullo stesso colle ma posta un poco più a nord, e più grande della precedente; i suoi successori Carlo, Pandolfo III e Malatesta Novello la completarono con ulteriori aggiunte. Attualmente, della vecchia rocca restano due bastioni e un tratto di mura. La Rocca Nuova o Malatestiana ha pianta a poligono irregolare con torrioni di varie forme, alcuni circolari, altri poligonali, agli angoli. All’interno, vi è un doppio cortile con due massicci edifici; il più elevato è il mastio quadrangolare, dotato di merlature e feritoie e quasi privo di finestre; l’altro, più ampio e basso, ha finestre con inferriate. Nel 1970 sotto la direzione della Soprintendenza ai beni culturali furono iniziati i lavori di restauro della Rocca Malatestiana;oggi vi si tengono soprattutto concerti e spettacoli durante la stagione estiva.

7. IL CASTELLO DI SANTARCANGELO

Il paese di Santarcangelo di Romagna, situato a soli 11 Km. da Rimini, fu possesso dei Malatesta fin dal 1247. Appare ancor oggi quasi completamente circondato dalle mura malatestiane; delle tre porte originarie ne restano in piedi due, la porta Cervese e quella detta del “Campanone vecchio”.Quest’ultima costituiva il più antico ingresso alla primitiva cerchia di mura; ha arco a tutto sesto ed è molto stretta; è sormontata da una torre quadrangolare che fino al 1893 ospitava la campana comunale. Attraverso ripide strade nel borgo vecchio che ha conservato l’aspetto medievale, si giunge alla rocca, costruzione a pianta quadrangolare con agli angoli tre torrioni poligonali ed un mastio tozzo. Questa forma è quella raggiunta dopo successivi rimaneggiamenti soprattutto ad opera di Sigismondo Pandolfo Malatesta il quale nel 1447 fece abbattere parzialmente la grande torre edificata precedentemente da Carlo Malatesta per rafforzare con il materiale recuperato le strutture difensive e per trasformare la torre stessa in mastio. Quest’ultimo ha base quadrata e si erge su quattro piani, compreso quello interrato. Merlature, beccatelli e camminamenti di ronda sono stati rimossi nei successivi rimaneggiamenti ; infatti a partire dal 1700 la rocca fu adattata a residenza signorile prima dai conti Rasponi e poi dai conti Spalletti. La porta d’ingresso si apre sulla muraglia che congiunge il mastio con il torrione di nord-ovest; accanto ad essa si trova la lapide che ricorda l’ampliamento di Sigismondo Malatesta con la data del 1447.

8. IL CASTELLO DI VERUCCHIO

Insieme a Pennabilli, Verucchio è considerata la culla della potente famiglia dei Malatesta; e Malatesta da Verucchio è l’altro appellativo con cui viene chiamato il Mastin Vecchio. Il castello di Verucchio, già possesso della chiesa di Rimini, nel 1150 divenne possesso dei Malatesta di Pennabilli. Sembra sia stato lo stesso Mastin Vecchio a far costruire le due rocche, dette rispettivamente del Passerello e del Sasso. Successivamente Carlo Malatesta nel 1395 e Sigismondo Malatesta nel 1495 provvidero ad ingrandire e fortificare le costruzioni preesistenti. In particolare quest’ultimo fece erigere una cinta di mura che comprendeva sia le due rocche che gran parte dell’abitato, ed era dotata di tre porte d’ingresso. Delle due rocche si è ben conservata solo quella del Sasso; quella del Passerello fu trasformata ai primi del ‘600 in un monastero di suore; tuttavia restano le mura esterne specie sul lato a sud .

(testo di Giuseppe Mosconi- riproduzione vietata)