Inizia la prima parte delle audizioni di questa nuova edizione di X Factor. Sono stati riconfermati Mika e Morgan. New entry Vittoria Cabello e Fedez.
In tutta probabilità l'immagine che resterà della prima puntata di audizioni di X Factor 8 è quella della 22enne Giulia Penna che per eseguire «We found love» di Rihanna sale sul palco in abito nero con gonna a sbuffo di quelli resi celebri dalla Loredana Berté degli anni d'oro e, in una trentina di secondi, si sveste fino a scoprirsi nel costumino di Wonder Woman. Convince Mika e Morgan; ma Vittoria Cabello e Mika le dicono che con tutto quell'armeggiare perde di credibilità.
La prima tappa di audizioni è a Roma e qualcosa di interessante la riserva. A cominciare da Ilaria Rastrelli, 16enne fiorentina che si cimenta con l'immortale «Can't find my way home» dei Blind Faith. Scelta di grande spessore, considerando anche che arriva da un'adolescente. Interpretazione di rara consapevolezza. Avanti con tre sì: a dissociarsi è Morgan, forse addiruttura per troppa soggezione. Bene anche Maria Faiola, 19 anni, intrigante voce blues che non trema al cospetto di un monumento come «At last» di Etta James. Quattro sì per lei. Plebiscito anche per gli Spritz for Five, portentoso gruppo vocale di Udine che riarrangia, tra il serio e il faceto, «Hey Brother» di Avicii. Giudici unanimi anche su Camilla Magli, studentessa pugliese dal timbro caldo e suadente che propone «Don't let me be misunderstood» nella versione di Nina Simone, i Komminuet, duo di rap lui-lei non troppo credibile nella cover di «Ghetto Superstar», e la 18enne Beatrice Fenorasi che non sfigura con la «Controvento» di Arisa. Morgan fa a fette Madh, interprete sardo che esegue bene «Mad World» ma commette due errori: la attribuisce a Gary Jules piuttosto che ai Tears for Fears, poi si atteggia a Marco Mengoni nell'interpretazione. Passa il turno, ma con la condizionale (dovrà guarire dalla «mengonite» entro il bootcamp). Poi ci sono quelli originali: i rapper Corrado «Dirty» Girardi (bella la sua versione di «Formidable») e Diluvio, i ruspantissimi cantautori Shago e Mario, ma soprattutto Yasuka Tamura, arrivato direttamente dal Giappone per eseguire «L'essenziale» di Marco Mengoni al Palalottomatica. La voce c'è, la sensibilità musicale sarà distante anni luce da quella occidentale eppure tutto ciò riesce a tradursi in un valore aggiunto. Tra la sua esibizione e quella della Giulia Penna di cui sopra intercorre la distanza che separa il naif dal kitsch.
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