Sanremo? Per l'esclusione ci sono rimasta male, ma si può vivere senza il Festival». È delusa ma non scoraggiata Paola Turci, eliminata a sorpresa per il secondo anno consecutivo, dalla lista dei big invitati alla famosa esibizione canora dove iniziò nel 1989 vincendo tra le nuove proposte con «Bambini». «L'anno scorso non c'era tanta voglia di partecipare. In questa edizione, invece, grazie alla presenza di Gianni Morandi, ci avevo provato seriamente. Ma sono state fatte altre scelte». Incassato senza troppe polemiche il secondo no sanremese, la cantautrice romana è attesa domani sul palco del Blue Note dove imbraccerà la chitarra e sarà accompagnata da un essenziale duo composto da Pierpaolo Ranieri al contrabbasso e Massimo Cusato alle percussioni- «Sarà un concerto unplugged m cui sarà privilegiato il dialogo con i miei due musicisti — prosegue la 46enne artista romana —. Sono sempre stata da sola e autosufficiente, ma questa dimensione in trio acustico mi ha fatto riscoprire nuove sensazioni, nuove alchimie musicali». Nell'intima cornice del Blue Note, Paola Turci presenterà il primo e il secondo capitolo della trilogia iniziata con «Attraversami il Cuore» e proseguita con «Giorni di rose», album uscito la scorsa primavera in omaggio al mondo della musica femminile. Sette degli otto brani del disco sono firmati da colleghe come Carmen Consoli, Nada, Ginevra Di Marco, Manna Rei, Grazia Verasani, Naif Hénn e Chiara Civello, mentre l'ottavo è la cover di «Lunaspina» che Ivano Fossati scrisse per Fiorella Mannoia e che, nel ed, la Turci interpreta proprio con la cantante romana. «Alla fine del concerto rimarrò sul palco da sola con la mia chitarra e proporrò cover di Modugno e Gaber». Insomma, si apre un nuovo capitolo nella carriera di Paola Turci, da sempre in prima linea sul fronte dell'impegno civile («Sono tornata da poco dal viaggio umanitario con la Fondazione Francesca Rava ad Haiti, dove ho scelto di sposarmi»), definitivamente rinata dopo il tragico incidente stradale del 1993. «Ormai le ferite sono completamente rimarginate e le cicatrici sul mio viso sono un ricordo. Forse perché ho subito tante operazioni chirurgiche, non capisco quelle donne che continuano a ritoccarsi. Io preferisco tenermi le mie rughe».