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Sanremo 2010

La prima (e unica volta) che Noemi è stata a Sanremo, era il 2007, non aveva casa discografica, in compenso aveva il cane della padrona dell'alberghetto dove alloggiava che le entrava in camera. Ma non passò le selezioni.
Oggi, a quattro giorni dal grande palco, è la ragazzina romana rossa di sempre, ma ha qualche certezza in più.
La prima: dopo neanche un anno che è stata esclusa da X Factor 2 per poi mandare tutti in rete a raccogliere le sueBriciole, è tra i Big con un titolo ben più impegnativo: Per tutta la vita.
La seconda: mentre c'è chi ormai la paragona ad Anastacia, e chi a Mia Martini, lei intanto alloggerà al Londra, uno degli hotel più chic della Riviera.
La terza: dice d'essere abituata alle corna, indi per cui l'Amorone a cui dedica il suo album Sulla mia pelle è un concetto, prima ancora che un uomo.

Che storia racconta, Per tutta la vita?
«Quella dei sentimenti complessi e feriti. La storia del restare legati nel profondo, con un filo invisibile, a chi quella ferita l'ha inferta. Il tutto su un loop di batteria e tanto violino. Che mi fa impazzire».

Cosa la eccita di Sanremo?
«La nuova direzione di senso che con il Festival voglio dare a quello che sto facendo. Anche nel look. Sarò più fashion perché il Festival lo vivo come un sogno».

Come ricorda i tempi del Dams di Roma?
«C'erano mille esami sulla storia della musica, e mille cd da ascoltare per sostenerli. Poi però mi laureai in cinema. Con una tesi che partiva da Roger Rabbit. Qualche prof. mi ha anche richiamato, dopo il successo, per progetti vari».

Cosa cantava invece da bambina?
«Il cielo in una stanza di Gino Paoli».

Legame con Fiorella Mannoia, con cui duetta in L'Amore si odia?
«È un legame di capelli. E non solo per il colore, lo stesso».

Lei divide le pagine di giornale con un'altra Noemi, che fa Letizia di cognome.
«Ma nessuno ci confonde. Lei non ha un ambito professionale. O se ce l'ha non l'ho ancora capito. Io, invece, sì. Io canto».

Sulla sua pelle, cosa le fa paura?
«Il buio».

E cosa la esalta?
«Il mare. Quello di Fregene. E il chiosco, su quella spiaggia. D'inverno poi…».

Che ci dice, invece, di Morgan? È stato il suo primo maestro.
«Per me è stato un faro. E rispunterà, vedrete. Come un funghetto da qualche parte».

C'è da aspettarsi proprio al suo fianco, in un duetto. Già dall'Ariston, come qualcuno vocifera. O un giorno non lontano.

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