IL TRULLO: UN ESEMPIO DI

ARCHITETTURA BIOCLIMATICA

Pasquale Montanaro
tratto dalla rivista "Locorotondo, rivista di economia, agricoltura, cultura e documentazione n°5", Fasano, Grafischena Editore, luglio 1989, pp.11-17
 
Uno dei “difetti” dell’edilizia corrente é costituito dall’eccessivo grado di uniformità a cui essa tende, dimenticando quelle particolarità costruttive diverse da ambiente ad ambiente, che la varietà climatica richiede.Lo studio dell’architettura vernacolare ci porta a conoscere come in un edificio tradizionale di una data area geografica la forma, la struttura, il proporzionamento degli spazi, le aperture e l’orientamento siano, in generale, elementi rispondenti alle sollecitazioni del clima.
 E’ altrettanto importante notare, poi, come questa risposta costruttiva venga data servendosi dei mezzi materiali che il luogo stesso mette a disposizione. Il termime “bioclimatica”, pertanto, definisce perfettamente il rapporto che c’è tra clima, edificio e benessere abitativo.
Tra i moltissimi esempi di architettura vernacolare o, se vogliamo, spontanea, che ha un carattere bioclimatico, può essere incluso il trullo delle Murge.
Analizzando i dati meteorologici locali del quinquennio 1982-86 si vede che la zona dei trulli è caratterizzata da una situazione climatica che pone condizioni sia di freddo abbastanza rigido che di caldo afoso, e che determina delle evidenti escursioni termiche tra le varie stagioni dell’anno e tra il giorno e la notte. Come si può osservare dalla Tab. I vi sono escursioni stagionali di circa 160-170C (media), e differenze notevoli, fino a 400C, fra le temperature estreme assolute di un anno. 

temperature medie

 temperature estreme assolute

gennaio

luglio

differenza

min.

max.

differenza

6,78

23,4

16,62

-3,2

37

40,2

 
Tale regime termico, al di là dei valori di altitudine e latitudine della zona, è in gran parte influenzato dall’azione dei venti. Di questi sono dominanti la tramontana fredda e secca, da nord,e lo scirocco caldo e umido, da sud-est.
E’ chiaro, quindi, che quando d’inverno prevale la tramontana e d’estate, per contro, lo scirocco, si vengono a creare le condizioni stagionali estreme di cui abbiamo detto.Soffermiamoci ora sul secondo termine del trinomio prima enunciato, l’edificio. L’importanza della costruzione a trullo dal punto di vista bioclimatico sta nel fatto che esso funziona da involucro termoregolatore del microclima interno. Tale prestazione si basa principalmente su tre elementi: il tipo di materiale, lo spessore delle murature e la forma dell’edificio. Il materiale con cui viene costruito il trullo é un calcare duro e compatto, reperibile sul posto sia in blocchi squadrabili che in banchi rocciosi scistosi; il primo tipo è usato per le murature dipiedritto e la struttura del cono, l’altro per il manto di copertura.

Questo tipo di pietra é un cattivo conduttore di calore (ha un coefficiente di conducibilità termica di 0,6 Kcal/mh °C); il muro non é omogeneo, in quanto composto di due filari di pietre con materiale minuto interposto.

In questo caso il suddetto coefficiente sale ad 1, cioé aumenta la trasmissione termica della parete; comunque siamo sempre nell’ordine di valori molto bassi.

L’elemento determinante è, invece, lo spessore delle murature che varia da un minimo di 100-150 cm. ad un massimo di 200-250 cm. In pratica una notevole massa muraria offre una forte inerzia termica, ovvero la possibilità di accumulare molto calore, in modo tale da provocare una smorzatura ed una sfasatura della funzione che esprime la variazione di temperatura (fig.1).

  

 
 

La smorzatura indica l’attenuazione della escursione termica esterna, mentre la sfasatura mostra il ritardo di tempo con cui viene avvertita all’interno tale escursione attenuata. In altre parole la variazione di temperatura esterna é registrata poco all’interno e per di più dopo alcune ore. Il terzo elemento che contribuisce a definire le qualità bioclimatiche del trullo è la forma dell’edificio o, più precisamente, la forma della sua copertura. I vantaggi dovuti alla forma conica del tetto sono più evidenti nel periodo estivo, quando si vuol preservare fresca l’aria interna (fig. 2).

Il meccanismo di termoregolazione si basa sul fatto che lo spessore del cono, durante il giorno, permette alla muratura di assorbire molto calore e di trattenerlo per poi disperderlo per irraggiamento durante la notte; tale dispersione risulta molto efficace in quanto la superficie esterna del cono é molto estesa. Una parte del calore assorbito dalla muratura di copertura riesce, tuttavia, ad arrivare alla faccia interna e ad irraggiarsi. Esso, comunque, rimane nell’invaso del cono e solo una minima parte raggiunge la zona sottostante di soggiorno. Un importante accessorio presente nei trulli (eccetto quelli singoli o per usi agricoli) é il tavolato poggiante su due o tre travi di legno incastrate nella struttura del cono centrale (fig. 3). Lo spazio racchiuso da questo impalcato, come noto, é adibito a dispensa di grano, altri cereali e frutta secca, in quanto rimane una zona asciutta e pulita. La sua denominazione dialettale “orije” deriva appunto dal latino “horreum”, cioé granaio, magazzino.

 
 
 

Essendo il tavolato ben sigillato alla muratura si ha un isolamento tra il sottotetto e la stanza vera e propria. D’inverno ciò é importante poiché il calore del camino non risale nel cono, ma si propaga più facilmente negli altri locali. D’estate invece esso trattiene la porzione di calore che é riuscita a penetrare attraverso la copertura.

Abbiamo parlato prima della difesa dal calore estivo. L’altra azione termoregolatrice del trullo é quella, ovviamente, rivolta a conservare il calore prodotto d’inverno dal focolare e dai bracieri. Il primo presenta alcune particolarità su cui vale la pena soffermarsi: la zona fuoco non é incassata nel muro, con la canna fumaria di conseguenza nascosta nella parete, ma costituisce un tutt’uno con l’ambiente ad essa destinato. Alcune volte l’intero in­vaso del cono che copre questo ambiente funge da cappa, mentre il suo vertice é lasciato aperto come imboccatura del fumaiolo. L’importanza di queste soluzioni (fig. 4) consite nella possibilità di utilizzare l’ambiente che ne risulta come zona di soggiorno e, a volte, come posto letto; mentre il fatto di essere molto aperto consente al calore di propagarsi più facilmente nel trullo centrale e di qui negli altri vani.In generale il corretto orientamento di un edificio é richiesto affinché tutte le sue parti ricevano un adeguato soleggiamento. Possiamo affermare che nei trulli la relazione tra orientamento e disposizione degli ambienti non ha molta importanza dati lo spessore dei muri e la scarsezza di aperture. Tuttavia fra tutti i trulli osservati si é constatato che l’orientamento (riferito al fronte principale) prevalente risulta l’Est-Sud-Est segue poi un certo numero di casi in cui essi sono rivolti a Sud-Est. In definitiva quando il trullo é stato edificato indipendente ed isolato nel lotto, si registra la tendenza a disporsi con il fronte, su cui si aprono le principali finestre e l’unico ingresso, verso l’arco diurno del sole. Quando il trullo, invece, fa parte di un aggregato o sorge adiacente ad una via, tali elementi condizionano la scelta dell’orientamento.Un elemento presente all’esterno di molti trulli é il pergolato di viti ad alto fusto (fig. 5). Molto frequente é anche la disposizione ditali piante lungo il fronte principale. L’utilità di ciò, facilmente intuibile, é quella di creare zone di ombra in prossimità di porte e finestre, e limitatamente al periodo estivo. In conclusione il trullo può essere definito come un involucro murario termoregolatore che non già sfrutta le situazioni climatiche, ma passivamente protegge l’interno dall’esterno.

 

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