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CONOSCI TE STESSO

Era una serata fredda d’autunno. Una brezza lieve mi accarezzava con mano gelida i neri capelli, ma camminavo felice sotto la volta stellata come in un’oasi di pace tra isolate capanne di contadini e chiome maestose che ornavano tronchi secolari di pino.

Le stelle spendevano luminose ed illuminavano la terra deserta.

Era uno spettacolo che lasciava senza fiato e toccava nel profondo del cuore.

<Hawwadam, guarda! Guarda quante stelle! > ricordo che un giorno mi disse mia Madre.

<Tra tutte quelle stelle ce n’è una speciale anche per te. Essa veglierà su di te e ti permetterà di distinguere il bene dal male. Il Giusto dall’Ingiusto. Ti indicherà di fare il bene. Ti indicherà il progetto che Dio ha in serbo per Te. Tu dovrai seguirlo, cercando di fare il bene e abbandonando la strada sbagliata>.

<Madre mia, come faccio a riconoscere il bene?> chiesi con voce triste di fanciullo.

<Dio ha messo la risposta dentro al Tuo cuore ed al cuore di ogni uomo e lo ha fatto perché Tu ascoltando il Tuo cuore riesca a trovare il sentiero della felicità>.

In quel tempo ancora non capivo, ma sentivo che quelle parole erano vere, perché il mio cuore si era messo in ascolto prima ancora della mia mente e qualcosa stava cambiando dentro di me.

Il cuore è un piccolo scrigno che custodisce un grande tesoro, ma non tutti gli uomini se ne rendono conto.

Alcuni dimenticano questa verità e buttano la via la chiave di quel forziere pensando di non averne bisogno.

Altri ancora danno più ascolto alla loro mente che al loro cuore, percorrendo i sentieri del calcolo e dell’utile egoistico che più velocemente portano al traguardo di una lunga vita priva delle gioie dell’amore, costantemente vissuta con il disagio del presente.

Sapevo, quindi, che nel firmamento del cielo era disegnato anche il mio destino, tra gli infiniti possibili.

Solo non sarebbe stato semplice trovarlo ed ancor più difficile sarebbe stato percorrerlo con fermezza e rettitudine.

Un pastore con il suo gregge di pecore era passato quella mattina per il borgo antico e dopo aver fatto provvista di viveri aveva ripreso con gioia il suo viaggio.

Era una persona semplice e buona ed a un mendicante aveva regalato un pezzo di formaggio senza esitare pur non avendo molto per sé.

I suoi occhi grandi parlavano alle pecore e alle persone e le pecore lo ascoltavano e si facevano guidare ubbidienti dal loro pastore.

I suoi occhi di pastore parlavano una lingua universale quella della felicità e della bontà.

Il gregge di pecore come un fiume di nuvole si era snodato per chilometri giù nella vallata prima di non essere più visibile dagli abitanti del borgo.

Forse un giorno avrei fatto anch’io il pastore nomade pensavo. Forse un giorno sarei stato anch’io felice.

Ogni persona ha un cammino suo particolare che se percorso con risolutezza e senza rimpianti per le esperienze non vissute porta alla vera gioia.

Non si tratta di imitare le scelte fatte da altri. Per quale ragione? Quale beneficio se ne potrebbe, infatti, trarre?

Quello che bisogna percorrere è un sentiero che Dio ha creato solo per noi. Ma non possiamo sapere quale sia se prima non ci mettiamo in ascolto del nostro cuore e ciò presuppone anche il coraggio di abbandonare la strada sbagliata, di pentirsi per le azioni malvage commesse.

Umiltà, mettere da parte l’egoismo, ascoltare il proprio cuore e non i propri istinti.

Impara ad ascoltare il tuo cuore. Riparti da te stesso, cercando di migliorarti e tuo sarà il mondo con tutto ciò che lo contiene.

Cercavo di ripetere dentro di me queste sagge parole per infondermi coraggio.

E ne avevo bisogno più di chiunque altro.

La mia anima per molto tempo aveva meditato e commesso molte azioni malvage.

Anonimo

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