FILOSOFI STORICI
Dal libro Sintesi Filosofia di Michele Vercellese e Claudia Bianchi -edit. Antonio Vallardi- ,
è stato tratto ciò che riguarda, in varia misura, la politica odierna e futura.
Illuminismo
Montesquieu , Voltaire , Giambattista Vico.
Rousseau 1712 - 1778
Propone di eliminare la disparità e la mancanza di libertà, che regnano incontrastate nel mondo umano, attraverso
un nuovo <contratto sociale>, che sostituisca alla volontà del più forte la volontà generale, ovvero quella che
si muove in direzione del benessere di tutti e non solo dei pochi. Tale volontà viene espressa dall'assemblea dei cittadini
attraverso un modello di democrazia diretta che non prevede la possibilità di elezione di rappresentanti del corpo sociale.
Va notato che, se con queste idee Rousseau è all'origine dell'idea moderna di democrazia, la mancanza nel suo pensiero
degli elementi chiave della tradizione liberale (diritti dell'individuo e separazione dei poteri) rende ambigua la concezione
<democratica> da lui proposta. La volontà generale non coincide in realtà con la volontà dei singoli,
che la prima anzi travalica in vista di un fine superiore; paradossalmente, la vera libertà dell'uomo consisterebbe
nell'ubbidienza alla volontà generale. Lo stato ha così il diritto di sottomettere i cittadini alla volontà
generale, dato che questo atto di autorità coinciderebbe con <il loro bene>. Una visione di questo tipo si presta
all'obiezione <liberale> : chi stabilirà qual' è; la volontà generale, che il singolo deve comunque seguire?
Grande difensore della democrazia, Rousseau corre dunque il rischio di propugnare una versione totalitaria di essa.
Criticismo Kantiano
Kant 1724 - 1804
La ragione umana, pienamente dispiegata, può aprire la strada a un progresso conoscitivo e pratico tale da segnare una
frattura con il passato, ma solo a patto che sia rettamente compresa e utilizzata.
Il suo obiettivo polemico sono le superstizioni da un lato, e l'uso distorto e poco rigoroso della ragione -che tanta parte ha
avuto nella costruzione delle fantasie metafisiche di cui è piena la filosofia- dall'altro.
La conoscenza del mondo avrebbe potuto condurci all'individuazione di leggi universali e necessarie (Hume).
I giudizi fondamentali delle scienze matematiche e fisiche, sono proprio sintetici a priori, ed hanno la caratteristica di essere
universali e necessarie; possiamo dimostrarne la verità senza guardare all'esperienza.
Nel mondo dei fenomeni sembra non esistere spazio per la libertà, ma è possibile attribuire quest'ultima alla
realtà soprasensibile che sta al di la delle apparenze. L'uomo in quanto ente fisico e soggetto morale abita, per
così dire, in entrambi i mondi: il corpo in quello fenomenico, la volontà in quello sovrasensibile.
Agisci in modo che la massima della tua azione possa sempre valere come principio di una legislazione universale.
Attraverso le sue istituzioni sociali il genere umano realizza un faticoso cammino <dal peggio al meglio >, che potrà
condurre a una federazione dei popoli in cui ogni Stato sia tutelato. Il modello cosmopolita dell'illuminismo è qui abbracciato
senza restrizioni, nella speranza del raggiungimento di una <pace perpetua>.
Le <idee>della ragione possono avere solo un uso regolativo: esse ci spingono ad andare sempre oltre la nostra conoscenza
inevitabilmente limitata e parziale, perseguendo un ideale di completezza destinato comunque a non realizzarsi.
Agisci in modo da trattare l'umanità, sia nella tua persona che in quella di ogni altra, sempre come fine e mai come mezzo.
Idealismo
Friedrich Schelling , Schopenhauer.
Fichte 1762 - 1814
La moralità consiste nel limitare la propria libertà con il concetto della libertà dell'altro, nel realizzare
una convergenza tra volontà privata e volontà comune, nel creare un organismo morale: lo Stato.
All'interno dello Stato la missione del dotto è quella di guida ed educatore dell'umanità alla perfezione morale: la
conoscenza è in stretto rapporto con la vita etica, e il suo scopo è sapere qual'è il dovere morale di ciascuno.
Lo stato ha il controllo completo sulla proprietà e sulla sua equa distribuzione, così come sull'economia e sul
commercio con l'estero.
Scopo dello stato è rendere il paese completamente autosufficiente dal punto di vista economico, distogliendo i cittadini
dai beni non prodotti al suo interno, e raggiungendo i suoi confini naturali (a tal fine Fichte concepisce quale mezzo legittimo
anche la guerra).
Hegel 1770 - 1831
Solo lo Stato realizza pienamente la libertà degli individui e li indirizza verso un destino universale. Hegel si oppone all'individualismo
e al liberalismo (lo stato <gestore>), ma anche alle posizioni più reazionarie (lo Stato <gendarme>).
Gli eroi cosmico-storici (Alessandro, Cesare, Napoleone) si innalzano al di sopra del resto dell'umanità: le loro azioni eroiche
hanno il potere di cambiare il mondo, ma sempre in accordo con la necessità e la razionalità che reggono la storia.
Bentham 1748 - 1832
La coesione della società trova la sua ragione nel vantaggio che da essa deriva per tutti, ovvero nell'utile comune, definito
come la massima felicità possibile per il maggior numero possibile di persone. L'utile è infatti il solo principio evidente
e il solo fondamento del diritto e della morale: piacere e dolore sono i soli moventi dell'azione, e l'uomo giudica bene ciò che
produce piacere e male ciò che produce dolore. Bentham ha l'ambizione di fare dell'etica una scienza esatta -l'algebra
morale-, che possa calcolare esattamente le conseguenze piacevoli o dolorose di ogni azione umana, allo scopo di
massimizzare il piacere e di minimizzare il dolore.
Il ruolo dell'intellettuale consiste nell'orientare la società verso un futuro di progresso (un'idea di progresso lineare che
verrà ripresa dal positivismo): la sua riflessione etica è dunque fondamento di quella giuridica e politica. Il principio
dell'utilità fornisce infatti una teoria universale dei bisogni dell'uomo e della sua natura, che la legge deve solo adattare alle
circostanze, ai tempi e ai luoghi: l'altruismo sociale che detta il diritto ha dunque una solida base non in vaghi principi spirituali,
ma nell'egoismo calcolato nei singoli. Allo stesso modo, in politica, l'utilità rappresenta il punto di equilibrio fra la libertà
dell'individuo e l'intervento dello Stato, che viene comunque ridotto al minimo, secondo la tradizione della dottrina economica
liberista inglese.
Malthus 1766 - 1834
Affronta il problema dell'incremento geometrico (1, 2, 4, 8...) della popolazione di contro a quello aritmetico (1, 2, 3, 4...)
delle risorse: tale disparità conduce gli esseri a una crudele lotta per l'esistenza, che ha come conseguenza la fame, la
miseria, le guerre, e quindi l'estinzione di una parte della popolazione.
Questa analisi spinge Malthus a pronunciarsi per l'abolizione della legge sui poveri: ogni provvedimento dello Stato
non fa altro che favorire l'aumento della popolazione e con esso la miseria. La sola soluzione realista consiste
nell'educare il povero ad astenersi dalla procreazione, poichè la società non gli riconosce, di fatto, il diritto alla
sopravvivenza: <Alla gran mensa della natura non c'è alcun piatto che lo attenda; la natura gli comanda di
andarsene ed egli non tarderà a eseguire il suo ordine> (dal saggio sul principio della popolazione).
Saint-Simon 1760 - 1825
Il governo deve essere affidato a scienziati, industriali e banchieri, guide naturali dei lavoratori, mentre nobili e militari
ne verranno esclusi in quanto classi improduttive e inutili. Saint-Simon difende l'idea di una società fondata sul lavoro
industriale, la cui economia viene pianificata dallo Stato per il benessere di tutti.
Fourier 1772 - 1837
Rivaluta le passioni dell'uomo, tradizionalmente represse dalla morale: esse sono, al contrario, il fondamento di una
società armonica, in quanto stimolo alle attività produttive. Nella civiltà immaginata dal filosofo, il lavoro è libero e
liberamente scelto, secondo la passione naturale di ognuno, e diviene un piacere.
L'organizzazione politica e sociale è decentrata in comunità autonome di 1600 persone - le falangi - che hanno
sede nei falansteri, unità urbanistiche di cui Fourier da il piano dettagliato. Le falangi svolgono attività
legate al territorio che le circonda - agricole e in misura minore industriali - ma anche attività intellettuali e soprattutto
ludiche (balli e banchetti).
L'utopia comunitaria di Armonia non rende tuttavia Fourier un difensore del socialismo egualitario: egli si esprime anzi a
favore della proprietà privata e della diseguaglianza dei redditi, che restano proporzionati al lavoro e al talento.
Positivismo
Comte 1798 - 1857
La politica scientifica e positiva, che deve sostituirsi alla politica filosofica, è basata non su ipotesi metafisiche o
filosofiche, ma sul metodo scientifico e sullo studio dell'evoluzione della società.
Osservando la storia dell'umanità e la vita degli individui, Comte deduce che l'umanità -nel suo sviluppo
intellettuale collettivo- attraversa tre stadi: come l'uomo, la civiltà ha una fanciullezza, in cui dominano immaginazione
e fantasia, un'adolescenza, ribelle e distruttiva, e una maturità, che ridimensiona gli slanci tipici dei due stadi precedenti,
ne limita le aspirazioni e anela sopra ogni altra cosa all'ordine e alla stabilità.
Il primo stadio è quello teologico o fittizio: l'uomo, alla ricerca della causa <ultima> dei fenomeni, immagina (con
la fantasia) forze magiche, esseri soprannaturali, dei. A questa fase corrisponde una società fondata sul lavoro degli
schiavi e sulla guerra, e un governo di tipo teocratico e militare.
Il secondo stadio è quello metafisico o astratto, che si configura come un periodo di transizione. Con il ragionamento,
l'uomo elimina le divinità del mito e della religione, e le sostituisce con le entità astratte della filosofia. Anche
la società attraversa un momento critico: individualismo ed egoismo portano a disordini e contrasti. L'ordine a come
sola tutela un patto astratto fra le forze sociali, di cui si fanno garanti i giuristi.
Il terzo stadio, scientifico o positivo, ha come padri ideali F. Bacone, Cartesio e Gallileo. L'uomo fonda la propria indagine
sull'osservazione dei fatti, e non ricerca più il <perchè> delle cose, ma il <come>: non l'origine
e la natura e il destino del mondo, ma le leggi che lo governano.
Bisogna <vedere per prevedere>, avendo come fine ultimo l'azione e il raggiungimento del benessere collettivo.
Secondo la loro complessità e il grado di evoluzione anche le scienze attraversano i tre stadi di sviluppo. Solo le scienze
astratte, che si occupano degli oggetti più semplici (i <corpi bruti>), hanno raggiunto lo stadio positivo (astronomia,
fisica, chimica). Quelle più complesse (biologia e sociologia), che si occupano dei <corpi organizzati>, mostrano
di non aver ancora abbandonato gli stadi precedenti, poichè ricorrono a spiegazioni dei fenomeni fondate su
ipotesi astratte.
Comte esclude dalla sua classificazione la logica e la matematica -perchè più che essere vere scienze, esse
servono da base e introduzione a ogni scienza - e la psicologia che non è una vera scienza, in quanto l'uomo vi risulta
essere insieme osservatore e fenomeno osservato, coincidenza che esclude ogni oggettività.
La filosofia positiva ha il compito di unificare i risultati delle varie scienze per farli confluire nella più complessa fra le
scienze, quella che si occupa della società: la fisica sociale o sociologia. Ciò al fine di eliminare gli elementi di
crisi politica e morale e di creare le condizioni per una società pacificata, ordinata e produttiva. La fisica sociale, come
la fisica, si divide in statica e dinamica. La statica è lo studio dell'ordine sociale (idee, costumi, istituzioni, strutture
economiche) e in particolare delle relazioni fra i fenomeni sociali e le condizioni ambientali e fisiche. L'ordine si fonda sul
legame armonico fra società e ambiente (il <consenso> delle parti nel tutto); quando l'equilibrio viene a mancare,
la società entra in una fase critica. La dinamica è lo studio del progresso e dell'evoluzione della società
secondo la legge dei tre stadi.
Comte afferma di aver portato a maturità la sociologia, e che grazie a essa la società potrà avviarsi
verso un progresso ordinato: una società perfetta, senza contrasti politici o economici, fondata su una rigorosa divisione
dei compiti, secondo le capacità degli individui e guidata saldamente da un' élite di scienziati e tecnici; una
comunità che garantisca a tutti lavoro e benessere e che tenda al perfezionamento spirituale collettivo, praticando la
solidarietà sociale -il <vivere per gli altri>- secondo i precetti dell'etica positivistica dell'altruismo.
Mill 1806 - 1873
Tutta la conoscenza è di origine empirica: l'osservazione fornisce i dati originari e gli elementi primitivi della conoscenza,
che l'uomo combina per costruire i propri ragionamenti. La logica tradizionale indica due metodi di ragionamento: il metodo
induttivo, che va dal particolare al generale, consente di passare dall'osservazione dei casi singoli alla formulazione di una legge
generale; il metodo deduttivo, che va dal generale al particolare, permette di applicare una legge generale a un caso particolare.
Per Mill entrambi i metodi sono in realtà fondati su un terzo tipo di ragionamento, che va dal particolare al particolare.
Le proposizioni generali, infatti, sono formule rapide per sintetizzare quello che molte osservazioni ci hanno fatto conoscere:
esse esprimono dunque la somma dei casi particolari osservati. Le premesse del sillogismo, esempio classico di ragionamento
deduttivo, sono pertanto formate in realtà per induzione, così come le verità della logica e della
matematica sono generalizzazioni basate sulla nostra esperienza dello spazio e delle relazioni fra gli oggetti.
L'uniformità e la regolarità del corso della natura sono il presupposto dell'induzione e quindi della conoscenza
empirica: in ogni istante lo stato dell'universo è conseguenza dello stato precedente; basterebbe quindi conoscerlo in
tutti i dettagli per poter predirne la storia susseguente.
Mill segue Comte nel progetto di modellare le scienze dell'uomo sulle scienze fisiche, e di estendere a esse il metodo scientifico;
ma polemizza con il fondatore del positivismo per il suo assolutismo in campo etico e sociale. Mill difende appassionatamente
i diritti dell'individuo, la democrazia rappresentativa e i diritti delle donne, e si scaglia contro il pregiudizio e il conformismo sociale:
essi costituiscono infatti un'altra forma di tirannide, subdola e dannosa, poichè ogni differenza in seno alla società
rappresenta una ricchezza per tutti.
Le dottrine economiche coprono due sfere: la produzione, che dipende da fattori oggettivi e segue leggi simili a quelle naturali,
e la distribuzione, che dipende dalla volontà dell'uomo e può essere modificata dal diritto e dal costume.
Mill sostiene un progetto di riforme che portino a una migliore distribuzione delle ricchezze e a una maggiore giustizia sociale;
osteggia invece le idee rivoluzionarie e il socialismo, che condurrebbero alla rinuncia -in nome dell'uguaglianza- di una delle
più nobili caratteristiche dell'uomo, la libertà.
Mill corregge la concezione quantitativa del massimo benessere, sostenuta dagli utilitaristi: egli propone il criterio della
migliore utilità, che tiene invece conto soprattutto della diversa qualità dei piaceri. Nel pensiero di Mill
l'utilitarismo di Bentham si apre all'altruismo di Comte e segna l'ingresso del sentimento in un sistema ritenuto
eccessivamente rigido. La riformulazione del criterio empirista implica infatti la possibilità che la vista del benessere
degli altri ci procuri piacere, e permette una conciliazione di felicità individuale e felicità generale: la solidarietà, il
sentimento sociale e lo spirito di sacrificio trovano così una giustificazione razionale.
Marx 1818 - 1883
Nel processo di produzione economico capitalistico, la divisione del lavoro causa la perdita di contatto del lavoratore con il
prodotto del proprio lavoro: il lavoro diviene perciò un oggetto esteriore, altro da sé (alienazione:<divenire altro>).
Il capitalista ritorce contro l'operaio la ricchezza prodotta da quest'ultimo, instaurando un rapporto di sfruttamento e riducendo a
cosa l'operaio stesso. L'emancipazione del lavoratore deve passare dunque attraverso la riappropriazione del proprio lavoro.
La proprietà privata è la causa dei mali della società borghese: Marx non vuole tuttavia estendere la
proprietà a tutti, come volevano i socialisti utopistici, ma sopprimere la proprietà privata dei mezzi di produzione .
La religione è l'oppio dei popoli, una consolazione e un anestetico che distoglie l'uomo dall'ingiustizia e dalla lotta
economica, per dargli solo una felicità illusoria. Bisogna dunque abbandonare le illusioni, per poter abbandonare
una condizione che ha bisogno di illusioni .
Marx rifiuta tuttavia il rozzo comunismo che nega la personalità dell'uomo: per lui il comunismo è la forma
più compiuta di umanesimo .
È l'uomo che fa lo stato e non viceversa: l'uomo, e non l'idea, è il soggetto reale della dialettica .
Una critica solo teorica è insufficiente: le catene degli uomini non sono le loro rappresentazioni e concetti, ma le loro
condizioni materiali, i concreti rapporti di produzione. Bisogna invertire il legame fra la produzione delle idee (la
sovrastruttura: diritto, religione, metafisica, istituzioni politiche e sociali) e la produzione economica (la struttura):
sono le condizioni di vita che determinano la personalità e la coscienza , che è dunque un prodotto storico .
Secondo Marx, ogni merce ha un valore d'uso, dato dalla sua capacità di soddisfare un bisogno, e un valore di scambio,
che è quella proporzione fra i valori d'uso di due oggetti tale da rendere possibile il loro scambio. Su tale base è
possibile effettuare un'equazione valore-lavoro: il valore di scambio di un oggetto è uguale alla quantità di
lavoro sociale che occorre a produrlo. La forza-lavoro, che il capitalista acquista dall'operaio in cambio di un salario, è
dunque una merce. Si tratta però di una merce particolare, perchè produce valore (forza-lavoro solidificata
nell'oggetto prodotto): è questo il plusvalore - differenza tra il valore prodotto dal lavoratore e il valore del suo salario -
che non viene pagato all'operaio e che va al capitalista, in un processo di accumulazione del capitale. Marx sottolinea la
contraddizione oggettiva presente in tale processo di produzione: il capitalismo dipende dal lavoro salariato, che porta alla
concentrazione del proletariato; l'unione dei proletari di tutto il mondo condurrà alla lotta contro il capitalismo, fino alla
sua soppressione finale.
Solo la praxis umana, l'azione rivoluzionaria delle masse, può modificare il modo di pensare degli uomini e liberare il mondo;
non la critica ma la rivoluzione è la forza motrice della storia. Come conseguenza di questo capovolgimento, le idee delle
classi economicamente dominanti risultano quelle dominanti: la cultura giustifica e nasconde il dominio materiale .
Visto che l'emancipazione del proletariato non può essere solo politica -solo formale- ma anche e soprattutto economica,
la presa del potere del proletariato porterà a un estinzione dello Stato e a una società senza classi, ma soprattutto
a una società in cui ciascuno darà secondo le proprie capacità e riceverà non secondo i propri meriti, ma in relazione
ai propri bisogni.
Il novecento
Husserl , James , Russell , Filosofia analitica.
Peirce 1839 - 1914
La scienza deve assumersi il compito di rendere chiare le nostre idee, cioè di determinarne l'esatto significato.
Scopo di ogni ricerca è acquisire una nuova credenza, sulla base di quelle già possedute: una credenza non
è un concetto o un'idea, ma una regola d'azione, o una regola pragmatica, cioè un'abitudine, un comportamento
che guida l'uomo nel suo interagire con la realtà. L'uomo, infatti, ritiene insostenibile il dubbio che paralizza l'azione e
blocca il progresso, e lo sostituisce con la sicurezza della persuasione, con il fissarsi delle credenze.
Peirce mette l'accento non sulla singola azione o sul suo risultato immediato, ma sulla generalità delle persuasioni
raggiunte dalla comunità dei ricercatori. La scienza è un processo pubblico che continua all'infinito avvicinandosi
sempre più alla verità e senza mai raggiungerla: secondo la concezione fallibilista sostenuta da Peirce, la
verità è solo una regola d'azione confortata dal successo, sempre passibile di riformulazione o di smentita.
Dewey 1859 - 1952
Lo strumentalismo offre una visione della società avviata verso un'organizzazione sempre più democratica:
l'integrazione di tecnica e scienza, infatti, conduce l'uomo a potenziare indefinitamente il controllo della realtà
e pone le basi per un futuro migliore.
Le dottrine pedagogiche di Dewey si basano sul rispetto della personalità dell'allievo, sul carattere attivo dell'educazione
e sulle sue finalità sociali: scopo della pedagogia è infatti quello di preparare l'uomo ad assumere il ruolo più
adatto nella società. Coerentemente con questa concezione, Dewey considera lo Stato quale incarnazione dell'interesse
pubblico, grazie soprattutto alla mediazione di scienziati e intellettuali, capaci di garantire un'azione di costante rettifica
delle direttive dell'esecutivo.
Le correnti contemporanee
Epistemologia , Positivismo Logico , Ermeneutica.
Scuola di Francoforte sorta nel 1924
Lavorare sulle metodologie della ricerca e sui presupposti stessi, concettuali e pratici, delle scienze umane.
L'elaborazione teorica deve riflettere le modificazioni sociali ed economiche determinatesi con la fine della
fase liberale del capitalismo, e con il sorgere del capitalismo di Stato: tema costante degli scritti della scuola
di Francoforte è la ricerca delle condizioni per la liberazione dell'uomo nella società industriale avanzata,
colpevole di spegnere la volontà di pensare liberamente e l'esigenza della creatività individuale.
Le teorie etiche : Jurgen Habermas 1929
Denuncia il carattere fittizio della partecipazione politica dei cittadini all'interno dei sistemi tardocapitalistici:
nonostante il suffragio universale e la diffusione dell'informazione, la partecipazione si riduce all'acclamazione
plebiscitaria di scelte politiche preconfezionate.
La filosofia Italiana nel dopoguerra
Ludovico Geymonat.
Antonio Banfi 1886 - 1957
Coniuga fenomenologia e marxismo in una filosofia di stampo razionalistico: la ragione ha la funzione critica di
consentire il superamento delle conoscienze parziali in un tutto organico, senza cadere tuttavia nel dogmatismo.
Governo Ideale : http://digilander.iol.it/governoideale/ |