LA
CORDA DI GIZA 2002 |
Punti di fuga a Giza |
Nell'articolo La geometria di Giza si è visto quale incredibile
struttura di relazioni matematiche si nasconda dietro la disposizione - in apparenza
semplice e casuale - delle piramidi di Khufu, Khafre e Menkaure; in questo articolo
vedremo quali ulteriori, straordinarie sorprese ci riservi il progetto di Giza. |
Fig. 1 - La convergenza dei cerchi maggiori nei due punti di fuga |
La corda di Giza |
John Legon non aveva preso in considerazione il segmento che congiunge i due punti di fuga: tale segmento è quel che si definisce, in geometria, una "corda", poiché i suoi estremi appartengono ad un cerchio; anzi, appartengono simultaneamente a tutti e tre i cerchi maggiori, e in particolare questo segmento è una corda del cerchio passante per i centri delle basi delle piramidi (quello che nell'articolo La geometria di Giza ho chiamato "cerchio di Giza").Forniamo alcuni dati: la corda forma un angolo di 44,951° rispetto all'orientamento nord/sud e misura in lunghezza 2000,64 m; l'arco staccato dalla corda misura in lunghezza 2066,24 m; l'angolo sotteso è di 50,255°; il diametro del cerchio misura in lunghezza 4711,43 m (vedi ancora fig. 1). La prima cosa che balza all'occhio è l'inclinazione della corda, che differisce di un'inezia dal valore esatto di 45° (l'errore è di circa 3' d'arco). Se si considera che la corda avrebbe teoricamente potuto formare, rispetto alla direttrice nord/sud, un qualsiasi angolo compreso fra 0° e 45°, questo fatto è a dir poco sorprendente, soprattutto alla luce delle scoperte esposte nell'articolo Il Primo Tempo di Sirio (scoperte che assegnano un ruolo determinante all'asse diagonale passante per la Grande Piramide, e questo asse è parallelo alla corda di Giza). Ma un'altra sorpresa ci viene riservata dall'esame dell'angolo sotteso. Il rapporto di tale angolo con il suo complementare (che misura 39,745°) equivale a 1,26368: molto vicino alla radice quadrata di FI (l'errore è -0,66%) - e sappiamo che questo rapporto si trova espresso anche nella Grande Piramide (precisamente nel rapporto fra l'altezza e mezzo lato di base) -; molto vicino, inoltre, al valore dell'espressione 4/PI (l'errore è -0,76%). Dunque, vediamo che la nostra costruzione geometrica rimanda ancora una volta ai numeri "sacri" FI e PI, legati questa volta dalla relazione: (1) radq(FI) ~ 4/PI ~ 1,2726±0,0006 come suggerito dal rapporto fra l'angolo
sotteso dalla corda ed il suo complementare. (2) 5*PI ~ 6*(FI+1) ~ 15,7081±0,0001 relazione alla quale rimanda la misura di quello che ho definito "angolo di Giza". In qualche modo queste due relazioni - fortemente volute e rappresentate implicitamente nella planimetria di Giza - si completano a vicenda e mostrano ancora una volta quale fosse l'importanza quasi sacrale attribuita a numeri e rapporti peculiari: importanza non solo quali segnali, ma probabilmente anche quali espressioni dei rapporti fra le cose e dunque dell'intima essenza delle cose stesse (concetti che sono alla base della dottrina del filosofo greco Pitagora, il quale probabilmente riprendeva concetti già vecchi di millenni ai suoi tempi). |
Conoscenze astronomiche |
Se le cose
stanno così, vale senz'altro la pena di analizzare attentamente tutti i rapporti che
intercorrono fra le diverse grandezze caratteristiche della configurazione geometrica
sopra descritta. Tanto per cominciare, è immediato prendere in esame il rapporto fra il raggio del cerchio e la corda; tale rapporto vale per l'esattezza 1,17748, un numero che a prima vista non sembra dire nulla, senonché... Nell'articolo Il segreto dell'unità abbiamo visto come molti elementi portino a supporre che il palmo egizio fosse stato opportunamente definito come sottomultiplo di due grandezze astronomiche: la distanza media Terra-Sole e il diametro medio della Terra. Si dà il caso che il rapporto fra tali grandezze valga 1,17467*104, valore che, trascurando il fattore 104, differisce di -0,24% dal rapporto fra raggio e corda di Giza. Un caso? Assai improbabile, visto che non sono semplicemente le proporzioni ad essere rispettate: infatti, la corda di Giza rappresenta 1/20.000esimo della circonferenza polare terrestre (l'errore è incredibilmente piccolo, inferiore a +0,01%!), mentre il raggio del cerchio di Giza rappresenta a sua volta 1/200.000.000esimo della lunghezza dell'orbita terrestre (l'errore è di circa +0,25%). E che non si tratti di un caso è dimostrato anche dalla circostanza - già messa in luce nell'articolo La geometria di Giza - che il diametro del cerchio di Giza misura 62.933 palmi egizi, valore che differisce di appena +0,2% da PI*20.000 palmi. In altri termini, se questo diretto riferimento al numero PI - nella dimensione del cerchio di Giza - è un chiaro segno che tale dimensione è assolutamente intenzionale, allora è molto probabile che anche i precisi rapporti sopra citati siano intenzionali. |
Conclusioni |
Con la scoperta di
quella che ho chiamato "corda di Giza" si è ottenuta una duplice conferma. |